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La TV e la religione

Prima parte

Sergio Perugini

LA TV E LA RELIGIONE
Presenza della religione cattolica nelle televisione italiana:
1. Fiction televisiva, dagli sceneggiati alla miniserie; 2. Telegiornale e rubriche di informazione religiosa; 3. Talk show; 4. A. Bourlot sottolinea la presenza di simboli e figure religiose decontestualizzati dal loro naturale ambito di appartenenza, inseriti in narrazioni diverse o distanti: Sugli stessi canali musicali possibile cogliere (nel frenetico susseguirsi dei videoclip) codici tipici del religioso: crocefissi, mele e serpenti, suore, preti e vescovi con tanto di mitria e pastorale. Per non parlare della pubblicit e del suo uso di codici religiosi per attirare lattenzione dei consumatori e persuaderli(in A. Bourlot, Il religioso nei media, in Dizionario della comunicazione, Carocci 2009).

LA FICTION RELIGIOSA
Grande successo 1990-2010: a) storie appartenenti al Progetto Bibbia (1993-2002); b) ritratti dei principali papi del XX secolo, dei santi e beati diffusamente presenti nellimmaginario popolare, figure di preti esemplari; c) figura del sacerdote (nei vari formati della fiction): dal prete detective al prete sociale, persino nella variante comica.

A. Fumagalli: Tutti coloro che si occupano di televisione sanno che le fiction a contenuto religioso sono prodotti che di solito ottengono un grande successo. Laccoglienza riservata a queste fiction uno dei veri fenomeni della televisione italiana degli ultimi quindici anni e, fra laltro, un fatto abbastanza specifico del nostro paese, che non ha equivalenti di questo rilievo in altre nazioni europee (A.Fumagalli, Filmare lineffabile, in N. Dusi, G. Marrone, Destini del sacro, Meltemi 2008).

Origini e modelli di un successo


Un singolare caso nel periodo indicato, ma anche esito di un percorso di riflessione sul religioso riscontrabile gi nella televisione italiana degli esordi, negli sceneggiati televisivi. G. Simonelli: La cosiddetta fiction religiosa ha origini molto pi antiche (e nobili) di quanto comunemente si pensa da parte del pubblico e di una certa critica, colpita dai successi di alcuni prodotti (in G. Simonelli, La fiction religiosa tra ricerca dautore e scrittura popolare, in Dizionario della comunicazione, Carocci 2009).

LA FICTION RELIGIOSA 1

Nutrita produzione di fiction attinge (soprattutto) al patrimonio della settima arte alle ri-figurazioni biblico-cristologiche o ri-significazioni della figura del prete che il cinema ha proposto nella sua storia (D. E. Vigan, Ges e la macchina da presa, LUP 2005; Il prete di celluloide, Cittadella Editrice 2010) .

Origini e modelli di un successo


In ambito televisivo, prime produzioni di fiction religiose hanno luogo gi nella Rai del monopolio (1954-1976), nella grande stagione degli sceneggiati televisivi anni Sessanta e Settanta. Anzitutto Francesco dAssisi (1966) di Liliana Cavani, primo film prodotto dalla Rai nel formato delle due puntate. inedito sguardo sul santo facendo leva sugli elementi rivoluzionari di Francesco e meno agiografici; figura di un contestatore ante litteram, un contestatore non solo politico-sociale, ma inteso nel senso pi totale e assoluto, pi estremo.

LA FICTION RELIGIOSA 2

Sperimentazioni tra storia e religione


Roberto Rossellini tra i primi registi cinematografici a interessarsi con convinzione al piccolo schermo, alle possibilit educative e culturali della tv. Tra le sue opere televisive: Atti degli Apostoli (1968); Blaise Pascal (1971); Agostino dIppona (1972). Scelte, non di natura religiosa, ma motivate dalla necessit di raccontare la storia e i suoi principali protagonisti, una necessit culturale e pedagogica. Il Messia (1976), ultimo film di Rossellini, che risente notevolmente del percorso televisivo.

ROBERTO ROSSELLINI

PADRE TOBIA E PADRE BROWN


Presenza significativa in questa stagione televisiva la figura del sacerdote con due popolari serie:

a)

I ragazzi di padre Tobia (1968) di Italo Alfaro: protagonista il giovane prete Tobia (Silvano Tranquilli) appassionato di judo e di fumetti, coinvolto in continue avventure insieme a un gruppo di ragazzi della parrocchia;

b) I racconti di padre Brown (1970) di Vittorio Cottafavi: dal romanzo Linnocenza di Padre Brown (1911) di Gilbert K. Chesterton, gi portata sul grande schermo nel 1934, Father Brown, Detective, diretto da Edward Sedgwick, nel 1954, Uno strano detective, Padre Brown diretto da Robert Hamer.
prete detective interpretato da Renato Rascel (Arnoldo Fo veste i panni di Flambeau, suo aiutante) che si discosta dai soliti investigatori televisivi.

Mos e Ges di Nazareth


A chiudere questa stagione di grandi produzioni televisive sono due kolossal di chiara ambizione cinematografica: Mos (1974) di Gianfranco De Bosio;

DE BOSIO E ZEFFIRELLI

Ges di Nazareth (1977) di Franco Zeffirelli.


Soprattutto Zeffirelli rappresenta apice della produzione televisiva, con uno stile cinematografico. Film che segna anche lepilogo della stagione di grandi produzioni televisive: cambiano gli equilibri della tv con la rottura del monopolio e lavvento della tv commerciale. Epilogo (momentaneo) anche della grande produzione di film cinematografici e di fiction religiose (cfr. D. E. Vigan, Ges e la macchina da presa, LUP 2005; R. Eugeni, D. E. Vigan, Attraverso lo schermo, Ente dello Spettacolo 2006).

