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IGLI KREKA

CLAMED

14-07-2011
L'Albania è uno stato della Penisola balcanica, nel sud-est dell'Europa.
Confina a nord-ovest con il Montenegro, a nord-est con la Serbia, a est con
la Macedonia e a sud con la Grecia; Le sue coste si affacciano sul Mar
Adriatico e sul Mar Ionio.
 Popolazione: 3.639.453 ml ab.
 Superficie:28.748 km2.
 Capitale: Tirana (541.453 abitanti).
 Lingua: La lingua ufficiale è l'albanese.
 Religione:Musulmani(70%);Cristiano–ortodossi(18%) Cattolici (12%)
 Moneta:Unità monetaria il Lek (ALL).Tasso di cambio1 €=140.76 Lek
 Reddito medio mensile( pro-capite): 280 €.
 Riserve minerarie e risorse naturali:Petrolio, gas naturale, cromite.
 Emigrazione: Circa2mil.(800.000Grecia-500.000Italia-700.000 Mondo)
 Membro: Nato -Wto- Un- Fmi- Consiglio Ue- Wipo.
 Repubblica:Parlamentare.
Le origini e la storia del paese,le tappe più importanti:
L'Albania era abitata sin dalla preistoria. I progenitori degli
Albanesi sono gli Iliri.
 1478-1912: Occupazione ottomana

 Il 28 novembre 1912, l'indipendenza dell'Albania .

 Il 7 aprile 1939 Duce occupo militarmente l’Albania.

 Dal 1946 al 1990: Il regime comunista – dittatoriale e


estremamente isolazionista, di Enver Hoxha
 Nel 1992,Il governo comunista venne succeduto dal 1° governo
democratico di Sali Berisha e attuale primo ministro del Partito
Democratico , confermato alle elezioni del 1996.
 Il collasso delle piramidi finanziarie portò l’Anarchia del 1997

 Nel 2009 l’Albania è entrata nella NATO e ha posto domanda di


adesione all’UE.
 Il 15.12.2010 e avvenuta la liberalizzazione dei visti con l’UE.
 Il quadro politico e istituzionale in Albania possiamo definirlo anche
come il “Tallone d’Achille” del nostro paese in riferimento alla storia e
l’instabilità politica in Albania dai anni ‘90 fino a oggi .

 Questo dovuto principalmente alla mancanza di coesione politica tra


i diversi partiti e soprattutto alla mancanza di un senso comune per il
bene dell’paese con la strumentalizzazione della politica ai fini
personali e partitici,questo quadro politico poco credibile e instabile ha
comportato la perdita di fiducia delle persone nell’ governo,e anche
quella della comunità internazionale.

 La crisi politica tra il governo di Sali Berisha (PD), e l'opposizione


di Edi Rama (PS), che non riconosce il risultato delle elezioni
parlamentari del 2009, è sfociata in violenti scontri nel gennaio 2011; 4
manifestanti sono rimasti uccisi.

 Lo stallo istituzionale impedisce al paese di progredire nella


direzione dell'integrazione europea.
La transizione da un‘economia centralizzata verso un’economia di mercato.

 L’economia albanese durante il regime comunista: dal 1946-1991.


- Sistema economico regolamentare strettamente statale: Sovietico-
Stalinista
-Cancellazione del debito estero,confisca di tutte le proprietà,costituzione
delle cooperative.
- Il ministero delle finanze aveva l’autorità di decidere sulla politica di
investimento di ogni impresa e concedeva credito tramite la banca
statale.

 L’ economia di mercato :dal 1991- fino ad oggi.


