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Imbottigliamento vino
In questa pagina parleremo di :
Quando nasce una passione La vendemmia L'imbottigliamento Igiene e controllo costante Il buon bere
La vendemmia
La vendemmia senza dubbio un momento affascinante ed interessante, che contribuisce in maniera preponderante allottenimento di un prodotto finito di buona qualit. Certo, dipende molto dalluva, ma un ruolo importante giocato anche dalligiene e dal modo in cui si portano a compimento le varie fasi di lavorazione. Chi si appassiona a questo processo, sa perfettamente che unimportanza da non trascurare quella da attribuire allultimo passaggio: limbottigliamento, ovvero lultimo atto prima di poter ammirare finalmente il vino, il frutto del proprio lavoro, nelle bottiglie. Limbottigliamento, poi, avviene in tempi diversi a seconda della tipologia di vino, e in base a questo, le bottiglie saranno stappate in un certo periodo dellanno. Per esempio, se si parla di vino
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novello, limbottigliamento non pu avvenire pi tardi del 31 dicembre, perch il vino in questione va consumato giovane e subito dopo essere finito in bottiglia.
L'imbottigliamento
Contrariamente a quanto si possa pensare, sbagliato e impossibile parlare di un solo tipo di imbottigliamento, in quanto ogni bevanda richiede tempistiche e modalit diverse. In pratica, ogni singolo prodotto richiede il proprio imbottigliamento, ed meglio rimanere sempre allineati in questo ordine di lavoro per evitare sorprese ed errori grossolani. E ovvio che parlando di vini, la prima distinzione da fare relativa al luogo e al tipo di produzione: chi produce vino in cantina autonomamente e per uso e consumo personale, fa quasi sicuramente affidamento su prodotti artigianali ed evita, anche per ragioni economiche, lacquisto di tutte le strumentazioni adeguate. Viceversa, chi produce vini e spumanti a livello industriale sa bene quanto importante avere a disposizione gli oggetti e i macchinari giusti.
Il buon bere
Chi muove i primi passi verso la scoperta di questo splendido ambito che lenologia, tentato dal pensiero che in fondo una fase di produzione come limbottigliamento rivesta unimportanza secondaria ai fini del prodotto che si consuma. Ebbene, non affatto cos, e lobiettivo di queste righe proprio quello di mettere in guardia chi crede di poter produrre del buon vino senza rispettare questi canoni. Un ottimo calice nasce da uva di qualit, dal rispetto dei tempi e delle regole di lavorazione, ma anche da un luogo perfettamente igienizzato. La cantina deve essere pulita, ma soprattutto, le bottiglie devono essere impeccabili, perch oltre ad essere un capolavoro della gastronomia, il vino un prodotto delicato e basta poco a corromperlo e danneggiarlo. Abbiate cura nellimbottigliamento, pulite a fondo le bottiglie e tenete il vino in contenitori asettici, preservandolo dallaria e dal contatto con batteri. Allora s che berrete bene. Se poi, dopo aver cominciato a produrre vino a livello artigianale avete la possibilit di approfondire arrivando ad un livello industriale, potrete far tutto contando sullapporto della tecnologia, che di sicuro
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Portabottiglie vino
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Come avere una cantina...in casa Il portabottiglie di vino I modelli pi classici L'ultimo arrivato
Il portabottiglie di vino
Si tratta in realt di articoli estremamente vari: quando si parla di portabottiglie per il vino, si fa riferimento a tutti quegli utensili che vengono adibiti al trasporto e alla riposizione di bottiglie vino. Rosso, bianco o spumante conta, fa la differenza, perch ogni bottiglia ha un suo contenitore. Per capire facilmente tutto questo facciamo riferimento al portabottiglie pi comune, ovvero il cestello per lo spumante: un recipiente che generalmente viene riempito di ghiaccio e caratterizzato da una 5 www.olioevino.org
temperatura molto bassa, adatto prettamente alla conservazione dello spumante nelle ore immediatamente precedenti la cena. In un recipiente di questo tipo si possono conservare bottiglie di spumante, di vino bianco o rosato: in altre parole tutti quei prodotti che vanno consumati a temperature relativamente basse. Non vi capiter mai, per esempio, di vedere servita una bottiglia di Barolo o di Chianti in un cestello per lo spumante, semplicemente perch questi vini vanno serviti a temperature decisamente pi alte. Ad ogni vino il suo portabottiglie, insomma.
