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DOMANDE APERTE ?

1. La presenza di minori stranieri nella scuola si


inserisce come fenomeno dinamico in una situazione
in forte trasformazione a livello sociale, culturale, di
organizzazione scolastica.
Esporre sinteticamente le molteplici dimensioni
(personale, relazionale, culturale, socio-economica,
organizzativa) che la questione migratoria coinvolge
nel suo impatto con la scuola.

2. Come si realizza l’accoglienza di alunni stranieri nella


scuola?
Identità, cultura, multiculturalità e interculturalità

Concetto di identità:
Identità personale:
L’identità è da considerarsi come l’insieme dei
significati che oggi l’individuo dà alle diverse
esperienze della vita secondo un suo particolare modo
di sentire e di essere.
L’identità è quindi il deposito delle esperienze fino ad
allora vissute, il quadro di riferimento per quelle
future, il luogo della significazione simbolica dei
rapporti con gli altri e il sociale
L’identità personale presuppone un insieme
di caratteristiche, che pur nelle variazioni
delle diverse fasi evolutive di una persona,
conservano una propria stabilità.
Identità culturale
ciascuno di noi ha bisogno di un sistema di riferimenti
simbolici e rituali che ci consentono di dare un senso al
nostro essere nel mondo.

Tale sistema di riferimenti è costituito dalla cultura del


gruppo di appartenenza, assimilata attraverso i processi di
socializzazione e di inculturazione
Concetto di cultura
cultura-patrimonio come l’insieme dei valori che
l’uomo ha prodotto con la filosofia, la lingua e la
letteratura, la storia, la scienza, la religione, ecc …
Cultura in senso antropologico, come insieme di
modelli che un nucleo sociale più o meno vasto
possiede e tramanda per “eredità sociale”, ovvero:

regole e norme che contraddistinguono un dato


ambiente e un dato tempo
non esistono culture superiori o
inferiori, ma solo differenti, in
quanto i tratti comuni presenti in
tutti gli uomini, assumono
connotazioni diverse a seconda dei
contesti nei quali si sviluppano.

(concetto di “relativismo culturale”)


“L’educazione
dovrà comprendere
un’etica
della comprensione
planetaria”.
Edgar Morin
Di fronte ad una massiccia migrazione di
popoli, la convivenza di culture diverse
lancia una forte sfida alla democrazia che
dovrà affrontare gli inevitabili conflitti
etnici e sociali, in modo da renderli la
ricchezza del futuro anziché lo scontro di
civiltà

La diversità culturale, così come la


diversità biologica in natura, è una
ricchezza fondamentale e insostituibile
per tutta l’umanità
L’umanità ha una comune origine e soprattutto è
caratterizzata da continui contatti di culture,
attraverso i quali si è andata sviluppando la storia del
mondo nel corso dei secoli: flussi di persone,
mescolanze di linguaggi, costumi, gli innumerevoli
scambi di cibi, di invenzioni e del patrimonio artistico
e letterario rendono scientificamente errata e
comunque insostenibile qualunque idea di “razza
pura” o di “civiltà superiore”.
I processi di creolizzazione e ibridazione,
secondo i quali nessuna cultura, neanche
nel passato, poteva considerarsi del tutto
distinta e originale, essendo ogni cultura il
risultato di scambi e incroci sedimentati nel
tempo, ricevono dalla globalizzazione un
nuovo impulso.
Concetto di multiculturalità
 Il concetto di multiculturalità rimanda alla contemporanea
presenza di culture in uno stesso luogo e alle politiche che
lo stato nazionale mette in atto per gestire le differenze al
suo interno

coesistenza di più culture parallele che operano, senza


necessariamente interagire e senza interferenze reciproche,
su un comune territorio e in un determinato periodo di
tempo.

