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TEORIA DEL REDDITO

NAZIONALE

TEORIA DEL REDDITO


NAZIONALE (DOMANDE)
1. A quanto ammonta la ricchezza
complessiva di un sistema
economico
2. Si pu ipotizzare uno squilibrio tra
reddito e spesa?
3. Quali le cause di questo eventuale
squilibrio?

TEORIA DEL REDDITO


NAZIONALE (ANALISI)
Quali fattori determinano il livello del
reddito nazionale
Ye corrisponde a Yp
lequilibrio fra reddito e spesa
assicurato e attraverso quali
meccanismi
Il sistema in equilibrio
quando: offerta
complessiva (Y) =
domanda globale (D)

ECONOMIA CHIUSA E SENZA


LA PRESENZA DELLO STATO
Y = C+S
C+I
Solo se S=I
Y=D

D=

C+S=C+I

S (deflusso)
pu essere
tenuto come fondo liquido

ESEMPIO
Produzione (Y) = 1000
Reddito lavoratori (W) = 500
Reddito imprenditori (Pr) =500
CL =400
SL= 100
80
(mercato dei
capitali)
20

Cc =50 I diretti =350


capitali)
50 (fondo liquido)

fondo
liquido

50 (mercato dei

C = 400 +50 =450


I =80 +50+350 = 480
D =450 + 480 = 930 DEFLUSSO =70
Y = 1000
D= 930

Y> D

DUE ORIENTAMENTI
CONTRAPPOSTI SULLA TEORIA DEL
REDDITO NAZIONALE

1. Autori classici e neoclassici:


la determinante del reddito dipende
dalle risorse produttive
tutto ci che verr prodotto sar
acquistato
non si determiner nessun eccesso
di produzione (la domanda D si
adeguer allofferta Y)

DUE ORIENTAMENTI
CONTRAPPOSTI SULLA TEORIA DEL
REDDITO NAZIONALE

2. Keynes
il reddito che si realizza effettivamente
dipende dalla domanda
Yp non sempre coincide con Ye
si determina uno squilibrio tra reddito
prodotto e domanda effettiva (superato
con un travagliato processo di
aggiustamento in cui il reddito si aggiusta
rispetto alla domanda e non viceversa )

ECONOMISTI CLASSICI

Secondo gli economisti classici


lequilibrio tra Y e D si determina
automaticamente nel mercato: la
domanda si adegua sempre
allofferta e questa pu aumentare
fino alla piena occupazione delle
risorse disponibili

La legge di Say
Lofferta aggregata crea da s la propria
domanda
Un eccesso di offerta viene eliminato
da una diminuzione del prezzo
necessario che i prezzi siano flessibili
e quindi che i mercati siano in
concorrenza perfetta

La legge di Say in uneconomia


monetaria
In uneconomia monetaria in cui tutti i
mercati sono perfettamente concorrenziali
e non c tesaurizzazione della moneta
vale la legge di Say

SHEMA DELLA DINAMICA DEGLI SBOCCHI CONCEPITA DA


SAY

PRODUZIONE
BENI DI
CONSUMO
(OFFERTA)

PRODUZIONE BENI
DI INVESTIMENTO
(OFFERTA)
DISTRIBUZIONE DEL
REDDITO AI DIVERSI
OPERATORI ECONOMICI
(SALARI, PROFITTI,
RENDITE, INTERESSI)

CONSUMI

BENI DI
CONSUMO
(DOMANDA)

RISPARMI

BENI DI
INVESTIMENTO
(DOMANDA)

TEORIA NEOCLASSICA
Il meccanismo di mercato realizza
luguaglianza tra domanda ed offerta
tramite le variazioni dei prezzi

Mercato dei beni

Mercato dei capitali

Mercato del lavoro

Eventuali squilibri fra domanda e


offerta si sanano attraverso
modifiche dei prezzi dei prodotti, dei
tassi dinteresse e dei salari fino a
che consumi, risparmi, investimenti,
livello di occupazione, modificandosi,
raggiungano situazioni di equilibrio

MERCATO DELLE MERCI


P
O
E
P1
D

Q1(D=O
)

C
E
D
O

MERCATO DEI CAPITALI


i
E
i1

OC
(RISPAR
MI)

DC
(INVESTIME
NTI)
QC1
(DC=O
C)

