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Giuseppe Calabr1
1 Associazione EURATOM
Bruno Viola2
ENEA sulla fusione
calabro@frascati.enea.it
2 DIFA
bruno.viola@unibas.it
Lezione VI
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Introduzione
Finora sono stati studiati i circuiti eccitati da generatori costanti o tempo-invarianti. Dora in poi si far riferimento a eccitazioni che variano nel tempo secondo leggi sinusoidali. Perch si studiano i segnali sinusoidali? molti fenomeni sono sinusoidali; una sinusoide facile da generare; una sinusoide la forma donda dominante; una sinusoide facile da manipolare matematicamente; un segnale pu essere scomposto nella somma di pi sinusoidi.
Lezione VI
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v1 (t ) = Vm sin(wt ) v2 (t ) = Vm sin(wt + )
Si deniscono: Vm ampiezza frequenza angolare fase iniziale
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI April 23 Con riferimento alla gura, si dice che: v anticipa v di , oppure che v in ritardo 2010 3 / 64 rispetto
rd
I fasori
Le sinusoidi vengono facilmente rappresentate tramite fasori. Denizione di fasore Un fasore un numero complesso che rappresenta lampiezza e la fase di una sinusoide. La nozione di risolvere i circuiti usando i fasori fu introdotta per la prima volta da Charles Steinmetz nel 1893.
Lezione VI
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I numeri complessi
variabili x e y NON rappresentano la posizione in uno spazio vettoriale bidimensionale; esse sono la parte reale e immaginaria del numero complesso z sul piano complesso.
(1)
Lezione VI
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z = x + jy z=r z=re
con
j
r=
o, alternativamente
x2 + y2
= tan1
y = r sin
y x
(5) (6)
x = r cos
Lezione VI
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z1 + z2 = (x1 + x2 ) + j (y1 + y2 )
sottrazione
z1 z2 = (x1 x2 ) + j (y1 y2 )
moltiplicazione
z1 z2 = r1 r2 1 + 2
divisione
z1 r1 = 1 2 z2 r2
1 1 = z r
z= r
z = x jy = r = r e j
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI
Perch i fasori?
e j = r cos r sin
quindi cos = Re [e j ] e sin = Im[e j ] Per cui il segnale v (t ) pu essere riscritto come:
(14)
v (t ) = Vm cos(t + ) = Re [Vm e t + ]
= Re [Vm e j e t ] = Re [Ve j t ]
dove la quantit V = Vm e j detta fasore della sinusoide v(t).
(15)
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Lezione VI
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La somma algebrica di un qualunque numero di sinusoidi alla stessa frequenza angolare, , e di un qualsiasi numero delle loro derivate di qualunque ordine ancora una sinusoide della stessa frequenza angolare . loperatore di parte reale (immaginaria) additivo e omogeneo
Re [z (t )] = Re [z (t )]
(16)
(17) (18)
Re [Ae j t ] = Re [Be j t ] A = B
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(19)
Lezione VI
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resistore
(20)
v =L
di = LIm cos(t + + ) V = j I 2 dt
(21)
i=C
dv I I = j V V = di j
(22)
Lezione VI
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Metodo dei fasori applicato alle equazioni differenziali E il metodo pi conveniente per ottenere una soluzione particolare di unequazione differenziale.
dn x d n 1 x dx + 1 n1 + . . . + n1 + n x = Am cos(t + ) n dt dt dt
(23)
si introducono i fasori: X = Xm e j e A = Am e j
dn Re [0 Xe j t ] + . . . + Re [n Xe j t ] = Re [Ae j t ] = dx n = Re [0 (j )n Xe j t ] + . . . + Re [n Xe j t ] = Re [Ae j t ] =
(24)
= [0 (j )n + 1 (j )n1 + . . . + n ]X = A
quindi X= A
0 (j )n + 1 (j )n1 + . . . + n
(25)
X un numero complesso di cui si pu calcolare modulo e fase e ricavare la soluzione del problema: x (t ) = |X| cos(t + X) (26)
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI April 23rd 2010 12 / 64
Il concetto di impedenza
Le relazioni costitutive cos come sono state trovate possono essere riscritte come rapporto tra il fasore della tensione e fasore della corrente: Z= V I (27)
Z una quantit che dipende dalla frequenza ed chiamata impedenza ed espressa in Poich un numero complesso, si pu scrivere Z = R + jX , dove R = Re [Z] la resistenza mentre X = Im[Z] la reattanza. In quanto tale Z viene generalmente rappresentata sul piano di Gauss, ottenendo quello che viene denito triangolo di impedenza.
