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Le origini di un sistema

economico globalizzato
Cap 4, Banti 2, pp. 86-102
La crescita economica tra XVII e XVIII secolo

• La tra fine del Seicento e l’inizio del Settecento la crescita economica


in Europa riprende con un vigore mai ancora sperimentato. VOCABOLARIO
Manifattura: Il
• I settori in crescita sono il commercio (specie quello a lunga complesso dei lavori
percorrenza), l’agricoltura e le manifatture. e delle operazioni,
eseguite a mano o a
• Gli europei sono gli unici ad andare in cerca di beni e ricchezze che macchina, per le
possono trovare in Oriente e nel Nuovo Mondo. Le potenze europee quali una materia
protagoniste delle tratte commerciali sono la Spagna, la Francia e prima viene
l’Olanda trasformata in
oggetto di consumo,
• L’effetto di questi movimenti a lunga percorrenza crea una prima forma cioè in manufatto
di globalizzazione (cfr. definizione a p. 87)
Nuove merci, nuove abitudini:
La bottega del caffè
• Il commercio con i nuovi posti esotici fa arrivare in Europa dei nuovi beni di consumo
(zucchero, tabacco, cioccolata). Tra questi c’è il caffè, una bevanda fino ad allora
sconosciuta a cui si attribuiscono molte qualità. Il consumo di caffè inizia a diventare una
moda e si iniziano a costruire dei luoghi appositi per consumarlo: le botteghe del caffè.
La prima bottega del caffè in assoluto sembra che sia stata aperta a Venezia nel 1647
(leggi doc. a p. 88).
• È da queste botteghe che inizia a nascere una nuova società dei consumi e anche
un’opinione pubblica. Bere una bevanda calda, leggere il giornale, scambiarsi opinioni,
sono gesti che oggi sembrano banali, e che fanno parte della nostra quotidianità. Ma a
quel tempo questi gesti sono delle novità elettrizzanti, estremamente alla moda.
I circuiti commerciali transoceanici
• I circuiti globali sono ancora quelli che hanno preso forma tra Cinquecento e Seicento:
uno verso le Indie Orientali, l’altro, di forma triangolare, verso l’Africa e poi l’America.
Ma adesso avvengono alcune trasformazioni. Cambiano innanzitutto i beni commerciati:
 Sul circuito delle Indie Orientali diminuisce l’importanza delle spezie mentre aumenta quella
dei tessuti di cotone, del tè e del caffè
 Sul circuito verso l’America, diminuisce l’importazione di metalli preziosi, mentre aumenta
quella di caffè, zucchero e tabacco. Allo stesso tempo aumenta il commercio di schiavi
da impiegare come manodopera nelle piantagioni americane e caraibiche
Il commercio
triangolare
Europa-Africa-
America
La tratta degli schiavi

https://www.youtube.com/watch?v
=2hriFiXS33A
Si stima che 11 milioni di
schiavi africani siano stati
deportati nelle Americhe nel corso
di 250 anni Approfondimento:
https://www.youtube.com/watch?v=be-h5O7XiaE
La tratta degli schiavi
• Nel XVIII secolo il numero di schiavi africani aumenta vertiginosamente
• Gli schiavi sono in genere giovani uomini e donne, prigionieri di guerra o individui rapiti
da mercanti di schiavi locali
• Vengono venduti a mercanti europei che li stivano in navi riempite all’inverosimile (cfr.
figura a p. 91), dove viaggiano per circa due mesi in condizioni disumane
• Talvolta vengono marchiati con il fuoco e ogni gesto che possa sembrare di disobbedienza
viene subito punito con bastonate o frustate
• I maschi sono separati dalle femmine, e quest’ultime non di rado sono stuprate dai marinai
• All’arrivo vengono venduti ai proprietari delle piantagioni in appositi mercati, come
fossero delle bestie. Sono poi costretti a lavorare nelle piantagioni per 15-17 ore al
giorno, in cambio di un’alimentazione scarsa e qualche straccio
Il colonialismo
• Per colonialismo si intende la politica di conquista di territori e risorse (materiali e
umane) attuata dalle potenze europee a partire dal XV secolo.
• Questa politica di conquista raggiunse il suo culmine nel XVII e XVIII secolo, ma
con alcune differenze rispetto al passato:
Adesso sono le navi FRANCESI e INGLESI a imporre la loro egemonia
(e non più quelle spagnole e portoghesi)
Queste due nazioni si insediano stabilmente in aree che prima erano state
toccate solo marginalmente dall’espansione europea: l’India e l’America
del Nord
Il colonialismo
• Nella competizione tra Francia e Gran Bretagna per le nuove aree coloniali è
quest’ultima a uscirne vincitrice e a imporsi sia in India che in America del
Nord, grazie alla sua flotta che sta diventando la più forte al mondo
• Approfondimento sulla nascita del colonialismo:
http://www.mondadorieducation.it/risorse/media/secondaria_secondo/stru
menti/strumenti_online/schiavitu/Informatica/colonialismo.html
Le colonie
spagnole
•A metà del 1700, la Spagna
continua a controllare un
territorio vastissimo che va dal
Viceregno della Nuova Spagna
(che comprende California,
Messico, Florida e Centro
America) ai tre Viceregni
dell’America Meridionale. A questi
possedimenti si aggiungono le
Filippine, colonizzate tra la fine del
XVI e XVII secolo
Ind: indipendente; Disc: scoperta; Est: fondato

