Vous êtes sur la page 1sur 192

CORSO DI LAUREA -

ASSISTENTE SANITARIO -
ROMA
Sociologia dellAmbiente e del
Territorio
Docente: Prof.ssa Barbara Calabrese
LA SOCIOLOGIA
Sociologia Disciplina scientifica che, attraverso il
ricorso a propri metodi di indagine e tecniche di
ricerca, studia la societ e la vita sociale, allo scopo
di comprendere le leggi che sono alla base delle loro
dinamiche e del loro mutamento.

Oggetto dello studio sociologico sono gli individui in
quanto esseri sociali, interagenti cio con altri
individui, e quindi: le relazioni e le norme che
stabiliscono (linguaggi, convenzioni, costumi, riti,
leggi ecc.); gli aggregati e le strutture che creano
(gruppi, famiglie, classi, istituzioni ecc.); i ruoli e i
fenomeni che la relazione tra gli individui produce
(status, poteri, conflitti ecc.).

AUGUSTE COMTE
Auguste Comte
Comte considerava la sociologia come
una nuova disciplina in grado di
individuare le leggi fondamentali che
governano le societ. Il suo studio
sistematico della statica e della
dinamica sociale pose le basi per uno
studio moderno di tale disciplina, da lui
detta "fisica sociale".
CONTINUA
L'indagine sociologica ha avuto tra i suoi primi oggetti di
studio i fenomeni legati allo sviluppo industriale e
all'urbanizzazione e ha legato la sua ricerca successiva
soprattutto al tentativo di comprendere i mutamenti che
si verificano all'interno delle societ moderne. Molto
genericamente, si potrebbe definire la sociologia la
"scienza della modernit". Viene annoverata tra le
scienze sociali insieme con l'antropologia culturale, la
psicologia, la storia, la geografia, l'economia, l'etologia,
la scienza della politica ecc. con cui condivide campi di
studi e strumenti di ricerca.

EMILE DURKHEIM
Emile Durkheim
Considerato uno dei fondatori della sociologia,
Emile Durkheim affront lo studio della societ e
dei gruppi sociali avvalendosi di metodi
scientifici; sostenne che gli individui sono il
prodotto di forze sociali complesse e devono
essere studiati nel contesto della societ di
appartenenza. Durkheim sottoline inoltre come
la mancata integrazione degli individui nella
societ sia una delle cause fondamentali del
suicidio.
HERBERT SPENCER
Herbert Spencer
Estensione della teoria evoluzionistica alla
sfera sociale, lopera di Herbert Spencer si
propone di unificare scienza e filosofia in
una grandiosa visione cosmologica
dominata dallidea di progresso, fondando
tanto la sociologia quanto l'etica sulla
nozione di adattamento.
LA SOCIOLOGIA
La sociologia come insieme di conoscenze
sistematiche una scienza di recente costituzione.
Fu Auguste Comte a usare gi nel 1824 (e poi di
nuovo nel 1838, nel suo Corso di filosofia positiva) il
termine "sociologia", in sostituzione
dell'espressione "fisica sociale", precedentemente
usata dallo stesso Comte. Per Comte, la nuova
disciplina avrebbe dovuto scoprire le leggi
fondamentali che governano le societ, come le
scienze fisiche avevano individuato le leggi naturali.
Il filosofo inglese Herbert Spencer svilupp
ulteriormente la concezione originaria di Comte,
assimilando la societ a un organismo vivente. Padri
della nuova scienza sono considerati anche altri
filosofi dell'Ottocento, come Karl Marx e Saint-
Simon, Alexis de Tocqueville e John Stuart Mill.

LEWIS MUMFORD
Lewis Mumford
Urbanista, sociologo, storico e critico
dell'architettura, lo statunitense Lewis Mumford
si occup principalmente degli effetti
dell'architettura sulla societ e sull'ambiente,
criticando apertamente gli aspetti disumanizzanti
della tecnologia e gli schemi di sviluppo urbano
che si andarono imponendo dopo la seconda
guerra mondiale.

CONTINUA
Parallelamente alla riflessione teorica, nel
XIX secolo si and sviluppando una
ricerca empirica basata sugli studi
statistici, che rese possibile un'analisi
scientifica dei fenomeni sociali (l'Essai de
statistique sociale di Adolphe Qutelet
del 1835).
LA SOCIOLOGIA
In Francia la sociologia venne riconosciuta disciplina
accademica fra il 1880 e 1890. Emile Durkheim fu il primo a
fondare una vera e propria scuola di pensiero sociologico e si
batt perch alla nuova scienza fosse riconosciuta una sua
specifica autonomia. Secondo uno dei principi fondamentali
della teoria durkheimiana, esistono realt indipendenti dalla
volont dei singoli individui, i fatti sociali, spiegabili solo
considerando i fattori sociali che li determinano;
un'applicazione esemplare di tale principio costituita
dall'analisi sociologica di un fenomeno apparentemente del
tutto psicologico come il suicidio.

Max Weber Economista e sociologo tedesco, Max Weber
considerato uno dei fondatori del pensiero sociologico
moderno. Con L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, il
suo lavoro pi celebre, analizz l'influenza dei valori religiosi
sull'economia di una societ, e in particolare sullo sviluppo
della mentalit capitalista.The Granger Collection, Ltd

WEBER
Uno sviluppo importante per la definizione della
nuova scienza si ebbe in Germania, dove la
sociologia fu riconosciuta come disciplina
accademica agli inizi del Novecento e uno dei suoi
maggiori esponenti fu Max Weber. Invece di emulare
le scienze naturali (come accadeva in Francia e in
Inghilterra), la sociologia tedesca, grazie a Weber,
Georg Simmel e all'influenza di Wilhelm Dilthey e del
marxismo, elabor un nuovo metodo d'indagine.
Oltre a spiegare i fenomeni dall'esterno, i sociologi
tedeschi si imposero di comprenderli dall'interno,
intuendo che la comprensione dell'azione sociale
imprescindibile dalla considerazione del soggetto
che la compie e che ogni fatto sociale un fatto a s,
dal quale non si ricavano regole generali.

LA STRUTTURA ANALITICA
DELLA SOCIOLOGIA
DELLAMBIENTE
Prendiamo il concetto di Durkheim (1895),
citando la sua regola sociologica secondo
la quale La cause dterminante dun fait
social doit ^etre cherche parmi les faits
sociaux antcdents, et non parmi les tas
de la conscience individuelle, egli uno
dei padri fondatori della sociologia
dellambiente a ragione della sua
morfologia sociale, disvela un
sociocentrismo radicale.
CATTON E DUNLAP
Asseriscono che lo studio dellinterazione tra
ambiente e societ costituisce il nucleo centrale
della sociologia dellambiente, Catton e Dunlap,
1978);
Si tratta di una considerazione sociologica che pu
essere compresa attraverso la formulazione sopra
delineata implica lo studio degli effetti dellambiente
sulla societ, ad esempio gli impatti dellabbondanza
o della scarsit delle risorse naturali sulla
stratificazione sociale, oppure lo studio degli impatti
della societ sullambiente, ad esempio i contributi
dei diversi sistemi economici nel determinare i livelli
diversi del degrado ambientale;
continua
La prospettiva ecologica, una prospettiva
nuova e rispecchia linterazione
ambiente/societ che nel saggio da loro
formulato nel 1978 rispecchia il core della
sociologia dellambiente;
Duncan in riferimento alla ecologia umana nel
1959, defin i problemi fondamentali
dellecologia stessa attraverso lindividuazione di
quattro concetti di riferimento che si possono
cos elencare:
continua
A. popolazione;
B. organizzazione;
C. ambiente;
D. tecnologia;
Che daranno vita ai termini ripresi con
Population, Organization, Environment,
Technology;
Tutto si traduce in un Ecosistema;
COOLEY 1894
Prima che il termine di ecologia umana, venisse
proposto, Cooley nel 1894 aveva denominato
parte del suo oggetto di indagine demografia
territoriale;
Una popolazione umana concreta non trova
esistenza in un limbo indefinito ma in un
ambiente ben determinato, ma al fine di
garantire la continuit della sua esistenza quella
concreta non trova esistenza in un limbo
indefinito ma in un ambiente ben determinato;
continua
Al fine di garantire la continuit della sua
esistenza quella concreta popolazione
umana deve far fronte ai problemi posti da
un ambiente che se da una parte
indifferente alla sua sopravvivenza,
dallaltra offre in vari modi e gradi delle
risorse potenzialmente utilizzabili per la
continuit della vita;
continua
La semplice occupazione di un ambiente
fisico cos come lo sfruttamento delle sue
risorse da parte di una popolazione umana
determina una modificazione dellambiente
stesso, introducendo mutamenti ambientali
che si aggiungono a quelli prodotti da altri
organismi, dai processi geologico. Si tratta di
cambiamenti specificatamente umano-sociali
che gi configurano una dimensione di
quella interazione ambiente/societ nella sua
forma specifica di ambiente/popolazione;
CHE SIGNIFICATO HA IL
TERMINE CULTURA?
Essa si presenta come strumento del generale
processo di adattamento degli esseri umani al loro
ambiente. Duncan ci sottolinea che come strumento
rispetto alla altre popolazioni, rende pi agevole tale
processo ma indubbiamente anche pi complesso.
Lecologia umana, tra una pluralit di aspetti e di
dimensioni della cultura, guarda con particolare
attenzione allorganizzazione sociale ed alla
tecnologia e quindi, si pu dedurre che le quattro
componenti del complesso ecologico hanno un tipo
di legame gi ipotizzato dalla struttura analitica
dellecologia umana;
CONTINUA
Si pu asserire che non tanto la
predominanza dellorganizzazione sociale
da relazionare comparativamente, come
pure per certi aspetti si deve, allinterno
della struttura quaternaria del complesso
ecologico e cio POET ovvero
Populatiom organization, environment,
technology, quanto invece deve fondarsi
sui principi della disciplina sociologica
denominata Ecologia Umana
DUNLAP E CATTON
LORGANIIZZAZIONE SI PRESENTA
COME CONSEGUENZA DELLE ALTRE
TRE MACRO-VARIABILI CIO LA
TECNOLOGIA, LA POPOLAZIONE E
LAMBIENTE, A SUA VOLTA ESSA SI
PONE ANCHE COME CASA DEGLI ATRI
SUB-SISTEMI.
LA CARATTERISTICA DELLA
SOCIOLOGIA DELLAMBIENTE
La caratteristica fondamentale della sociologia
dellambiente risiede nella rilevanza attribuita
allambiente come fattore che pu influenzare, e
a sua volta essere influenzato da,il
comportamento umano (Dunlap e Catton, 1979);
Loggetto non costituito n dalla societ n
dallambiente ma invece esso si produce da una
relazione (Beato, 1978), la relazione-interazione
tra ambiente bio-fisico e societ, pi
precisamente tra ambiente bio-fisico e gli altri tre
elementi del complesso ecologico;
continua
Uno dei padri della ecologia sociale
chicagoana (Park 1936), distinguono un
complesso sociale costituito dalle tre
grandi configurazioni appunto sociali (P,
O, T) e lambiente vero e proprio. Due
sono quindi i due universi fenomenici: da
una parte il complesso sociale e dallaltra
lambiente biofisico
IL COMPLESSO ECOLOGICO
Si inserisce nel framework analitico della
sociologia dellambiente il sistema sociale, il
sistema culturale ed il sistema della personalit,
richiamando lattenzione al sociologo americano
Parsons nel suo lavoro An outline of the social
system del 1961;
Caton e Dunlap propongono per la sociologia
dellambiente una indagine che si ponga due
obiettivi scientifici fondamentali;

I DUE OBIETTIVI SCIENTIFICI
FONDAMENTALI
1. Esaminare come le variazioni che si
registrano nella popolazione, nella tecnologia,
nel sistema culturale, nel sistema sociale e nel
sistema della personalit possono agire
sullambiente bio-fisico;
2. Indagare come lambiente bio-fisico pu a sua
volta determinare dei mutamenti sulla
popolazione, sulla tecnologia, sul sistema
sociale, sul sistema culturale e sul sistema della
personalit;
continua
La mono-causalit del degrado dellecosistema globale
si identifica con la crescita incontrollata della
popolazione oppure con luso anchesso incontrollato
delle tecnologie inquinanti. Commoner del Circolo
Chiuso (1971) che reca, per sottotitolo natura, ambiente
e tecnologia), pu essere considerato il leader di questo
punto di vista perch sottolinea che labuso delle
tecnologie inquinanti e dissipative di risorse si costituisce
come causa fondamentale della crisi ambientale. Mentre
altri hanno imputato alla condizione di bene comune di
molte delle risorse naturali la responsabilit del degrado;
CONTINUA
LAMBIENTE Pu AGIRE SU:
1. LA POPOLAZIONE;
2. LA TECONOLOGIA;
3. IL SISTEMA CULTURALE;
4. IL SITEMA SOCIALE;
5.IL SISTEMA DELLA PERSONALIT;
SCHEMA DI DUNLAP E CATTON
DEL 1979
POSSONO AGIRE SULLAMBIENTE:
1. LA POPOLAZIONE;
2. LA TECNOLOGIA;
3. IL SISTEMA CULTURALE;
4. IL SISTEMA SOCIALE;
5. IL SISTEMA DELLA PERSONALIT;


IL MINISTERO DELLAMBIENTE
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del
Territorio Ministero istituito nel 2001 a
seguito del decreto legge 300/1999 sul
riordino dellorganizzazione del governo;
sostituisce il ministero dellAmbiente, con
funzioni in gran parte invariate. Sono di sua
competenza la tutela dellambiente e del
territorio, la gestione dei rifiuti, la
promozione di politiche di sviluppo
sostenibile.
CONTINUA
Attraverso analisi e valutazioni delle realt
esistenti compiute dagli enti preposti, ha il
compito di stabilire standard di riferimento
riguardo ad agenti e attivit inquinanti
(atmosferici, acustici, elettromagnetici, del
suolo, delle acque), al fine di approntare
leggi e normative costrittive; identifica e
classifica le aree a rischio ambientale,
istituisce parchi e riserve e provvede al
controllo della loro gestione attraverso il
coordinamento della polizia ambientale.


CONTINUA
Fanno capo al ministero organismi che
studiano e tutelano la flora e la fauna
terrestri, delle acque interne e dei mari, e
che approntano interventi di bonifica e
salvaguardia della biodiversit. Il ministero
sorveglia inoltre il commercio nazionale e
internazionale delle specie protette.


Ambiente (ecologia)
Ambiente (ecologia) In ecologia, insieme dei
fattori esterni a un organismo che ne
influenzano la vita. Il termine viene anche
comunemente inteso, in senso pi ampio, come
il complesso degli elementi naturali (quali la
flora, la fauna, il paesaggio) e delle risorse che
circondano un determinato organismo e, in
particolare, gli esseri umani. Una specifica
accezione quella di ambiente interno, che si
riferisce allinsieme delle caratteristiche interne a
un organismo, soprattutto di natura chimica (ad
esempio, le concentrazioni delle sostanze dei
fluidi corporei).