I modelli pi classici
Pu sembrare una sciocchezza, un dettaglio di poco conto, ma vi assicuriamo che non affatto cos, non lasciatevi ingannare. Ogni vino ha il suo contenitore, ogni vino va conservato e servito nelle giuste condizioni e con gli strumenti giusti. Da diversi anni, ormai, la passione per il vino e la voglia di portare questultima tra le mura domestiche, trova piena espressione in oggetti divenuti di utilizzo pressoch comune: le cantinette frigo. Pu sembrare esagerato citarle in un articolo dedicato ai portabottiglie per il vino, ma a ben vedere non cos, perch di questi oggetti ci si pu servire liberamente per conservare il vino fino ai minuti immediatamente precedenti il pranzo o la cena. Non mancano, insomma, coloro che utilizzano le cantinette come porta bottiglie. Le cantinette sono disponibili sia in versione frigo che in versione classica, ed in questo caso probabilmente pi corretto parlarne come di portabottiglie per il vino. Le cantinette classiche fanno capolino in tantissime case, specie laddove il vino si tratta coi guanti e si ama bere bene. Se anche voi siete appassionati di enologia e volete che questo vostro interesse si rispecchi nellarredamento della vostra casa, non potete fare a meno di una cantinetta frigo. Compatta, solida, affascinante, il migliore portabottiglie di vino da appartamento.
L'ultimo arrivato
Lultima tipologia di portabottiglie da vino che prendiamo in considerazione su queste pagine quella che forse rispecchia maggiormente letimologia della parola: la confezione, usata per lo pi in occasioni di regali, di cui ci si serve per portare in dono una bottiglia di vino. Si tratta di sacchetti, per lo pi in juta o in carta, munite di manico ed utili a trasportare bottiglie di vino in giro. Sono naturalmente sacchetti sviluppati soprattutto in altezza in modo da assecondare la forma della bottiglia. Belli da vedere, comodi da portare, i portabottiglie di vino in juta o in carta sono oggetti semplici che consentono di portare in giro bottiglie di vino in maniera pratica e comoda, offrendo al contempo un bel colpo docchio e la possibilit di fare una bella figura. Quando si parla di portabottiglie per vino, insomma, ci si sofferma su oggetti che variano nelle dimensioni, nel prezzo e nella tipologia, ma che assolvono tutti alla medesima funzione: rendere pi agevole il trasporto del vino e la sua conservazione. Dalle cantinette classiche a quelle frigo, che consentono di regolare la temperatura in base al vino da conservare, passando per i sacchetti di juta e di carta.
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Immagini indimenticabili... Una tradizione mai abbandonata La pressa per uva Le varie tipologie
Immagini indimenticabili...
Ci sono film che rimangono impressi nella memoria collettiva per la storia che raccontano o per il fascino particolare emanato dalle prove dautore; altri che vengono ricordati per alcune scene nel dettaglio. Scene divertenti, coinvolgenti, che magari riprendono momenti speciali, e lo fanno in maniera indimenticabile. C un film di Adriano Celentano, Il Bisbetico domato, che rimasto nella mente di molti italiani soprattutto per la scena della pressatura delluva. Celentano un benestante proprietario terriero che coltiva la terra e produce vino come si faceva una volta. Durante la pellicola, lo si vede schiacciare luva con i piedi, a ritmo di musica e circondato praticamente da tutto il villaggio, che lo accompagna battendo le mani e cantando insieme a lui. Una scena che spiega pi di mille parole limportanza della schiacciatura delluva, la solennit di questo momento, soprattutto in quei luoghi dove pi vivo e meglio conservato, il ricordo delle antiche tradizioni. Ora, naturalmente anche in quei luoghi dove il vino si produce ancora seguendo metodi antichi, inverosimile che chi proprio pensa di schiacciare luva con i piedi sia accompagnato nel farlo da musica ed applausi, ma dovunque, ancora oggi, il momento della schiacciatura del vino , oltre che una fase fondamentale per lottenimento di un buon vino, un momento di grande condivisione popolare. E in questi momenti che i villaggi, i borghi contadini, o semplicemente le famiglie si ritrovano e lavorano insieme, in armonia, dando il meglio di quello che possono per dare alla luce un prodotto di alta qualit.
di ottenere un mosto abbondante e figlio delle esigenze personali. C, infatti, chi preferisce schiacciare luva insieme ai raspi, e chi schiaccia solamente gli acini di uva. E una scelta che dipende dai gusti e dallesperienza: in altri articoli di questo sito abbiamo visto quali differenze corrono tra i due tipi di vini.