Le colonie
portoghesi
•In Sud America i portoghesi
riescono a espandere i loro
possedimenti in Brasile. Nel
XVI secolo sono stati i primi
a raggiungere le Indie
Orientali; ma nei secoli
successivi perdono la loro
supremazia a causa dell’arrivo
delle navi olandesi, e in
seguito di quelle francesi e
inglesi.
L’indonesia olandese
Dalla metà del Seicento gli olandesi hanno
sostituito i portoghesi come principali
dominatori dei traffici commerciali, grazie
a una migliore organizzazione dei sistemi
di trasporto. La gestione dei traffici è
affidata alla Compagnia delle Indie
Orientali
Il dominio britannico in India
• Nel corso del XVIII secolo la Francia e la Gran Bretagna si contendono i
territori indiani. Ma tra il 1757 e il 1763 i responsabili inglesi della Compagnia
inglese delle Indie Orientali (East India Company) riescono ad assicurarsi il
controllo politico e amministrativo di una parte significativa dell’India sud-
orientale, estromettendone del tutto i francesi. Negli anni seguenti gli inglesi
continuano ad ampliare i loro possedimenti, sino a controllare, ai primi
dell’Ottocento, l’intera costa sud-orientale.
• L’operazione è resa possibile soprattutto per la crisi religiosa dell’Impero
Moghul (approfondimento sulla crisi religiosa a p. 96NO)
La chiusura di Cina e Giappone
• Nel corso del XVII secolo i contatti con Cina e Giappone continuano ad essere
limitati a pochi specifici porti commerciali franchi, e all’azione missionaria dei gesuiti.
Ma le simpatie per il cattolicesimo vengono presto perdute, e il cattolicesimo viene
bandito ovunque nei territori dell’Impero cinese.
• L’atteggiamento della Cina e del Giappone nei confronti dell’Occidente è quello di
disprezzo. Entrambi i paesi infatti tendono a chiudersi e a limitare gli scambi, sia
commerciali che culturali, con l’Occidente
• Uno dei maggiori commerci della Cina con le compagnie inglesi è quello del tè. il
successo della bevanda è tale che il ricavo del tè duplicò nel corso del 1700
Insediamenti europei in America del Nord
• Nel corso del XVII secolo anche le coste orientali del Nord America iniziano ad essere
sistematicamente esplorate e colonizzate. Si istaurano colonie francesi (Canada e
Louisiana), inglesi (New England, Virginia) e spagnole (Florida). Ma nel corso del XVIII
secolo questa distribuzione cambia significativamente (cfr. Immagini a p. 99)
• Tra queste aree coloniali, quella inglese è la più importante e la più prospera, ed è
caratterizzata da una netta divisione tra area settentrionale e l’area più a sud:
 Nelle aree settentrionali si incontrano prevalentemente comunità di coloni di discendenza europea,
in genere protestanti (puritani); e vi dominano le attività artigianali e commerciali
 Al Sud invece si incontrano comunità organizzate principalmente intorno alle piantagioni, che fanno
largo ricorso agli schiavi
Conseguenze dell’espansione coloniale in
America Settentrionale
• Anche in America settentrionale dunque l’espansione europea ha un costo
umano. Non sono solo le popolazioni africane a perdere la vita durante la
deportazione, anche gli abitanti originari di quelli terre (i cosiddetti indiani)
subiscono ingenti perdite umane.
• La diminuzione della popolazione indigena è una conseguenza dell’imperialismo
ecologico: la popolazione non ha infatti le adeguate difese immunitarie per
resistere alle nuove malattie importate dall’Europa (morbillo, varicella, pertosse
ecc.). A questo si aggiungono le costanti aggressioni dei colonizzatori che, man
mano che crescono, cercano di occupare nuove terre cacciando le popolazioni
che vi abitano, le quali reagiscono a loro volta con violenza

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