DC -OC

S=I

NEL CIRCUITO ECONOMICO I


DEFLUSSI (RISPARMI) SONO
COMPENSATI DA IMMISSIONI DI
PARI AMMONTARE
(INVESTIMENTI)
I
FAMIGLIE

PR

i
IMPRESE

CONSU
MI
S

MERCATO
DEI CAPITALI

MERCATO DEL LAVORO

W
O
E
W1
D

QL1
Q1
(DL=O
L)

DL- OL

Per i neoclassici tutto ci che viene


prodotto sar venduto senza
ostacoli
Gli imprenditori spinti
dallobiettivo del max profitto
utilizzeranno gli impianti nel
modo pi efficiente possibile,
riducendo al massimo i costi di
produzione
Il livello della produzione
dipende dalle risorse
produttive esistenti nel
sistema;
Nel sistema si produce
esattamente il massimo
reddito possibile: il reddito di
piena occupazione.

Piena occupazione del lavoro


mediante la formazione del
salario di equilibrio in grado di
assorbire la manodopera
disoccupata.
Piena utilizzazione dei beni
capitali, mediante la
formazione del tasso
dinteresse di equilibrio che
rende uguali S e I (S=I)

I NEOCLASSICI ESPRIMONO UN GIUDIZIO DI


VALORE DECISAMENTE POSITIVO SUL SISTEMA
ECONOMICO DI MERCATO.
SONO FAUTORI DELLA POLITICA ECONOMICA DI
NON INTERVENTO DELLO STATO NEL SISTEMA
ECONOMICO

EQUILI
BRIO
MACR
OECO
NOMIC
O
NEOCL
ASSIC
O

PIENA
OCCUP
AZIONE

DEL
LAVORO
DEI
CAPITAL
I

MASSI
MA
PRODU
ZIONE

REDDITO
DISTRIBUIT
O

CONSUMI
RISPARMI

DOMANDA
AGGREGATA
INVESTIMENTI

TEORIA KEYNESIANA DEL REDDITO


NAZIONALE

LA TEORIA
NEOCLASSICA DEL
RN DOMINA FINO
AI PRIMI ANNI DEL
900
SI VERIFICA UN
EVENTO DI
PROPORZIONI
ECCEZIONALI

AI PRIMI DEL 900


LECONOMIA
PARTICOLARMENTE
INSTABILE

Disoccupazione fino al 2030% delle forze lavorative


Fallimenti a catena
Difficolt nel reperimento
di beni di prima necessit

NEL PERIODO TRA LE DUE GUERRE SI AFFERMA


UNIMPOSTAZIONE DOTTRINARIA DESTINATA A
RIVOLUZIONARE IL PENSIERO ECONOMICO

LARTEFICE DI QUESTA IMPOSTAZIONE E LECONOMISTA


INGLESE JOHN MAYNARD KEYNES (1883-1946). IL SUO
GRANDE MERITO E DI AVERE LUCIDAMENTE
DIAGNOSTICATO LA CRISI DEL SISTEMA CAPITALISTICO
PRIMA CHE SI MANIFESTASSE PALESEMENTE

I CONTENUTI DELLA
RIVOLUZIONE
KEYNESIANA

Il pensiero keynesiano rappresenta una


netta discontinuit con la tradizione
scientifica precedente.
Principali differenze tra lo schema
keynesiano e quello classiconeoclassico:

Keynes:
adotta un approccio macroeconomico, trattando le variabili
economiche a livello aggregato;
distingue le variabili reali dalle variabili monetarie. Le prime si
riferiscono ai beni e ai servizi concretamente prodotti e
distribuiti nel mercato; le secondo riguardano i diversi
compensi monetari derivanti dalla produzione. Egli, tuttavia,
pone in stretta connessione queste variabili, analizzandone le
complesse interrelazioni e le reciproche influenze;
attribuisce un peso considerevole alla domanda aggregata
(C+I): secondo K. la domanda che condiziona lofferta e non
il contrario (come sostenevano i neoclassici)
considera la situazione di pieno impiego delle risorse come
leccezione, mentre la regola sarebbe rappresentata dalla
sottoccupazione delle risorse
attribuisce allo Stato un ruolo di primo piano per contrastare
gli squilibri e prevenire le crisi connaturate al sistema
economico

CRITICA KEYNESIANA ALLA TEORIA DEI


MERCATI DI SAY (MERCATO DEI BENI E
DEI SERVIZI)
Non vi automatismo fra il volume
dellofferta e quello della domanda

Le famiglie decidono il
volume dei loro acquisti
sulla base di altri
presupposti (reddito,
mode, gusti, prezzo dei
beni, ecc..)