Le varie tipologie
A onor del vero, esistono anche altri tipi di presse, che variano nella forma ed anche nei tempi di utilizzo. In molti, infatti, quando utilizzano il termine pressa per uva, non si riferiscono alla macchina effettivamente utilizzata per la pressatura delluva, bens ai torchi, che fanno la loro comparsa in una fase successiva ed accolgono le bucce e i raspi derivati dalla prima schiacciatura. Come fare a sapere quando una pressa per uva fa bene il proprio lavoro? E necessario, innanzitutto, avere una buona conoscenza dellambito della lavorazione del vino, per capire che la pressa migliore quella che assicura una distribuzione uniforme del prodotto pressato e una buona facilit di convogliamento nella fase di scarico. In altre parole, ci che viene pressato deve finire negli appositi contenitori senza sforzi e senza sbavature. In commercio, tra laltro, esistono vari tipi di presse, che si distinguono per la facilit e la forza grazie alla quale riescono a portare a termine il loro compito. Ci sono presse idrauliche, che tuttavia sono molto diffuse non soltanto in ambito industriale, in quanto consentono una pressatura delluva costante e senza particolare lavoro fisico. Le aziende migliori, poi, si affidano senza dubbio alle presse a membrana, macchinari che garantiscono ottimi risultati in termini di resa e riescono e funzionano mediante un meccanismo sofisticato ma assolutamente affidabile. Sul territorio nazionale sono decisamente numerose le aziende specializzate nella produzione e nella vendita di presse per la schiacciatura delluva e della frutta in genere: in questo senso, lItalia uno dei paesi pi allavanguardia in ambito vinicolo. I grandi nomi del mercato italiano richiamo annualmente lattenzione di produttori vinicoli provenienti da tutto il mondo. Pertanto, basta cercare lazienda giusta, chiedersi cosa si desidera e scegliere con intelligenza.
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Pressatura uva
In questa pagina parleremo di :
Dietro l'etichetta...
Uno degli interrogativi pi importanti, pi profondi, e forse proprio per questo pi rari in ambito enologico, il seguente: Come si arriva al prodotto finito?. Vi mai capitato di trovarvi di fronte ad una bottiglia di vino pregiato, ammirandola per come fatta, curata nei dettagli, guarnita di etichetta, brillante e bellissima da vedere e chiedervi come si arrivati ad un prodotto cos ben fatto? Forse s, e se non vi mai capitato, noi in questo sito vi forniamo le risposte ideali, vi raccontiamo passo dopo passo come avviene il miracolo del vino. Come si passa da un grappolo duva ad una bellissima bottiglia di vino. Abbiamo sottolineato, in altri articoli, limportanza di strumentazioni senza le quali sarebbe assurdo anche solamente pensare di produrre del vino, e di fasi che rappresentano il primo fondamentale passaggio in sede di produzione. Un capitolo tutto per s quello che merita senza ombra di dubbio la pressatura delluva (da alcuni chiamata pigiatura o schiacciatura), ma la sostanza la stessa. Volendo partire dallorigine assoluta della bottiglia di vino, subito dopo la raccolta o lacquisto delluva, immediatamente dopo e prima che tutto abbia inizio, necessario pigiare luva, servendosi di appositi macchinari.
La pressatura dell'uva
Ora, in questo come in tanti altri casi, ci si pu servire di macchinari differenti a seconda delle esigenze. Luva pu infatti essere schiacciata da sola o con i raspi. Cambia molto, naturalmente, sia in termini di resa ma soprattutto in termini di sapore. E facile immaginare come i raspi contribuiscano al conferimento di acidi e tannini che luva da sola non contiene. E sostanzialmente una questione di gusti e di esperienza. Tale scelta si ripercuote anche sullindividuazione degli strumenti di cui ci si serve per la pressatura. Chi intende schiacciare luva allo stato grezzo pu utilizzare una comune pigiatrice, che riversa allinterno dei tini il mosto e gran parte dei raspi, da filtrare quindi successivamente. Chi invece intende schiacciare solamente luva, pu optare per un macchinario sempre pi diffuso in ambito enologico e sempre pi vario dal punto di vista della tipologia, 9 www.olioevino.org
delle dimensioni e, di conseguenza, del prezzo: la pigiadiraspatrice. Si tratta di un macchinario che viene posto sulla parte superiore dei tini prima dellinizio della pressatura, dotato di una vasca metallica allinterno della quale, a poco a poco, vengono versate le uve pronte per la schiacciatura, che a sua volta avviene per mezzo dellazione rotante di uno stantuffo lamellare e anellato. Servendosi della forza centrifuga, la pigia-diraspatrice separa da sola il vino dai raspi, che finiscono in una gabbia facilmente apribile ed altrettanto agevole da ripulire. La pigia-diraspatrice uno degli strumenti pi indispensabili per la produzione di un vino di qualit, recandosi presso attivit commerciali specializzate possibile scegliere tra unabbondante variet e tra tipologie pronte a soddisfare le esigenze pi varie. Non immaginate, comunque un mausoleo impossibile da trasportare, perch non cos: stiamo parlando di una macchina piccola e comoda, adatta a tutte le circostanze. Vi starete chiedendo se meglio schiacciare luva con o senza i raspi, ebbene, ci sono pro e contro, vantaggi e svantaggi. Unuva diraspata occupa il 30% di spazio in meno, ma senza i raspi il vino perde quel tocco di sapore erbaceo ed astringente (che pu piacere e non piacere, ma una diretta conseguenza). I raspi, inoltre, contengono parecchia acqua e poco zucchero, pertanto causano un annacquamento del vino, e infine, assorbono alcool e sostanze coloranti, contribuendo a rendere pi scuro e torbido il prodotto finito.