Lezione VI
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Il concetto di ammettenza
Y chiamata ammettenza ed espressa in S Come numero complesso, si pu scrivere Z = G + jB , dove G = Re [Y] la conduttanza mentre B = Im[Y] la suscettanza.
G + jB =
1 1 R jX R jX = = 2 R + jX R + jX R jX R + X2
G=
R R2 + X2
B =
X R2 + X2
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Lavorando in regime sinusoidale con i fasori possibile effettuare unanalisi in frequenza del circuito: il fattore e j t soppresso nellespressione del fasore, e la frequenza non esplicitamente mostrata nella rappresentazione nel dominio dei fasori poich costante. Tuttavia la risposta dipende dalla pulsazione. Per questa ragione il dominio dei fasori anche detto dominio della frequenza.
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Le leggi per lanalisi dei circuiti viste nora, sono ancora valide nel dominio dei fasori. Si prenda ad esempio la legge di Kirchhoff alle tensioni:
il che dimostra che la legge vale ancora. Unanaloga dimostrazione pu essere effettuata per la legge alle correnti.
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analisi nodale analisi alle maglie sovrapposizione degli effetti teoremi di Thevenin e Norton
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Potenza in regime alternato La potenza istantanea data dal prodotto tra tensione e corrente, istante per istante.
p (t ) = v (t )i (t )
Per una tensione e una corrente con andamento sinusoidale: p (t ) = Vm Im cos(t + v ) cos(t + i ) = 1 1 Vm Im cos(v i ) + Vm Im cos(2t + v + i ) 2 2 Questo mostra che la potenza ha due contributi: uno costante, dipendente dallo sfasamento tra tensione e corrente; uno variabile a frequenza 2
(31)
(32)
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p (t )dt =
0
1 1 Vm Im cos(v i )dt + Vm Im 2 2
cos(2t + v + i )dt =
0
(33)
1 Vm Im cos(v i ) 2 Langolo v i langolo di sfasamento tra tensione e corrente, pari allangolo di impedenza. La potenza media dipende dallo sfasamento tra tensione e corrente. La potenza media pu essere espressa in termini fasoriali:
P=
1 1 Re [VI = Vm Im cos(v i ) 2 2
(34)
Applicando questa legge ai bipoli resistore, induttore e condensatore si trova che: 1 1 1 |V |2 Vm Im = R |I|2 = 2 2 2 R induttore e condensatore non assorbono potenza media. il resistore assorbe sempre una potenza. Essa pari a
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P=
(35)
Si devono determinare i parametri RL e XL afnch P sia massima, per cui si procede al calcolo di |Vth |2 RL (Xth + XL ) P = =0 (36) XL [(Rth + RL )2 + (Xth + XL )2 ]
(37)
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Questo comporta:
XL = Xth RL = Rth
Per cui si ha massimo trasferimento di potenza media se: ZL = RL + jXL = Rth jXth = Z th che comporta
(38) (39)
(40)
(41) (42)
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Valore efcace
Il valore efcace di un segnale periodico x (t ) pari al suo valore quadratico medio (rms).
Xrms =
1 T
x (t )2 dt
0
(43)
Il valore efcace di una corrente sinusoidale, pari al suo valore quadratico medio, rappresenta quella intensit di corrente continua che, in pari tempo, produce i medesimi effetti termici. Xm Per un segnale sinusoidale x (t ) = Xm cos(t ) si pu dimostrare che Xrms = . 2
Lezione VI
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Potenza apparente e fattore di potenza La potenza stata denita come 1 Vm Im cos(v i ) 2 con Vm e Im valori massimi delle sinusoidi di tensione e corrente. Tramite la denizione di valore efcace si ha questa espressione:
(44) (45)
S detto potenza apparente ed misurata in VA (per distinguerla dalla potenza reale misurata in W), pf detto fattore di potenza ( o power factor), si ottiene una nuova denizione per la potenza media: P = S pf (46)
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI April 23rd 2010 23 / 64
Una ulteriore denizione per la potenza in regime sinusoidale quella data dalla potenza complessa denita come: 1 S = VI (47) 2 assumendo la convenzione dellutilizzatore, in termini del valore efcace (rms): S = Vrms I rms dove Vrms = = Vrms v e Irms = Si pu riscrivere (47) come:
Vrms 2 Irms 2
(48)
= Irms i
S = Vrms Irms v i =
(49)
Lampiezza della potenza complessa pari alla potenza apparente, per cui anche S viene misurata in VA.