Yp Ye

Limpresa decide
lammontare della
sua produzione sulla
base di determinati
presupposti (costi,
situazione del
mercato ecc.)
La condizione di totale
assorbimento
dellofferta da parte
della domanda pu
avvenire anche ad un
livello di
sottoccupazione delle
risorse

CRITICA KEYNESIANA ALLA TEORIA DEI


MERCATI DI SAY (MERCATO DEL
LAVORO)
Il salario non si forma sul mercato con
la fluttuazione della domanda e
Durante la Grande crisi i
dellofferta di lavoro lavoratori erano disponibili a
frutto di una
contrattazione articolata tra
le organizzazioni sindacali
dei lavoratori e degli
imprenditori. Erigido verso il
basso

lavorare anche per un tozzo


di pane, ma la
disoccupazione era alta e la
produzione ristagnante
Non pu fungere
da contrappeso
alle oscillazioni
della domanda e
dellofferta

CRITICA KEYNESIANA ALLA TEORIA DEI


MERCATI DI SAY (MERCATO DEI
CAPITALI)
Il movente che determina le decisioni
di risparmio non lo stesso che
determina le decisioni di
investimento
S ED I NON DIPENDONO
DALLA STESSA VARIABILE (T.I.)
COME SOSTENUTO DAI
NEOCLASSICI, NON DETTO
CHE RIESCANO AD
EGUAGLIARSI (S=I)
ASSICURANDO LA PIENA
OCCUPAZIONE DELLE RISORSE

LA COINCIDENZA FRA
LA DOMANDA DI
CAPITALE DA PARTE
DEGLLE IMPRESE E
LOFFERTA DEGLI
STESSI DA PARTE DEI
RISPARMIATORI E
PURAMENTE
CASUALE

PRODOTTO NAZIONALE
POTENZIALE
E la quantit di beni e servizi
finali che si ottiene occupando
tutte le risorse produttive a
disposizione di un Paese

PRODOTTO NAZIONALE
EFFETTIVO
E costituito dallinsieme dei beni e
servizi finali effettivamente prodotti
da un sistema economico in un
determinato periodo di tempo.
IL REDDITO EFFETTIVO NON PUO MAI ESSERE
SUPERIORE A QUELLO POTENZIALE,
MENTRE, COME SPESSO ACCADE, PUO
ESSERE INFERIORE A QUELLO POTENZIALE.

Ye < o = Yp

LA DOMANDA AGGREGATA
Ipotizziamo per semplicit un sistema
economico chiuso agli scambi con
lestero.
In esso i beni e i servizi prodotti
ACQUISTANO
BENI
possono essere
acquistati
solo da tre
soggetti:
FAMIGLIE

IMPRESE

STATO

Chiamiamo Consumi (C) i beni e i servizi


acquistati dalle famiglie
Investimenti (I) i beni acquistati dalle
imprese
Spesa pubblica (G) i beni e i servizi
acquistati dalla Pubblica Amministrazione.
Linsieme di queste grandezze costituisce
la
Domanda aggregata (D)

La domanda aggregata costituita


dalla somma della domanda di beni
di consumo, di beni dinvestimento e
della spesa pubblica.
DOMANDA AGGREGATA (D)=
CONSUMI+INVESTIMENTI+SPESA PUBBLICA
D= C+I+G

La domanda aggregata una variabile molto


importante perch proprio il suo volume
complessivo che, nel breve periodo,
guida le imprese nel decidere quanto
produrre.
I diversi operatori (famiglie, imprese, P.A.)
prendono le loro decisioni di spesa secondo
criteri molto diversi luno dallaltro.
Esaminiamo allora le 3 componenti
separatamente le une dalle altre

LA FUNZIONE DEL
CONSUMO
I beni di consumo (C) sono i
beni e i servizi finali acquistati
dalle famiglie per soddisfare i
loro bisogni (beni durevoli e
non durevoli, servizi, escluse
le abitazioni che sono
considerate investimenti)

