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TURISTI PER UN

GIORNO
Conoscere e rispettare il nostro Territorio per apprezzarlo e valorizzarlo…….
Attività progettuale della F.S. Area 4 legata al PTOF
Prof.ssa Amatore Mariangela
Attività interdisciplinare concordata coi docenti del Punto di Erogazione FOGGIA:
Caso V. , Di Giovine S., Marino S., Mastrangelo D., Picucci S., Saponaro R., Talienti L.,
Venditti V..
ESPERTI CHE CI HANNO ACCOMPAGNATO GRATUITAMENTE IN QUESTO PERCORSO:
ROCCO MARINO – MICHELANGELO PIETRADURA
Argos Hippium - FOVEA - FOGGIA
Antica pianta di Foggia e del tratturo che a
Foggia conduceva.
Ciò Federico Cesare comandò di fare perché
la città di Foggia sia inclita sede regale ed
imperiale.
Testo dell'Epigrafe del palazzo imperiale di
Foggia
Argos Hippium - FOVEA
Arpi, posta al centro della zona abitata di dauni, venne fondata
da Diomede ed infatti il suo primo nome fu Argos Hippium in
onore della città della regione del Peloponneso che aveva dato
i natali al fondatore.

 Il toponimo Foggia: non deriva dai fuochi(i contadini del luogo


chiamarono S.Maria de Focis a ricordo della Madonna e delle
tre fiammelle, fu probabilmente proprio S. Maria de Focis, poi
de Focia, a dare il nome di Foggia) ma dal latino FOVEA ‘fossa,
luogo basso, anche invaso da acqua’ ed in questa fossa
trovava posto uno stagno, fra il santuario e la primitiva Foggia,
che in seguito venne intesa anche come Terravecchia.
Per imparare a conoscere la nostra città, non
possiamo che cominciare da via Arpi,
l’antichità ancora presente

Mura e porte della città


Dalle antiche piante pervenuteci, la città di Foggia appare
circondata da mura, ora distrutte, che si aprivano in cinque
porte, una per ogni borgo, ad eccezione del borgo " Carmine
Vecchio " o " dei mastri carradori ". Attualmente solo la
porta arpana è ancora esistente, mentre le altre porte sono
state distrutte. Le porte sono:
VIA ARPI Porta Arpana o Porta Reale
Porta Arpana o Porta Reale

È stata la prima porta ed anche la più grande, attualmente


ancora esistente, e si trova alla fine di via Arpi. Essa, ai
tempi di Federico II di Svevia segnava l'ingresso nella città,
poi ha incominciato a segnare l'entrata del " Borgo dei Sellai
" che si estendeva fino all'attuale stazione ferroviaria.
Adesso la porta arpana è affiancata da altri due archi, fatti
costruire durante la seconda guerra mondiale.
Porta di San Tommaso o Porta Luceria o Porta
Nuova

La seconda porta di Foggia, costruita nel 1642 e demolita nel


1867, la porta di San Tommaso, deve il suo nome alla vicinanza
con l'omonima Chiesa di San Tommaso e segnava l'entrata nel
" Borgo Croci ", e rappresenta il primo borgo di Foggia, ancora
esistente.
Chiesa di San Tommaso
Anche se l'aspetto attuale di questa chiesa non rivela le sue antiche origini (seconda
metà dell'XI secolo), si tratta del più antico monumento sacro della città. Fu eretta nel
sito della Taverna del Gufo, che ospitò per la prima volta il Sacro tavolo
dell'Iconavetere che la pia tradizione vuole sia stato trovato da alcuni pastori
nel 1062 (o 1073) nelle paludi della zona, allora disabitata. Nel 1731 anche questa
chiesa fu interamente distrutta dal terremoto, e le pratiche religiose poi furono
compiute in una baracca appositamente costruita nei pressi della Chiesa di
Sant'Agostino. Solo nel 1766 il Comune di Foggia ricostruì il tempio. In esso ancora
oggi, nel giorno 13 agosto di ogni anno, il Sacro Tavolo dell'Iconavetere viene portato
processionalmente dalla Cattedrale, per rimanervi sino al giorno successivo, nel
quale di nuovo in processione viene portato in giro per la città con grande
accompagnamento del clero, delle autorità cittadine e del popolo, e riportato
in Cattedrale, dove continuano le solenni cerimonie religiose fino al giorno 15, festa
dell'Assunta. Il 14 agosto del 1839, in occasione di queste celebrazioni, per
circostanze non bene accertate, il Tempio restò incendiato e quasi interamente
distrutto, ma poi fu nuovamente rimesso nel pristino stato.
Porta Ecana o Porta Troia o Porta di
Sant'Agostino