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Potenza complessa 2/3 Si pu esprimere la potenza complessa anche in funzione dellimpedenza. Attraverso la denizione di impedenza si ottiene che Vrms = ZIrms per cui sostituendo nella (48):
2 S = Irms Z =
Vrms Z
(50)
Poich Z = R + jX si pu scrivere:
2 S = Irms (R + jX ) = P + jQ
(51)
dove P, detta potenza attiva, e Q, detta potenza reattiva, sono la parte reale e immaginaria della potenza complessa:
2 P = Re [S] = Irms R 2 Q = Im[S] = Irms X
(52)
(53)
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P la potenza media trasferita al carico: lunica potenza utile ed la potenza dissipata sul carico. Q, la potenza reattiva una misura dello scambio energetico tra la sorgente e la parte reattiva del carico. Q si misura in VAR (volt-ampere reattivi ). Lenergia immagazzinata in un bipolo non viene n dissipata n eroga potenza, ma viene scambiata in un senso e nellaltro tra sorgente e la rete. Allo stesso modo la potenza reattiva viene trasferita tra carico e sorgente.
Q = 0 per un carico resistivo Q > 0 per un carico induttivo Q < 0 per un carico capacitivo
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Potenza complessa = S = P + jQ =
1 VI 2
(54)
P2 + Q2
Q = Im[S] = S sin(v i )
Fattore di potenza =
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Triangolo delle potenze Per rappresentare le potenze si utilizza il triangolo delle potenze, molto simile al triangolo di impedenza.
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Il principio di conservazione della potenza si applica anche ai circuiti in regime alternato. Teorema di Boucherot
La potenza complessa, reale e reattiva delle sorgenti uguale alle rispettive somme di potenza complessa, reale e reattiva di ogni carico.
Lezione VI
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Il processo di incremento del fattore di potenza senza alterare la tensione o la corrente originale sul carico detto rifasamento. Poich molti dei carichi sono induttivi, lecito considerare il seguente circuito:
Come si pu vedere dal diagramma fasoriale, laggiunta di un condensatore in parallelo, ha leffetto di ridurre langolo di sfasamento tra tensione e corrente da 1 a 2
Lezione VI
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Correzione del fattore di potenza: rifasamento 2/3 Inoltre a parit di tensione applicata al carico, la corrente si ridotta. Scegliendo un opportuno valore per la capacit, si pu far in modo che la corrente risulti in fase con la tensione, portando il fattore di potenza allunit.
P = S1 cos 1
Q1 = S1 sin 1 = P tan 1
(59)
Si vuole ora incrementare il fattore di potenza da cos 1 a cos 2 senza alterare la potenza attiva (P = S2 cos 2 ).
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI April 23rd 2010 31 / 64
Correzione del fattore di potenza: rifasamento 3/3 Quindi la nuova potenza reattiva
Q2 = P tan 2
La riduzione nella potenza reattiva :
(60)
QC = Q1 Q2 = P (tan 1 tan 2 )
Poich QC =
2 Vrms XC
(61)
C=
(62)
Lo stesso ragionamento si pu fare qualora il carico fosse ohmico-capacitivo: per incrementare il fattore di potenza, si dovr inserire un induttore in parallelo al carico con induttanza pari a: V2 L = rms (63) QL Il rifasamento (totale) rende la corrente reale e riduce il suo valore efcace.
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI April 23rd 2010 32 / 64
Teorema di Cohn
Vedi appunti
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Teorema di Foster
Vedi appunti
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Lezione VI
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Lezione VI
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Risonanza serie: fattore di qualit Alla risonanza la corrente puramente resistiva (X = 0) pari a I = VL = ZL I = j VC = ZC I = j V . Allora si ha che: R (64)
0 V L V =j R R
V
L C
V R
0 RC
= j
L C
(65)
Si denisce fattore di qualit serie il rapporto tra il valore efcace della tensione sul condensatore (o induttore perch sono uguali ed in opposizione di fase alla risonanza) e la tensione di alimentazione quando il circuito in risonanza. VL VC 0 = = V V 2 1 R con 0 pulsazione di risonanza pari a e= LC 2L
Q=
(66)
1 L (67) R C Se Q molto alto e si eccita il circuito alla frequenza di risonanza le tensioni su induttore e condensatore possono essere talmente elevate da distruggerli!
Q=
Lezione VI
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Mentre nella risonanza serie la corrente assumeva il valore massimo per = 0 , in questa congurazione alla risonanza la corrente che uisce nel circuito la minima! Si dice anche che nella congurazione parallelo 0 la pulsazione di anti-risonanza.