DISTRIBUZIONE DELLOZONO
Distribuzione dell'ozono sul pianeta L'ozonosfera
lo strato di atmosfera terrestre in cui massima la
concentrazione di ozono. Da questa immagine,
un'elaborazione di dati raccolti dalla NASA, risulta
evidente che la concentrazione di questo prezioso
gas non costante intorno al pianeta, ma varia a
seconda della zona geografica. In particolare, appare
sensibilmente pi bassa in corrispondenza
dell'Antartide, dove infatti si situa l'ormai noto buco
nell'ozono. La scala sulla destra riporta i valori di
concentrazione del gas tracciante utilizzato (fluoruro
di idrogeno, HF): a concentrazioni maggiori di HF
corrispondono concentrazioni minori di ozono
Corbis;


INQUINAMENTO DELLE ACQUE
Inquinamento delle acque
L'inquinamento chimico dei corsi d'acqua
uno dei problemi ambientali pi critici. Le
sostanze inquinanti possono avere origine
puntuale o non puntuale, a seconda che
provengano da sorgenti ben identificabili
quali fabbriche, raffinerie e tubi di scarico, o
diffuse e non localizzabili, quali deflussi
superficiali di derivazione agricola o rigurgiti
di liquami dalle fognature. Si stima che
l'inquinamento delle acque mieta ogni anno
circa 10 milioni di vittime in tutto il mondo.
I DANNI DA PIOGGE ACIDE
Danni da piogge acide
Le piogge acide sono il risultato della
combinazione di anidride solforosa e di alcuni
composti dell'azoto con il vapore acqueo
atmosferico, che d una soluzione con un valore
di pH estremamente basso. L'acqua piovana,
caratterizzata normalmente da un pH pari a
circa 6,5, passa cos a livelli di acidit
paragonabili a quello dell'aceto, compresi fra 2 e
3. Oltre a bruciare chimicamente le foglie delle
piante, le piogge acide contaminano l'acqua dei
laghi, uccidendone flora e fauna.
DEFORESTAZIONE
Deforestazione "taglia e brucia"
La tecnica di deforestazione "taglia e brucia",
generalmente applicata per ricavare terreni
agricoli da zone boschive, arreca gravi danni
all'equilibrio dell'ambiente. Da una parte,
l'anidride carbonica rilasciata in atmosfera
aggrava l'effetto serra, dall'altra, la rimozione
degli alberi e della vegetazione del sottobosco
distrugge gli habitat naturali e accelera
l'erosione del suolo.
EFFETTI DELLEROSIONE
Effetti dell'erosione
La formazione di gole per effetto dell'erosione
un processo geologico naturale che pu essere
accelerato da interventi umani di deforestazione
o da tecniche agricole poco oculate. L'erosione
trascina via gli strati pi superficiali del suolo
sovraccaricando di sedimenti i corsi d'acqua.
Questi fenomeni distruttivi interessano aree
sempre pi estese in tutti i continenti per effetto
della sovrappopolazione e
dell'industrializzazione.
SMOG
Smog
Lo smog, dovuto all'inquinamento industriale
e alle emissioni di gas di scarico, viene
generalmente aggravato dal fenomeno
dell'inversione termica, che ne impedisce la
dispersione trattenendolo a lungo in aree
circoscritte. Tra i suoi effetti nocivi vanno
citati problemi alle vie respiratorie e
irritazione degli occhi.
Latmosfera
LATMOSFERA
I FATTORI AMBIENTALI
I fattori ambientali possono essere di natura chimica (quali la
concentrazione dei sali minerali disponibili, il valore di pH, la
presenza di fattori di crescita o inibitori) e di natura fisica
(come la temperatura, lesposizione alla luce solare, lo spazio
disponibile, la pressione, la presenza di campi elettrici o
magnetici, la circolazione dei venti); sono quindi detti abiotici
(letteralmente, senza vita) perch non comprendono alcun
elemento biologico.

In realt, la sopravvivenza di ciascun individuo non dipende
soltanto da questi fattori, ma anche dalle interazioni che esso
ha con gli altri viventi, siano essi co-specifici (della stessa
specie) o di specie diverse. La possibilit di un organismo di
accedere alle risorse ambientali, ad esempio, pu essere
limitata da fenomeni di competizione, oppure facilitata da
rapporti di mutualismo. Linterazione tra i fattori ambientali e gli
organismi viventi porta alla formazione di un complesso
sistema in cui tutti gli elementi sono tra loro connessi da
scambi di energia e di materia, e definito ecosistema.

I FATTORI LIMITATI
Inquinamento delle acque L'inquinamento chimico dei corsi d'acqua
uno dei problemi ambientali pi critici. Le sostanze inquinanti
possono avere origine puntuale o non puntuale, a seconda che
provengano da sorgenti ben identificabili quali fabbriche, raffinerie e
tubi di scarico, o diffuse e non localizzabili, quali deflussi superficiali
di derivazione agricola o rigurgiti di liquami dalle fognature. Si stima
che l'inquinamento delle acque mieta ogni anno circa 10 milioni di
vittime in tutto il mondo.Oxford Scientific Films/Ben Osborne

Ciascun organismo, per la sua sopravvivenza, deve disporre di
determinate quantit di ciascun fattore; alcuni fattori, per, sono in
grado di influenzare lattivit degli altri e vengono detti limitanti. Ad
esempio, per un animale che richiede condizioni aerobiche (cio la
presenza di ossigeno) per compiere la respirazione, il parametro
ossigeno limitante rispetto ad altri, quali lo spazio o il grado di
illuminazione, perch, anche se questi sono abbondanti, in assenza di
questo gas lorganismo non pu sopravvivere: lossigeno, in questo
caso, fattore limitante.

CONTINUA
Un fattore che limitante per un organismo pu non
esserlo per un altro; riprendendo lesempio
precedente, la quantit di anidride carbonica non
limitante per lanimale che attua la respirazione,
mentre lo per una pianta che la utilizza per la
fotosintesi. Ancora, un fattore pu essere limitante o
meno in condizioni diverse: ad esempio, la luce
solare giunge sulla terraferma in quantit tale da
permettere la fotosintesi, ma penetra nellacqua solo
fino a una certa profondit, diventando limitante per
lo sviluppo delle alghe
CAPACIT PORTANTE
Capacit portante

I fattori ambientali non permettono lo sviluppo
indefinito degli organismi, ma il raggiungimento
di un determinato valore di biomassa che
prende il nome di capacit portante
dellambiente. La capacit portante un valore
teorico; in natura, la crescita demografica delle
popolazioni soggetta al controllo operato dai
fattori limitanti, ovvero alla resistenza
ambientale, che bilancia la spinta
allaccrescimento.

RESISTENZA AMBIENTALE
Resistenza ambientale

La pressione esercitata su un organismo dal
complesso di tutti i fattori limitanti, definisce la
resistenza ambientale. Questo parametro incide
sulla dinamica delle popolazioni impedendone il
raggiungimento del massimo sviluppo
demografico, ovvero la crescita fino alla capacit
portante.

ATMOSFERA, IDROSFERA,
LITOSFERA E BIOSFERA

Danni da piogge acide Le piogge acide sono il risultato della
combinazione di anidride solforosa e di alcuni composti
dell'azoto con il vapore acqueo atmosferico, che d una
soluzione con un valore di pH estremamente basso. L'acqua
piovana, caratterizzata normalmente da un pH pari a circa 6,5,
passa cos a livelli di acidit paragonabili a quello dell'aceto,
compresi fra 2 e 3. Oltre a bruciare chimicamente le foglie delle
piante, le piogge acide contaminano l'acqua dei laghi,
uccidendone flora e fauna.Oxford Scientific Films/Steffen
Hauser

Deforestazione "taglia e brucia" La tecnica di deforestazione
"taglia e brucia", generalmente applicata per ricavare terreni
agricoli da zone boschive, arreca gravi danni all'equilibrio
dell'ambiente. Da una parte, l'anidride carbonica rilasciata in
atmosfera aggrava l'effetto serra, dall'altra, la rimozione degli
alberi e della vegetazione del sottobosco distrugge gli habitat
naturali e accelera l'erosione del suolo.Oxford Scientific
Films/Sean Morris

CONTINUA
Se si intende lambiente in unaccezione pi
ampia il complesso degli elementi naturali
che circondano i viventi sulla Terra
possibile individuare tre grandi settori (o
meglio, sfere) nei quali tali elementi si
ripartiscono: latmosfera, la idrosfera e la
litosfera. Questi settori interagiscono fra di
loro e con un quarto raggruppamento, la
biosfera, che comprende tutte le forme di
vita; lambiente-Terra si pu considerare un
sistema in cui questi quattro elementi si
mantengono in VITA;


LATMOSFERA
L'atmosfera formata da una miscela di gas (prevalentemente
azoto, ossigeno, idrogeno, anidride carbonica, vapore acqueo)
e particelle liquide e solide. Fornisce lossigeno necessario alla
respirazione degli esseri viventi e li protegge dagli effetti
dannosi dei raggi ultravioletti provenienti dal Sole. Lo strato
dellatmosfera a contatto con la superficie terrestre assume
temperature diverse a seconda della latitudine e della natura
geologica del suolo ed interessato dai fenomeni
meteorologici, che determinano il clima e quindi condizionano
la biosfera. La idrosfera composta dalle acque che ricoprono
il pianeta: il 97% rappresentato dagli oceani e dai mari, il 2%
concentrato nelle calotte polari e nei ghiacciai e l'1% presente
nei fiumi, nei laghi, nei corsi d'acqua sotterranei, nell'aria e nel
suolo. La litosfera comprende le rocce che, rigide e solide,
sono comunque interessate da lenti processi di
trasformazione; la sua porzione pi superficiale subisce
lazione dellaria e dellacqua e d luogo alla formazione del
suolo, necessario allo sviluppo degli organismi.

CONTINUA
Le caratteristiche dellatmosfera, della idrosfera e
della litosfera sono mutate nel corso della storia
geologica della Terra. Per effetto della deriva dei
continenti (un fenomeno connesso alla tettonica a
zolle) le masse continentali si sono separate, gli
oceani hanno invaso la terraferma o si sono ritirati,
alcune catene montuose si sono sollevate, mentre
altre sono state completamente erose. La
temperatura ha subito numerose oscillazioni,
modificando la distribuzione della flora e della fauna.
Si sono susseguite numerose glaciazioni, la pi
recente delle quali ha avuto luogo nel Quaternario,
durante il Pleistocene (tra 2,5 milioni e 10.000 anni
fa). Nell'epoca successiva al Pleistocene (vale a dire
quella attuale, denominata Postglaciale o Olocene),
l'ambiente non ha sostanzialmente subito altre
trasformazioni geologiche significative.


CONTINUA
Luomo ha profondamente modificato il suo
ambiente, utilizzandone le risorse, rimodellando il
paesaggio, creando agglomerati urbani e industriali.
Ogni intervento sulle complesse relazioni
dellambiente-Terra ha spesso effetti imprevisti, e
pu alterare altri equilibri; si pensi, ad esempio, agli
effetti dellinserimento di una nuova specie in una
regione in cui prima non esisteva, come nel caso dei
conigli immessi in Australia nel XVIII secolo e,
divenuti eccessivamente numerosi, poi combattuti
alla met del Novecento, diffondendo il poxvirus
della mixomatosi.


INQUINAMENTO
Inquinamento Contaminazione dell'aria, delle acque e del suolo
con sostanze e materiali dannosi per l'ambiente e per la salute
degli esseri umani, capaci di interferire con i naturali
meccanismi di funzionamento degli ecosistemi o di
compromettere la qualit della vita.

Per informazioni riguardo agli inquinanti rilasciati
nell'atmosfera dagli impianti industriali, dagli inceneritori, dai
motori degli autoveicoli e da altre fonti, vedi Inquinamento
atmosferico. Per informazioni riguardo alla contaminazione
dell'acqua, dei fiumi, dei laghi e dei mari derivante da liquami o
rifiuti domestici, urbani, industriali o nucleari scaricati
nell'ambiente, vedi Inquinamento delle acque, Inquinamento da
petrolio e Smaltimento dei liquami. Per informazioni su altre
forme di inquinamento, vedi Inquinamento acustico,
Inquinamento elettromagnetico e Inquinamento luminoso.

IAEA
IAEA o International Atomic Energy
Agency (Agenzia internazionale per
l'energia atomica), agenzia
intergovernativa autonoma dell'ONU
costituita nel 1957 "allo scopo di cercare di
accelerare e di sviluppare il contributo
dell'energia atomica alla pace, alla salute
e alla prosperit in tutto il mondo".

ATTIVIT E SCOPI
ATTIVIT E SCOPI

L'IAEA mette a disposizione dei propri membri, soprattutto dei
paesi in via di sviluppo, strutture, gruppi di esperti e gli
strumenti essenziali per svolgere attivit di ricerca nel settore
della tecnologia e della scienza nucleare; gestisce inoltre il
rifornimento di materiali nucleari, finanzia progetti di ricerca e
opera in qualit di agenzia centrale per la diffusione di
informazioni circa le applicazioni pacifiche dell'energia
nucleare; si impegna infine nella ricerca e nello sviluppo di
fonti energetiche in grado di sostituire i combustibili
tradizionali.

Le iniziative dell'IAEA evidenziano i progressi raggiunti nello
sviluppo dei reattori nucleari, compreso il loro utilizzo per la
desalinizzazione dell'acqua e per l'applicazione di radioisotopi
e delle radiazioni in agricoltura, biologia, idrologia, medicina e
nell'industria. L'IAEA si occupa inoltre di introdurre standard di
sicurezza per lo smaltimento di scorie radioattive, per il
trasporto di materiali nucleari e per la definizione di direttive
internazionali per l'attivit legislativa nel settore nucleare.

CERNOBYL
In seguito all'incidente verificatosi nell'aprile 1986
all'impianto di ernobyl nell'Unione Sovietica, l'IAEA
ha adottato un programma di vaste dimensioni per
garantire la sicurezza degli impianti nucleari, la
protezione dalle radiazioni, la salute dell'uomo, la
gestione delle scorie radioattive e il ciclo di
combustione nucleare; i risultati di tali attivit sono
contenuti in due nuove convenzioni, da poco in
vigore: la Convenzione per l'assistenza d'emergenza
in caso di incidente nucleare e la Convenzione per la
comunicazione tempestiva in caso di incidente
nucleare.

Nel campo del disarmo nucleare, l'IAEA ha poi
svolto, a partire dal 1970, un'importante azione di
vigilanza nell'ambito dell'applicazione del trattato
sulla non proliferazione degli armamenti nucleari
ORGANIZZAZIONE
ORGANIZZAZIONE

Dal punto di vista della struttura organizzativa, l'IAEA si
articola in una conferenza generale, composta dai
rappresentanti dei 113 stati membri, che si riunisce una
volta l'anno per approvare il bilancio, il programma di
lavoro e le richieste di ammissione, in un consiglio
direttivo, composto dai delegati di 35 paesi in un
segretariato con a capo un funzionario nominato dal
consiglio per un periodo di quattro anni e una
commissione scientifica in grado di fornire consulenza
tecnica. La sede centrale si trova a Vienna.

