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Abitare
I MONDI SOCIALI TENDONO AD INNALZARE BARRIERE VISIBILI E INVISIBILI ABITARE VUOL DIRE APRIRE SOGLIE NEI NOSTRI MONDI
Perch pur conservando quella capacit di dimorare in s che necessaria per lidentit, siano aperti ad accogliere laltro non come un pericolo per tale identit, ma al contrario come unoccasione di dialogo, confronto, approfondimento delle proprie ragioni.
La prossimit allaltro, o pi esattamente con laltro, si scopre nella possibilit di elaborare con lui, o lei, un mondo comune che non distrugga il mondo proprio a ciascuno. Questo mondo comune sempre in divenire
C UNA BUONA PASSIVIT, CHE CONSISTE NEL PORSI IN ASCOLTO PER FAVORIRE LACCADERE DELLE COSE E LAVVICINARSI DELLALTRO
Fondamentali sono il silenzio e la disponibilit ad accogliere. Abitare non infatti solo riempire lo spazio, ma anche fare spazio. E su questa via le donne hanno molto da insegnare, come ci dice anche il Vangelo.
Essere Abitati
Accogliere un accettare di lasciarsi plasmare da ci che abbiamo ospitato, come quando S. Paolo in Gal 2,20 scrive Non sono pi io che vivo, ma Cristo che vive in me. Molto pi che delluomo, tipico della donna accettare di non essere levento, bens, piuttosto, ci che rende possibile levento, il sito che ne predispone le condizioni di accadimento.
E a una donna che Ges risorto sceglie di manifestarsi per primo E una donna la prima testimone, chiamata ad accogliere, riconoscere, annunciare. E a una donna che viene consegnato lannuncio che la salvezza una persona, la persona di Ges risorto. E questa rivelazione avviene in un incontro, in un clima emotivo di coinvolgimento (Maria piange), in una relazione che produce riconoscimento.
Si coglie nel passaggio dei media da strumento ad ambiente e nel passaggio dal modello della trasmissione a quello della relazione (evidente nei social networks), una femminilizzazione dei media, che pu offrire nuove opportunit allannuncio della buona notizia
MODELLI DI COMUNICAZIONE
Le prime metafore utilizzate dalla media theory per spiegare il funzionamento dei media e i loro effetti nel mondo sociale erano di tipo MASCHILE: il modello era quello della trasmissione unidirezionale, top-down, e le immagini utilizzate quelle del proiettile (bullet theory) o dellago che inietta contenuti nel corpo sociale (teoria dellago ipodermico).
Alcuni autori, come McLuhan, insistono sul potenziale empatico, di reciproco coinvolgimento e preoccupazione per altri lontani che la televisione inaugura. Meyrowitz ha sostenuto che la televisione, con la sua abbondanza di primi piani e con il senso di intimit che alimenta, favorisce qualit tipicamente femminili come la capacit di decodificare le emozioni e gli stati danimo a partire dalle espressioni del volto.
Anche questa trasformazione pu essere letta come il passaggio da un modello tipicamente maschile a una valorizzazione pi femminile dellincontro, dellaccoglienza, della relazione, del predisporre uno spazio dove tutti possano prendere la parola.
Si caratterizza per la suavirtualit, per la sua capacit generativa di ospitare e far essere una pluralit di realt differenti
In analogia con il concetto di chora che Platone formula nel Timeo la rete e il virtuale rappresentano un grembo di possibilit La rete anche un grande cerchio di immanenza, che pu contenere tutto e da cui niente resta fuori
Lambiente digitale si caratterizza per la sua pervasivit, spaziale e temporale Il perpetual contact del mondo digitale consente di essere sempre in missione, di poter superare le distanze, di poter realizzare un contatto in ogni momento.
La connettivit, caratteristica fondamentale della rete, non ancora relazione, ma ne un prezioso presupposto; una relazione virtuale, in potenza, che pu diventare reale. LA CONNETTIVITA E CONDIZIONE DELLINCONTRO TRA LE PERSONE E CON LA PAROLA IL MEDIUM E SEMPRE GESU
LESSERE IN COMUNIONE CON GESU CI COINVOLGE NEL SUO ESSERE PER TUTTI
Nellambiente digitale emergono con grande evidenza le domande, inquietudini, le curiosit ma anche, in controluce, i desideri pi profondi. le
LA PAROLA NON PUO RAGGIUNGERCI SENZA TRASFORMARCI, E NON CI RAGGIUNGE MAI SINGOLARMENTE
LA SPERANZA non proiettata nel futuro di una giustizia a venire o di una possibile ricompensa agli sforzi del presente, ma uno stile di vivere lamore, che la buona notizia, nel presente. Poich nella speranza noi siamo stati salvati (Rm 3, 24). La redenzione ci offerta nel senso che ci stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virt della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, pu essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta cos grande da giustificare la fatica del cammino. (Benedetto XVI)