Da che cosa dipende il livello


dei consumi delle famiglie?
La variabile che pi incide sulla
determinazione dei consumi
rappresentata dal
DISPONIBILE=
reddito disponibile REDDITO
REDDITO (LORDO) IMPOSTE
SI OTTIENE
SOTTRAENDO DAL
VALORE DEL
REDDITO IL VALORE
DELLE IMPOSTE

Yd= Y - T

Lanalisi dei dati statistici consente


di stabilire che, allaumentare del
reddito disponibile, la spesa delle
famiglie tende ad aumentare; al
contrario, quando il reddito
disponibile si riduce, anche la spesa
FUNZIONE DEL
per consumi diminuisce.
CONSUMO
C = f ( Yd)

LA FUNZIONE DEL
RISPARMIO
Il risparmio quella parte del reddito
che non viene consumata, cio il
risparmio uguale al reddito
disponibile meno il consumo
S = Yd - C

Anche il risparmio dipende dal reddito.


I ricchi risparmiano pi dei poveri, sia in
assoluto che in percentuale del
reddito. I poverissimi sono del tutto
incapaci di risparmiare, al contrario
tendono a risparmiare negativamente,
cio a spendere pi di quanto
guadagnino, attingendo ai risparmi
accumulati in precedenza o
indebitandosi ancora pi
S = f ( Yd)
pesantemente.

REDDITO
DISPONIBILE

RISPARMIO
POSITIVO O
NEGATIVO

CONSUMO

5000

- 932

5932

10000

10000

15000

1339

13661

20000

2826

17174

25000

4520

20480

30000

6398

23602

35000

8438

26562

La funzione del consumo


Rappresentazione grafica

5.8
Consumo, C

C1

C0

Y2

Reddito disponibile, Yd

C
c1 = propensione marginale al consumo
Y
(inclinazione della retta)

5.9

La funzione del risparmio

Poich S = Yd C
La funzione del risparmio si ricava direttamente dalla funzione
del consumo
S = - c0 + (1- c1) Yd
S
0

1- c 1
Yd

-c

1 c1 = s1 = propensione marginale al risparmio


inclinazione della funzione del risparmio

GRAFICI SUL QUADERNO

PROPENSIONE MEDIA AL
CONSUMO
Rappresenta ad ogni livello di reddito
la frazione di esso destinata al
consumo
PMC = C_
Y
Es. Y= 1700 C = 1200 PMC = 1200/1700= 0,91

(91%)

PROPENSIONE MARGINALE
AL CONSUMO
Misura ad ogni incremento del reddito, la
quota di questa variazione che viene
destinata al consumo
PMg C= C/ Y = (numero compreso tra 0
e 1)
Es: Y aumenta da 1200 a 1700
C aumenta da 1200 a 1600 :
1600 1200/1700- 1200 = 400/500 = 0,8
La PMg C funzione decrescente di Y

FUNZIONE DEL RISPARMIO


Il risparmio la parte del reddito non
destinata al consumo.
Esprime la relazione tra il livello del
risparmio e il livello del reddito ed
rappresentata graficamente nella figura
seguente.
A pi alti livelli di reddito si risparmia di
pi.

PROPENSIONE MEDIA AL
RISPARMIO
Rappresenta ad ogni livello di reddito
la frazione di esso destinata al
risparmio
PMS = S_
Y
Es. Y= 1700 S = 700 PMS = 700/1700= 0,41
(41%)
Essa crescente

PROPENSIONE MARGINALE
AL RISPARMIO
La PMg.S indica, al crescere del reddito,
quale frazione dellincremento del
reddito destinata al risparmio. Il suo
valore compreso tra 0 e 1
PMg.S = S PMg.S + PMg.C = 1
Y
La PMg.S crescente

INVESTIMENTI
Svolgono due ruoli in macroeconomia:
a)Sono una componente grande e volatile
della D.A. ( le variazioni brusche di I
hanno un effetto notevole sulla D.A.,
influenzando la produzione nel breve
periodo)
b)Determinano unaccumulazione di capitale
(edifici, attrezzature..), promuovendo la
crescita economica nel lungo periodo