LA ROTTURA DEL MONOPOLIO RAI


Dalla met degli anni Settanta, processo di cambiamento nella e della televisione. Fase che Eco battezza Neotelevisione. Tre linee generali di cambiamento: 1. progresso tecnologico; 2. moltiplicazione dellofferta televisiva (ore di programmazione, canali e generi); 3. modello della tv commerciale. In questo scenario di transizione, anche la fiction subisce grandi cambiamenti. Progressiva diminuzione della produzione e massiccia importazione di telefilm e di soap opera (americane). Esempio, per largomento, la fiction Uccelli di rovo (1983) di Daryl Duke, che costituisce un importante successo per il giovane gruppo commerciale Fininvest.

Un bambino di nome Ges


Negli anni Ottanta sono poche le opere a carattere religioso. Si segnala in particolare Un bambino di nome Ges (1987) di Franco Rossi. Il regista realizza per Canale 5 tre miniserie in due puntate sulla figura di Ges negli anni della sua infanzia e della crescita, ispirandosi ai Vangeli apocrifi: Un bambino di nome Ges (1987); Un bambino di nome Ges. Lattesa (1988);

FRANCO ROSSI

Un bambino di nome Ges. Il mistero (1989).

Il rilancio della fiction italiana


Anni Novanta inizia una ripresa della produzione italiana di fiction, grazie a congiunture economico-produttive e soprattutto a un intervento legislativo a sostegno del settore. Nuova stagione doro della fiction nazionale (Cfr. M. Buonanno, La bella stagione, Rai-Eri 2006).

GLI ANNI NOVANTA

Tra i primi progetti della fiction nazionale c il Progetto Bibbia, realizzato per la Rai dalla Lux Vide di Ettore Bernabei (storico Direttore generale Rai dal 1961 al 1974).
Il Progetto Bibbia punta molto in termini di produzione, linguaggio, ad avvicinarsi al grande schermo, alle precedenti opere cinetelevisive come quella di Franco Zeffirelli.

IL PROGETTO BIBBIA
Lux Vide - Rai Uno

Genesi: la creazione e il diluvio (1994)di E. Olmi (al cinema); Abramo (1993) di J. Sargent; Giacobbe (1994) di P. Hall; Giuseppe (1995) di R. Young; Mos (1995) di R. Young; Sansone e Dalila (1996) di N. Roeg; Davide (1997) di R. Markowitz;

Salomone (1997) di R. Young;

Geremia. Il Profeta (1998) di H. Winer;


Ester (1999) di R. Mertes; Jesus (1999) di R. Young; San Paolo (2000) di R. Young; San Giovanni. LApocalisse (2002) di R. Mertes.

PREGI E LIMITI DEL PROGETTO 1


Pregi: grande successo in Italia, con ascolti molto elevati; successo ed esportazione a livello internazionale; pregio divulgativo delloperazione; importante impulso a investire nella produzione di fiction religiose. Limiti: Personalizzazione e semplificazione del testo biblico. ESEMPIO: LA TITOLAZIONE. Nella Bibbia televisiva (eccetto il prologo Genesi) i titoli dei singoli episodi mostrano loperazione di personalizzazione che stata fatta del testo biblico.

PREGI E LIMITI DEL PROGETTO 2


Il personaggio biblico, leroicit e la forza narrativa del personaggio, diventa rappresentativo del capitolo del Testo Sacro.
Lintreccio biblico stato semplificato e adattato a vestire il personaggio principale, leroe biblico che personalizza la narrazione diviene chiave daccesso, sintesi dellintera architetture dellepisodio biblico. Il rischio, infatti, che la storia di un popolo diventi solamente la storia di un personaggio rappresentativo, di una sola persona, di un eroe (A. Bourlot, Immagini della Scrittura, Queriniana 2002; D. E. Vigan, Ges e la macchina da presa, LUP 2005).

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Testi di riferimento: D. E. Vigan, Dizionario della comunicazione, Carocci, Roma 2009: A. Bourlot, Il religioso nei media, pp. 910-920; A. Bourlot, Cinema cristologico, pp. 921-925; G. Simonelli, La fiction religiosa tra ricerca dautore e scrittura popolare, pp. 926-930.

Approfondimenti:
R. Eugeni, D. E. Vigan (a cura di), Attraverso lo schermo. Cinema e cultura cattolica in Italia, 3 voll., Ente dello Spettacolo, Roma 2006.

A. Fumagalli, Filmare lineffabile. Spiritualit e audience nelle fiction a contenuto religioso, in N. Dusi, G. Marrone (a cura di), Destini del sacro. Discorso religioso e semiotica della cultura, Meltemi, Roma 2008, pp. 203-213.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Approfondimenti:

M. Buonanno (a cura di), La bella stagione. La fiction italiana, lItalia nella fiction. Anno diciottesimo, Rai-Eri (Zone 5), Roma 2007. In generale, rapporti annuali sulla fiction curati da Milly Buonanno, dallOsservatorio sulla fiction italiana (Ofi).
A. Bourlot, Immagini della Scrittura: Traduzioni della Bibbia fra cinema e televisione, Queriniana, Brescia 2002. D. E. Vigan, Il prete di celluloide. Nove sguardi dautore, Cittadella editrice, Assisi 2010. D. E. Vigan, Ges e la macchina da presa. Dizionario ragionato del cinema cristologico, LUP, Roma 2006. D. E. Vigan, D. Iannotta, Essere. Parola. Immagine. Percorsi del cinema biblico, Effat Editrice, Torino 2000.

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