LABBANDONO DELLE CITT
NELLALTO MEDIOEVO
Labbandono delle citt nellAlto Medioevo

La fine del mondo antico segn la decadenza e la
rovina delle citt, i cui resti punteggiavano nell'Alto
Medioevo le selve, le brughiere e le paludi che
avevano inghiottito gli antichi spazi urbani e agricoli.
Su questi resti, a partire dal VII secolo, i monaci
fondarono nuovi centri religiosi e culturali tra i pi
noti quello di Bobbio nel Piacentino, fondato da san
Colombano, e quello di Fontenelle in Normandia,
sorto per opera di san Vandregisilo dando corso a
una lenta rivitalizzazione dei territori che culminer
dopo il Mille con la definizione di un nuovo
paesaggio.

CONTINUA
Verso la fine del secolo VI, San Colombano si
aggirava in una boscaglia del territorio francese
quando si imbatt, a detta del suo biografo, in dodici
lupi: rest immobile e gli animali gli si avvicinarono,
fino a toccarne i vestiti. Il Santo non ebbe paura,
fiducioso nellaiuto di Dio, e le bestie non gli fecero
alcun male e se ne andarono.
Lepisodio significativo di fatti che si verificavano
spesso: lincontro tra uomini ed animali feroci che,
allinizio del Medioevo, popolavano numerosi un
paesaggio inselvatichito da secoli, dove si
stendevano fitti i boschi e biancheggiavano le rovine
degli abitati distrutti dalle invasioni o abbandonati
dopo lunga decadenza. Labbandono, lo
spopolamento, il mescolarsi di rovine e vegetazione
selvatica, che si espandeva su spazi vastissimi, si
erano verificati un po dappertutto, anche nelle aree
di collina un tempo abitate e nelle pianure, gi messe
a coltura in parte considerevole.
CONTINUA
Quando San Colombano, sembra nellanno 612, fond a Bobbio
un monastero che in seguito da lui prese il nome, la collina
piacentina, a soli 270 metri circa di altitudine, era abbandonata,
coperta di boschi e di rovine, immersa nella solitudine. Allo
stesso modo aveva eretto un monastero in Francia, a Luxeuil,
dove restavano ancora i templi pagani con le statue immote nel
silenzio della boscaglia, circondate dagli alberi cresciuti, folti,
sulle rovine dellantico abitato romano tra le quali si aggiravano
solo bestie selvagge.

Nelle stesse condizioni di squallore si trovava il territorio in cui
sorse per opera di San Vandregisilo labbazia di Fontenelle, in
Normandia, sembra nel 649. Il luogo era soffocato da cespugli e
rovi, sommerso dalla palude: cos dice il testo del secolo IX che
descrive la fondazione del monastero. A Fontenelle, come a
Bobbio e altrove, i monasteri riportarono uomini e coltivazioni
dove da tempo erano scomparsi.
continua
Bobbio e Fontenelle divennero celebri centri di cultura
per tutto lalto Medioevo, assumendo una funzione che
era stata prima prerogativa della citt. Questa era stata
centro operante sul territorio, ne aveva promossa la
coltivazione, aveva concentrato in se stessa il
commercio, lartigianato, le strutture organizzative di
vertice, ecclesiastiche, politiche e culturali. Tali funzioni
nel primo Medioevo venivano esercitate dai monasteri,
con pi vigore di molte delle citt superstiti: il monastero,
che sorgeva quasi sempre in campagna, ne costituiva,
per cos dire, un prodotto spontaneo, profondamente
radicato in essa.

CONTINUA
La supplenza del monastero nei confronti
della citt decaduta fu maggiormente diffusa
ed operante al di fuori dellItalia: da noi molte
citt, pur decadute, mantennero la funzione
di centro organizzativo del territorio
circostante. Infatti in Italia molti monasteri
sorsero nelle citt o si affiancarono ad esse
collocandosi accanto alle loro mura, mentre
in Francia ed in Germania dai monasteri
nacquero citt.


continua
La supplenza del monastero nei confronti
della citt decaduta fu maggiormente
diffusa ed operante al di fuori dellItalia: da
noi molte citt, pur decadute, mantennero
la funzione di centro organizzativo del
territorio circostante. Infatti in Italia molti
monasteri sorsero nelle citt o si
affiancarono ad esse collocandosi accanto
alle loro mura, mentre in Francia ed in
Germania dai monasteri nacquero citt.
CONTINUA
Tuttavia, la citt era dovunque decaduta: una vicenda ben
diversa da quanto essa aveva rappresentato un tempo ormai
lontano. Il mondo antico aveva raggiunto in Occidente
unorganizzazione complessa basata sulle citt: i Romani, eredi
degli Etruschi, furono costruttori di citt, urbanizzarono il
territorio, trasformandolo con una trama vasta e capillare i cui
nodi erano i nuclei cittadini. Questi furono, nello stesso tempo,
centri amministrativi, religiosi, culturali, sedi di mercato, di
attivit finanziarie e artigianali ed anche, spesso, costituirono
insediamenti di notevole consistenza. Centri di incontri e di
scambi, le citt animavano, come tante cellule attive, il
territorio, conferivano ad esso omogeneit, ne univano le parti.
Anche se leconomia e la civilt era largamente agricola,
tuttavia artigianato e commercio, produzione di generi di
consumo e di lusso e smercio degli stessi erano fenomeni di
rilievo.
CONTINUA
Con il trascorrere del tempo decaddero, si spensero lentamente
molte citt. Tutto lambiente, il vasto territorio dellImpero fu
corroso da un processo di atonia, di mortificazione economica
e sociale. Gli uomini si isolarono dagli uomini, nelle citt e nelle
campagne, si indebol lo stato, la cultura decadde, le invasioni
barbariche accelerarono e accentuarono questa evoluzione.
La stessa agricoltura decadde e le terre si coprirono di nuovo,
come non erano state da secoli, di foreste, brughiere, paludi;
dentro gli spazi urbani si insinuarono prati, alberi, cespugli
selvatici; case e mura andarono in rovina, la popolazione
diminu fortemente. Molte citt scomparvero e i loro resti,
disseminati in un paesaggio che assunse verso il secolo VI
sempre pi laspetto, su vasti tratti, di una landa desolata,
acquistarono agli occhi di chi li scorgeva una fisionomia
paurosa: profanate dal tempo e dagli uomini, nemici, invasori,
predoni, le rovine di citt, chiese e villaggi attendevano la
riconsacrazione e la riutilizzazione (ci che fecero in tanti casi i
monaci, come vedremo).
CONTINUA
Emergenti dalle brughiere o improvvisamente
contrastanti il passo di chi attraversava la
foresta, le rovine mantenevano un carattere di
sacralit negativa, sinistra e ostile. Erano le citt
morte, i resti oltraggiati della civilt antica
riscattata dal Cristianesimo, cimitero di cristiani
uccisi dai barbari, di martiri in attesa di venire
ritrovati e venerati. Suoni, rumori o agghiaccianti
silenzi e luci nella notte ne segnavano la
presenza, spesso vistosa, spesso nascosta dalla
terra, dalle alte erbe, dalle piante.

CONTINUA
Fu cos che nel paesaggio rurale dellalto Medioevo
disseminato delle rovine delle citt romane, dei villaggi,
delle chiese abbandonate, la presenza dei martiri cristiani
aleggiava largamente, provocando apparizioni, fatti
portentosi, segnando anche materialmente e trasformando
gli elementi naturali in una commistione stupefacente di
naturale e soprannaturale.
Cos il mondo appariva diverso da quello che in realt era,
colorato di tinte strane: lincombere dellaldil lo rendeva
simile allaldil stesso; come questo mondo era proiettato
nellaltro, visto come giardino ameno, se si trattava della
terra dei beati. Il cronista della Novalesa, nel secolo XI,
scrivendo di una donazione di terre al monastero, racconta
che in esse un tempo cera una citt romana dove molte
persone avevano subto il martirio: tanti e tanti uomini, e
tanto sangue sparso, si diceva, per cui le pietre di un fiume,
che l scorreva, trasudavano sangue, quando il monastero
ricevette in dono quel terreno sacro. Il sangue dei martiri
sera fissato materialmente alla terra, sacralizzando
prepotentemente il luogo, predestinandolo cos a divenire
possesso monastico.

CONTINUA
Certo che ad attirare i monaci verso
citt e villaggi abbandonati giocavano
vari fattori: la disponibilit del materiale
edilizio utile per i loro nuovi edifici, la
certezza di poter vivere in un territorio
che aveva gi assicurato nutrimento ad
altri in altre epoche, oltre, in generale,
alle caratteristiche di bellezza
paesaggistica, di derivazione biblica,
che segnavano il luogo predestinato
alla vita spirituale.

CONTINUA
Circa quattro secoli prima, intorno allanno 610,
San Colombano, dopo aver fondati alcuni
monasteri in Francia, venne in Italia, alla corte del
re longobardo Agilulfo.
Un tale gli disse che nella solitudine
dellAppennino, non lontano da Piacenza, cera
una chiesa diroccata, dedicata allapostolo Pietro,
dove si verificavano fatti miracolosi. Colombano
decise allora di andare con i compagni a
restaurarla; vi fond, come abbiamo visto, il
monastero di Bobbio, destinato a divenire
famoso. Le rovine avevano gi fermato
Colombano nel suo lungo cammino dallIrlanda
verso il Sud, quando anche in Francia, come
abbiamo detto, aveva deciso di fondare un
monastero tra i ruderi di un insediamento antico,
disabitato, invaso dalla vegetazione silvestre.


CONTINUA
Ma la presenza del soprannaturale doveva contare
non poco a sospingere le marce faticose dei fratelli,
in cerca di un luogo predestinato, verso chiese
abbandonate, o, comunque, abitati lasciati da tempo
dagli uomini, dove era facile pensare che
unincursione di barbari pagani avesse martirizzato i
seguaci della vera fede, facendone dei santi. Allora,
come San Colombano, essi si informavano dove vi
fossero rovine di chiese e di abitati, oppure vi si
imbattevano, percorrendo un paesaggio che fino al
secolo XI era tutto un alternarsi di boschi e di lande
cosparsi di rovine, dove le macerie affioravano tra i
cespugli frequentati dal pastori. Il paesaggio delle
rovine caratterizzava grandi spazi dellEuropa
centromeridionale, familiare agli uomini del tempo,
anche se sui resti delle chiese e dei villaggi distrutti
le presenze dei morti incombevano paurose.

CONTINUA LA STORIA
Quando il capostipite dei Canossa, verso
la fine del secolo X, decise di fortificare un
nuovo villaggio, Brescello, addossato al
Po nel territorio reggiano, fece raccogliere
le pietre della citt romana, un po distante
dallinsediamento recente, saccheggiata e
distrutta dai Bizantini nellanno 603 allo
scopo di non lasciare una delle migliori
fortezze padane nelle mani dei
Longobardi.
CONTINUA
Sui resti della citt, sede un tempo di diocesi, era
cresciuta la vegetazione, ma non al punto di nasconderli
del tutto, eliminando, con la vista dei ruderi, anche il
timore che essi ispiravano. Difatti narra la Cronica
Sancti Genesii un giovane pastore, che aveva infilato
un braccio dentro un buco profondo del terreno, non
riusciva pi a toglierlo e urlava come un ossesso.
Accorse gente, si invoc quello che si riteneva il primo
vescovo della citt, Genesio, e, quando il santo patrono
fu propiziato a dovere, il ragazzo pot estrarre il braccio
dalle rovine. Il racconto suona molto come
ammonimento a chi non ha rispetto per le rovine che
conservano il sepolcro dun santo.

CONTINUA
Tutta una serie di avvenimenti ci conferma la vitalit
delle pietre diroccate nella landa spopolata di Brescello,
percorsa durante il giorno dai vivi e la notte si diceva
dai morti. Accadde proprio una notte, ai genitori del
ragazzo incauto, di essere svegliati da una musica
bellissima, che li spinse a guardare fuori della casa: una
processione di chierici vestiti di bianco, con ceri luminosi,
trascorreva nella landa; alla loro testa stava un
ecclesiastico di grande statura, San Genesio. Essi
percorsero un tratto della campagna cantando e poi
svanirono assorbiti dalla volta celeste, sempre pi
piccoli, ormai solo punti luminosi in alto fra le stelle.
CONTINUA
A poca distanza di tempo, ad un uomo ammalato di
lebbra, a Milano, era apparso in sogno San Genesio
che gli promise la guarigione se si fosse recato sulla
sua tomba; nonostante il lungo viaggio, quelluomo
si rec a Brescello dove la tomba, alla fine di una
serie di fatti miracolosi, venne ritrovata. Genesio non
lasci recuperare con facilit il proprio sepolcro,
incastrato in un solido muro, bersagliato con
strumenti di ferro, da molti, invano. Uno dei lavoranti
che, stanco dellinutile fatica, aveva scagliato lo
strumento sulla tomba, cadde morto, punito per
latto dirriverenza. Solo la preghiera, lumile e
sottomessa orazione, risolse quellultimo problema.

LA STORIA
Sono tutti fatti narrati da un monaco del
monastero che venne poi intitolato a San
Genesio: ovvio, da parte sua, linteresse a
illustrare con ricchezza di particolari la
presenza autorevole a Brescello del potente
morto, tanto da far accorrere, nella sua
Cronica, al sepolcro del santo il capostipite
dei Canossa, umiliato in veste di penitenza,
con la consorte: quellAttone, del cui potere
scrive che proprio allora sandava
vistosamente affermando.
LA STORIA
Tuttavia, al di l di ogni considerazione sulla
volont di convincere della loro potenza
minacciosa che ravvisiamo nelle biografie dei
santi, nei resoconti del reperimento delle loro
reliquie e del loro sepolcro, la paura di tali
defunti era reale, almeno in una larga cerchia di
persone. Donazioni e testamenti in favore di enti
ecclesiastici, fondazioni di chiese e monasteri
scandiscono gran parte della documentazione
altomedioevale.