Costruita nei pressi della vecchia Chiesa di Sant'Agostino in


via Arpi, questa porta, la terza di Foggia, segnava l'entrata
nel " Borgo Caprai ", che, a raggiera, era il secondo borgo di
Foggia.
Chiesa di Sant'Agostino
Costruita all'inizio XII secolo, era stata inizialmente dedicata a san
Leonardo, poiché dipendente dal monastero di San Leonardo
di Siponto. Successivamente venne dedicata a sant'Agostino per la
presenza dei monaci agostiniani. Con l'erezione
della confraternita di santa Monica la chiesa fu ampliata tra il 1597 e
il 1599.
Venne parzialmente distrutta dai bombardamenti del 1943e fu
totalmente ricostruita nel 1954.
La facciataè in stile barocco. È decorata con le statue di sant'Agostino,
di san Leonardo e di san Nicola da Tolentino.
Il portale, con due colonne di mandorlato del Gargano, ha due stemmi, il
primo di Carlo III di Spagna e il secondo di monsignor Summantico.
Porta Reale o Porta piccola

Questa porta, la quarta di Foggia, fu costruita nelle vicinanze


di una banca commerciale tra via Duomo e corso Garibaldi,
segnava l'entrata nel " Borgo Rignano ", che, a raggiera, era il
quarto borgo di Foggia.
Porta di San Domenico

La quinta porta di Foggia, costruita a livello dell'omonima


chiesa, segnava l'entrata nel " Borgo Scopari " o " Borgo
Giuncai ", che, a raggiera, era il quinto borgo di Foggia.
Chiesa di San Domenico
Costruita nel XVIII secolo, la chiesa apparteneva all'Ordine
dei padri predicatori detti domenicani che abitavano l'attiguo
convento, attualmente sede dell'Arcivescovato. La chiesa
ricostruita dopo il 1731 in luogo di una più antica, è di
stile barocco, con la caratteristica facciata introflessa.
L'interno a pianta ellittica, con altari marmorei e decorazioni
a stucco, conserva affreschi eseguiti alla fine dell'800 dal
pittore conterraneo Antonio la Piccirella.
Le mura, tuttavia, non erano solo esterne alla città, ma
anche interne, come le Mura di Corso Garibaldi, che
segnavano l'entrata nel terzo borgo di Foggia, ovvero "
Borgo Carmine Vecchio " o " Borgo dei mastri carradori ".
CHIESA DEL CARMINE
Le si dà l'appellativo di "vecchio" per distinguerla
dall'ominima e più moderna chiesa del Carmine costruita
vicino al tribunale. Questo tempio risale al 1648 quando un
gruppo di muratori devoti la edificarono in seguito a
un’epidemia di colera. Anch’essa ha un aspetto barocco
specie all’interno. All’esterno sopra il portale compare
una ceramica della Madonna. L’interno presenta tre altari
in marmo e diverse decorazioni a stucco. Sull’altare