INVESTIMENTI
Si suddividono in 3 categorie
Acquisti di strutture residenziali
Investimenti fissi in impianti e attrezzature
delle imprese
Aumento delle scorte (beni prodotti, ma non
ancora venduti, prodotti intermedi in attesa
di essere utilizzati nel processo produttivo)
Le scorte sono necessarie a fronteggiare
variazioni della domanda ( a volte sono
indesiderate)

LE DECISIONI
DINVESTIMENTO
Dipendono:
a)dalla domanda del prodotto ottenuto con il
nuovo investimento
b)Dai tassi dinteresse, dalle imposte e dai
sussidi che influenzano i costi
dellinvestimento (relazione inversa tra
tassi dinteresse ed investimenti)
c)Dalle aspettative delle imprese riguardo
allo stato del sistema economico

INVESTIMENTI E TASSI DI
INTERESSE
Le imprese confrontano i rendimenti
annui ottenuti dallinvestimento con
il costo annuo del capitale (tasso
dinteresse)
PROFITTO NETTO ANNUO =
RENDIMENTO ANNUO COSTO
ANNUO

POSITIVO

LINVESTIMENTO
PROCURA DENARO

NEGATIVO

LINVESTIMENTO
PROCURA PERDITE

ALTRE FORZE CHE


INFLUENZANO GLI
INVESTIMENTI

LIVELLO DELLA PRODUZIONE


IMPOSTE E SUSSIDI ALLE IMPRESE
ASPETTATIVE SUL FUTURO

MOLTIPLICATORE
KEYNESIANO
La teoria del moltiplicatore spiega come
viene determinata la produzione nel
breve periodo
Il nome moltiplicatore deriva dalla scoperta
che ogni variazione di un euro di certe
spese (es.: gli investimenti) determina
una variazione maggiore di 1 euro (ossia
una variazione moltiplicata) del PNL

La teoria spiega come gli investimenti,


il commercio internazionale e le
politiche fiscali e di spesa dello Stato
possano influenzare la produzione e
loccupazione in un sistema economico
con risorse inutilizzate

DETERMINAZIONE DELLA
PRODUZIONE MEDIANTE
RISPARMIO ED INVESTIMENTI

Il risparmio e gli investimenti


dipendono da fattori assai diversi:
Il risparmio dipende dal reddito
Gli investimenti dipendono dal tasso
dinteresse, dalle aspettative sul
futuro, dal livello della produzione,
dalle politiche fiscali ecc.

5.1

Equilibrio nel mercato dei beni


I=S
Determinazione grafica

Lequilibrio nel mercato dei beni pu essere rappresentato dal grafico che
illustra leguaglianza fra risparmio ed investimento: S = I. Lintersezione fra le
curve del risparmio e degli investimenti il livello dequilibrio del PNL verso cui
gravita il prodotto nazionale
S
I, S

E
I>S

S>I
I

1- c 1
Y
e

Yd

-c

Perch il punto E
un punto di
equilibrio?

Nel punto E S=I. Quando il risparmio desiderato


dalle famiglie e gli investimenti programmati dalle
imprese sono uguali, tutti saranno soddisfatti: le
imprese non vedranno le scorte accumularsi sui loro
scaffali, n scopriranno che le vendite sono cos
veloci da costringerle a produrre altri beni. Perci la
produzione, loccupazione, il reddito e la spesa si
manterranno costanti. In questo caso il PNL rimane
nel punto E (reddito di equilibrio)

Quando il risparmio
desiderato dalla famiglie e gli
investimenti programmati
dalle imprese non sono
uguali, la produzione tende a
mutare, aumentando o
diminuendo

Se il PNL pi alto di quello di equilibrio (a


destra di Ye), la curva del risparmio si trova
pi in alto rispetto a quella degli
investimenti. Il sistema non pu rimanere
indefinitamente in questo stato. Le
famiglie risparmiano pi di quanto le
imprese siano disposte a continuare ad
investire. Le imprese avranno troppi pochi
clienti e le loro scorte di beni invenduti
saranno maggiori di quanto esse
desiderino. Cosa si pu fare per rimediare
a questa situazione?

Cosa accade se il PNL pi


basso di quello di equilibrio?