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI April 23rd 2010 42 / 64
Lezione VI
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Lezione VI
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Lezione VI
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Lezione VI
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Lezione VI
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Risonanza parallelo: fattore di qualit Le correnti uenti nellinduttore e condensatore non sono nulle: IL = YL V = j V 1
0 L
= j V
C L C L
(68) (69)
IC = YC V = j V0 C = j V
Si denisce fattore di qualit parallelo il rapporto tra la corrente nel condensatore ( o induttore dato che sono uguali ed in opposizione di fase) e la corrente di ingresso al circuito quando il circuito in anti-risonanza IL IC 0 = = I I 2 1 1 con 0 pulsazione di risonanza pari a e= LC 2RC Sostituendo le due espressioni nella (70) si ottiene:
Q=
(70)
Q=R
che il reciproco del fattore di qualit serie.
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI
C L
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(71)
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Introduzione
Fino ad ora sono stati considerati circuiti accoppiati per conduzione, poich la tensione di una maglia inuenza la maglia vicina tramite la corrente di conduzione. Quando due maglie si inuenzano vicendevolmente, con o senza contatto tra loro, attraverso il campo magnetico generato da una di loro si dice che sono magneticamente accoppiate.
Lezione VI
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La mutua induttanza 1/2 Quando due induttori sono in prossimit, il usso magnetico causato dalla corrente uente in uno dei due si concatena con laltro avvolgimento, inducendo una tensione. Questo fenomeno chiamato mutua induttanza. Si consideri un solo avvolgimento percorso da corrente variabile: d d di di v =N =N =L (72) dt di dt dt
Lezione VI
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La mutua induttanza 2/2 Si consideri il caso di due induttori stavolta il usso (1 ) prodotto dal primo induttore ha due componenti: quello autoconcatenato (11 ) e quello che si concatena con entrambi (12 ): 1 = 11 + 12 . verranno indotte due tensioni v1 e v2 :
v1 = N1
(73)
M21 detta mutua induttanza dellavvolgimento 2 rispetto allavvolgimento 1. Il pedice 21 indica che linduttanza M21 lega la tensione indotta nel coil 2 dalla corrente che uisce nel coil 1. Come terzo caso si imponga una corrente solo nel secondo induttore; il usso magnetico (2 ) prodotto dal coil 2 composto da due componenti: quello (22 ) e (21 ) tali che 2 = 22 + 21 . v2 = N2 d 2 d 2 di2 di2 d 21 d 21 di2 di2 = N2 = L2 , v1 = N1 = N1 = M12 dt di2 dt dt dt di2 dt dt
(74)
M12 la mutua induttanza dellavvolgimento 1 rispetto allavvolgimento 2. Il pedice 12 indica che linduttanza M12 lega la tensione indotta nel coil 1 dalla corrente che uisce nel coil 2. Si dimostrer che M12 = M21 = M . La mutua induttanza labilit di un induttore di indurre una tensione su un avvolgimento vicino.
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI April 23rd 2010 51 / 64
Se la corrente entra nel terminale col punto, la polarit della tensione mutua nel secondo avvolgimento positiva nel terminale col punto del secondo avvolgimento. Se la corrente esce dal terminale col punto, la polarit della tensione mutua nel secondo avvolgimento negativa nel terminale col punto del secondo avvolgimento.