maggiore vi è la statua della Vergine, che tiene in braccio
Gesù Bambino che regge il globo.
Piazza Purgatorio
una delle più antiche piazze della città vecchia. Secondo
studi recenti sorge nel luogo in cui Federico II fece
erigere il suo grandioso palazzo. L'edificio più
importante è sicuramente la seicentesca chiesa di S.
Maria della Misericordia, detta anche delle anime del
Purgatorio o dei Morti, che ha al suo interno uno dei più
bei esempi di architettura barocca pugliese.
CHIESA DI SANTA MARIA DELLA
MISERICORDIA
Nota anche come Chiesa del Purgatorio o dei Morti
Nota anche come Chiesa del Purgatorio o dei Morti, dopo
un restauro durato 5 anni, è stata riconsegnata ai fedeli
nell’aprile del 2014. Risale alla metà del XVII secolo,
costruita su strutture ipogee. Chiesa dalla bellezza
incommensurabile, con il suo soffitto a cassettoni lignei,
l’altare in marmi policromi, le statua dell’Arcangelo
Michele e dell’Angelo Custode attribuite all’artista
barocco Lorenzo Vaccaro, e i 14 affreschi risalenti al 1600.
Piazza del Pozzo Rotondo
Piazza del Pozzo Rotondo o piazza Federico II, sorge
nell'antico centro storico in cui anticamente vi era un pozzo,
probabilmente fatto costruire da Federico II. Fino ai primi
anni del Novecento era posizionato il busto dell'insigne
pittore Saverio Altamura, ma in epoca fascista il busto fu
sostituito da una scultura che riprende le forme e le
decorazioni di epoca federiciana di quello che doveva essere
l'antico pozzo medievale e che faceva parte del palazzo
federiciano.
ALCUNI PALAZZI STORICI
Palazzo Marzano (piazza
Mercaro 49)
Questo è il palazzo più antico di
Foggia, quello della famiglia
Marzano, dei duchi di Sessa.
Originariamente si accedeva al
palazzo dal civico 80 di via Arpi,
attraverso un ampio portale in
pietra con la rispondenza nel
cortile, trasformato prima del
1814 in un locale per attività
commerciali. Oggi vi si accede da
Piazza Mercato. Le finestre su via
Arpi furono allungate in balconi
nella prima metà del sec. XIX.
Palazzo Belvedere (via Arpi 103)
Il palazzo fu realizzato nel XVI secolo e
fu dimora appunto della nobile famiglia
Belvedere proveniente dalla Provenza
nel Regno di Napoli con i fratelli
Tommaso, Simone e Riccardo al seguito
di Carlo I d'Angiò. Il primo a trasferirsi a
Foggia fu Migliorello che aveva sposato
la nobile Domitella Tarsia. Nel Palazzo,
nel 1631, fu ospitata Maria d'Austria,
diventata regina di Spagna per aver
sposato l'imperatore Ferdinando III. In
questa sede fu trasferita la Dogana di
Foggia dopo il terremoto del 1731.
Palazzo De Víta De Luca (via Arpi 90)