In qualsiasi
livello di
reddito diverso
da quello di
equilibrio SI.
Tale
discrepanza
indurr le
imprese a
variare i livelli
di produzione e
di occupazione,
facendo
ritornare il
sistema verso il

DETERMINAZIONE DELLA PRODUZIONE


MEDIANTE IL CONSUMO E GLI
INVESTIMENTI
Oltre allequilibrio fra S e I, esiste un
secondo metodo per mostrare come
viene determinata la produzione.

METODO: CONSUMO-PIUINVESTIMENTI

(C+I)

COME FUNZIONA IL
METODO C+I
C
I

COMPONENTI DEL REDDITO C S I


G

COME CAMBIA LEQUILIBRIO DEL


SISTEMA ECONOMICO

Y = C+S

EQUILIBRIO DI
SOTTOCCUPAZIONE

Y = C+I

E
Y=C

I
Ye = PIL

Yp

Lequilibrio grafico
Y=D

D=C+I
E

DC+I

45
Y*

Lezione 3

Economia Politica - Macroeconomia

Reddito

66

5.15
Domanda (D), Produzione (Y)

Equilibrio nel mercato dei beni


Determinazione grafica
Y=D
Produzione
A

D<Y

D=C+I

Domanda

D>Y
Spesa
autonoma
45

Reddito, Y

Lequilibrio nel punto E


La figura precedente mostra lequilibrio del
modello semplice (mercato delle merci)
keynesiano.
Nel punto E in cui le due rette si
intersecano si ha che livello di
produzione = spesa programmata.
Il punto giace sulla retta a 45 che indica
tutte le combinazioni in cui il prodotto
(reddito) equivale alla spesa programmata.

Meccanismo di aggiustamento
attraverso variazioni della
produzione (quantit)

A sinistra del punto E


la spesa programmata > della produzione
eccesso di domanda
le imprese dovranno attingere dalle loro scorte
(che diminuiscono) e aumentare la produzione
A destra del punto E
la produzione > della spesa programmata
eccesso di offerta
le imprese dovranno aumentare le loro scorte
e ridurre la produzione
Lezione 3

Economia Politica - Macroeconomia

69

Esempio: C=10+0,7Yd
Y I C+I Scorte(Y-AD)
30 20 31+20
-21
50 20 45+20
-15
100 20 80+20
0
140 20 108+20 12
Con reddito di 30 c un decumulo non
desiderato di scorte e le imprese
aumentano la produzione
Con un reddito di 140 c un accumulo
non desiderato di scorte e le imprese
desiderano ridurre la produzione

IL RAGGIUNGIMENTO DELLEQUILIBRIO DI
PIENA OCCUPAZIONE

Soltanto quando il livello della produzione


della colonna 1 esattamente uguale
alla spesa programmata della colonna 3
le imprese saranno in equilibrio: le loro
vendite saranno allora esattamente
sufficienti a giustificare la prosecuzione
del livello corrente di produzione
aggregata, ed il PNL non si espander
n si contrarr.

Determinante del reddito


nella teoria keynesiana
Nel breve periodo il livello del PNL
determinato dalla domanda
aggregata, influenzata dalla
spesa per investimenti e dalla
funzione del consumo

COMPONENTI DEL REDDITO C S I


G

COME CAMBIA LEQUILIBRIO DEL


SISTEMA ECONOMICO

Y = C+S

EQUILIBRIO DI
SOTTOCCUPAZIONE

Y = C+I

E
Y=C

I
Ye = PIL

Yp

IL RAGGIUNGIMENTO DELLEQUILIBRIO
DI PIENA OCCUPAZIONE
La situazione rappresentata di
equilibrio, ma non detto che tale
equilibrio sia di piena occupazione.
Se infatti il reddito che assicura la
completa utilizzazione delle risorse
disponibili (cio Yp) fosse 0Yp>0Ye, ci
troveremmo in una situazione di
sottoccupazione, esattamente pari a
YpYe

Come colmare
questo gap?
.teoricament
e stimolando
la domanda
globale
privata (C e I)
Keynes non ritiene sufficiente
operare solo sulle variabili
della domanda privata
Occorrerauno stimolo esterno, una domanda
aggiuntiva esogena al sistema di mercato: la spesa
della P.A.

