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LE PERSECUZIONI

CONTRO I CRISTIANI

Copyright 2014 Andrea


Gerhard Lutz

COSA SONO LE
PERSECUZIONI?
Le persecuzioni dei cristiani sono un fenomeno oppressivo
contro comunit e persone di fede cristiana. Nel corso della
storia i cristiani morti per la loro fede sono stimati in circa
settanta milioni, di cui quarantacinque milioni solo nel XX
secolo. Il termine persecuzione pu fare riferimento ad arresti
arbitrari, imprigionamenti, pestaggi, torture, esecuzioni e
stermini. Pu anche riferirsi alla confisca o distruzione delle
propriet private, o all'incitamento all'odio nei confronti dei
cristiani. La confisca di propriet ecclesiastiche e l'avversione
pratica e teorica verso il clero rientrano nell'anticlericalismo.

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LE PERSECUZIONI
NELL'IMPERO ROMANO
Le persecuzioni dei cristiani nell'Impero romano consistettero in fenomeni di aggressiva
intolleranza popolare e nell'assimilazione della religione cristiana ad un crimine contro
lo Stato, con la conseguente condanna dei fedeli della nuova religione. Molti
proclamarono comunque la propria fede accettando la prigionia, le torture, le
deportazioni ed anche la morte: i martiri furono diverse migliaia. Inizialmente tuttavia le
autorit locali non ricercavano attivamente i cristiani; le loro comunit continuarono cos
a crescere, trovando anzi nel culto dei martiri nuovo vigore.
Gli imperatori Decio e Diocleziano, spinti anche da considerazioni politiche, ordinarono
pertanto persecuzioni pi attive e severe, che tuttavia non arrivarono a sradicare il
cristianesimo.
Nel 311 Galerio eman l'Editto di Serdica che concedeva ai cristiani il perdono, poi
confermata da Costantino I, che accord al cristianesimo lo status di religio licita
("Editto di Milano") nel 313. Gli ultimi strascichi delle persecuzioni si sovrapposero alle
prime lotte contro gli eretici; dopo pochi decenni sarebbero iniziate le persecuzioni dei
pagani.

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LINEA TEMPORALE DELLE


PERSECUZIONI
Persecuzione
di Nerone
(64)

193-249
(Settimio
Severo,
Filippo
lArabo)

Persecuzioni
di Traiano
(110)

Persecuzione
di
Domiziano
(81-96)

138-192
(Antonino
Pio,
Commodo)

Persecuzione
di
Diocleziano
(284)

Persecuzione
di Decio
(249)

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PERSECUZIONE DI
NERONE (64 D.C.)
La prima persecuzione, durante il regno di Nerone, nel 64, descritta dallo storico latino
Tacito e fu dovuta alla ricerca di un capro espiatorio per il grande incendio di Roma: questo
infatti provoc una breve ma forte persecuzione da parte di Nerone, il quale contava,
innanzitutto, di servirsi dei cristiani come capri espiatori e poi di sopprimere questa
'perniciosa superstizione' (...). L'imperatore tent, sembra, con ogni mezzo di alleviare le
sofferenze delle vittime della catastrofe e dei senzatetto, offrendo ospitalit nei giardini
imperiali, costruendo ripari provvisori, distribuendo grano e viveri e impegnandosi in
un'immediata ricostruzione, ma agli occhi del popolo Nerone era pur sempre l'assassino del
fratello, della moglie e della madre, un essere spregevole che prostituiva se stesso e la sua
dignit. La gente comune riteneva che un tale individuo poteva essere capace di qualsiasi
delitto, compresa la distruzione di Roma. Il popolo lo sospettava; Nerone doveva comunque
trovare dei colpevoli. Secondo Tacito, prima sarebbero stati arrestati quanti confessavano e
quindi, su denuncia di questi, ne sarebbero stati condannati moltissimi, ma non tanto a causa
del crimine dell'incendio, quanto per il loro odio nei confronti del genere umano. Numerose
fonti cristiane, attestano che gli apostoli Pietro e Paolo subirono il martirio a Roma proprio in
quella persecuzione. In particolare, secondo queste fonti, Pietro fu crocifisso, mentre Paolo
decapitato, bench l'effettiva presenza di entrambi a Roma e il loro martirio siano dibattuti da
alcuni storici.
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Le fiaccole di Nerone, Henryk Siemiradzki (18481902), ora al Museo Nazionale di Cracovia