Questo edificio prospiciente la piazza della


Cattedrale fu costruito nel 1545. L'immobile, fra i
più interessanti del centro antico di Foggia, si
distingue per la linea architettonica e soprattutto
per gli elementi decorativi che abbelliscono la
sua facciata prospiciente via Arpi. Il portale è
delimitato da due lesene scanalate a concavo e
terminanti con capitelli ionici che sostengono un
cornicione modanato con al centro il balcone. La
eccellente resa plastica dei particolari
ornamentali risalta con limpidezza soprattutto
nelle lesene scanalate e fregiate da capitelli
corinzi. Il balcone d'angolo con vico Peschi ha
una cornice in pietra ornata da motivi a treccia.
L'architrave - arricchito da motivi floreali a rilievo
con sovrastante timpano curvo - è sormontato da
uno stemma in pietra a dentello.
Piazza Salvatore Baldassarre
situata a metà della via più antica della città, ospita una
fontana a specchio d'acqua a ricordare quella realizzata
nel 1831 dallo scultore Antonio Bassi, distrutta dai
bombardamenti del 1943.
La Cattedrale di Foggia
La Cattedrale di Foggia, fu realizzata nel 1170 in stile romanico, ma, in seguito ad alcuni
danni subiti nel XVIII secolo assunse l'aspetto barocco che ancora oggi possiamo
ammirare. La Cattedrale di Foggia custodisce preziosi manufatti e parte degli originali
prospetti romanici; le opere sul cornicione sono opera di Bartolomeo da Foggia. Di
interesse è il portale di San Martino. La cripta del Succorpo è di origini medievali. Molto
interessanti sono gli affreschi posti a decorazione della cripta, soprattutto quello
raffigurante Gesù Maestro. L'altare maggiore nell'edificio sacro è stato realizzato in
marmi policromi del settecento. Gli angeli a decorazione dell'altare sono stati realizzati
da Giuseppe Sanmartino.
Tra i monumenti di maggiore interesse annoveriamo anche il notissimo Epitaffio. La
struttura è stata realizzata nel 1651, la targa commemora il completamento di una
reintegra dei confini dei tratturi, operata sotto Filippo IV di Spagna. L'epitaffio è uno dei
pochi monumenti di Foggia che ha resistito a terremoti e bombe, che invece hanno
danneggiato la maggior parte delle altre opere d'arte. Il monumento serviva a indicare
ai pastori abruzzesi la via del ritorno ai propri paesi, durante il periodo della
transumanza. Nei pressi del monumento un tempo era la Dogana della mena delle
pecore in Puglia, istituita da Alfonso d'Aragona nel 1447.
Il Sacro Tavolo
Icona Vetere – La Madonna dei Sette Veli
La prima ricognizione del Sacro Tavolo dell’Iconavetere fu effettuata nel 1667 ad opera di
Mons. Sebastiano Sorrentino, vescovo di Troia. Di questo avvenimento vi è come
testimonianza un atto notarile risalente al 1680 rogato dal notaio foggiano Giuseppe Di
Stasio riportanti le ultime volontà del canonico don Ignazio Fusco, arciprete della chiesa
di San Tommaso Apostolo. Tale documento, custodito presso l’Archivio di Stato di Lucera,
parla proprio della ricognizione fatta di notte dal prelato accompagnato da due
cappuccini per volere del vescovo di Troia. Il canonico sosteneva che, tolti i veli alla
icona, gli apparve una tavola di cedro con l’immagine della Madonna sbiadita. Nel
documento non si fa menzione al numero dei veli che avvolgono la Tavola per cui resta il
mistero attorno al numero sette. Nel 1731 la chiesa fu semidistrutta da un violento sisma
ed il sacro tavolo fu portato nella chiesa di San Giovanni Battista dove il volto della
Vergine apparve per la prima volta dalla piccola finestra ogivale dell’icona. Era il 22
marzo, giovedì santo e la gente, raccolta per la santa Messa, assistette al prodigioso
evento. Si sparse la notizia dell’apparizione e molti furono coloro che vollero far visita alla
Madonna dei Sette Veli e tra questi Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che tra l’altro ebbe il
privilegio di vedere la Madonna, giovinetta con un velo bianco sul capo. Le apparizioni
continuarono sino a tutto il 1745. Nel 1782 la sacra immagine fu incoronata da papa Pio
VII e alla chiesa fu attribuito il titolo di Basilica Minore. Ignoti ladri, il 6 marzo 1977
rubarono la corona d’oro ed il popolo foggiano si prodigò per l’acquisto di una nuova
corona e così la vergine fu nuovamente incoronata il 22 marzo del 1982.
Piazza del Lago
chiamata così per la presenza
in antichità di un piccolo
stagno dove, secondo la
leggenda, due pastori videro
una tavola di legno affiorare
dall'acqua e sulla quale
aleggiavano tre fiammelle.
Dopo averlo ripulito dalla
melma, i due pastori
riconobbero il volto di una
Vergine con Bambino e la
portarono al sicuro nell'antica
Taverna del gufo. Attualmente
vi è una fontana per ricordare
il lago.
Chiese Storiche di Foggia
CHIESA DELL’ADDOLORATA