I avvenimenti che hanno distinto questo percorso difficile verso
l’economia di mercato sono stati:
- La caduta del regime comunista nel 1990-91.
- La crisi finanziaria del’97 (anarchia albanese) causata dagli imbrogli
piramidali e dalla speculazione.
- L’affluenza dei profughi politici della guerra del Kosovo nel 1999
- Il terzo lustro 2002-2007,il periodo migliore,crescita Pil – Reddito pro
capite
Fonte: Ministero Delle Finanze Albanese 2011 (** previsioni)
Tabella 2. Crescita del PIL (%) e confronto con gli altri paesi

Anno 2005 2006 2007 2008 2009 2010


Albania 6 5 6 7,7 3,3 4,1
B&H 5 6 7 5 -3 -1,3
Bulgaria 6 7 6 6 -5 -2,5
Croatia 4 5 5 2 -6 -4,5
Macedonia, 4 4 6 5 -1 -0,3
FYR
Montenegro 4 9 11 7 -7 -3,8
Romania 4 8 6 9 -9 -5,4
Euro area 2 3 3 1 -4 -2,5
Fonte: Banca dati della World Bank Group

Grafico 1:rimesse degli emigranti e incidenza sui trasferimenti netti


Tabella 3 :indicatori economici 2007 2008 2009 2010 2011

Fonte ICE 2011


Tabella 4. Tasso di povertà (Espresso in % al PIL)

Anno 2005 2006 2007 2008 2009 2010

% Tasso di povertà 2 1,6 1,3 1.2 1,6 1,1


Fonte: INSTAT (Istituto per le Statistiche in Albania)

Tabella 5. Occupazione, Forza lavoro , Tasso di disoccupazione

2008 2009 2010

OCCUPAZIONE
Forza lavoro 1.115.562 1.042.618 1.059.199
- Occupati 974.067 899.278 915.981
a) Settore pubblico 166.543 166.250 166.600
b) Settore privato (Non in agricoltura) 238.975 236.838 242.717
c) Settore privato in agricoltura 568.549 496.190 506.664
DISOCCUPAZIONE
Disoccupati registrati 141.495 143.340 143.218
Cassa integrazione 9.916 10.050 10.205
Tasso di disoccupazione
Percentuale (%) 12,68 13,75 13,52
Grafico 2 . La formazione del PIL in base ai settori più importanti
1. La riforma del business, la legge n 9.723 del 3.5.2007 "Sulla
costituzione del Centro Nazionale di Registrazione delle
imprese”
2. “Strategia per lo Sviluppo del Business e degli Investimenti
2007 – 2013” D.M.N. 795,in data 07/11/2007.
3. “Strategia Nazionale per l’Energia 2009–2020“
4. “Strategia Intersettoriale della Tutela dei Consumatori e del
mercato 2007 – 2013”delibera n. 797 del 14 .11. del 2007
5. “Strategia di sviluppo interregionale 2007 – 2013“
6. La legge nr. 9974 del 07.07.2008 "Sulla Proprietà Industriale"
7. La Legge nr.9901 del14.04.2008 “Per le società commerciali”
8. Legge n. 9121/2003-”protezione concorrenza-Antitrust”
9. Legge 10316, del 16 .12.2010, per la prima volta prevede e
riconosce le Società Europee, prevede un nuovo tipo di
protezione per gli investitori ed investimenti esteri, chiamata
“protezione statale speciale”
Grafico 3: Le privatizzazioni in Albania dal 1993-2011. Milioni (lek)

 Nel 2000 ,la prima privatizzazione più importante del paese, ”la
banca nazionale commerciale”
 Nel 2004, la privatizzazione della ex Cassa di Risparmio.
 Nel 2007 è stata realizzata la privatizzazione della Alb telecom
 Nel 2008,privatizzazione della ARMO (società di petrolio nazionale)
 L'anno 2009 segna il punto più alto dei proventi da privatizzazioni,
con la vendita del 76% di share del Shpëndarjes System Operator
JSC,distributore di energia elettrica nazionale
 Durante il 2011 privatizzazioni di circa 300 mil €, centrali
idroelettriche (votazione del 30 maggio 2011),INSIG,Società
d`assicurazioni ,Albpetrol,
 Le relazioni internazionali dell’ Albania sono iniziate dal 1991,dopo
la caduta del regime dittatoriale che ha mantenuto il paese in
totale isolamento rispetto al estero, da allora in questi 20 anni
l’Albania e diventato meritatamente membro di molte
organizzazioni internazionali ed europee alcune tra le più
importanti sono:

1. L’ONU
2. Fondo monetario internazionale (FMI)
3. Consiglio d’Europa
4. Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (WIPO)
5. Unesco
6. Adesione alla NATO Il 2009
7. Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).
8. Banca internazionale per lo sviluppo (world bank)
9. Cooperazione Italiana allo Sviluppo
10. Banca Europea per gli Investimenti.
 L'Albania sta conducendo con l'Unione Europea il percorso di adesione .
Negli ultimi anni ha fatto registrare progressi più o meno ampi nel
rispetto di tutti i criteri di adesione: democrazia, stato di diritto,
economia. Queste le tappe più importanti già percorse:

 1995 : L’Albania chiede l’avvio dei negoziati per l’accordo di


Stabilizzazione e Associazione (SAA) con l’UE.
 1999 : L'UE propone un nuovo Processo di Stabilizzazione e Associazione
per cinque Paesi dell'Europa orientale inclusa l'Albania (SAP).
 1º aprile 2009: entra in vigore l'Accordo di Stabilizzazione e Associazione.
 28 aprile 2009: L'Albania si candida ufficialmente ad entrare nell'UE.
 15 dicembre 2010 : L' UE toglie i visti ai cittadini albanesi anche se
all’indomani della liberalizzazione dei visti, da Bruxelles è arrivata una
doccia fredda. La richiesta dell'Albania di acquisire lo status di ‘Paese
Candidato’ è stata bocciata.

 Tra i motivi del rifiuto, risultano inadempiuti i criteri di Copenaghen.


Mancanza di stabilità istituzionale; problemi nel rispetto
dell'indipendenza della magistratura, corruzione, riforme sociali,
sostegno alla società civile.
Parte teorica: Definizione e tipologie
 Gli IDE “sono investimenti da parte di un soggetto rivolti a stabilire una
relazione di lungo termine e ad acquisire interessi durevoli e di controllo in
un'impresa residente in un altro Paese”

 Gli IDE orizzontali hanno come obiettivo principale la penetrazione dei


mercati (market - seeking).

 Gli IDE verticali ,hanno come obiettivo principale la limitazione dei costi di
produzione (cost-saving). Conducono alla frammentazione del processo
produttivo in più fasi, svolte in paesi differenti, e alla commercializzazione
internazionale dei prodotti semilavorati.

 Outflow, gli investimenti generati da aziende nazionali verso l’estero.

 Inflow, gli investimenti generati da aziende estere nel territorio nazionale


quelli che riguardano principalmente questo lavoro.

“In un’economia globalizzata,l’andamento del Mercato del Lavoro


locale,dipende direttamente dalla capacità del Paese di “fare sistema”
ed attirare gli inflow disponibili”
Tabella 6: comparativa dei livelli IDE inflow : 2005-2009 in mil. €

Fonte UNCTAD
• Possiamo notare che nel periodo della crisi finanziaria tra 2008-2009
in Albania gli IDE sono stati in crescita al contrario dei altri paesi del
mondo e quelli balcanici.

Tabella 7 : indice di performance attuale-potenzialità futura– IDE - Da 1 alto a 100 basso

Fonte UNCTAD
Partner economici,volume,struttura degli investimenti

Grafico 4: struttura delle importazioni Albanesi e principali paesi di riferimento

Grafico 5:struttura delle esportazioni Albanesi e principali paesi di riferimento

Fonte: instat Albania


Tabella 8 : Volume Investimenti Diretti Esteri in Albania – valori in milioni di euro

Anno ‘97 ‘98 ‘99 2000 2001 2002 2003 2005 2006 2007 2008 2009 2010

IDE 42.3 40 38.5 156.6 230.7 141.4 156.9 267.4 209.3 250.3 465.6 682 706.3

Grafico 6: Evoluzione degli IDE in Albania : valori in milioni di euro.