Tale concetto implica il rispetto formale delle varie identità


culturali e dei loro aspetti etnico - folklorici, con il rischio,
però, che, relegando un gruppo esclusivamente alla propria
cultura di origine, possa generarsi isolamento ed
emarginazione.
Interculturalità
processo di dialogo e reciproco arricchimento tra
diverse culture, pur conservando ciascuna la propria
identità e specificità

categoria di analisi che, non si riferisce tanto ad una


condizione già realizzata, quanto ad una dimensione
progettuale di ampio respiro che interessa la sfera
pedagogica e quella politica.
Movimenti migratori
tutta la storia delle civiltà, così come noi la
conosciamo, nasce da antiche migrazioni.
La crescita demografica esponenziale dei paesi del
terzo mondo e la parallela flessione delle nascite nei
paesi ad alto tasso di sviluppo, ne costituiscono una
delle cause fondamentali
L’immigrazione in Italia
iniziò piuttosto in sordina tra la fine degli anni
sessanta e l’inizio degli anni settanta
il fenomeno nella sua fase iniziale fu abbastanza
sottovalutato e rimase inosservato a lungo, tanto che
alcuni sociologi hanno coniato il termine
“immigrazione impercettibile”
Sta cambiando l’origine dei flussi di immigrazione,
così come assistiamo ad una seconda fase in cui, ad
una presenza piuttosto fluttuante e poco stabile, va
sempre più sostituendosi un diverso radicamento sul
territorio italiano.
Gli immigrati e le loro famiglie fanno
ormai parte in modo stabile del
quotidiano degli italiani. A tal punto
che alcuni di loro chiaramente
coltivano progetti di permanenza
stabile, senza per questo voler
necessariamente rinunciare alle
proprie identità culturali originarie,
un elemento questo che ci costringe
ad interrogarci sul significato che ha
oggi e che avrà domani la nostra
identità nazionale
[1]
Ibid, p. 18.
Negli anni novanta assistiamo ad un’altra
trasformazione del fenomeno: gli immigrati non
provengono più solo dai paesi geograficamente
più vicini, ma anche da zone del globo molto più
distanti
si inserisce il ruolo nuovo delle donne, sia come migranti che si
spostano per ricongiungersi con la propria famiglia, che, al
contrario come “pioniere di nuove filiere migratorie”.

All’inizio degli anni ottanta, c’erano nelle scuole italiane


poche migliaia di alunni stranieri, in poco più di trenta anni
questo numero è cresciuto in modo esponenziale,
arrivando a circa settecentomila unità.
All’inizio del 2010 l’Istat ha registrato 4
milioni e 235mila residenti stranieri, ma,
secondo la stima del Dossier, includendo
tutte le persone regolarmente soggiornanti
seppure non ancora iscritte in anagrafe, si
arriva a 4 milioni e 919mila (1 immigrato ogni
12 residenti). L’aumento dei residenti è stato
di circa 3 milioni di unità nel corso
dell’ultimo decennio, durante il quale la
presenza straniera è pressoché triplicata, e di
quasi 1 milione nell’ultimo biennio.
verso un’educazione interculturale
Occorre superare la condizione di una semplice
compresenza tra culture diverse in uno stesso territorio
per giungere invece ad una condizione di interazione
attiva, di dialogo e collaborazione.
È compito della società (stato, scuola, istituzioni e
famiglie) fare in modo che gli immigrati siano indotti a
non isolarsi e a partecipare alla vita della comunità che
li ha accolti, condividendone regole e obiettivi, ma essi
hanno anche diritto a essere rispettati e valorizzati su
un piano di uguaglianza
Nel mese di giugno 2010, anche in Italia è stato varato
un piano interministeriale per l’integrazione:
Il piano si basa su cinque punti fondamentali:
• Educazione e apprendimento – La scuola come primario
luogo di intervento, con tetti di alunni stranieri nelle classi per
favorire l’integrazione attraverso la formazione linguistica e la
conoscenza della Costituzione tramite l’educazione civica.
Lavoro – Con particolare attenzione ad una programmazione dei
flussi misurata con le effettive capacità di assorbimento della
forza lavoro. Un percorso, questo, che deve iniziare già nei paesi
di origine.