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DA DOMIZIANO A FILIPPO
LARABO
Durante il regno di Domiziano (81-96) furono accusati di ateismo e "adozione di usanze
ebraiche" alcuni senatori e i consoli Acilio Gabrione e Flavio Clemente con la moglie Flavia
Domitilla. Furono tutti giustiziati tranne Flavia Domitilla che fu esiliata e della quale Eusebio
dice fosse cristiana. molto probabile tuttavia che la presunta affiliazione di Clemente al
Cristianesimo fosse una notizia creata ad arte per infangare l'immagine pubblica dell'uomo e
smorzare la reazione del popolo romano, che stava appoggiando una sua congiura con l'aiuto
di alcuni generali per spodestare Domiziano.
Delle persecuzioni all'epoca di Traiano ci restano alcuni documenti molto importanti. Il primo
una lettera inviata all'imperatore da Plinio il Giovane quando, intorno al 110, era legato
nella provincia di Bitinia. Plinio descrive la linea seguita fino ad allora con i cristiani e le
accuse loro rivolte, ma chiede ulteriori chiarimenti su come comportarsi con loro. Nella
lettera si trova il giudizio negativo contro la religione cristiana largamente diffuso nella
cerchia imperiale ed intellettuale dell'epoca, e condivisa dallo stesso Plinio: nihil aliud quam
superstitionem ("null'altro che superstizione"). Il secondo documento il rescritto, cio la
risposta ufficiale, in cui l'imperatore detta modalit per trattare la questione cristiana che
sarebbero rimaste valide per quasi 140 anni: nessuna ricerca attiva dei cristiani, ma, in caso di
denuncia, essi dovevano essere condannati se avessero rifiutato di sacrificare agli di; le
denunce anonime andavano respinte.
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Intorno al 155, sotto Antonino Pio, mor martire il vescovo di Smirne Policarpo, come
narrato in Atti ritenuti attendibili
Risale al 180, sotto il regno di Commodo, l'episodio dei dodici martiri scillitani,
ricordato nel pi antico degli Atti dei Martiri
Il III secolo, segnato da una grave crisi dell'Impero, vedr una profonda trasformazione
della religiosit romana. Culti misterici orientali in grande espansione, come il
mitraismo, i culti di Cibele e di Iside, culti siriaci ed il culto solare praticato a Emesa,
verranno integrati nella religione ufficiale, mentre non sar cos per l'ebraismo ed il
cristianesimo. Proprio ad una famiglia di sacerdoti di Emesa apparteneva la moglie di
Settimio Severo, imperatore di origine libica vicino ai culti orientali. Sotto il suo regno
non sono dimostrate persecuzioni sistematiche, ma anzi il suo rescritto del 202 che viet
il proselitismo ad ebrei e cristiani, giudicato il primo caso di iniziativa diretta
dell'imperatore in questo ambito. per un fatto che singoli funzionari si sentivano
autorizzati dalla legge a procedere con severit verso i Cristiani. Naturalmente
l'imperatore, a stretto rigore di legge, non ostacolava provvedimenti locali, che si
verificarono in Egitto, in Tebaide e nei proconsolati di Africa e Oriente. I martiri cristiani
furono numerosi ad Alessandria d'Egitto.
I decenni successivi saranno caratterizzati da una relativa tolleranza, nella quale la
Chiesa potr crescere ulteriormente arrivando fino ai ceti pi elevati. Le comunit non
dovevano pi nascondersi, ma anzi erano molto attive in ambito caritativo, gestendo
crescenti ricchezze grazie anche alle eredit raccolte.Secondo alcune fonti cristiane,
l'imperatore Filippo l'Arabo sarebbe stato addirittura cristiano egli stesso
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PERSECUZIONE DI DECIO
(249 D.C.)
Nel 249 Filippo l'Arabo mor in una battaglia contro il suo generale Decio, gi proclamato
Augusto dalle sue truppe. L'impero, attaccato su tutti i confini ed in crisi politica ed
economica, si trovava in gravi difficolt e Decio si insedi a Roma determinato a restaurarne
la grandezza e i valori, non ultima la religione dei padri. Per ritornare all'uniformit di culto
come fonte di coesione politica, dopo pochi mesi emise un editto che ordinava a tutti i
cittadini dell'impero di offrire un sacrificio pubblico agli di e all'imperatore (formalit
equivalente ad una testimonianza di lealt all'imperatore e all'ordine costituito). Decio
autorizz delle commissioni itineranti a visitare le citt e i villaggi per supervisionare
l'esecuzione dei sacrifici e per la consegna di certificati scritti a tutti i cittadini che li avevano
eseguiti (molti di questi libelli sono stati ritrovati in Egitto). A coloro che si rifiutarono di
obbedire all'editto fu mossa accusa di empiet, che veniva punita con l'arresto, la tortura e la
morte. Questo editto costituisce la prima persecuzione sistematica contro i cristiani, i pi
numerosi fra quanti minacciati dal provvedimento. Tale attenzione sort, tra l'altro, l'effetto di
impedire per sedici mesi l'elezione del nuovo vescovo di Roma, successore di papa Fabiano.
Le vittime tuttavia furono centinaia, bench Dionisio di Alessandria riferisca di soli 17
cristiani nell'immensa sua citt, con ci confermando il ridimensionamento di Origene: i
vescovi Fabiano di Roma, Babila di Antiochia e Alessandro di Gerusalemme furono tra i primi
ad essere arrestati ed a subire il martirio.
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MARTIRIO SOTTO DECIO:


S. AGATA
Sant' Agata (San Giovanni Galermo o, secondo altre fonti, Palermo, 8 settembre 229 / 235
Catania, 5 febbraio 251) stata, secondo la tradizione cattolica, una giovane vissuta nel III
secolo, durante il proconsolato di Quinziano. Dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa
viene venerata come santa, vergine e martire. Il suo nome compare nel Martirologio da tempi
antichissimi; patrona, tra l'altro, di Catania, della Repubblica di San Marino e Malta. Nel
periodo fra la fine del 250 e l'inizio del 251 il proconsole Quinziano, giunto alla sede di
Catania anche con l'intento di far rispettare l'editto dell'imperatore Decio, che chiedeva a tutti
i cristiani di abiurare pubblicamente la loro fede, mise in atto una persecuzione feroce. La
tradizione riferisce che Agata fugg con la famiglia a Palermo, alla Guilla, ma Quinziano li
scov e li fece tornare a Catania. Il punto che la giovane catanese attravers per uscire da
Palermo e tornare alla sua patria, oggi detto Porta Sant'Agata. Quando la vide di presenza,
Quinziano s'invagh della giovinetta e, saputo della consacrazione, le ordin, senza successo,
di ripudiare la sua fede e adorare gli di pagani. Si pu ipotizzare, coesistente a ci, anche un
quadro pi complesso: ovvero, dietro la condanna di Agata, la pi esposta nella sua
benestante famiglia, poteva esserci l'intento della confisca di tutti i loro beni. Di certo, era un
contesto storico estremamente drammatico per i cristiani: Papa Fabiano era morto, ucciso, da
pi di un anno, la sede era vacante, e il successore Cornelio sarebbe stato eletto ben 14 mesi
dopo il suo martirio.
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ACTA MARTYRIA DI
SANTAGATA (INCIPIT)
Latino
QUAESTIO I
S. Agatha varie tentata, alapis
caeditur.
CAPUT I
1. Passionis beatissimae Virginis et
martiris Agathae, quae passa est in
provincia Siciliae, in urbe
Catanensium, sub Decio imperatore,
ipso Decio ter Consule, die Nonarum
Februariarum, recitamus historiam.

Italiano
QUESTIONARIO I
S. Agata, tentata in varie maniere, viene
schiaffeggiata.
CAPO I
1. Narriamo la storia della passione della
Beatissima Vergine e Martire Agata, che
soffr nella provincia di Sicilia, nella citt
di Catania, il 5 Febbraio al tempo di Decio
imperatore, quando egli fu Console per la
terza volta.

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CAPUT II
2. Quintianus consularis provinciae
Siciliae, audiens sanctam opmionem
virginis: Deo dicatae Agathae,
multifaria intentione perquirebat, ut ad
eam pertingeret
3. Per singula enim crimina mentis
suae, singulorum exagitabat affectus.
4. utpote pro gloria saeculi
concupiscens suam opinionem
extendere, nobilissimis ortam natalibus
Dei famulam fecit arctari,
5. ut qui erat de genere ignobili natus,
per hoc personaret ad aures vulgi, quod
tantus esset ac talis, qui posset etiam
spectabilium sibi sibiurgare personas:
6. ut libidinosus autem, ad aspectum
Virginis pulcherrimae oculorum suorum
concupiscentiam commovebat:
7. et ut avarus ad facultates eius
cupiditatis suae froena laxabat:
8. atque ut idolatra et daemonum
servus, fervore impietatis suae
inflammatus, Christi nomen audire non
poterat.

CAPO II
2. Quinziano consolare della provincia di
Sicilia, venendo a conoscenza della fama
intemerata di Agata, Vergine consacrata a
Dio, per diversi intenti, con molto studio
cercava come arrivare a Lei.
3. Infatti per mezzo di ciascun delitto del
suo animo svegliava in s la passione dei
vizi corrispondenti:
4. E come avido di gloria terrena,
bramando di accrescere il suo prestigio,
fece arrestare: la serva di Dio, appunto
perch nata da nobilissima famiglia.
5. Mostrando cos al popolo che era
capace - egli nato come era da ignobile
origine - di sottomettere al suo volere
perfino le persone pi ragguardevoli;
6. Come libidinoso poi, voleva eccitare la
concupiscenza dei suoi occhi allaspetto
della vergine bellissima;
7. Come avaro sfrenava la sua cupidigia
verso le ricchezze di lei;
8. E come idolatra e servo dei demoni,
infiammato dalla sua empiet, non poteva
neanche sentire il nome di Cristo.
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WIKIMEDIA FOUNDATION
GOOGLE INC.
CATTEDRALECATANIA.IT
ACTA SANCTORUM DI G. BOLLANDO
VENEZIA 1735

Ringranziamenti

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