Il modello keynesiano si trasforma cos in uno


schema a tre settori (famiglie, imprese, Stato).
Lintervento dello Stato visto esplicitamente
come una mano tesa alleconomia privata,
affinch il sistema possa uscire dalla condizione di
equilibrio subottimale, per giungere alla piena
utilizzazione delle risorse.

C+I+G

E
C+I
D
C

Ye

Yp

SE IL REDDITO 0Yp RAPPRESENTA LA PIENA


OCCUPAZIONE E SE LA DOMANDA GLOBALE
PRIVATA IN GRADO DI RIPRODURRE
SOLTANTO UN REDDITO PARI A Ye, ALLORA LA
SPESA AGGIUNTIVA DELLO STATO Pu
COLMARE IL DIVARIO YpYe E CONSENTIRE AL
SISTEMA DI RAGGIUNGERE LEQUILIBRIO DI
PIENA OCCUPAZIONE. TALE POSIZIONE
INDICA LEQUILIBRIO MACROECONOMICO DEL
SETTORE REALE DELLECONOMIA

In sintesi: uneconomia capitalistica avanzata


sviluppa livelli di reddito tali da determinare crescenti
difficolt di assorbimento. Lo Stato, intervenendo a
fianco del privato, crea una domanda aggiuntiva,
portando il reddito effettivo a eguagliare quello
potenziale e consente, pertanto, al sistema di
raggiungere la piena occupazione di tutte le risorse
disponibili

IL MOLTIPLICATORE DEGLI
INVESTIMENTI
Quanta domanda aggiuntiva necessario
esercitare nel mercato affinch si ripristini la
piena occupazione?
Tutto dipender, per Keynes, dalla propensione al
consumo della collettivit.
I o G sono in grado di produrre effetti moltiplicativi,
tanto pi estesi quanto pi accentuata la
tendenza della collettivit a tradurre il proprio
reddito in consumo, e quindi quanto minore la
tendenza contraria, a lasciare, cio, il proprio
reddito sotto forma di risparmio

Si supponga che il sistemi ristagni in un equilibrio di


sottoccupazione: un nuovo investimento(es:
costruzione di unautostrada) genera reddito : salari,
stipendi, canoni di affitto ecc. che si porr come
aggiuntivo rispetto alla situazione preesistente. I
percettori di questi nuovi o maggiori redditi
spenderanno tali introiti in acquisti di beni di
consumo. La misura in cui faranno ci dipender
dalla loro propensione al consumo. Se essa pari a
0,8, su 100 euro di reddito 80 saranno consumati e
20 risparmiati

C (c=0,8)

S (s=0,2)

INVESTIMEN
TO INIZIALE

1000

800

200

800

INVESTIMEN
TI

800

640

160

640

INDOTTI

640

510

190

510

510

410

100

410

..

CONSIDERANDO UN INVESTIMENTO INIZIALE DI


1000 EURO E UNA PROPENSIONE AL CONSUMO DI
0,8, SOLO 8OO RITORNERANNO ALLA PRODUZIONE,
GENERANDO NUOVO REDDITO, MENTREI RESTANTI
200 SARANNO RISPARMIATI (CHE CREERA NUOVO
REDDITO SOLO SE SI TRASFORMERA IN
INVESTIMENTO.

ALLA FINE DEL PROCESSO, IL REDDITO GLOBALE


(QUARTA COLONNA) SARA ACCRESCIUTA IN
MISURA PARI A UN MULTIPLO DELLINVESTIMENTO
ORIGINARIO. Il COEFFICIENTE MOLTIPLICATIVO IN
STRETTA RELAZIONE CON LA PROPENSIONE AL
CONSUMO: RAPPRESENTA IL RECIPROCO DELLA
PROPENSIONE AL RISPARMIO, DIRETTA
DERIVAZIONE DI QUELLA AL CONSUMO. LA
FORMULA DEL MOLTIPLICATORE DEGLI
INVESTIMENTI (O DELLA SPESA PUBBLICA) E: 1/1c = 1/s
1/1-0,8=1/0,2= 5
Di fronte ad un investimento iniziale di
1000 e considerando una propensione
al consumo pari a 0,8, lincremento di
reddito conseguente sar di 5000.
Y=I x 1/1-c

Pi elevata la propensione al consumo, maggiore


sar la percentuale di Y che rientra nella produzione.
Di conseguenza, maggiore sar il processo
moltiplicativo del reddito

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