Edificata per volere dell’allora


Vescovo di Troia mons. Emilio
Cavalieri a metà del 1700, anche
questa chiesa si distingue per lo
stile barocco. L’interno presenta
una pianta ellissoidale, con altari
in marmo pregiato. L’altare
maggiore accoglie la statua
dell’Addolorata, che viene
portata in Processione il Venerdì
Santo. Di notevole pregio le tele
del Cristo al Sepolcro di Vincenzo
De Mita e la Sacra Famiglia di
Francesco De Mura.
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
E’ tra le chiese più belle di Foggia, sita in Piazza Piano della Croce. Costruita nel 1500
divenne proprietà dell’Ordine di Malta e lo rimase per oltre un secolo fino a quando non
passo alla Confraternita dell’Annunziata. La struttura fu soggetta a numerosi lavori di
ampliamento, fino a raggiungere i connotati odierni nel 1725. La costruzione solida consentì
alla chiesa di uscire pressoché indenne dal terremoto, e di accogliere pertanto il Sacro
Tavolo dell’Iconavetere. La semplicità trasmessa dalla chiesa all’esterno, viene smentita
dalla maestosità dell’interno. Una chiesa di matrice barocca, con pianta a croce latina e una
navata unica. Tre gli altari, il maggiore con marmi pregiati e un baldacchino dedicato a San
Giovanni, i minori collocati nelle cappelle del transetto dedicati all’Addolorata e al Sacro
Cuore. La chiesa di San Giovanni Battista è celebre anche per essere stata teatro di diversi
miracoli, su tutti quelli avvenuti nel 1731 e nel 1837. Il primo vide come protagonista
Sant’Alfonso (il compositore del canto natalizio “Tu scendi dalle stelle”) al quale nei giorni
successivi al sisma apparve l’Iconavetere dal Sacro Tavolo. Il santo sarebbe in seguito stato
avvolto da un fascio di luce, e la folla lo avrebbe visto levitare da terra. Il secondo episodio si
verificò durante l’epidemia di colera che decimò la città dauna. Secondo un documento
redatto dalla Curia Vescovile di Troia, la sera del 15 luglio la statua della Vergine Addolorata,
rispose alle implorazioni dei fedeli, alzando le pupille degli occhi verso il cielo e poi
abbassandole verso i fedeli. Chiuse poi le labbra, emise dei respiri profondi, pianse mentre le
si agitavano i capelli. L’epidemia terminò.
L”EPITAFFIO” MONUMENTO ALLA CIVILTÀ
PASTORALE DEL TAVOLIERE
L’”Epitaffio’' (chiamato dai foggiani in dialetto “U
Pataffio”), un interessante monumento del quale, d’altra
parte, si conservano notizie non tanto certe, che sorge ai
margini della Città Vecchia, nell’attuale via Manzoni, sulla
strada che porta in Abruzzo. Si tratta di una struttura più
che unica per quel che vuole rappresentare, e davvero
assai singolare ai giorni nostri, a forma di una sorta di
grande “pilastro” a figura poliedrica sul cui pinnacolo
mostra la statua di un regnante, forse Filippo IV o Carlo II;
della quale di sicuro si sa, comunque, che venne eretta
proprio nella parte terminale del tratturo che dall’Abruzzo
conduceva sino a Foggia, per ricordare la reintegra dei
tratturi disposta nel 1651 dal reggente Ettore Capecelatro.
CHIESA DELLE CROCI
E’ senza dubbio la struttura più particolare della città di Foggia, non a caso è
l’unico monumento nazionale che il capoluogo dauno vanta. Un luogo che un
tempo rappresentava il punto di arrivo dei tratturi L’Aquila-Foggia e Celano-Foggia.
Tappa fondamentale durante il periodo della transumanza. Fu il padre cappuccino
Antonio Olivati a ispirare in qualche modo l’edificazione del tempio, laddove piantò
7 croci lungo il percorso di una processione penitenziale decisa per propiziare la
pioggia in un periodo di forte siccità. Per accedere alla Chiesa vera e propria, una
volta oltrepassato il portale d’ingresso, si percorre il lungo viale, dove furono
piantate le sette croci. In corrispondenza di ogni croce, fu costruita una cupoletta
sostenuta da quattro archi. Le cappelle furono poi ridotte a cinque per ottenere lo
spazio necessario alla costruzione della chiesa. Ogni cappella è diversa dalle altre
per stile, elaborazione e tipi di ornamenti. Entrando all’interno della chiesa, si nota
subito la Croce con infissi alcuni strumenti simbolo della Passione. Al centro di
essa, vi è un reliquiario all'interno del quale, secondo la tradizione, vi sarebbe un
pezzo della croce di Gesù. Ai lati vi sono due altari dedicati a Gesù deposto e a
Sant’Alfonso di cui è conservato anche un ritratto opera del pittore Vincenzo De
Mita. E’ presente anche una lapide che ricorda i caduti del primo conflitto
mondiale. Nella cripta originariamente venivano sepolti i confratelli (vi sono ancora
conservati numerosi teschi).
CHIESA DI SANTA MARIA DI LORETO
Sita in Piazzale Sant’Eligio, nota ai più come Chiesa di
San’Eligio risale al 1500, costruita in quello che
all’epoca era l’inizio del tratturo Foggia-L’Aquila. La
semplicità della sua struttura non ne intacca la
bellezza. Un’unica navata e una cripta all’interno della
chiesa che sulla destra presenta la cappella della
Madonna del Buon Consiglio, dove è custodita una tela
ottocentesca. La chiesa è celebre anche perché il 22
maggio ospita la festa di Santa Rita da Cascia, con la
consueta vendita delle rose nella zona antistante.

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