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Il Principe
1513
..la Vita..
1469: Nasce a Firenze da una famiglia borghese, ha uneducazione umanistica basata sui
classici latini ed un oppositore di Savonarola.
1498: Assume la carica di segretario della Seconda cancelleria della repubblica e dei Dieci di
libert e di pace.
1500-03: Missioni diplomatiche in Francia e presso Cesare Borgia.
1506: Viene eletto segretario della magistratura dei Nove ufficiali dellordinanza e della
milizia fiorentina.
1507-10: Missioni diplomatiche presso limperatore e in Francia.
1512: Caduta la repubblica, viene licenziato dagli incarichi pubblici.
1513: Viene incarcerato con il sospetto di complotto contro i Medici e rilasciato. Si ritira
allAlbergaccio dove compone il Principe.
1513-17: lavora ai Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio.
1518: Scrive la commedia La Mandragola.
1519: ottiene lincarico di scrivere la storia di Firenze
1525: Ricomincia a ottenere incarichi pubblici.
1527: Cade in disgrazia per il riavvicinamento ai Medici. Muore il 21 giugno.
I precedenti di Machiavelli
Nel medio Evo erano diffusi i trattati intesi a tracciare il
modello del principe e a indicare le virt che egli doveva
possedere
Erano gli specula principis, gli specchi del principe,
perch dovevano fornirgli lo specchio in cui riflettersi e
conoscersi, apprendendo quali dovevano essere i suoi
comportamenti
Questi trattati mirano a fornire unimmagine ideale ed
esemplare del principe, consigliando di praticare tutte le pi
lodevoli virt: clemenza, mitezza, giustizia, liberalit etc.
(politica subordinata alla morale)
M., invece, proclama di voler guardare alla verit effettuale
della cosa e non allideale
Francia, Spagna
Unit politica
Centralizzazione dei poteri
Eserciti nazionali
Un metodo scientifico
Partire dallosservazione diretta della realt,
dai dati empirici offerti dallesperienza
laspetto che caratterizza il metodo scientifico
moderno
quello che sar poi di Galileo e delle scienze
fisico-naturali
Machiavelli, prima ancora di Galileo, applica
questo metodo alle scienze delluomo, le scienze
che studiano il suo operare politico
La concezione naturalistica
delluomo
Per M. luomo un fenomeno di natura al pari di altri
I suoi comportamenti non variano nel tempo, come non
variano il corso del sole e delle stelle o i cicli delle stagioni
Per questo convinto che, studiando il comportamento
umano attraverso le fonti storiche e lesperienza diretta, si
possa arrivare a formulare delle vere e proprie LEGGI di
validit universale, applicabili infallibilmente ad ogni
situazione (teoria razionale dellagire politico)
Se il comportamento delluomo non varia, lagire degli
antichi, in particolare, pu offrire un modello e una lezione
al nostro agire di oggi (principio rinascimentale
dellimitazione)
Principi e Tiranni
Principe chi opera a vantaggio dello stato
e, se usa metodi riprovevoli, lo fa per il
bene pubblico
Tiranno chi crudele senza necessit e
solo a suo vantaggio
Il principe dunque uno strumento al servizio dei
sudditi, in quanto costruisce uno stato ben
ordinato, pacifico e sicuro garantendo ai cittadini
tranquillit e benessere
Le leggi e le milizie
Le buone leggi sono il fondamento del vivere civile
perch disciplinano il comportamento dei cittadini
e li indirizzano a fini superiori
Le milizie sono il fondamento della forza dello
stato
Le milizie devono per essere composte di cittadini
perch solo cos si possono avere truppe fedeli e
valorose e perch assumere le armi rafforza i
legami del cittadino con la sua patria, contribuendo
a stimolare in lui le virt civili
Principato e Repubblica
La forma di governo che meglio riassume in s lidea di
Stato per M. quella repubblicana (res publica = comunit
in cui il fine delle azioni e la cosa pubblica)
Il principato dunque una forma di governo deccezione e
transitoria, indispensabile solo in determinate circostanze,
come quella che lItalia sta vivendo, per costruire uno stato
sufficientemente saldo
Lo stato creato dalla virt eccezionale del singolo, per
mantenersi, deve evolversi dando vita a un ordinamento
repubblicano
La forma repubblicana quella che meglio pu garantire la
continuit, perch non si fonda sulle doti di uno solo, che
pu venire meno in ogni momento, ma su istituzioni stabili
Virt e Fortuna
La Fortuna un insieme di forze puramente casuali,
accidentali, svincolate da ogni finalit trascendente. E una
serie di fattori esterni alluomo, che non dipendono dalla
sua volont. La Fortuna loscuro e lindeterminabile
Quella di M. una concezione laica e immanentistica che
mette tra parentesi la presenza nel mondo della
Provvidenza, cio di un disegno divino indirizzato a un fine
(cfr. Medio Evo)
Dalla tradizione umanistica, tuttavia,M. eredita la
convinzione che luomo pu fronteggiare vittoriosamente la
fortuna. Egli ritiene infatti che la Fortuna sia arbitra solo
della met delle cose umane, e lasci regolare laltra met
agli uomini
Virt e Fortuna
La Virt linsieme delle doti e delle capacit
dellindividuo (non virtus cristiana, qualit moralmente
positiva, ma virtus romana). Nel principe la virt :
a) la perfetta conoscenza delle leggi generali dellagire
politico (ricavabili sia dallesperienza diretta, sia dalla
lezione della storia passata)
b) la capacit di applicare queste leggi ai casi concreti e
particolari
c) la decisione, lenergia, il coraggio nel mettere in pratica
ci che si designato
La Virt del politico quindi una sintesi di doti
intellettuali e pratiche (fusione di teoria e prassi)
La lingua e lo stile
M rifiuta lo stile alto, aulico
Si serve di una prosa agile, chiara, di immediata presa
(funzionale allo stretto rapporto che lopera vuole avere con
la prassi, con la realt politica effettuale, per incidere sul reale
e per fornire uno strumento da applicare immediatamente)
Il lessico fatto di latinismi tecnici e letterari, ma anche di
parole comuni e quotidiane, addirittura di termini plebei
(poliglottismo di M.)
Il linguaggio di M. rifugge dallastratto e dal vago e ama le
immagini corpose, concrete, materiali (fortuna = fiume,
principe = centauro, volpe e leone etc.)
M. non solo il fondatore della scienza politica, ma anche del
moderno linguaggio della prosa scientifica