Cosa avviene
Parlando tecnicamente, la pigiatura delluva quella fase in cui si rompe la buccia e si liberano il succo e la polpa: il risultato di questa operazione detto pigiato. Al pigiato, nella grande maggioranza dei casi, si unisce anidride solforosa, un elemento che accelera il processo di macerazione delle parti solide (in ambito artigianale molti scelgono di farne a meno e aspettano il tempo necessario). La pigiatura pu avvenire in vari modi, e con diverse intensit: c chi la pratica con vigore e decisione, e chi opta per una schiacciatura pi delicata, onde evitare la lacerazione di vinaccioli e raspi, che causano fecce abbondanti.
Pigiatrice e torchio
Tuttavia, soprattutto tra chi profano dellambito enologico, quando si parla di pressatura si pensa immediatamente ad un altro strumento classico e fondamentale in cantina, ma tuttavia secondo alla pigiatrice: il torchio. Il torchio vinario senza dubbio lelemento pi ricorrente in una cantina, in quanto a differenza della pigiadiraspatrice non pu essere spostato facilmente. Una volta impiantato, generalmente rimane dov e viene utilizzato ogni anno per assurgere alla sua funzione: provvedere a un terzo della produzione vinicola complessiva. Ebbene s: si stima che nellarco di unintera produzione vinicola, circa un terzo del prodotto finito derivi esclusivamente dalle torchiature. A seconda della qualit delluva, successivamente alla pressatura con la pigia-diraspatrice, si pu procedere ad una, due o tre torchiature.
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L'origine di un buon vino Elementi fondamentali Prodotti per enologia Altri accessori...
Elementi fondamentali
Luva giusta, di qualit, unita alla passione alla voglia di lavorare, magari in compagnia e divertendosi, sono un punto di partenza eccellente, ma subito dopo si passa ad un elemento che purtroppo spesso viene trascurato negli ambienti pi rurali e conservatori: ligiene. Prima, durante e dopo la lavorazione delluva, la cantina o le stanze in cui decidete di produrre il vino, devono essere se non asettiche, pulitissime, il pi deterse possibile. Lungi dal rappresentare un elemento di secondaria importanza, la pulizia del luogo di lavoro una caratteristica 11 www.olioevino.org
centrale al fine di ottenere un vino di elevata qualit. Se volete bere bene, prima dovete pulire bene. Prima ancora di portare allinterno luva che sar lavorata, procedete a lavare con cura i muri, i pavimenti e soprattutto le bottiglie e i macchinari che dovrete utilizzare. Scegliete un luogo con acqua corrente e magari con un piano in pendenza in modo da favorire il deflusso dellacqua in eccesso.
Altri accessori...
Un altro accessorio estremamente ricorrente in ambito enologico la macchina per il lavaggio delle bottiglie, un prodotto che assicura ottime prestazioni in quanto a qualit del lavoro, e soprattutto consente di risparmiare tempo e fatica. Chi abitato a produrre vino a livello artigianale sa bene che il lavaggio delle bottiglie una delle opere pi spossanti in assoluto. Ebbene, sono in commercio delle macchine, variabili per tipologia, dimensioni e prezzo, che consentono, mediante uno stantuffo coperto di spugna che si aziona automaticamente quando entra in contatto con la bottiglia, di pulire con cura e da cima a fondo, le bottiglie che poi accoglieranno il vino. Abbiamo concentrato la nostra attenzione solamente sui pi comuni e ricorrenti prodotti per enologia, ma la schiera , naturalmente, ancora folta e di tutto rispetto. Ci sono accessori e complementi darredo per la cantina che riuscirebbero a trasformare completamente limmagine e i connotati di questo luogo di lavoro
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Un dettaglio fondamentale
Alcuni lo considerano un argomento di piacevole conversazione, altri una questione di lavoro, altri ancora il centro di ragionamenti che ruotano intorno ad una passione alimentata di giorno in giorno, mediante lacquisizione di informazioni, nozioni ed esperienze che sono tante ma non sono mai abbastanza. Quando si parla di vino, insomma, non si finisce mai di imparare, c sempre qualcosa in pi da aggiungere al proprio bagaglio di conoscenze, c sempre da informarsi, c sempre da migliorarsi e da acquisire notizie in pi. Perch questo accada, c naturalmente bisogno di rimanere a stretto contatto con il mondo dellenologia, con un settore sempre in espansione ed arricchito di notizie, argomenti e novit. Pi di quanto si possa pensare, lenologia, procede di pari passo con la tecnologia: si tratta di due ambiti che vanno praticamente in sinergia, in quanto il modo di produrre il vino cambia con il passare del tempo e non rimane mai insensibile alle nuove scoperte e alle novit tecnologiche. Tuttavia, per quanto forte ed irresistibile sia il richiamo della tecnologia e coinvolgente lavvento di nuove macchine e nuovi sistemi di produzione, ci sono particolari, pi o meno influenti, che non cambiano mai, che pi che dettagli sono da considerare dei veri e propri punti di riferimento per chi intende acquistare o coltivare uva per destinarla alla produzione del vino.