Fonte: Banca d’Albania


Grafico 7- Categorie Merceologiche degli IDE in Albania:

 I principali comparti merceologici, in ordine di importanza, degli


IDE verso l’Albania sono :
1. TESSILE,ABBIGLIAMENTO, E CALZATURE; con un ammontare pari a 404
milioni di euro. L’incidenza di questi prodotti sugli IDE globali è stato del
65% circa.
2. INFRASTRUTTURE:Materiali Edili E Metalli; totale pari a 235 milioni di
euro, con una incidenza del 23% sull' totale.
3. INDUSTRIA -macchinari, attrezzature e pezzi di ricambio; Nel 2010 le
importazioni dell’Albania dal mondo per questo comparto hanno registrato
un importo pari a 675 milioni di euro, e con una incidenza del 5% rispetto
all’ totale .
 Il quadro normativo degli investimenti esteri in Albania è fondato
principalmente sulla “Legge 7764 del 1993” che disciplina l'ammissione,
il trattamento, l’espropriazione e la risoluzione delle controversie in
materia di investimenti diretti esteri ed è Il primo vero passo importante
riguardante la decisione del Albania di attirare gli IDE.
I principali incentivi di questa legge sono:
1. Ha liberalizzato ed agevolato l’ingresso nel Paese di capitali ed iniziative
economiche, tutelando gli investitori stranieri e fornendo loro una serie di
garanzie molto ampie.
2. Gli investimenti stranieri non possano essere espropriati o nazionalizzati,
tranne che per scopi di interesse pubblico.
3. Gli investitori stranieri hanno diritto di trasferire liberamente all’estero
tutti gli utili realizzati.
4. Gli investimenti stranieri sono liberamente definiti e trattati a condizioni
non meno favorevoli di quelle che si applicano agli investimenti nazionali in
circostanze analoghe, escluse le proprietà dei terreni, il cui regime, è
regolato da una legge speciale.
5. Esenzione fiscale quinquennale per le imprese che operano nel settore
turistico in una delle aree di potenziale sviluppo.
6. Esenzione fiscale quadriennale per le imprese che operano per almeno dieci
anni nel settore manifatturiero.
7. La Legge 9734 del 14.05.2007-“Per il turismo”,creato per gli investitori operanti
nel settore turistico –designati come“soggetti privilegiati”.
Esenzioni - agevolazioni - incentivi per gli IDE
1. “Albania 1 Euro”:mira ad accelerare l’assorbimento di IDE nel paese,
dando priorità ai piani d’accesso nel mercato degli investitori stranieri,
per contratti di terreni a scopo industriale, agricolo, turistico, e di
registrazione del business al costo di 1 euro.
2. Status speciale di “persona promossa” :per chi investe nel turismo,
sarà esentato dagli obblighi doganali,dalla tassa d’accisa e l’imposta sui
profitti per i primi 5 anni; e avrà una riduzione del 50% della imposta
sui profitti per i prossimi 5 anni.
3. Un livello d’imposta sui redditi a quota fissa e del solo 10 %; per
privati e aziende ,come vediamo anche dalle tabelle , e in confronto con
i altri paesi dell’ est Europa l’Albania ha la tassazione più bassa.
ANALISI SWAT (Matrice SWOT ) IDE IN ALBANIA

STRENGTH (PUNTI DÌ FORZA) WEAKNESS (PUNTI DÌ DEBOLEZZA)