CONTINUA
Dal secolo VII le rovine vengono via via lentamente recuperate,
utilizzate, per fondare monasteri, chiese, per rivitalizzare in
parte citt e villaggi superstiti Ma solo dal secolo X, come
vedremo, lesigenza della difesa dalle numerose invasioni le
reimpiegher per approntare fortificazioni, per cingere di mura i
centri urbani, sopravvissuti relativamente numerosi in Italia
rispetto ad altre zone dEuropa.
Le rovine furono cos riconsacrate e rivitalizzate, destinate ad
opere militari, ma, ancora e sempre, soprattutto a edifici
religiosi. Tuttavia il paesaggio ne rest a lungo disseminato e
segnato: solo con la ripresa dei secoli posteriori al Mille luomo
coprir le campagne duna pi fitta trama di case, strade,
canali, terre coltivate; trasformer e amplier le citt, ne
costruir di nuove, grandi e piccole.
Le citt morte risorgeranno e nutriranno con le loro rovine altri
centri urbani, vecchi e nuovi, morendo, cos, definitivamente: la
sacralit che incuteva reverenza e paura al viandante non
segner pi i vasti tratti del paesaggio dellOccidente nellalto
Medioevo.
LA CIVILT ED IL PROGRESSO
La civilt antica ha costruito la sua
grandezza attraverso la citt-stato greca,
l'ellenismo, l'espansione romana e il
consolidamento dell'impero. La fine di
quest'epoca interpretata nel brano qui
riportato, tratto dall'opera Storia del mondo
antico (1926-1927) dello storico e archeologo
russo Michail Rostovcev, come cedimento
della civilt alla barbarie, perdita dello
slancio creativo e spostamento del centro di
gravit dalla dimensione terrena a quella
ultramondana.

LO SVILUPPO STORICO
Lo sviluppo storico non conosce
interruzioni. Dopo lepoca di Diocleziano e
di Costantino, limpero romano continu
ad esistere per molti secoli. Ma esso era
ora diviso in due parti: limpero occidentale
con Roma capitale; e limpero orientale
detto comunemente bizantino perch la
sua capitale, Costantinopoli o Roma dei
Romaioi, fu fondata da Costantino nel
luogo dellantica Bisanzio.
LA NASCITA DELLEDIFICIO
Ho gi descritto il sistema di governo di questo nuovo
impero romano. Le sue linee essenziali rimasero, in
Oriente come in Occidente, quelle tracciate da
Diocleziano e da Costantino. Ledificio da loro costruito
era, come abbiamo visto, nuovo nellinsieme; era
estraneo alle concezioni dello stato greco-romano e pi
vicino, anche se solo in parte, alle teorie politiche
dellOriente iranico e semitico. Furono mantenute alcune
vestigia dellantica costituzione; ci si serviva ancora della
vecchia formula Senatus polulusque Romanus; erano
ancora in funzione due senati, uno per ogni capitale; e si
conservavano in vita alcuni titoli di magistrati, per
esempio quello di console.

CONTINUA
Le caratteristiche essenziali della vita di
questo nuovo impero si possono descrivere
nel modo seguente. Limpero occidentale si
sgretola a poco a poco nelle parti che lo
compongono, che sono lItalia e le antiche
province; e queste diverse parti sono alla
fine governate dai capi delle differenti trib
germaniche che si sono impadronite di
questa o quella parte del mondo romano.
Questo fenomeno non completamente
nuovo; poich gi al tempo di Diocleziano, di
Costantino e dei loro immediati successori, i
Germani erano potenti nellesercito e alla
corte imperiale.
LIMPERO ORIENTALE
Nellimpero orientale il processo di
dissoluzione molto pi lento, e le
antiche tradizioni sono mantenute pi
tenacemente; ma, daltra parte,
linfluenza dellOriente ancora pi
forte e il governo tende sempre pi ad
assumere i caratteri di un dispotismo
orientale. Il centro di gravit nellimpero
orientale si sposta dalla penisola
balcanica allAsia Minore.

LA STORIA DEGLI ANTICHI
CENTRI DI CIVILT DIVIENE
SEMPRE Pi STORIA DI DECADE
Nello stesso tempo decadono le regioni che gi erano state i
centri della vita politica e civile, e il loro posto vien preso dai
paesi dellAsia e dellEuropa, che avevano avuto una parte
secondaria nella storia precedente. Per quanto la vita politica
ed economica del tempo si possa ancora chiamare
mediterranea, tuttavia a poco a poco regioni dellAsia e
dellEuropa che non hanno alcun legame con quel mare
acquistano unimportanza decisiva nella storia dellumanit.
Queste regioni sono la Germania settentrionale, la Francia
settentrionale, la Britannia, i paesi scandinavi, la Russia
centrale e settentrionale in Europa; in Asia, la Persia sotto la
dinastia sassanide e i Mongoli. In queste regioni del nord e del
sud-est si formarono a poco a poco istituzioni politiche,
economiche e sociali che erano destinate a determinare lo
sviluppo futuro della razza umana.


LA STORIA DEGLI ANTICHI
CENTRI
La storia degli antichi centri di civilt diviene sempre pi storia
di decadenza e di dissoluzione. Condizioni di vita affatto
primitive prendono il posto delle vecchie istituzioni; in campo
sociale, economico ed intellettuale c un regresso ininterrotto
verso la barbarie. Nella vita economica un fenomeno
particolarmente notevole: il cambiamento completo nei sistemi
di coltivazione in tutto limpero.
I metodi razionali di coltivazione, sorretti dal capitale e
dallintelligenza, scompaiono quasi completamente e sono
sostituiti ovunque da sistemi che scalfiscono appena il suolo e
che segnano un regresso sempre maggiore verso le abitudini
primitive. Per quanto le propriet terriere possano ancora
essere ampie e la nuova aristocrazia imperiale possegga grandi
estensioni di terreno, tuttavia lagricoltura basata sulla
lavorazione del suolo ad opera di piccoli coltivatori, siano
proprietari o affittuari.

CONTINUA
In tutto limpero il piccolo coltivatore che lavora il
campo, sia che la terra appartenga allimperatore o ai
grandi proprietari privati, sia che egli stesso possegga o
tenga in affitto il podere nellarea dei territori urbani. La
vita economica dello stato nel suo insieme e delle classi
dominanti nellimpero e nelle citt si basa sul piccolo
coltivatore. Stando cos le cose, non si parla pi di un
allargamento dellarea coltivabile: essa al contrario si
restringe. In Egitto questo fenomeno pu essere
delineato in base a testimonianze scritte e pu essere
quasi provato con rappresentazioni figurative; e lo stesso
avviene nel resto dellimpero.

CONTINUA
Procurarsi. la mano dopera per i lavori dei campi divenne la
prima preoccupazione dello stato e dei proprietari privati. La
quantit della terra era illimitata; il problema arduo era quello di
trovare fittavoli che pagassero laffitto e mano dopera per
lavorare la terra. Non cera pi la possibilit di fondare la
produzione sul lavoro degli schiavi. La scarsit di mano
dopera una prova evidente che la popolazione dellimpero
non andava pi aumentando, ma diminuiva.
Il basso tasso di natalit e la rapida estinzione delle famiglie
nelle classi ricche, che aveva destato preoccupazione nel primi
tempi dellimpero, erano fenomeni che evidentemente si
diffondevano anche nelle classi inferiori e divenne
caratteristica essenziale nella vita delle classi lavoratrici in
genere. Relativamente di minore importanza era la tendenza del
lavoratore agricolo a lasciare la terra, perch qui si trattava
solo di una ridistribuzione della popolazione.

CONTINUA
Lindirizzarsi della mano dopera verso le citt fu
arrestato dal declino del commercio e
dellindustria ed improbabile che ci fosse un
considerevole esodo di mano dopera verso
luoghi al di fuori dellimpero. Le classi operaie si
estinguevano rapidamente come le classi
superiori, e anche il loro posto venne preso da
nuovi venuti e stranieri: barbari che provenivano
dalle regioni al di l del Reno e del Danubio,
Germani ed Iranici a cui si aggiunsero pi tardi
gli Slavi.

CONTINUA
Questi nuovi elementi erano troppo forti perch la popolazione
allora esistente li potesse incorporare ed assimilare; gli
stranieri adottarono le lingue romanze, ma non andarono oltre.
Cominciando dalle regioni di frontiera, questa inondazione di
mano dopera straniera invase le parti centrali dellimpero e
segn un ulteriore declino nella tecnica agricola e quindi nella
produttivit della terra.

A causa della diminuita estensione delle aree coltivabili e della
pi scarsa produttivit del suolo, la classe agricola trov
sempre maggiore difficolt a pagare le imposte e la sua
capacit di acquisto declin costantemente. Ogni podere
mirava a produrre tutto ci di cui aveva bisogno senza ricorrere
ad altri. La moneta divenne meno importante nella vita del
piccolo proprietario o del gran signore o dello stato stesso. Se
non nel commercio, almeno nelle relazioni tra il proprietario e il
coltivatore, o tra il coltivatore, il proprietario e lo stato i
pagamenti erano quasi invariabilmente fatti in natura, con la
consegna di parte dei prodotti.
CONTINUA
Le condizioni del commercio o dellindustria erano
ugualmente disastrose. Lattivit industriale, che era
stata cos fiorente in molti campi nei primi tempi
dellimpero e che aveva lavorato per un mercato
locale pi o meno esteso, diminu ora la sua
produzione, sindebol e scomparve; e con essa
finirono gli scambi locali entro i confini dellimpero. I
soli rami dellindustria che ancora lavoravano in
pieno erano quelli di vitale importanza per lo stato.

Ma abbiamo gi visto come questo genere di lavoro
fosse a poco a poco tolto alliniziativa privata e
svolto dallo stato. Non sappiamo con certezza fino a
che punto lo stato intraprendesse la vendita dei
prodotti delle sue fabbriche; ma improbabile che
esso mirasse ad un monopolio generale del
commercio e dellindustria.


CONTINUA
Lo scambio dei prodotti proseguiva ancora, naturalmente, tra le
diverse parti dellimpero ed anche tra limpero e i suoi vicini.
Ma per quanto lo stato svolgesse su grande scala il trasporto
dei prodotti necessari alla corte, allesercito, ai funzionari e alla
popolazione delle capitali, il commercio, con questa eccezione,
trattava soprattutto articoli di lusso importati dai paesi orientali
e cadeva naturalmente nelle mani di commercianti orientali,
siriaci, levantini ed ebrei.

Essi trovavano i loro migliori clienti nella ricca nobilt e
specialmente nella corte, che divenne sempre pi orientale nel
suo aspetto esteriore. La magnificenza orientale con la sua
orgia di colore, la sua decorazione pesante, la sua tendenza
verso dimensioni e peso eccessivi negli ornamenti personali,
esercitava una forte attrazione sugli elementi germanici e
iranici che erano ora quasi dominanti nei ranghi pi alti della
societ.

La sola opulenza, priva di eleganza, divenne
la moda del giorno a corte e nellaristocrazia.



La prosperit delle citt era minacciata da condizioni
economiche come queste. Le grandi citt e specialmente le
capitali resistettero pi a lungo. Fino al IV secolo ancora si
eressero a Roma splendidi edifici, ma con il secolo seguente
ebbe inizio un graduale declino. La nuova capitale, Bisanzio-
Costantinopoli, divenne una citt universale, sfarzosa e adorna
di edifici meravigliosi e imponenti, soprattutto palazzi e chiese.
Le grandi citt portuali, Alessandria, Antiochia, Efeso e
Cartagine, ancora esistevano, e ad esse possiamo aggiungere
le citt dove tenevano le loro corti coloro che condividevano il
potere imperiale: Ravenna, Mediolanum (Milano), Treviri,
Nicomedia, Nicea. Ma degno di nota il fatto che il sorgere di
nuove citt nelle province, abbastanza comune durante il regno
di Adriano, era ora cessato. Nello stesso tempo, nella maggior
parte delle citt provinciali di minore estensione il ritmo della
vita cominciava a pulsare sempre pi lento. Chiese e monasteri
cristiani erano gli unici edifici nuovi, e le costruzioni vecchie
venivano mantenute in piedi con difficolt.
LE CITT
Lerba cresceva nelle citt. I nobili dividevano il loro tempo tra
le capitali e le loro ville, ville che sorgevano come veri palazzi
fortificati al centro delle loro grandi propriet. Quando le citt,
come talvolta accadde nelle regioni di frontiera dellimpero,
venivano distrutte dai barbari, non desta meraviglia il fatto che
non risorgessero pi a nuova vita.

La situazione sociale dellimpero corrispondeva ai mutamenti
economici di cui abbiamo parlato. Essa rimase quello che era
sotto Diocleziano e Costantino, cio quello che era divenuta
nellepoca di crisi del III secolo. Limperatore con la sua
famiglia e i cortigiani, gli ufficiali dellesercito, gli alti dignitari
ecclesiastici e la burocrazia formavano la classe superiore
della societ, godevano di tutti i privilegi e conducevano una
vita di un grado di civilt pi o meno elevato. Tutti i membri di
questa classe dominante possedevano maggiori o minori
ricchezze, investite soprattutto nelle propriet terriere. Poi
venivano i mercanti e gli speculatori, uomini agiati e talvolta
anche ricchi: per lo pi erano semiti. La classe media urbana,
che era stata una caratteristica dei primi tempi dellimpero,
stava scomparendo.
CONTINUA
Le famiglie della vecchia classe media si
estinguevano; se sopravvivevano si perdevano
tra la plebaglia delle grandi citt, che lavorava
per lo stato ed era mantenuta dallo stato, o tra la
popolazione rurale che lavorava asservita allo
stato e ai grandi proprietari. La schiavit, per
quanto sopravvivesse ancora come istituzione,
aveva perduto tutta la sua importanza
economica: gli schiavi non avevano pi alcuna
parte nellagricoltura, nel commercio e
nellindustria, e la loro unica funzione era quella
di servire nelle grandi case dei ricchi e dei nobili.


CONTINUA
Cos lenergia e la capacit lavorativa si inacidivano, il
gusto diveniva sempre pi rozzo e un piccolo gruppo di
privilegiati si teneva a galla su un mare di miseria; e da
questo stato di cose possiamo desumere le condizioni
intellettuali del tempo. Le scuole esistevano ancora ed
ancora funzionavano. Ma esse non venivano frequentate
che dai rappresentanti delle classi pi alte e si
dedicavano esclusivamente alla preparazione dei loro
allievi per i pubblici servizi dello stato. Il curriculum era
immutato: leducazione elementare generale consisteva
nellapprendere il greco o il latino, o ambedue le lingue,
e in una conoscenza dei classici pi importanti; per una
educazione superiore si aggiungevano la retorica, o arte
dello scrivere e del parlare, e il possesso di nozioni
giuridiche.

LA LEGGE ROMANA
Nel campo della giurisprudenza cerano ancora vita e attivit
creativa. Con lopera di giuristi eminenti (tra i quali Paolo,
Papiniano e Ulpiano sono i luminari del III secolo), la legge
romana divenne a poco a poco la legge di tutto il mondo civile.
La teoria e la pratica ancora procedevano insieme e luna
arricchiva laltra, tendendo entrambe a divenire pi umane; ed
un esempio notevole di questa maggiore umanit si ha nel
miglioramento della condizione degli schiavi.