relativi alla resa. Non occorre unesperienza ventennale per capire che si tratta di un discorso tuttaltro che universale, anzi passibile di variazioni relative ai vari tipi di uva. Ogni uva ha una resa specifica, non tutti i prodotti sono uguali. Ci sono uve pi asciutte e uve pi succose: nel primo caso la resa sar sicuramente inferiore che nel secondo caso, e viceversa. Insomma impossibile assolutizzare il discorso relativo alla resa delluva, in quanto non tutte le uve hanno le stesse caratteristiche organolettiche, lo stesso grado zuccherino, la stessa percentuale di acqua.
La resa uva-vino
In ogni modo, esistono dei parametri di riferimento, esistono dei casi che sono utili pi che altro per farsi unidea di quello che si pu ottenere dallutilizzo delluva per la vinificazione. Si tratta di rapporti e proporzioni che servono per comprendere in maniera orientativa cosa ci si pu aspettare da una data quantit di uva, se si intende produrre del vino. Basta parlare con qualcuno del mestiere, oppure semplicemente con qualcuno che almeno una volta nella vita si interessato della produzione del vino, per conoscere questi dati. In generale, a prescindere dal vino in questione, la resa delluva nera del 70%. Questo vuol dire che lavorando un quintale di uva nera, si otterrebbero circa 70 litri di vino. Abbiamo gi visto come sia impossibile assolutizzare questa proporzione e prendere per universale ed infallibile questo dato. Quello che possiamo dire, in queste righe, che per capire in maniera sommaria ma utile quanto vino si pu ricavare da un quintale di uva, consigliabile muoversi intorno a queste cifre. Decina pi, decina meno, i numeri sono questi. Poi, pu capitare di imbattersi in un produttore (abituato a lavorare con determinati tipi di uva) che vi dir che il rapporto non del 70, bens del 65%; oppure pu succedere di incontrare un viticoltore che da sempre ha a che fare con uve dolci e succose, che vi parler di un rapporto relativo al 75%. Siamo l: si oscilla su queste cifre e su questi termini, difficilmente vi capiter di sentir parlare di una resa dell80 o del 90%, per dirla in altre parole. Contrariamente a quanto si possa pensare, la resa uva- vino uno degli aspetti pi interessanti tra quelli coinvolti nellambito della produzione vinicola. I viticoltori pi esperti sono fermamente convinti che si capisce veramente di vino quando si arriva a capire semplicemente spremendo tra le mani qualche acino duva, quale resa questa riuscir a fruttare. Ecco, se vi state avvicinando adesso a questo splendido mondo che lenologia, prendete pure questo consiglio come assolutamente valido: fate di tutto per imparare con esattezza la resa uva-vino. E cos che si diventa grandi in questo campo, cos che si acquisisce una padronanza pressoch completa dellenologia
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Il meglio del vino, senza bicchiere n bottiglia... La schiacciata con uva Ingredienti e preparazione
dellenogastronomia di unintera regione. In Toscana, si sa, quando ci si siede a tavola basta avere un pizzico di voglia di lasciarsi stupire, e il gioco sar fatto, che si parli di primi, secondi piatti oppure di dolci, ma in questo caso stiamo parlando di una vera e propria opera darte. Va anche detto che tanti i dolci e i pasticci realizzati servendosi delluva da vino, ma quando si parla della schiacciata con uva, ovvero della stiacciata tipicamente fiorentina, si raggiunge un campo unico ed inimitabile, capace solamente di regalare soddisfazioni.