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI April 23rd 2010 52 / 64
L = L1 + L2 + 2M L = L1 + L2 2M
connessione in serie
(75) (76)
connessione in anti-serie
Lezione VI
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Energia in un circuito accoppiato 1/2 Si voglia ora determinare lenergia immagazzinata in un circuito accoppiato magneticamente. Si assuma che inizialmente le correnti i1 e i2 siano nulle. Si incrementi i1 e si lasci i2 = 0, la potenza nel coil 1 :
(77)
w1 =
p1 dt = L1
0
i1 di1 =
1 2 L1 I 2 1
(78)
Se si mantiene i1 = I1 e si d un incremento a i2 da zero a I2 , di la tensione indotta nel coil 1 M12 dt2 , mentre nulla quella indotta sul coil 2 nulla. In questa congurazione la potenza :
(79)
w2 =
p2 dt = M12 I1
0
di2 + L2
0
Lezione VI
i2 di2 = M12 I1 I2 +
1 2 L2 I 2 2
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(80)
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Lenergia totale : 1 2 1 2 L1 I1 + L2 I2 + M12 I1 I2 (81) 2 2 Se ora si inverte il procedimento con cui le correnti raggiungono il loro massimo valore, lenergia totale sar: Lenergia totale : 1 2 1 2 w = w1 + w2 = L1 I1 + L2 I2 + M21 I1 I2 (82) 2 2 Poich lenergia immagazzinata deve essere la stessa, si pu dedurre che:
w = w1 + w2 =
M12 = M21 = M
In generale, dovendo applicare la convenzione dei punti, lenergia :
(83)
w=
1 2 1 2 L1 i + L2 i2 Mi1 i2 2 1 2
(84)
Lezione VI
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Limite superiore di M Lenergia in un circuito passivo non pu essere negativa, per cui: 1 2 1 2 L1 i + L2 i2 M i1 i2 0 2 1 2 manipolando opportunamente questa espressione si giunge a: 1 (i1 L1 i2 L2 )2 + i1 i2 ( L1 L2 M ) 0 2 per cui La misura di quanto M si avvicina a questo limite data dal coefciente di accoppiamento k: (85)
(86) (87)
L1 L2
M k = L1 L2
(88)
12 12 = 1 11 + 12 21 21 k = = 2 21 + 22
k =
(89) (90)
Se lintero usso prodotto da un avvolgimento si concatena totalmente con un altro, allora k = 1 e si dice che c un accoppiamento perfetto.
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI April 23rd 2010 56 / 64
Il trasformatore lineare Il trasformatore lineare una macchina che sfrutta il fenomeno della mutua induttanza.
Il trasformatore si dice lineare se i li sono avvolti attorno ad un materiale lineare ( = cost ): aria, legno, plastica, etc. Limpedenza di ingresso Zin vista dalla sorgente governa il comportamento del circuito primario. 0 = j M I1 + (R2 + j L2 + ZL )I2 si trova: Zin = R1 + j L1 + V = (R1 + j L1 )I1 j M I2 (91) (92)
2 M 2 (93) R2 + j L2 + ZL E evidente che trattare coi circuiti accoppiati magneticamente complicato poich si deve sempre tenere in conto della mutua induttanza.
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI April 23rd 2010 57 / 64
Circuiti equivalenti a T e del trasformatore lineare Ignorando la resistenza degli avvolgimenti ed assumendo un potenziale di terra comune:
V1 j L1 = j M V2
j M I1 j L2 I2
(94)
j Lc I1 j (Lb + Lc ) I2
(95)
La = L1 M , Lb = L2 M , Lc = M
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI April 23rd 2010
(96)
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L2 j (L1 L2 M 2 ) = M j (L1 L2 M 2 )
M j (L1 L2 M 2 ) V1 V2 L1 2) j (L1 L2 M
(97)
1 1 j L + j L I1 A C = 1 I2 j (L1 L2 M 2 )
V 1 1 1 V2 (98) + j LB j LC
1 j LA
LA =
L1 L2 M 2 L1 L2 M 2 L1 L2 M 2 , LB = , LC = L2 M L1 M M
Lezione VI April 23rd 2010
(99)
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E un trasformatore in cui si verica laccoppiamento perfetto. V1 = j L1 I1 + j M I2 V2 = j M I1 + j L2 I2 combinando queste due equazioni si pu ottenere una relazione che lega V1 e V2 : V2 = (100) (101)
L2 V1 = nV1 L1
(102)
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Lezione VI
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Il trasformatore ideale 3/4 Per le ipotesi alla base della denizione del trasformatore ideale, si trova facilmente la relazione tra le tensioni al primario ed al secondario: V2 =
N2 V1 = nV1 N1
(103)
Poich non ci sono perdite, lenergia fornita al primario sar uguale a quella assorbita al secondario, per cui: 1 I1 n Sulla base delle (103) e (104) si possono fare delle considerazioni: I2 = se n = 1 si ha un trasformatore di isolamento; se n > 1 si ha un trasformatore in salita se n < 1 si ha un trasformatore in discesa
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI April 23rd 2010 62 / 64
(104)
Se V1 e V2 sono entrambe positive (o negative) ai terminali col punto allora si user (n), altrimenti (-n) Se I1 e I2 entrambe entrano (o escono) nel terminale col punto allora si user (-n), altrimenti (n)
G. Calabr e B. Viola (ENEA,DIFA) Lezione VI April 23rd 2010 63 / 64
il trasformatore trasparente alle potenze: S1 = V1 I = 1 limpedenza di ingresso : Zin = V1 1 V2 ZL = 2 = 2 I1 n I2 n (106) V2 (nI2 ) = V2 I = S2 2 n (105)
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