Alloggio e governo del territorio – Un tema cruciale per la
creazione di un patto sociale nel rispetto delle regole di
convivenza civile, al fine di evitare il binomio immigrazione-
criminalità, spesso dovuto alla nascita di enclavi monoetniche.
Accesso ai servizi essenziali – Favorire il rapporto
con la burocrazia e con l’accesso ai servizi sanitari e
socio-assistenziali è essenziale. Un percorso che può
essere facilitato, fra l’altro, da un’opportuna formazione
specifica di operatori e mediatori.
 Minori e seconde generazioni – Priorità
all’integrazione dei minori stranieri presenti sul
territorio e loro tutela piena ed incondizionata.
Fondamenti e strategie per un approccio interculturale
all’educazione
L’istituzione scolastica deve fornire al cittadino gli
strumenti e le condizioni più opportuni affinché possa
interagire con gli altri nel rispetto della propria identità
personale e culturale ed in condizioni di parità.

Il problema è passare da soluzioni “speciali” a soluzioni


normali, da un’educazione e da un trattamento per
categorie particolari (gli svantaggiati, gli immigrati, i
diversamente abili, ecc.), ad un quadro in cui tutti possano
vedere riconosciuta la propria unicità, in cui cada la
distinzione tra speciale e normale.
L’incontro tra identità culturali costituisce una fonte di
arricchimento reciproco sia sul piano cognitivo, che su
quello socio-affettivo ed etico.
L’inserimento di un bambino straniero all’interno di un gruppo classe di cui
non conosce le norme, le regole e i contenuti è, per il soggetto, un processo
traumatico, spesso addirittura “paralizzante”, in quanto non permette
l’autorealizzazione, minacciando la propria “identità”.

Secondo Resnik, nel bambino immigrato vengono distrutti almeno


tre dei fattori importanti per la costruzione del sé:

l’integrazione spaziale, ovvero il precedente rapporto di


esperienza ed esplorazione del bambino con gli spazi del proprio
ambiente per l’impossibilità di trovare elementi che permettano di
fare confronti con i luoghi familiari;

l’integrazione temporale, cioè la rappresentazione di sé nel


tempo, la continuità delle esperienze con la propria storia
individuale;

l’integrazione sociale, ovvero la rete di relazioni costruite tra il


sé e gli altri.
Secondo D. Demetrio e G. Favaro, (“Immigrazione e pedagogia interculturale” )
la pedagogia culturale dovrebbe rispondere a criteri quali:

Strutturare un ambiente di apprendimento idoneo, in


grado di accogliere i minori stranieri e di non indurre in
loro la sensazione, spiacevole, di sentirsi minoranza;

Favorire l’apprendimento linguistico; promuovere attività


di approfondimento disciplinare rispetto ai contenuti
storico-geografici e religiosi di cui i ragazzi sono evocatori;
Porre attenzione al prestigio delle culture “altre”;
Valorizzare la lingua dei Paesi d’origine attraverso prodotti
letterari e poetici che essa ha realizzato, almeno come area
generale di riferimento;
Scoprire insieme ai ragazzi ciò che ci accomuna e ciò
che ci diversifica, le differenze e similitudini che
esistono, in contrasto con i processi di
standardizzazione del mondo contemporaneo;
Individuare anche (e soprattutto) ludicamente
pregiudizi e stereotipi per comprendere le immagini
che ciascuno si crea dell’altro;
Promuovere scambi culturali e video-epistolari;
Partecipare ad ogni occasione di confronto tra culture;
Presentare temi-guida rinvenibili nelle culture più
diverse (ad esempio i temi del viaggio, della
peregrinazione, della nostalgia, delle radici…).
La didattica interculturale deve:
coinvolgere tutti gli allievi, perché tutti portatori di
una “differenza culturale”
mettere al centro delle attività formative i vissuti, la
soggettività degli allievi, perché la loro esperienza è il
primo riflesso di esperienze interculturali vissute in
situazioni specifiche: quelle della quotidianità;
puntare al riordino e all’espansione delle capacità
comunicative e dei loro codici non verbali e linguistici
presenti nel gruppo
privilegiare la formazione alla relazione
“costruire uno spazio pedagogico
nuovo in grado di promuovere l’arte
dell’incontro che dalla scuola si
diffonda alla realtà circostante”.
M. Secchiaroli, Introduzione in G. Cipollati, A. Portera Cultura,
culture e Intercultura, IRRE Marche, Ancona 2004, (a cura di), p.
15.