Ingredienti e preparazione
Le donne che ci stanno leggendo, staranno sicuramente chiedendosi come fare per dare alla luce questo magnifico dolce, vogliono la ricetta, e in queste righe di certo non possiamo deluderle. Per la realizzazione della schiacciata con uva occorrono ingredienti semplici, quelli che occorrono per produrre i dolci pi tipici. Occorrono pertanto 400 grammi di farina e 300 di acqua dolce; poi ci vogliono 4 cucchiai di zucchero e un cucchiaino scarso di sale fino. Due cucchiai di olio extra vergine di oliva e 10 grammi di lievito di birra fresco. Immancabile, per la farcitura, un chilogrammo abbondante di uva nera da vino e, a piacere, una manciatina di semi di anice per rendere ancora pi particolare il gusto del prodotto. Come si procede per la realizzazione dellimpasto? Occorre dividere lacqua in due parti: la prima met verr utilizzata per lo scioglimento del lievito, laltra per lo zucchero; poi si prende una grossa ciotola in cui si versano lolio, la farina, il sale e lo zucchero. Mescolate il tutto per qualche minuto, giusto il tempo di creare un amalgama. Riponete lo stesso in frigorifero per circa 12 ore ad un temperatura compresa tra i sei e gli otto gradi centigradi. Dopodich versate limpasto in una teglia 30x38 cm assicurandovi di lasciare i bordi belli alti, e al centro di questa versate 700 grammi delluva totale, una spolverata di zucchero e un giro dolio appena accennato. Coprite tutto con la parte rimanente dellimpasto, ripiegate bene i lembi in modo da sigillare lintero impasto, prima di decorare la parte superiore dello stesso con luva rimasta e con una bella spolverata di zucchero. Altro giro di olio accennato, a cui questa volta va aggiunta anche la manciatina di semi danice. A questo punto possibile accendere il forno ad una temperatura di 180-200 gradi: quando lavrete raggiunta, ponete allinterno la vostra schiacciata con uva, che qui dovr rimanere per unora circa: il tempo di consentire alluva di rilasciare un po del suo succo e di dare alla schiacciata un aspetto lucido, morbido e succoso. In poco pi di unora avrete pronto per la consumazione un dolce tra i pi buoni dItalia, utilizzando prodotti semplici e gustosi. Dopo averne consumato una bella fetta, e goduto di quel piacevole sapore che alla schiacciata luva riesce a conferire, probabilmente capirete come sorseggiare un calice di vino rosso non sia lunico modo per assaporare tutto il meglio di quanto pu dare luva nera da vino. La schiacciata con uva, tra laltro, si presta ad essere consumata anche nei giorni successivi alla lavorazione.
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Dal seme all'etichetta Un occhio alla storia Il torchio elettrico per uva Vantaggi e svantaggi
dellindustrializzazione. Questo un principio introdotto da decenni, precisamente con lavvento della rivoluzione industriale: a partire da quel periodo, la macchina ha cominciato lentamente a sostituire luomo, dando a questi la possibilit di ottenere di pi, lavorando ed aspettando di meno. Se vero, quindi, che a livello artigianale dove non ci sono assilli n limperativo di consegne da rispettare si privilegia ancora una produzione semplice e priva di strumentazioni tecnologiche, altrettanto vero (e comprensibile) che a livello industriale la macchina abbia preso a poco a poco il sopravvento.
Vantaggi e svantaggi
Ci sono, come in ogni caso, vantaggi e svantaggi. Nella prima categoria impossibile non includere il risparmio in termini di tempo e fatica. Utilizzando il torchio elettrico si impiega circa un decimo del tempo richiesto a un torchio manuale, che pure ha un suo fascino. Lavorare con un macchinario classico e tradizionale d quel senso di vendemmia e di calore familiare che le aziende vinicole non possono permettersi e, in termini economici, non prevede il consumo di energia elettrica.
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Torchio idraulico
In questa pagina parleremo di :
La gestione delle risorse Tipologie di torchio Il torchio idraulico Informarsi prima dell'acquisto
Tipologie di torchio
Il torchio viene tirato in ballo successivamente alla pigiatrice, a cui viceversa spetta il compito della prima spremitura. Dopo questa fase, le uve, ancora umidicce e pregne di succo e polpa, vengono inserite allinterno del torchio, dove si procede ad ulteriori spremiture. Il numero varia a seconda delle esigenze e a seconda della tipologia delluva. Se ci si rende conto che dopo due torchiature, le uve sono ancora succose e possono ancora dare soddisfazione, si pu andare avanti. Altrimenti meglio fermarsi. Anche se siete profani in ambito vinicolo, vi sar 19 www.olioevino.org
capitato almeno una volta nella vita di imbattervi in un torchio. Si tratta di un macchinario antichissimo, introdotto nella notte dei tempi: luomo ha compreso limportanza di uno strumento capace di fare pressione in maniera costante e decisa al fine di ottenere il massimo dalluva, ed ha introdotto questo strumento variabile nelle dimensioni, ed anche nella tipologia. Quando si parla di torchio vinario, si allude al torchio classico in legno, caratterizzato dalla forma di una botte ma animato nel bel mezzo da un pistone filettato su cui gira il cilindro chiamato ad applicare pressione sulluva. Se vero che questo il primo oggetto che viene alla mente quando si parla di torchio e di vendemmia, altrettanto vero che in commercio non esiste un solo tipo di torchio, ma ce ne sono parecchi.