Anche la filosofia era ancora viva, ma tendeva a chiudersi in
una cerchia pi ristretta, e man mano che si fondeva con la
religione diveniva sempre pi difficile distinguerla dalla
teologia. Dopo Plotino non si trova nessun nuovo genio
creativo tra i filosofi. Il suo rinnovamento della dottrina
platonica divenne, come gi abbiamo detto, lultimo rifugio del
pensiero pagano e lultimo baluardo della scienza e della
cultura antiche.
LARCHITETTURA
Lo sviluppo delle arti plastiche scultura, pittura e
arti applicate non fu dissimile da quello della
letteratura. Larte ellenistico-romana ancora
sopravviveva. Larchitettura era ancora fiorente. Per
quanto larco trionfale di Costantino non sia che un
centone messo insieme con frammenti di prodotti
artistici del genere appartenenti allet di Domiziano
e di Traiano, pure molti altri edifici le terme di
Diocleziano a Roma, i suoi palazzi a Spalato e ad
Antiochia, le Terme e la Basilica di Costantino a
Roma sono originali e di effetto grandioso; essi
simpongono per lampiezza e la libert del disegno,
per labilit con cui abbondanza di aria e di luce
sono raccolte entro mura massicce e per la
singolare variet dei loro tetti a volta; essi
colpiscono losservatore anche per la loro conquista
dello spazio e per lo splendore imponente della loro
decorazione con la sua impressionante variet di
colori.

CONTINUA
Tutto questo non si pu considerare
come il prodotto pi alto
dellarchitettura antica; non si pu
negare tuttavia ai suoi creatori n
limpulso creativo n la capacit di
tradurre quellimpulso in forme
armoniche e splendide. N questa
energia vitale si esaur tanto presto: fu
sotto Giustiniano che si eresse quel
prodigio di architettura che chiamiamo
Santa Sofia.

I STUPENDI EDIFICI IN ORIENTE
ED IN OCCIDENTE
E ancora pi tardi si costruirono molti stupendi
edifici in Oriente e in Occidente, con unarte che era
al servizio della Chiesa e dello stato, ma soprattutto
della Chiesa.

Il declino delloriginalit e dellabilit pi evidente
nella scultura e nella pittura. La magnificenza
austera dei busti di molti imperatori un vivido
riflesso del peso e dellimponenza tipica dellimpero;
ma la scultura, come larchitettura, aveva perduto la
grazia, labilit tecnica, la cura del dettaglio e
lamorosa ricerca dellindividualit. Della pittura
poco ci noto; ma anche qui la bellezza e larmonia
di composizione ed il vigile amore dei particolari
scomparvero per dar luogo a vistosi effetti cromatici.

CONTINUA
chiaro dunque che lindebolimento delloriginalit
creativa in tutto limpero meno marcato nel campo
dellarte che in qualsiasi altro ramo dellattivit
umana. Come in altre epoche della storia, larte
continu il suo proprio cammino, riflettendo con
vivacit e forza creative la vita circostante e i
pensieri e i sentimenti dei contemporanei. Il suo
compito principale, naturalmente, era quello di
trovare forme adatte per i principali articoli della fede
cristiana; e cos gli architetti miravano a creare
chiese cristiane o case di preghiera il pi possibile
perfette, con ogni ornamento di pittura, mosaico e
scultura.

LEVOLUZIONE
DELLARCHITETTURA
Questa nuova arte cristiana, pur servendosi della
tecnica e delle forme dellarte antica, se ne allontan
gradatamente. Le figurazioni naturalistiche e le
elaborate ornamentazioni, che avevano
contrassegnato lo stile greco-romano dellepoca
imperiale, e tutto il suo simbolismo e
impressionismo, furono messi da parte nel difficile
tentativo di trovare forme artistiche che dessero
corpo alle figure e ai simboli cari a tutti i Cristiani.
Col passar del tempo le figure centrali della religione
cristiana e del culto, Dio e la Madre di Dio, trovarono
tipica espressione in forme dove la vecchia tecnica
ravvivata da un nuovo impulso artistico e da un
nuovo e profondo sentimento religioso.


CONTINUA
Nello stesso tempo si conservarono
quasi tutte le conquiste degli artisti dei
tempi passati e nel corso del tempo si
fecero anche nuovi progressi. Si nota,
vero, una certa povert di eleganza e di
elaborazione, una tendenza, conscia od
inconscia, verso larcaismo; ma in tutta
questa arte non v senso di morte, ma
limpulso e il respiro di una nuova vita.

LANTICA PRODUZIONE
Larte applicata fu meno influenzata dal
mutamento di pensiero legato al
Cristianesimo, per quanto la chiesa
naturalmente ricorresse ai suoi servigi e
adattasse la vecchia tecnica e le vecchie
forme alle esigenze del culto cristiano nel
suo nuovo e pi splendido ambiente. Ma
questa arte era meno ancella della chiesa
che della corte e della ristretta cerchia dei
ricchi. Essa sub le conseguenze del loro
mutamento di gusti. La nuova aristocrazia
non poteva apprezzare leleganza dellantica
produzione: ad essa occorreva un cibo pi
rozzo, e pi forte. Voleva che ornamenti,
abito, gioielli e suppellettili colpissero subito
locchio e stupissero losservatore.
CONTINUA
LOriente poteva sempre soddisfare questo
desiderio, specialmente lOriente iranico, che aveva
subito meno linfluenza del mondo ellenistico ed era
perci inferiore alla Siria e allEgitto per buon gusto
ed eleganza. Cos le arti applicate delle regioni
iraniche e dellAsia centrale si diffusero per vie
diverse e sconfissero le rivali in tutto limpero,
determinando ancora una volta il trionfo delle forme
massicce, della variet cromatica, della rigidezza e
durezza di linee, insomma di tutte le caratteristiche
tipiche dellarte orientale nelle sue fasi primitive.

I NUOVI EDIFICI DELLA CIVILT
EUROPEA
Il mondo antico divenne a poco a poco vecchio e
decrepito e si ridusse in polvere, ma una nuova vita
sorse dalle rovine e il nuovo edificio della civilt
europea crebbe su basi che erano rimaste solide e
sane. Il nuovo edificio si elev pietra su pietra, ma le
sue linee essenziali furono determinate dalle vecchie
fondamenta, e molte pietre del passato furono
adoperate per la nuova costruzione. Per quanto
vecchio, quel mondo non mor e non scomparve
mai: esso continua a vivere in noi, alla base del
nostro pensiero, del nostro atteggiamento religioso,
della nostra arte, delle nostre istituzioni sociali e
politiche e anche della nostra civilt materiale.
CAUSE DEL DECLINO DELLA
CIVILT ANTICA
Cause del declino della civilt antica


In un libro dedicato alla storia della civilt antica ci si pu
aspettare che il lettore cerchi una risposta a questa domanda:
perch una civilt cos potente e cosi brillante, prodotto di
secoli e apparentemente destinata a durare per secoli, and
gradatamente degenerando? In altre parole, perch si disciolse
come cera la forza creativa di coloro che avevano cooperato
alla sua costruzione, con il risultato che lumanit torn pian
piano a condizioni di vita primitive ed estremamente
elementari, e cominci ancora una volta a fondare una civilt
rifacendosi dagli inizi, rinnovando le vecchie istituzioni e
studiando i vecchi problemi ? Ci volle uno sforzo di secoli per
raggiungere ancora quel livello a cui luomo era vissuto per
molte centinaia di anni.
CONTINUA
Un processo di questo genere si ripet pi volte nella storia antica. Ma
gli esempi pi chiari e pi evidenti sono il declino della civilt greca
nella tarda et ellenistica e il declino dellimpero romano. La storia
dellOriente conosce molti casi di decadenza di grandi civilt. Ma l il
crollo era generalmente dovuto a cause esterne, per esempio a
conquiste da parte dello straniero; cos i Cassiti sopraffecero
Babilonia, e gli Hyksos dominarono lEgitto; i Persiani distrussero
lAssiria, limpero degli Hittiti fu abbattuto dai Traci, e il regno frigio
dai Cimmeri. Di pi, avvenne spesso che il declino fosse temporaneo e
che fosse seguito ben presto da una ripresa; cos per esempio
avvenne in Egitto. E inoltre, in Oriente il passaggio della civilt da un
popolo allaltro fenomeno caratteristico: gli Assiri ereditano la civilt
della Babilonia, che passa poi ai Persiani e da essi ai Parti e alla
dinastia dei Sassanidi; e la successione ininterrotta fino ai nostri
giorni. Ci sono interruzioni pi o meno lunghe, ma non c mai una
cessazione definitiva. Pu essere che la civilt orientale abbia
mostrato maggiore resistenza al tempo perch il suo sforzo creativo
non tocc mai le altezze raggiunte dal genio greco e romano.
CONTINUA
In Oriente non osserviamo mai il mutamento generale e permanente di
mentalit che cos caratteristico dellOccidente; e la causa
probabilmente che la civilt orientale si basava su una concezione
religiosa ben definita, che sopravvisse a tutti i mutamenti di
circostanze e salv gli uomini dal cadere nellinazione dello sconforto.

Ma la storia della civilt occidentale fu diversa. Essa appartenne a
piccoli gruppi separati, piccole unit sociali e politiche, che si unirono
a formare una citt-stato; e dentro le citt-stato la civilt era ancora
una cosa individuale, limitata a pochi eletti. Essa era nata nella lotta:
lotta contro i nemici esterni e lotta entro lo stato, in difesa di certi
ideali. Il fine della guerra contro i nemici esterni era lindipendenza
politica; il conflitto interno era ispirato dal desiderio di condizioni di
vita migliori, pi perfette, pi giuste, nonostante che ognuno, senza
dubbio, avesse la propria concezione della giustizia. Fede
nellonnipotenza delluomo, nella sua ragione e nel potere che ha la
ragione di risolvere tutti i problemi sia pratici sia strettamente
filosofici e scientifici: questa fede ispir gli uomini e rese loro
possibile porre le basi di ci che definiamo orientamento scientifico
dello spirito.
CONTINUA
A ci si aggiungevano meravigliose doti artistiche, che resero capaci
questi uomini di rivestire i loro ideali di forme visibili e produrre
capolavori nel campo letterario ed artistico.

Nella storia delle pi antiche citt-stato greche questa civilt creata da
una minoranza era propriet comune di tutti i cittadini veri e propri, ma
si estendeva anche a tutti gli abitanti della citt, compresi gli schiavi.
Ma lo sviluppo economico produsse col passare del tempo una
frattura netta nella societ, dividendo le popolazioni delle citt greche
in due gruppi costantemente in lotta luno contro laltro. i migliori ed
i peggiori, che si possono generalmente identificare con i ricchi e i
poveri. Cos a poco a poco la civilt rimase circoscritta ai suoi creatori
e alla classe alla quale essi appartenevano. Essa divenne la civilt
della sola aristocrazia.

Quando, dopo la morte di Alessandro Magno, la civilt della citt-stato
greca sopraffece la civilt orientale e ne prese il posto; quando gli
abitanti delle citt-stato nuove e vecchie divennero la classe
dominante in Oriente, allora la civilt greca fior pi rigogliosa che mai.
Infatti allattivit creativa intellettuale greca si apr un campo pi vasto
con laumento del numero delle citt.
CONTINUA
Ma questa civilt era ancora limitata a pochi eletti; e ci si dimostr
vero in modo particolare in Oriente, dove la massa del popolo non
accett mai completamente una organizzazione che le era estranea e
incomprensibile. In Grecia, frattanto, la guerra di classe si era fatta
ancor pi accanita, e questo, insieme con la tendenza greca al
separatismo, fu la causa dellinsuccesso finale delle citt-stato nella
lotta contro i monarchi che avevano ereditato il potere di Alessandro.
Tuttavia esse non si arresero mai definitivamente allautocrazia
ellenistica, e col passar del tempo aument il numero delle citt
greche che godevano di unindipendenza parziale o completa.


La citt-stato greca perdette completamente la sua libert quando la
Grecia fu sottomessa da Roma; e la conquista fu preceduta da un
lungo periodo di anarchia politica e sociale. Nonostante la sua civilt
superiore, nonostante i suoi meravigliosi trofei intellettuali ed artistici,
la Grecia divenne schiava di uomini che essa considerava barbari. Nei
disordini che precedettero la conquista romana e nellapatia che ne
segu, le vittime principali furono gli uomini migliori, quelli che ancora
conservavano gli ideali della libert greca. Tali uomini, pi di tutti gli
altri, furono soggetti a quel mutamento di mentalit pi indietro
ricordato. Essi arrivarono a non credere pi nella ragione; i loro ideali
furono calpestati ed essi o affondarono nel pantano di un basso
materialismo o cercarono la salvezza in religioni mistiche.
CONTINUA
Ma essi trovarono i loro successori in Occidente: uomini guidati
dagli stessi ideali e dalla stessa fede intellettuale e retti dalle stesse
istituzioni politiche. La citt-stato greca fu sostituita dalla citt italica
e da Roma, che era a capo di una alleanza fra queste citt.
Laristocrazia romana ricevette la fiaccola della civilt dalla Grecia, e
prosegu secondo lo stesso indirizzo la missione della Grecia
aggiungendovi, nel corso della sua evoluzione, le qualit che le
erano proprie. Ma Roma fu qualcosa di pi di una citt-stato: fu una
citt che governava un impero: per ogni cittadino aveva centinaia di
sudditi. In Roma stessa, laristocrazia che aveva creato la nuova
civilt italica dovette subire le lotte interne che avevano diviso la
Grecia. Ma finch Roma combatt per il predominio politico nel
mondo antico, la divisione delle classi entro lo stato rimase nello
sfondo o per lo meno non caus spargimenti di sangue. Non appena
per essa divenne signora del mondo, il potere degli uomini
migliori, degli optimates o aristocrazia, fu attaccato dai cittadini
comuni.
CONTINUA
Essi lottarono per una migliore e pi giusta distribuzione della
propriet e per una forma pi democratica di governo. Questa lotta
sanguinosa dur ottanta anni e laristocrazia ne usc sconfitta e
demoralizzata. Essa venne sostituita dalla classe media italica, alla
quale tocc allora il compito di tenere alto il vessillo della civilt.