 Posizione geografica strategica  Fuga degli intellettuali
 Disponibilità risorse naturali  Corruzione
 Bassa competizione  Burocrazia
 Basso costo manodopera  Piccolo mercato locale
 Eminente integrazione europea  Settore finanziario poco sviluppato
 Sviluppo dell’ infrastruttura  Tecnologia industriale ammortizzata

OPPORTUNITIES (OPPORTUNITA) THREATS (MINACCE)


 Incentivi e agevolazioni statali  Violazione delle norme sui diritti
 Vicinanza geografica con l’Italia proprietà intellettuale
 Diffusione della lingua italiana  Concorrenza dei paesi vicini
 Manodopera qualificata  Aumento degli stipendi e perdita dell’
 Attrazioni turistiche e favorevoli vantaggio competitivo
condizioni climatiche  Instabilità politica
1.The World Bank Report:"Doing Business 2011”-Albania - 183 stati:

Indicatori Risultato DB Risultato DB Miglioramento


2011 2010 posizione

Avviare un attività d’impresa 45 44 -1


Avere i permessi di costruzione 170 172 2
Registrare la proprietà 72 69 -3
Ricevere un credito 15 14 -1
Protezione degli investitori 15 15 0
Pagamento delle tasse 149 152 3
Negoziazioni transfrontaliere 70 87 17
Applicazione dei contratti 89 91 2
Chiudere un attività d’impresa 183 183 0
2.Index of economic freedom 2011-Albania

“Questo indice posiziona l’Albania al 70 posto su 183 paesi del mondo.


L'Albania è classificata 33a tra le più libere economie tra i 43 paesi della
regione d'Europa, e il suo punteggio complessivo è superiore alla media
mondiale “

Grafico 8:indice liberta economica mondiale –Albania - Da 0-100

“Il Punteggio complessivo dell'Albania per la libertà economica è limitato


dai diritti di proprietà deboli , che è in gran parte sono a causa di
interferenze politiche nel sistema giudiziario e dalla corruzione dilagante”
• Gli indici mostrati fino a ora fanno vedere che notevoli progressi sono
stati effettuati in molti settori negli ultimi anni in Albania per attirare gli
investimenti e per cerare un clima favorevole al business ma ce ancora
molto da fare e ci sono ancora molti problemi da risolvere e questo viene
riscontrato soprattutto in ambiti che riguardano:

• “l'accesso ai finanziamenti” -“corruzione”


• “regolamentazione fiscale” -“burocrazia”
• “inefficienza del governo”-”instabilità politica”-“inflazione”

Tabella : Fattori più problematici per fare impresa in Albania:in ordine decrescente
 Con riferimento alla protezione degli investimenti stranieri
l’Albania si colloca al 14° posto, seguita dalla Slovenia,
dalla Serbia, e persino dall’Ungheria e dalla Croazia.
 La SACE (società di assicurazione del credito e protezione
degli investimenti esteri) ha dato un segnale di
apprezzamento verso questa economia riducendo il rischio
Paese dalla 7°alla 6° categoria. E’auspicabile che tale
apertura verso l’Albania prosegua anche in futuro.

1. Rischio politico:medio: outlook negativo


2. Rischio economico: medio: outlook stabile
3. Rischio finanziario :medio: outlook negativo:Il
ruolo ridotto dell’intermediazione finanziaria si riflette
negativamente sullo sviluppo del settore privato ed in
particolare delle PMI.
4. Rischio operativo:medio: outlook stabile: costi
della corruzione , ,infrastrutture risultano poco sviluppate
Rapporti storici Italia - Albania:
 L’Albania è il paese balcanico con più legami storici con l’Italia, dove
è maggiormente diffusa la lingua italiana. Ma e soprattutto il
tradizionale legame culturale e di amicizia tra i due popoli, così ricco
ed articolato, a rappresentare il fondamentale collante del rapporto.
Rapporti commerciali:
 La vicinanza geografica, le affinità culturali , così come gli intensi
rapporti politici hanno contribuito in questi anni a collocare l’Italia
come :“primo partner commerciale,primo partner per presenza
imprenditoriale, primo donatore bilaterale”
Tabella: Interscambio Italia - Albania