Il territorio, inteso come contenitore di culture, offre

opportunità di scambi fecondi con enti,


associazioni e istituzioni, a tutti i linguaggi: verbale,
visivo, sonoro, musicale, mimico - gestuale e
audiovisivo,
le pratiche di accoglienza l’apprendimento
e di inserimento dell’italiano seconda
nella scuola lingua

Azioni per
l’integrazione
Il POF

la valorizzazione la relazione con le famiglie


del plurilinguismo straniere e l’orientamento
L’autonomia e le reti tra
istituzioni scolastiche,
società civile e
territorio
Didattica e intercultura: approcci e piste curricolari
ACCO
ACCOGLIENZA
EDUCAZIONE
LINGUISTICA

IDENTITA’

STATEGIE DIDATTICHE
STATEGIE
CULTURE
DIDATTICHE
INTERCULTURALI

DIALOGO

LINGUAGGI

LABORATORI

TERRITORIO
Predisporre l’accoglienza
Evitare interventi spontaneistici
senso di profondo smarrimento
L’ansia provata da un bambino o ragazzo appena
arrivato è di solito quella di essere rifiutato
rilevare le sue competenze linguistiche per metterlo in
condizione di comprendere, interagire con gli altri e
farsi capire.
colloquio dei genitori con gli insegnanti
presenza di un mediatore linguistico-culturale
Predisporre l’ambiente: scritta di benvenuto nella lingua del
nuovo allievo, cartellini plurilingue con le scritte “aula, “bagno”,
“biblioteca”, ecc., istruzioni bilingue sulle regole fondamentali della
scuola, presentazioni di tutti i compagni di classe, presentazione del
bambino e del suo paese di origine, un piccolo scaffale multiculturale,
etc.
 protocolli educativi non affidati al caso, né alle improvvisazioni
PREDISPORRE L’ACCOGLIENZA: A CIASCUNO LA SUA PARTE.
Partecipazione al progetto di accoglienza da parte delle diverse figure professionali della
scuola.
Esame
Acquisizione di informazioni documentazioni

Colloqui personali
Incontri con i docenti con la famiglia
Dirigente scolastico

Promozione di incontri
con le famiglie

Organizzazione di un ambiente
Docenti favorevole all’accoglienza

Predisposizione di Incontro con le Reperimento Colloqui


materiale informativo famiglie materiali tipici individuali
Parole chiave
Amicizia
Ascolto
Biografie
Curricolo implicito
Figure diverse
Gruppi di livello
Lingua- lingue-linguaggi
Motivazioni
Normativa
Orientamento
Partecipazione e condivisione collegio docenti
Reti
Strumenti
Tutoring
Valutazione
Figure di mediazione
culturale
Piani Educativi
Educazione tra pari
Personalizzati

POSSIBILI AZIONI DI
SUPPORTO

Valutazione con CLIL


tempi più distesi
Sportello di ascolto
NORMATIVA DI RIFERIMENTO

 Art. 45 del DPR 394/99 (competenze del Collegio dei Docenti)

 CM n. 24 del 2006 (Linee - Guida)


 Linee guida 2007 - La via Italiana…. (Fioroni)

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