La classe media pag cara la vittoria. Per quanto la costituzione
municipale e la libert dei cittadini almeno in apparenza e per il
momento fossero conservate, tuttavia una sovrastruttura nuova, nella
forma del potere imperiale, prevalse sullo stato. Avvenne allora che la
libert non la libert politica, ma la libert di pensiero e di creazione
che gli spiriti nobili apprezzavano ancora di pi and costantemente
diminuendo; e lo stesso concetto della libert si abbass fino a
significare la sottomissione volontaria di tutti ad uno solo, anche se
questi era il migliore tra i migliori, anche se questi era il princeps. E
anche questa libert apparteneva solo a coloro che possedevano il
titolo di cittadini romani: agli altri milioni di uomini sparsi nellimpero
anche questombra di privilegio era negata.
CONTINUA
Laffermarsi dellimpero fu accompagnato da nuovi progressi del
genio creativo. Ma a questo progresso mancava lentusiasmo e la
forza che avevano contraddistinto lopera delle citt greche e anche
della Roma repubblicana. Fin dagli inizi vi si notano i segni della
stanchezza e della disillusione, segni caratteristici di unepoca post-
rivoluzionaria; e pi tardi, nella calma atmosfera della pace, dellordine
e della prosperit, sempre pi evidenti si fanno le tracce di debolezza,
e scompare ogni energia vitale. Le classi pi alte, ad eccezione delle
famiglie senatoriali che gli imperatori avevano perseguitato e
sterminato, conducevano una vita quieta e comoda. Sotto la tutela
dellimperatore esse non avevano nessun bisogno di preoccuparsi del
domani. Roma non aveva rivali n la civilt romana competitori. Che
Roma, la sua civilt, e la sua organizzazione politica fossero tutte
ugualmente immortali, era opinione generale. Non cera nessuno con
cui combattere e nulla per cui combattere. Lo stesso imperatore
predicava alla comunit la pace e non la lotta. Che cosa si doveva
cercare quando tutto era a portata di mano? Inoltre, la ricerca del
nuovo era pericolosa e poteva causare molti dolori a colui che la
intraprendesse.
CONTINUA
In questa atmosfera di soddisfazione indolente le classi privilegiate,
e specialmente la classe media urbana, finirono per trovare il proprio
ideale nel piacere, nella corsa al guadagno, e nel raggiungimento,
per s e per i familiari, dei vantaggi materiali della civilt. Gli uomini
divennero egoisti e si compiacquero soltanto dellozio e del
divertimento. In siffatta epoca di ristagno, e di sterilit, gli spiriti
migliori provarono disgusto per la vita e la trovarono piena di difetti;
e quando scoprirono che questo atteggiamento non conduceva a
niente, perdettero la fede nel potere della ragione, quella ragione
che li deludeva in ogni campo, mentre intanto la tutela e il controllo
dellimperatore si facevano pi saldi. Il genio creativo si inarid; la
scienza ricalc il cammino gi percorso. Lopera di compilazione
sostitu la ricerca originale; non si ebbe pi alcuna manifestazione
originale nel campo dellarte, ma si udivano solo echi del passato,
perfetti nella forma, ma vuoti di senso; ed anche la penna, lo
scalpello e il pennello produssero opere brillanti, capaci di attrarre e
divertire lo spirito, ma non di elevarlo ed ispirarlo.
CONTINUA
Coloro che non vollero arrendersi si rifugiarono nella religione. Essi
cercavano la liberazione dalla meschinit della vita pratica nella
contemplazione di Dio e nella comunione con il mondo invisibile.
Non potendo operare per gli altri o lottare per il trionfo di una grande
causa, si ripiegarono completamente su se stessi, assumendo come
ideale il raggiungimento della perfezione, il costante sviluppo del
loro io morale, e spirituale. Sotto la brillante apparenza dellimpero
romano si sente il venir meno dello slancio creativo e il disprezzo
per esso; si sente la stanchezza e lindifferenza che minarono non
solo la cultura dello stato, ma anche la sua organizzazione politica,
la sua forza militare ed il suo progresso economico. Un sintomo di
questa indifferenza il suicidio della razza il rifiuto della
continuazione della specie. Il reclutamento delle classi superiori
avveniva dallesterno, non dallinterno, ed esse si estinsero prima di
avere il tempo di trasmettere alle generazioni successive il
patrimonio culturale.



CONTINUA
Ma non tutti i sudditi dellimpero godevano di questa vita facile e
civile, ricca di cultura. La cultura si limitava a una minoranza, alla
classe cittadina benestante. vero che i componenti di questa
minoranza aumentarono notevolmente di numero in questo periodo:
dovunque sorsero citt nuove fra i Celti, fra gli Iberi, fra gli Illiri, fra i
Traci e fra i Berberi in Occidente; sulle colline e nelle valli dellAsia
Minore e della Siria e nelle pianure dellArabia, in Oriente.

Ma questo aumento numerico deve essere considerato in relazione ad
altri fatti. Il proletariato urbano degli schiavi e dei liberti cresceva con
la stessa rapidit, se non pi rapidamente; e altrettanto avveniva della
popolazione rurale. Nessuna di queste classi condivideva la vita
oziosa ed opulenta delle classi superiori: loro retaggio era il lavoro e
una condizione molto vicina alla miseria. La civilt degli abitanti della
citt non era fatta per loro: si chiamavano fortunati se potevano
raccoglierne le briciole. Cos lincapacit e lindolenza delle classi
dirigenti caus una nuova crisi sociale ed economica nellimpero.
CONTINUA
Gli imperatori pi acuti compresero il pericolo, ma era un compito difficile ed
anche pericoloso quello di cercare di scuotere le classi pi alte dalla loro
apatia; e daltro canto la resistenza passiva, ma ostinata, di queste classi rese
quasi impossibile sollevare liberamente le masse ad un livello superiore.

Lo sviluppo di questi stati danimo lapatia dei ricchi e lo scontento dei poveri
fu in un primo tempo lento e segreto. Ma esso divenne improvvisamente
acuto quando limpero fu costretto, dopo quasi due secoli di pace e di
tranquillit, a difendersi contro i nemici esterni. I tempi richiedevano grandi
riserve di entusiasmo. Ma non si pot scuotere i ricchi dalla loro indifferenza; e
i poveri, vedendo la incapacit e la debolezza di coloro che erano loro
superiori, e sentendosi esclusi da ogni partecipazione alla loro soddisfazione
pigra ed indolente, si sentivano ricolmi di odio e di invidia. Comprendendo
questo disagio interno dello stato, gli imperatori cercarono di obbligare i
sudditi a difendere limpero e la sua civilt. La forza dellautorit gravava
ugualmente su tutte le classi. Per salvare limpero, lo stato cominci a vessare
e a rovinare la popolazione, abbassando i potenti, ma non sollevando gli umili.
Di qui sorse la catastrofe sociale e politica del III secolo, in cui lo stato,
appoggiandosi allesercito o, in altre parole, alle classi inferiori, sconfisse le
classi ricche e le lasci umiliate e impoverite. Questo fu un colpo letale per la
civilt aristocratica e urbana del mondo antico.
4 ACCEZIONI-SPECIFICAZIONI
DEL TERMINE AMBIENTE
La letteratura sociologica ambientale disvela 4 accezioni
del termine ambiente:
1. lambiente naturale= sono le aree selvagge, i
giacimenti minerari, gli oceani;
2. lambiente costruito= lambiente costruito da case,
edifici, sistemi territoriali di comunicazione;
3. lambiente costruito= quello costituito da case,
edifici, sistemi territoriali di comunicazione;
4. lambiente modificato= mostra una graduazione di
alterazioni prodotte dalluomo e comprende laria e
lacqua alterate-inquinate dalle attivit umane, i paesaggi
frutto di modificazioni, i laghi artificiali, i campi coltivati;
CATTON E DUNLAP
Questa distinzione diventa pi complessa
quando lambiente viene riguardato
attraverso la rete dei nessi che lo
connettono al sistema sociale cio con
attori, processi e strutture;
Sorge il problema del Determinismo
Ambientale;
Il Determinismo
Il Determinismo quella concezione filosofica secondo
la quale, ogni evento o fenomeno delluniverso il
risultato meccanico, e quindi inevitabile di fattori
precedenti o di condizioni complessive determinanti;
Tuttavia in questo contesto i sociologi Dunlap e Catton
(1983) ci spiegano che le relazioni sociologiche sono
quasi sempre probabilistiche o stocastiche piuttosto che
deterministiche;
Probabilistiche perch escludendo la certezza reale ed
assoluta si riconosce un certezza relativa, consentendo
in questo caso il criterio del plausibile, del probabile;
continua
Questa forma di determinismo ambientale
si trasforma in determinismo
costruttivistico, che riporduce sul piano
metodologico ed anche epistemologico,
una forma raffinata ed aggiornata di
antropocentrismo;
LE SCIENZE SOCIALI
La scienza una attivit storica perch risente delle variabili storiche
delle epoche in cui si sviluppa e umana, quindi non assolutamente
dogmaticamente al di fuori ed al di sopra dei vari contesti storici e
sociali;
Una attivit linguistica di tipo cognitivo cio scienza come prodotto:
empirica (lEmpirismo la conoscenza della esperienza, lipotesi un
asserto limitato), decidibile (la decidibilit consiste nel disporr,
nellimmediato o in un secondo momento, di procedure atte a dirimere
la questione, procedure tali in virt delle quali un asserto pu essere
accettato o rifiutato; il ricercatore avr buone ragioni per condividere
o negare un asserto, rifacendosi a delle buone ragioni non a criteri di
falsit o verit;
Decidibile secondo modalit logico linguistiche cio tutti gli uomini
non sposati sono celibi laccettabilit di questo asserto data dalluso
di una modalit logica) o empirico osservative( questa penna rossa
ma se io vedo che la penna blu e non rossa,in virt di una modalit
verifico linaccettabilit dellasserto), e che si realizza attraverso
procedure pubbliche, ripetibili e controllabili dalla comunit dei
competenti;
CHE COSA METAFISICO?
E metafisico un enunciato che non ha natura
osservativa; empirica+lavoro intellettuale: questa
associazione di fondamentale importanza;
La Metodologia: la scienza che si occupa del
problema della validit dei giudizi, delle procedure e
del linguaggio di ciascuna disciplina scientifica;
La Gnoseologia: si occupa del problema della
conoscenza in generale;
La Epistemologia: si occupa del problema della
conoscenza scientifica;
La Metodologia: si occupa del problema della
validit dei giudizi;

IL REALISMO
Catton e Dunlap richiamo lattenzione ad
un Realismo Hard, cio i fatti ambientali
possono essere trasformati in fatti sociali
in via perception, essi segnalano
contemporaneamente che lambiente
fisico pu influenzare gli esseri umani e
quindi specifichiamo noi, gli attori sociali, i
gruppi ecc., perfino anche quando essi
non sono consapevoli di tale influenza;

continua
Il monossido di carbonio uccide anche quando
non viene percepito; anzi,i suoi effetti letali
agiscono soprattutto quando esso non viene
percepito;
Dunlap e Caton, infatti, riconoscono la possibilit
che lambiente fisico possa influenzare il
comportamento sociale anche per vie non
dirette e cio attraverso la mediazione della
cultura e della percezione
continua
Sta di fatto che dalla prima formulazione che
vede il complesso sociale, lambiente bio-fisico
ed il sistema delle loro interazioni,si arriva ad
una formulazione ben pi estesa;
Dai primi anni settanta si produce negli Stati
Uniti una iniziativa di ricerca sociologica,
politologica ed economica, che costituisce una
risposta sia pur parziale sul piano delle scienze
umano-sociali alla crisi ambientale e alle
preoccupazioni pubbliche da essa generate;
RISCHIO, CULTURA,
COMUNICAZIONE
TRA I DIRITTI UMANI VE N
UNO RPIORITARIO, NON
NEGOZIABILE. IL DIRITTO ALLA
VITA

( A. Palazzo, La rivoluzione
ecocentrica, 1989)
A. MARTINET
DIREMO CHE DOTATO DI
INFORMAZIONE TUTTO QUELLO
CHE HA COME EFFETTO LA
RIDUZIONE DELLINCERTEZZA,
GRAZIE ALLELIMINAZIONE DI
CERTE POSSIBILIT
(A. Martinet, Elements de
linguistique gnrale, 1960)
IL PRA
Il PRA il Probabilistic Risk Analysis,o
PRA, e che costituisce lambito di ricerca
di pi sviluppato e pi istituzionalizzato cui
fanno riferimento con maggiore frequenza,
come base di conoscenza scientifica, gli
atti di decisione pubblica e lelaborazione
di politiche di gestione;

La formula del rischio
La costruzione di stima del rischio, vale a dire la
determinazione della portata del danno,infatti, si
basa sullassunzione che il rischio reale risulti
dal prodotto della probabilit di un evento per
lentit delle conseguenze dannose:
R=PxC, laddove venga introdotto il tempo,
laddove cio la probabilit dellevento
considerato venga rapportata ad una
delimitazione del tempo attraverso
lindividuazione di un periodo determinato, si
avr una seconda equazione:
R=P/T;
continua
Lultima definizione del rischio il prodotto
della frequenza di un evento X per lentit
delle conseguenze dannose, riprendendo
Campbell 1980, citato in Douglas 1985;
IL RISCHIO COME
COSTRUZIONE SOCIALE
La tematizzazione della percezione
sociale del rischio trova la sua genesi nella
rielaborazione intellettuale di
preoccupazioni, angosce e conflitti che si
generano presso gli attori sociali, nelle
strutture e nelle dinamiche della societ;
QUAL IL LIVELLO
ACCETTABILE DI RISCHIO?
Poich esistono nella societ gruppi sociali che
percepiscono in modo diverso il rischio e poich
essi possiedono e/o elaborano culture diverse
del rischio (ad esempio gli esperti, gli
amministratori, gli ambientalisti, i gruppi
professionali, la gente comune), quale deve
essere, se deve esserci, il gruppo percettore di
riferimento? Come si distribuiscono nel sistema
sociale i rischi e le capacit-possibilit di gestirli,
di controllarli, evitarli?;
MARY DOUGLAS
Lantropologa inglese asserisce che:
La percezione del rischio dipende dal
sistema sociale; gli individui utilizzano i
pericoli dellambiente per sostenere il
sistema sociale nel quale essi sono
coinvolti criticando o discolpando i
propri simili per ave assunto o per aver
evitato dei rischi ;
MARY DOUGLAS
Laspirazione a determinati oggetti, anche se
non necessariamente assurti a status symbol,
uniforma,omologa stili di vita;
Douglas sostiene che i beni consumo, rientrano
nella realizzazione degli obiettivi dellindividuo; i
livelli di consumo sono determinati socialmente,
da questo punto di vista lacquisizione di
determinati beni funzione da fattore identificante,
assume una valenza simbolica che promuove,
facilita un processo di identificazione
autopercepito ed eteropercepito;

CONTINUA
La nostra vita tutta costellata di oggetti
che sono elementi di identificazione,
manifestazione di identit. Questi sono
elementi rivelatori didentit sia di status
sia di gusto che convivono allinterno di
altre identit ascritte ed acquisite;

CULTURA E ANTROPOLOGIA
CULTURALE
LAntropologia Culturale una delle 3 Scienze
Sociali di base cio quella che si propone alle
conoscenze teorico dei fenomeni culturali e lo
studio del manifestarsi di questi negli individui e
nei gruppi umani;
Per Cultura si intende quella concezione della
realt e quella sensibilit ad essa, socialmente
acquisita o indotta, che orienta gli individui nelle
diverse situazioni che si offrono loro nel corso
dellesistenza. Esse si costituiscono nei gruppi
sia per effetto delle esperienze, sia per effetto
della tradizione;

CONTINUA
La concezione antropologica di cultura differisce
da quella formatasi alla luce degli studi
etnologici. Lambito della disciplina etnologica il
termine cultura sta per indicare ogni prodotto
dellattivit umana di un gruppo sociale, cio
linsieme dei modi di soluzione dei problemi
esistenziali, ereditato, accettato, sviluppato del
gruppo stesso. Insieme che comprende tanto il
sistema di organizzazione sociale, quanto la
tecnologia, i prodotti materiali dellattivit, la
religione e larte;