Il torchio idraulico
Innanzitutto, opportuno sottolineare che, se state pensando di dilettarvi nella produzione del vino, non dovete per forza acquistare un torchio nuovo, ma rivolgendovi presso i negozi e i giusti punti vendita potrete trovarne anche di usati. In enologia, e in fisica, una delle varianti pi conosciute ed apprezzate nota con la denominazione di torchio idraulico. A onor del vero, va sottolineato che si tratta pi di un argomento di studio tra i banchi dei corsi di scienze, che di un oggetto caro agli appassionati di viticoltura, che comunque non possono non conoscerne il funzionamento. Per quanto riguarda la struttura, il torchio idraulico costituito generalmente da due cilindri chiamati a contenere un liquido (solitamente olio o vino), e collegati tra di loro da un tubo di gomma, lungo e rigido, sebbene capace di piccole deformazioni. Abbiamo pocanzi sottolineato limportanza nella fisica a proposito delle argomentazioni sul torchio idraulico, perch ad esplicare chiaramente il funzionamento dello stesso, proprio il teorema di uno degli scienziati pi famosi del mondo: Blaise Pascal. Fu lui il primo a rendersi conto che la pressione esercitata su uno dei due cilindri si trasmette, passando attraverso il tubo di gomma, automaticamente allaltro cilindro. Va da s che un ruolo di fondamentale importanza nel completamento di questa azione svolto dal tubo, che in molti casi pu anche essere rivestito di acciaio. Un altro elemento che caratterizza chiaramente il torchio idraulico la versatilit: contrariamente a quanto si possa pensare, non stiamo parlando d uno strumento dedito unicamente allenologia. Questo oggetto fa capolino anche in altri ambiti agroalimentari: lo si utilizza per produzione dellolio ma anche per portare a termine particolari esperimenti scientifici volti allo studio delle caratteristiche dei liquidi.
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La fase dedicata
E di fondamentale importanza sottolineare che il torchio un macchinario utilizzato solamente in due casi, comunque predominanti: la produzione di vino rosso, e lammostamento di uve bianche. Abbiamo visto in altri articoli come per la produzione di spumante e vino rosato, si proceda in maniera del tutto differente, e senza lutilizzo del torchio. Uno degli errori pi comuni che si possono commettere quando si pensa al torchio ed alla produzione di vino, specie se non si in possesso di una competenza sviluppata, quello di considerare il torchio come il punto di partenza per la spremitura del vino. Ebbene, non affatto cos, non bisogna affatto 21 www.olioevino.org
immaginare che luva fresca, pronta per essere pigiata, venga schiacciata mediante il torchio, perch non cos. Prima di arrivare nel torchio, luva deve passare per la pigia-diraspatrice, una macchina che consente di spremere luva in maniera perfetta e, in taluni casi, di separare direttamente la buccia dal raspo. Quello che rimane dalla spremitura delluva, viene successivamente versato allinterno del torchio e lavorato. Ma la porzione principale del vino che alla fine terminer in bottiglia non arriva dal torchio, bens dalla prima pigiatura.
La struttura
Ma andiamo nel dettaglio, e guardiamo da vicino la struttura e la composizione di questo macchinario fondamentale. Naturalmente, in commercio esistono diversi tipi di torchi, ma la nostra attenzione sar focalizzata esclusivamente, in questa sede, sul torchio vinario, quello di cui ci si serve per la produzione di vino. Un torchio vinario deve avere per prima cosa un basamento, che nella maggior parte dei casi in ghisa, ma pu essere anche di legno e di granito, a seconda della tipologia e delle dimensioni del torchio. Questo basamento presenta un foro centrale allinterno del quale c sempre uno stantuffo con filettatura, che consente, a suon di giri, di schiacciare il torchiato. A contenere il torchiato c sempre un sistema di doghe in legno di rovere, altamente resistente e scelte per la loro capacit di rispettare luva e conferirle il giusto grado di tannino, senza intaccarne il sapore e le caratteristiche organolettiche. Le doghe in legno sono distanziate le une dalle altre in maniera pressoch perfetta e fissate da bulloni di ferro altamente resistenti Per facilitare la lavorazione, linserimento e lespulsione delle vinacce, il sistema contenitore in legno diviso in due parti facilmente separabili, e unite da sei ganci in ferro (tre per parte). Sulla parte superiore c una madrevite a chiocciola, quella che contiene le levette a base triangolare su cui si aziona il movimento principale del torchio. Ai lati di questa madrevite ci sono dei buchi in cui si inserisce lasta in acciaio chiamata, mediante il movimento di via-vai, ad attivare il torchio e spremere luva.
Lo spettacolo...