LANTROPOLOGIA CULTURALE
LANTROPOLOGIA CULTURALE una
delle scienze antropologiche. Queste
studiano luomo sotto il profilo bio-
fisico e bio-ambientale, nel manifestarsi
di sue peculiari attivit o modi di essere
come la linguistica, la preistoria,
letnografia, lantropologia culturale;

IL RISCHIO DELLA CERTEZZA
Certezza, centrismo, pregiudizi;
I percorsi della nostra stessa vita quotidiana sono
insidiati da tale sicurezza. La mente guidata della
certezza non ci fornisce sempre mezzi adeguati a
evitare deviazioni, inganni ed illusioni che talvolta o
pacano o stravolgono le conoscenza da semplice
percezione della realt. I pregiudizi che vestono
falsamente gli araldi della saggezza presentandosi
cos camuffati alla nostra coscienza e stravolgendo
la nostra ragione tanto da convincerla ad operare in
modi che potrebbe rifiutare. Le cause delle
ingiustizie, dei rancori e delle invidie che
costituiscono lhumus da cui i pregiudizi si
sviluppano;

LE TRE SCIENZE SOCIALI
Sono lAntropologia Culturale, la Psicologia
Sociale e la Sociologia;
Un gruppo di antropologi italiani dal 1957 al
1958 presentarono al Primo Congresso
Italiano di Scienze Sociali un documento
intitolato Appunti per un memorandum,
tendente a definire la posizione della
Antropologia Culturale nel quadro delle
Scienze Sociali, come scienze delluomo;

LANTROPOLOGIA
LAntropologia studia il piano
economico, sociologico e culturale,
mentre la psicologia studia
linterazione del livello biologico umano
con il livello sociale e con lambiente
ecologico nella psiche individuale;

IL DETERMINISMO AMBIENTALE
Lipotesi che lambiente fisico condizioni la vita e
la cultura delle comunit umana stata discussa
da alcuni autori come Montesqiue (1689-1755),
il Taine (1828-1893), il Buckle;
Il Primo etnologo a ritenere che lambiente fisico
abbia importanza notevole sullo sviluppo delle
civilt e sulle culturale fu Federico Ratzel (1844-
1904), fondatore dellAntropogeografia;

IL DETERMINISMO AMBIENTALE
SECONDO GOLDENWEISER
Alcuni autori hanno manifestato il loro dissensi dalle imprecise
affermazioni degli ambientalisti come il Goldenweiser, egli
scrive che la presenza di alcune materie prime fornisce uno
stimolo alla loro utilizzazione da parte di coloro che abitano
lambiente in cui esse si trovano, ma non sempre lo stimolo
viene tradotto in applicazioni concrete;
Cio la natura pu fornire alluomo le materie prime per
lesplicazione di determinate attivit per agevolarlo come pu
porgli dei limiti. Nel creare la propria cultura luomo non
succube della natura, anche se ne subisce linfluenza. Non ci si
pu aspettare che gli abitanti del Tibet, lontani dal mare siano
marinai,ma la vicinanza del mare a volte non crea popoli
marinai;

GOLDENWEISER
Egli rivolge la critica anche a quegli
Autori che intendono spiegare la
psicologia di un popolo in relazione
allambiente nel quale esso vive, anche
qui vale il principio che non la natura
che forgia luomo ma luomo che usa
la natura per i suoi fini e che da un
senso ed un orientamento personale
alle proprie manifestazioni;

CONTINUA
Sullo stesso piano pure la critica a coloro
che intendono caratterizzare secondo
lambiente, le tendenze artistiche o religiose
di un popolo. Il Goldenweiser osserva che
nellItalia medioevale e rinascimentale, nella
Germania prima delle guerre franco
prussiane, vi furono situazioni politiche
analoghe a quelle della Grecia, pur essendo
differenti le condizioni geografche;

EDILIZIA ABITATIVA

Edilizia abitativa Attivit diretta alla
pianificazione, alla programmazione e alla
costruzione di fabbricati destinati all'uso
abitativo. Ai nostri giorni l'edilizia abitativa
riveste un'importanza prioritaria nelle
politiche sociali dei governi, in quanto
deve contemperare esigenze ambientali,
economiche, politiche e sociali.

CENNI STORICI
CENNI STORICI

Le prime indicazioni su materiali e norme da seguire per costruire
adeguatamente una casa si ritrovano sul Codice di Hammurabi.
Nell'antica Grecia e nell'impero romano, e fino al Medioevo, la
pianificazione urbana si occupava quasi unicamente di individuare
siti adatti alle esigenze della difesa e all'approvvigionamento idrico.

Nell'Europa del XIII secolo le citt si trasformarono in centri di
scambio commerciale, dotati di mura che servivano a difendere gli
abitanti dagli assalti e dai saccheggi dei nemici, degli eserciti e delle
trib nomadi. Cos, mentre le aree rurali diventavano sempre pi
inospitali e pericolose, le citt divennero ben presto simbolo di
sicurezza e protezione. La popolazione urbana crebbe
considerevolmente, e le abitazioni edificate per ospitarla vennero
costruite in modo disordinato, senza alcuna pianificazione

LURBANIZZAZIONE IN Et
MODERNA
Un altro grande impulso all'urbanizzazione in et moderna si
ebbe con la rivoluzione industriale dell'Ottocento. Le citt non
erano tuttavia in grado di accogliere adeguatamente le masse
di contadini che vi si trasferivano, e la popolazione urbanizzata
si insedi in case malsane, prive di acqua, poco luminose, in
condizioni igieniche inaccettabili anche per gli standard di quei
tempi. Friederich Engels fu tra i primi a denunciare tale
situazione nel suo saggio La condizione della classe operaia in
Inghilterra (1845).

Nella societ postindustriale del XX secolo, la casa continua a
rappresentare un problema irrisolto per numerose fasce
particolari della popolazione (giovani, anziani, poveri, disabili,
malati mentali, extracomunitari ecc.). I casi limite sono
rappresentati dalle bidonville, agglomerati di baracche situati
solitamente ai margini delle metropoli.

CONTINUA
In epoca contemporanea la progettazione dei complessi
residenziali non concepita solo per soddisfare esigenze
primarie (come il riparo e la sicurezza). Un'adeguata
pianificazione deve possedere alcuni requisiti essenziali: 1) la
vicinanza delle abitazioni ai luoghi di lavoro, ai servizi e alle
attivit commerciali, scolastiche e culturali; 2) il rispetto
dell'ambiente, nel senso che le esigenze abitative devono
armonizzarsi con i vincoli posti dal territorio; 3) la conformit
estetica ai gusti dominanti: si devono costruire edifici e
quartieri di aspetto piacevole e nel contempo funzionali e adatti
a coloro che vi abitano; 4) il valore immobiliare: l'abitazione
deve rappresentare un investimento finanziario sicuro, affinch
il capitale investito non si svaluti nel tempo.



LE POLITICHE DELLA CASA IN
VARI PAESI
Rinnovamento urbanistico Negli anni Quaranta, in
molte citt furono avviati piani di ristrutturazione
urbanistica intesi a migliorare le condizioni dei
quartieri degradati. Le facciate vennero ricostruite, le
strade ripavimentate e le strutture portanti rinforzate.
Sfortunatamente, gli interventi non tennero conto
delle esigenze dei cittadini, che nella maggior parte
dei casi si videro costretti a cercare alloggio altrove
perch le migliorie apportate aumentarono il valore
degli immobili e quindi l'affitto richiesto dai
proprietari. Oggi, la pianificazione urbanistica prende
seriamente in considerazione i fattori ambientali e
umani prima di dare inizio a un programma di
ristrutturazione. Nella foto, South Street Seaport, a
New York, prima e dopo l'intervento di recupero
edilizio.Ray Ellis/Photo Researchers, Inc. Rafael
Macia/Photo Researchers, Inc.

CONTINUA
Le politiche sociali per la casa nell'Europa occidentale sono
profondamente diverse a seconda del paese considerato. In
Gran Bretagna, ad esempio, le prime politiche abitative
risalgono alla seconda met del XIX secolo, quando si
iniziarono a demolire i quartieri fatiscenti e malsani di cui
Engels aveva denunciato l'esistenza. Un impulso indiretto in tal
senso venne anche dai bombardamenti delle due guerre
mondiali. La struttura urbanistica di alcuni quartieri della
Londra odierna, costituita quasi interamente da piccole
abitazioni monofamiliari con giardino, dovuta all'ingente
sforzo di ricostruzione postbellica. Negli anni Settanta risultava
che circa un terzo delle abitazioni in Gran Bretagna era stato
costruito con sovvenzioni statali, mentre negli Stati Uniti tale
percentuale era del 2%. In altri paesi, come la Francia, la
Germania e l'Olanda, le politiche per l'edilizia abitativa
assunsero la forma di tassi bancari agevolati (o addirittura
senza interessi) per l'erogazione del mutuo.


IL RINNOVAMENTO
URBANISTICO
Rinnovamento urbanistico
Negli anni Quaranta, in molte citt furono avviati
piani di ristrutturazione urbanistica intesi a
migliorare le condizioni dei quartieri degradati. Le
facciate vennero ricostruite, le strade ripavimentate
e le strutture portanti rinforzate. Sfortunatamente, gli
interventi non tennero conto delle esigenze dei
cittadini, che nella maggior parte dei casi si videro
costretti a cercare alloggio altrove perch le
migliorie apportate aumentarono il valore degli
immobili e quindi l'affitto richiesto dai proprietari.
Oggi, la pianificazione urbanistica prende
seriamente in considerazione i fattori ambientali e
umani prima di dare inizio a un programma di
ristrutturazione. Nella foto, South Street Seaport, a
New York, prima e dopo l'intervento di recupero
edilizio.
LE POLITICHE SOCIALI
Le politiche sociali per la casa nell'Europa occidentale sono
profondamente diverse a seconda del paese considerato. In
Gran Bretagna, ad esempio, le prime politiche abitative
risalgono alla seconda met del XIX secolo, quando si
iniziarono a demolire i quartieri fatiscenti e malsani di cui
Engels aveva denunciato l'esistenza. Un impulso indiretto in tal
senso venne anche dai bombardamenti delle due guerre
mondiali. La struttura urbanistica di alcuni quartieri della
Londra odierna, costituita quasi interamente da piccole
abitazioni monofamiliari con giardino, dovuta all'ingente
sforzo di ricostruzione postbellica. Negli anni Settanta risultava
che circa un terzo delle abitazioni in Gran Bretagna era stato
costruito con sovvenzioni statali, mentre negli Stati Uniti tale
percentuale era del 2%. In altri paesi, come la Francia, la
Germania e l'Olanda, le politiche per l'edilizia abitativa
assunsero la forma di tassi bancari agevolati (o addirittura
senza interessi) per l'erogazione del mutuo.

CONTINUA
Nell'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche e nei paesi
dell'Europa orientale, dove era forte il dirigismo economico,
l'edilizia abitativa fu invece delegata esclusivamente
all'intervento statale. Questi paesi divennero pionieri nella
produzione e installazione di case prefabbricate, ovvero di
costruzioni interamente assemblate nelle fabbriche e
successivamente trasportate nei luoghi prescelti per
l'insediamento. Gli edifici venivano montati in modo da formare
complessi multifamiliari. In Russia numerosi insediamenti
urbani si installarono intorno ai complessi industriali e alle
centrali elettriche o nucleari. Negli anni Cinquanta, anche in
alcuni paesi del Terzo Mondo furono adottate politiche di
edilizia abitativa: a Manila e a Baghdad, ad esempio, vennero
abbattuti in modo sistematico tutti i quartieri degradati. Durante
gli anni Sessanta vennero anche costruite citt interamente
nuove, come Brasilia. Molte di queste strategie urbanistiche
risultarono tuttavia poco efficaci, poich generarono nuove
forme di povert e di degrado urbano.


Riflessioni sull'accesso
all'informazione ambientale in
ottica internazionale, europea e
nazionale
Nel 1972, con ladozione della Dichiarazione di Stoccolma, per la prima
volta la comunit internazionale afferma limportanza delleducazione
e dellinformazione ambientale quali strumenti essenziali per la tutela
e la valorizzazione dell' ambiente umano, tuttavia solo nellultimo
decennio ne comprende limportanza per una reale e concreta politica
di tutela e salvaguardia dellambiente.

Cos nel 1990 veniva firmata la Carta Europea di Parigi con cui la
comunit internazionale si impegnava a promuovere la
consapevolezza e leducazione dellopinione pubblica in merito
allambiente, la pubblica informazione dellimpatto ambientale delle
politiche, dei progetti e dei programmi. Sempre nello stesso anno si
tenne il Forum di Siena sul diritto internazionale dellambiente in
occasione del quale venne indicata la necessit non solo, di favorire il
miglioramento della raccolta, dellelaborazione, e della divulgazione
dei dati in materia ambientale, ma anche di sviluppare una politica di
istruzione ambientale per consentire la partecipazione effettiva e
lassolvimento delle responsabilit individuali riguardo allambiente.


CONTINUA
Nel 1995 la Commissione economica delle Nazioni Unite per lEuropa
al fine di fornire agli Stati un aiuto concreto nella formulazione delle
normative nazionali in materia ambientale adotta le Linee guida
sullaccesso allinformazione ambientale e la partecipazione pubblica
ai processi decisionali in materia ambientale; tale documento, pur
non costituendo una normativa giuridicamente vincolante, dispone
che qualsiasi persona fisica e giuridica dovrebbe aver accesso alle
informazioni, indipendentemente dalla cittadinanza, nazionalit o
domicilio e senza dover dimostrare un interesse giuridico al fine del
rilascio dei dati, ed indica cosa di debba intendere per informazione:
ogni dato, in qualsiasi forma esso si presenti, relativo a risorse
naturali, attivit dannose per lambiente e le politiche dirette a
proteggerlo.

Il documento adottato prende anche in considerazione il diritto del
pubblico di partecipare ai processi decisionali in materia ambientale
sollecitando gli Stati a rendere effettiva la partecipazione fin dallinizio
dei processi decisionali, a riconoscere il diritto dei cittadini di essere
sentiti durante lo svolgimento della procedura, e il diritto di disporre di
un tempo ragionevole per esporre osservazioni e commenti.


CONTINUA
Al termine della Conferenza di Rio vengono adottate la Dichiarazione
di Rio e lAgenda XXI: il primo documento precisa che il miglior modo
di trattare le questioni ambientali quello di assicurare la
partecipazione di tutti i cittadini a diversi livelli interessati, e per
raggiungere tale obbiettivo auspica che ciascun cittadino abbia un
adeguato accesso alle informazioni relative allambiente, comprese le
informazioni concernenti le sostanze e le attivit pericolose, che si
trovino in possesso delle autorit pubbliche, nonch la possibilit di
partecipare ai processi decisionali; lAgenda XXI sottolinea
limportanza dellistruzione, della sensibilizzazione e della formazione
del pubblico in materia ambientale e la sua partecipazione ai processi
decisionali; promuove, inoltre, listituzione di procedure giudiziarie e
amministrative volte a permettere il ricorso e il risarcimento del danno
causato da azioni concernenti lambiente che si dimostrino illecite o
lesive dei diritti riconosciuti dagli ordinamenti.

Anche a livello comunitario la problematica relativa alla tutela
dellambiente e dellaccesso allinformazione ambientale hanno
assunto rilievo solo in un periodo relativamente recente; in effetti nei
Trattati istitutivi delle Comunit Europee la tutela dellambiente non
era ricompresa tra le materie espressamente
disciplinate.
CONTINUA
Nel Trattato CECA si parla di protezione dellambiente con
riferimento allambiente di lavoro prevedendo il
sovvenzionamento di attivit di ricerca relative allambiente di
lavoro ed i lavoratori in unottica di miglioramento della qualit
della vita del settore architettonico ed urbanistico senza,
tuttavia, prevedere in capo agli Stati poteri di controllo
dellinquinamento. Nel Trattato Euratom il terzo capitolo
dedicato interamente alla protezione dalla contaminazione
radioattiva e attribuisce ampi poteri alla Commissione per
unazione di protezione ambientale nel settore dellenergia
nucleare favorendo, peraltro, unintensa attivit di ricerca sugli
effetti delle sostanze radioattive e delle radiazioni ionizzanti
sulluomo e sullecosistema; risulta chiara, tuttavia, la
settorialit dellintervento che ostacola la realizzazione di una
vera politica ambientale comunitaria. Da ultimo nella versione
originale del Trattato istitutivo della Comunit Economica
Europea non si riscontra nulla di tutto ci e non sono previsti
poteri dazione specifici per interventi in questo settore da
parte delle istituzioni comunitarie.



CONTINUA
E negli anni 80 che la problematica relativa al diritto allinformazione
ambientale viene ad acquisire sempre maggior rilievo, in coincidenza
con lintroduzione, nellAtto Unico Europeo, dellart. 130 R il quale
afferm che lazione della Comunit in materia ambientale si fondata
sui principi dellazione preventiva e della correzione, innanzitutto alla
fonte, dei danni causati allambiente nonch sul principio di chi
inquina paga. Successivamente con il Trattato di Maastricht lart.
130 R dichiar che la politica comunitaria in campo ambientale mira ad
un elevato livello di tutela che ha il suo fondamento sui principi della
precauzione, della prevenzione, della correzione nonch sul principio
di chi inquina paga; il diritto allinformazione ambientale veniva,
dunque, inquadrato nellambito del principio dellazione preventiva.

Il decennio 1980-90 si caratterizza sia per lemanazione di una serie di
direttive, che sebbene non abbiano ad oggetto il diritto
allinformazione ambientale, dettano principi che hanno ripercussioni
in questo settore, sia per la presenza di una serie di documenti di tipo
programmatico in tema di diritto allinformazione ambientale e pi
precisamente la direttiva del Consiglio 90/313/CEE concernente la
libert di accesso allinformazione in materia ambientale ed il
regolamento del Consiglio 1210/90 relativo allistituzione dellAgenzia
europea dellambiente e della rete europea di informazioni e di
osservazione in materia
ambientale.
CONTINUA
Nel 1990 il Consiglio adott il regolamento 1210/90 con cui
veniva istituita lAgenzia Europea per lAmbiente e la rete
europea dellinformazione e di osservazione ambientale il cui
obbiettivo fondamentale quello di fornire i dati direttamente
utilizzabili nellattuazione della politica della Comunit in
materia ambientale, nonch la creazione, in collaborazione con
gli Stati Membri, di una rete europea di informazione e di
osservazione in materia ambientale con lo scopo di fornire alla
Comunit e ai singoli Stati Membri informazioni obbiettive
necessarie per la formulazione di politiche ambientali.

Nello stesso anno veniva adottata la direttiva 90/313/CEE sulla
libert di accesso allinformazione in materia ambientale, con
cui per la prima volta veniva espressamente riconosciuto il
principio in base al quale le autorit pubbliche sono tenute a
rendere disponibili le informazioni relative allambiente a
qualsiasi persona, fisica o giuridica, che ne faccia richiesta e
senza che questa debba dimostrare il proprio
interesse.


CONTINUA
Dal breve quadro normativo, che qui si voluto dare,
risulta chiara la centralit del diritto allinformazione
ambientale nellambito delle politiche europee,
confermata anche dalla circostanza che il principio
del libero accesso alle informazioni ambientali
enunciato nella direttiva 90/313/CEE sia stato poi
ripreso anche in altre direttive quali la 91/271/CEE
sul trattamento delle acque reflue urbane che,
allart.16, fa salva lapplicazione delle disposizioni
della direttiva 90/313/CEE; la direttiva 94/67/CEE
sullincenerimento dei rifiuti pericolosi che allart. 4
dispone che le domande di autorizzazione e le
relative decisioni dellautorit competente nonch il
risultato dei controlli ex art. 11 siano resi accessibili
al pubblico secondo le procedure della DIR
90/313/CEE.


La direttiva 90/313/CEE e la
legge n 241/90



LItalia recep la direttiva sul diritto di accesso
allinformazione ambientale solo nel 1997 e subito emersero
problematiche interpretative e di coordinamento tra le due
norme che ancor oggi sono di difficile soluzione. Lart. 2 del
D.Lgs. n 39/97 definisce linformazione relativa allambiente
come qualsiasi informazione disponibile in forma scritta,
visiva, sonora, o contenuta nei data base relativi allo stato
delle acque, dellaria, del suolo, della fauna e della flora, del
territorio, degli spazi animali, nonch le attivit comprese
quelle nocive o le misure destinate a tutelarle, ivi comprese le
misure amministrative, ed i programmi di gestione
dellambiente . Alcune osservazioni sono dobbligo: in primo
luogo la nozione di informazione disponibile in forma scritta,
visiva, sonora, o contenuta in data base pare essere assai pi
ampia di quella di documento amministrativo fornita dalla
241/90 in quanto lart. 22 precisa che si tratta, comunque, di
atti formati dalle pubbliche amministrazioni o comunque
utilizzati ai fini dellattivit amministrativa ed individua due
categorie di atti assoggettati alla disciplina del diritto di
accesso e cio quelli formati dalla pubblica amministrazione
e quelli che sebbene non siano forniti dalla stessa
amministrazione sono, comunque, utilizzati nellambito di
procedimenti amministrativi.
CONTINUA
Secondariamente, la Corte di Giustizia
ha avuto modo nel 98 di chiarire il
concetto di misura amministrativa
comprendendo non solo latto
amministrativo formale, ma anche
la presa di posizione della Pubblica
Amministrazione quale attivit non
ancora formalizzata in un
provvedimento amministrativo .

CONTINUA
Da ultimo, lart. 2 del D.Lgs n 39/97 non
menziona, in primo luogo, il paesaggio facendo
ritenere che rientri nella nozione di territorio o di
spazio naturale, e secondariamente, d una
nozione eccessivamente indeterminata su
attivit misure e programmi destinati ad incidere
sui fattori ambientali.



CONTINUA
Lart. 4, c.2 del D. Lgs. 39/97 richiede che il pregiudizio
sia attuale, mentre la legge 241/90 affida alle singole
amministrazioni il compito di effettuare una valutazione
preventiva ed ipotetica dei pregiudizi che determinati
interessi potevano subire a causa dellesercizio
dellaccesso a taluni documenti in possesso della
pubblica amministrazione; cambia, dunque, loggetto del
diritto che non pi il documento, ma linformazione e
viene richiesto che lamministrazione valuti in concreto,
se il pregiudizio possa effettivamente verificarsi.



I RECENTI SVILUPPI A LIVELLO
INTERNAZIONALE E
COMUNITARIO
Recenti sviluppi a livello internazionale e comunitario

Nel 2001 entrata in vigore la Convenzione di Aarhus [18] che, tra
gli obbiettivi, si prefigge di contribuire alla protezione del diritto di
ogni membro della generazione presente e futura ad abitare un
ambiente adeguato alla salute ed al benessere garantendo il diritto
di accesso allinformazione di carattere ambientale, il diritto di
partecipazione pubblica al processo legislativo e di accesso alla
giustizia.

I punti fondamentali per raggiungere detti obbiettivi sono la libert di
acceso allinformazione, il diritto del pubblico alla partecipazione, ed
i meccanismi giudiziari.


Gli orientamenti legislativi della
Legge 'delega ambientale' 15
dicembre 2004 n. 308
Dopo un faticoso e complesso iter parlamentare, durato tre anni e
con ben cinque passaggi parlamentari e tre voti di fiducia (due al
Senato e uno alla Camera dei Deputati), stata approvata la Legge
15 dicembre 2004 n. 308 recante 'Delega al Governo per il riordino,
il coordinamento e lintegrazione della legislazione in materia
ambientale e misure di diretta applicazione'.
SOMMARIO: 1. Profili di legittimit e ampiezza della legge delega.
2. Principi direttivi della legge delega (commi 8 e 9). 3. La c.d.
compensazione ambientale (commi da 20 a 24). 4. Disciplina dei
rottami ferrosi e non ferrosi qualificabili come rifiuti (commi da 25 a
31). 5. Depenalizzazione dei reati paesaggistici (commi da 36 a
39). 6. Prima versione dei testi unici in materia ambientale.


LEDILIZIA ABITATIVA ITALIANA

L'edilizia abitativa rimane per la maggior parte dei paesi una questione
cruciale, in cui problemi di natura sociale si intrecciano con problemi
economici. In Italia, durante gli anni Sessanta e Settanta, si ebbe un
forte incremento dell'edilizia abitativa statale. L'intento era quello di
offrire, a canoni d'affitto equi, una casa a famiglie che vivevano in
condizioni disagiate, o che possedevano un reddito poco elevato. Nel
1978 fu promulgata la legge 392 (detta dell'equo canone) che stabiliva
sia i criteri per la stipulazione dei contratti di locazione fra privati, sia il
limite massimo di oscillazione del canone. L'attivit edilizia venne
finanziata in parte attraverso sovvenzioni pubbliche e in parte
attraverso le ritenute salariali (la cosiddetta ritenuta GESCAL). Inoltre,
fino agli anni Ottanta, in alcune regioni a statuto speciale, come il
Friuli-Venezia Giulia e la Valle d'Aosta, furono erogati sussidi
straordinari per agevolare l'acquisto della prima casa.

Dal 1980 la situazione abitativa in Italia si andata progressivamente
aggravando. In primo luogo, la crisi economica e la crescita del debito
pubblico hanno comportato un forte calo degli investimenti nel campo
dell'edilizia pubblica. Inoltre, la legge 392/78, se da una parte ha
tutelato i soggetti sociali economicamente pi deboli, dall'altra ha in
parte disincentivato i proprietari di immobili ad affittare le proprie
abitazioni, che sono state cos sottratte al mercato.

CONTINUA
Da questo punto di vista, l'approvazione dei "patti in deroga
all'equo canone" (1992), che permette di stipulare contratti
alternativi a quelli di equo canone, ha in parte rivitalizzato il
mercato delle locazioni. La perdita del potere d'acquisto dei
salari e l'erosione del valore del risparmio, avvenuta
progressivamente a partire dagli anni Settanta a causa
dell'inflazione, hanno poi ridotto notevolmente la capacit
d'acquisto dell'abitazione, anche se non bisogna dimenticare
che attualmente i due terzi degli italiani sono proprietari di
almeno una casa (una delle percentuali pi alte in Europa). A
fronte della diminuzione del potere d'acquisto, il bisogno di
case non comunque diminuito: la crescita demografica e la
trasformazione della famiglia, che da multipla o estesa
diventata mononucleare, hanno infatti fatto salire la domanda
di abitazioni, portando i prezzi degli immobili in vendita a prezzi
straordinariamente alti.
CONTINUA
Questo insieme di cause, in parte
contrastanti, ha prodotto in Italia alcuni
effetti sociali di grande rilievo, come il
fenomeno della "famiglia lunga" (cos come
viene definita dai sociologi), ossia la
convivenza di figli ormai adulti con i propri
genitori: non essendo economicamente in
grado di far fronte alle spese abitative, le
giovani generazioni abbandonano infatti la
casa dei genitori soltanto in et adulta.


CONTINUA
A partire dagli anni Novanta, il quadro per si sta
lentamente trasformando: i prezzi degli immobili abitativi
hanno iniziato a diminuire gradualmente, soprattutto
nelle grandi citt, mentre hanno acquistato maggiore
valore le abitazioni in centri residenziali periferici o nei
piccoli centri di provincia. Inoltre la coalizione di centro-
sinistra, al governo dal maggio 1996, ha intrapreso una
politica abitativa intesa a favorire sia l'acquisto della
prima casa, soprattutto da parte delle giovani coppie di
sposi, con agevolazioni fiscali e mutui a tassi di interesse
non superiori al 5%, sia il recupero dei vecchi immobili,
incentivando gli interventi di ristrutturazione privata.

DIRITTO E AMBIENTE
Riflessioni sull'accesso all'informazione ambientale in ottica
internazionale, europea e nazionale dr.ssa Ilaria Dalla
Rosa Nel 1972, con ladozione della Dichiarazione di
Stoccolma, per la prima volta la comunit internazionale
afferma limportanza delleducazione e dellinformazione
ambientale quali strumenti essenziali per la tutela e la
valorizzazione dell' ambiente umano, tuttavia solo nellultimo
decennio ne comprende limportanza per una reale e concreta
politica di tutela e salvaguardia dellambiente.

Cosa cambia dopo lentrata in vigore del nuovo codice
dellambiente dr.ssa Laura Antelmi Negli ultimi tempi si
diffusa una maggiore consapevolezza sia della fragilit delle
risorse naturali, sia (conseguentemente) della necessit di una
pi incisiva difesa delle stesse. Tale consapevolezza parte
anche dalla constatazione che le vecchie forme di tutela,
prettamente amministrativa, non sono pi sufficienti tanto che
in loro vece si ritiene indispensabile anche il richiamo alle leggi
penali (oltre a quelle civili) non solo quando dallillecito
ambientale derivi un danno di pericolo per luomo.

continua
La quantificazione del danno ambientale: analisi
economica del diritto dr.ssa Rossella
Marino La natura immateriale del bene
ambientale e la mancanza di una valutazione di
mercato, rendono difficoltoso il compito di
individuare criteri che possano soccorrere alla
quantificazione monetaria del valore ambiente.
A conferma di ci, alcuni economisti hanno
ritenuto che non vi fondamento scientifico nel
tentare di quantificare monetariamente questo
valore; si possono solo ricavare degli ordini di
grandezza interpretabili tenendo presenti
lincertezza dei giudizi di valore che vi
sottostanno.

Vous aimerez peut-être aussi