Luva e le vinacce vengono immesse allinterno della gabbia di rovere e questa viene coperta con due semicerchi di legno di rovere, a loro volta coperti da due parallelepipedi a base quadra, perpendicolari ai semicerchi. Questi vengono coperti da parallelepipedi sempre pi corti e sempre perpendicolari agli altri. Sulla piramide di legno agisce il sistema metallico azionato dallasta, e il gioco fatto: non resta che godersi lo spettacolo dei fiotti di vino che sgorgano a spirale dai bordi del piatto del torchio. Da qui, roteando in un piccolo fiume, ricadono negli appositi contenitori che vengono posti a terra. La prima torchiatura quella pi succulenta e bramata, ma ad essa seguono, a seconda della qualit delluva, una, due o tre torchiature, che alla fine della fiera contribuiranno alla produzione di 1/3 del vino. E lo spettacolo, il momento pi atteso ed agognato, ed avviene solamente grazie al torchio.
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I primi passi
Il vino figura senza ombra di dubbio tra i prodotti pi complessi, ma anche avvincenti, da realizzare. Sullabilit in produzione del vino, molti uomini sono riusciti a costruire dei veri e propri imperi, dando lavoro a migliaia di persone e aprendo i battenti di aziende oggi divenute di rilevanza mondiale. Ebbene, se provassimo a chiedere a questi uomini com cominciata la loro avventura con il vino, molti di essi ci risponderebbero sicuramente che cominciata come un gioco. Si entra in una cantina, magari durante il periodo della vendemmia, e si rimane ammaliati da quei profumi, da quelle voci e da quei silenzi che animano il periodo pi bello dellanno, prima di prendere la decisione di provare a produrre del vino. Si tratta di unattivit dunque che allinizio difficilmente viene presa come un impegno profondamente serio ed importante dal punto di vista produttivo e, eventualmente commerciale. Ma se i presupposti sono quelli giusti, se si ha talento e ci si circonda delle persone giuste, i risultati possono essere immediati e sorprendenti.
convenienti, soprattutto in relazione alla situazione. Un torchio per uva usato pu essere acquistato ad esempio ad un prezzo decisamente concorrenziale. Se proprio non sapete da dove cominciare nel procurarvi il materiale necessario, il consiglio che possiamo darvi quello di rivolgervi o ad un conoscente ben addentro al mondo viti-vinicolo, oppure ad unazienda specializzata nella vendita di macchinari enomeccanici. In molti casi, accanto alla vetrina del nuovo, questi mettono a disposizione un buon numero di oggetti usati, e spesso da queste parti si possono fare dei veri e propri affari. Un torchio per uva usato da acquistare in negozio pu costare dai 50 ai 300 euro, a seconda delle dimensioni, della tipologia e delle condizioni, naturalmente. Badate bene al tipo di torchio che acquistate, perch quando si parla di torchio vinario si pu fare riferimento a tutti quegli strumenti chiamati a fare pressione sulluva. Ma il torchio pu essere artigianale, ovverosia privo di congegni elettronici, oppure elettrico e idraulico. Sulle pagine di questo sito abbiamo dato abbondante spazio a tutte le categorie di torchio, analizzando nel dettaglio differenze, vantaggi e svantaggi legati allutilizzo di ciascuna tipologia.
A chi rivolgersi
In questa sede non possiamo che darvi informazioni sullacquisto di un torchio per uva usato. Siamo in ambito vinicolo, un settore che come tutti quelli legati alla gastronomia basato sulla fiducia e sullimportanza di trattare di persona. Ma al campo, lenologia e la produzione del vino non rimasta insensibile al richiamo della tecnologia. Siamo in unera dominata dagli iPhone, dagli iPad Touch, dai computer e da internet. Sulla rete passa il sapere relativo praticamente a tutte le sfere dello scibile, ma passa anche il commercio, e con esso la possibilit di fare affari. Un torchio per uva usato, in altre parole, pu anche essere acquistato via internet: ci sono siti specializzati nella costruzione e nella conduzione di trattative tra chi vende e chi desidera acquistare, ci sono siti che permettono di partecipare ad aste virtuali, e presso cui possibile fare acquisti potenzialmente convenienti. Tuttavia, tra i tanti consigli che possiamo darvi in questa sede, c anche quello di non fidarvi ciecamente di tutto ci che vedete. Se da un lato internet d, dallaltro riesce a togliere senza difficolt. La truffa dietro langolo e in questo, come in tutti i casi che implicano un movimento di denaro, la prudenza non mai troppa. Basta scrivere nel motore di ricerca le parole torchio per uva usato per rendersi conto della grande mole di annunci messi a disposizione da questo enorme mercato cibernetico. C chi propone prezzi stracciati in cambio di prodotti mantenuti in ottime condizioni, chi oltre al torchi pronto a vendervi una pigiatrice e a regalarvi accessori da cantina che possono essere utilissimi. Molti di questi siti sono protetti, quindi in generale potete fidarvi di ci che vedete, ma il consiglio che possiamo darvi il seguente: se il venditore risiede poco lontano da voi, andate a vedere di persona ci che state per acquistare.
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