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Interscambio globale 2.334 2.641 3.058 3.830 4.483 4.043 4.646

Saldo globale -1.362 -1.581 -1.802 -2.266 -2.653 -2.483 -2.302

Interscambio con l’Italia 955 1.002 1.140 1.360 1.513 1.343 1.575

% interscambio con l’Italia 41% 38% 37% 36% 34% 33% 34%
 Le imprese italiane in Albania sono circa 500 e rappresentano
in assoluto,la nazione con più aziende nel paese. Sono
concentrati principalmente nella parte occidentale del paese,
lungo la costa adriatica.
 La maggior parte sono PMI nei settori delle costruzioni (35 %),
del tessile,abbigliamento e calzature (21 %), del commercio e
dei servizi (16%),dell’industria %).Sono prevalentemente
aziende di trasformazione,tra imprese a capitale interamente
italiano e joint venture.
 Gruppi industriali di grandi e medie dimensioni,si stanno
sviluppando,attratti dalle prospettive nei settori
dell’energia,delle infrastrutture è del cemento.
 Rilevante è la presenza nel Paese di due grandi gruppi bancari
italiani, (Intesa San Paolo e il Gruppo Veneto Banca/BIS)
 La presenza italiana in Albania è costituita anche da chi lavora
nel campo delle attività sociali,a favore della popolazione
locale:Organizzazioni Non Governative (ONG) e le (ONLUS)
Tra i più importanti gruppi italiani figurano :
 Divella e Conad nel settore alimentare.
 Casa Isnardo, Acciaierie Venete nel settore edile.
 Gruppo Enel Power ed Essegei nel settore energetico.
 Darfo e Petrolifera Italo-Rumena nell’estrazione ,stoccaggio dei minerali.
 Ital-strade e Ital-cementi nelle infrastrutture
Attualmente sono attive 80 iniziative e progetti per un valore di 335mln €,
articolate nei diversi settori , come di seguito indicati :

Grafico 9: Progetti e iniziative Italiani in Albania

Fonte :cooperazione italiana. Sviluppo 2011


Politica Regionale Italiana In Albania
Sono attive in questo momento in Albania quattro regioni, Emilia
Romagna e Toscana a Scutari, Lazio a Durazzo, Marche a Valona, i
comuni di Modena, Venezia a Scutari,la provincia di Ancona a Valona.

Accordi bilaterali più importanti tra Italia – Albania


1. Incentivi italiani all’afflusso di investimenti in Albania:
Agevolazioni di cui all’articolo 7 della Legge n. 49 ,1987.
2. La Cooperazione Italiana allo Sviluppo è presente dal 1991.
3. Attualmente tra l’Albania e l’Italia sono in vigore circa 66
trattati e accordi bilaterali di cooperazione tra i 2 governi (dati
ministero degli esteri Italiano).

Il primo firmato a Roma il 22.06.1957 “accordo per il regolamento di


questioni derivanti dal trattato di pace del 10.02.1947.
L’ultimo accordo fra i due paesi il 26 .04. 2011,sulla partecipazione al
Fondo Albanese di Garanzia in quadro al Programma di Sviluppo
delle Piccole e Medie Imprese promosso dalla Cooperazione Italiana.
Le Teorie di internazionalizzazione :

 Tali teorie possono essere suddivise in due grandi filoni:


1. Le teorie del commercio internazionale.
2. Le teorie degli IDE o dell’impresa multinazionale.

 Contributi riconducibili a questo filone interpretativo:


1. Il contributo del modello di Vernon -1966:”ciclo di vita del prodotto”
2. Il modello di Hymer -1976:”afferma che i vantaggi alla base della crescita
multinazionale possano essere non solo firm-specific, ma anche country-
specific.”
3. La teoria “eclettica”- Dunning -1991:”opera un importante ampliamento
della teoria dell’internazionalizzazione,introducendo nello schema
interpretativo variabili di tipo localizzativo.”
Propone una interpretazione a tre livelli che spiega le scelte delle imprese:
a) In funzione dell’esistenza di vantaggi da proprietà(ownership advantages).
b) Da internazionalizzazione,derivanti dall’integrazione nell’impresa di attività diverse.
c) E infine vantaggi localizzativi,connessi alle caratteristiche dei paesi ospitanti.
 Parte Teorica:La delocalizzazione produttiva
“Nell’ambito dell’internazionalizzazione produttiva sono due i fenomeni
che hanno maggiore incidenza: la delocalizzazione produttiva ed il
raggiungimento o il mantenimento di determinate quote di mercato”

“Per delocalizzazione si intende: il trasferimento della produzione di


beni e/o servizi in altra regione della stessa nazione o in altri paesi, in
genere in via di sviluppo o in transizione.”
«Frammentazione internazionale della produzione» (FIP)
 Modalità di attuazione:
1. Outsourcing:si intende,l’uso e l’influsso di risorse, beni e competenze
di terzi a fronte di un contratto. La modalità tradizionale di divisione
della produzione è quella che abbiamo già indicato e che prevede
acquisire sul mercato dei beni intermedi e prodotti da un'altra impresa,
la produzione viene affidata ad un’altra impresa che sta fuori dai
confini nazionali.
2. Subfornitura o sub contrattazione. La sub-fornitura è una tipologia di
accordo contrattuale tra imprese che rappresenta il primo livello di
cooperazione.
3. IDE. L’azienda tramite IDE, de localizza le attività della catena del valore
per agire direttamente nel mercato estero. Si stabilisce un interesse
durevole in un’impresa che risiede in un Paese straniero ovvero una
relazione di lungo termine in aggiunta all’esercizio di un’influenza sulla
gestione dell’impresa.
 L’IDE può essere realizzato in due forme:
A. investimento di tipo greenfield B. investimento di tipo brownfield

4. Joint venture. L’impresa può decidere se de localizzare la produzione


servendosi di partner esteri. “Si definisce joint venture un sistema
organizzativo - manageriale di tipo triadico, costituito da due partner e
dall’entità costituita ex-novo”
 Tipologie di delocalizzazione:

1) Produzione parziale o totale di alcuni semilavorati e assiemi.


2) La produzione parziale o totale di una o più fasi del processo produttivo.
3) La produzione parziale o totale di un prodotto o una linea di prodotti.
4) La delocalizzazione di tutta la produzione di serie.

Fattori che influenzano la decisione di de localizzare


 Per un Paese come l'Italia, caratterizzato da un minore grado di
internazionalizzazione attiva rispetto agli altri Paesi sviluppati e da una forte
incidenza economica delle piccole e medie imprese, la fase di "delocalizzazione
diffusa" appare di estremo interesse.
 I settori maggiormente coinvolti sono quello dei prodotti alimentari e derivati,
autoveicoli, moto e biciclette, che occupano le prime posizioni, seguiti dal
comparto della lavorazione dei metalli e da quello riguardante macchine e
apparecchi meccanici,preceduto dall’abbigliamento, il settore elettronica e
telecomunicazioni.
 Il motivo principale che spinge le imprese italiane a de localizzare è la differenza
del costo del lavoro tra l’Italia e i Paesi Europei Orientali e Meridionali, il Far
East e il Nord Africa

Le zone geografiche verso le quali le imprese italiane de localizzano


 Motivazioni

 Posizione geografica strategica

 Manodopera qualificata

 Attrazioni turistiche ,favorevoli condizioni climatiche

 Disponibilità risorse naturali

 Bassa competizione nazionale

 Basso costo manodopera

 Eminente integrazione europea

 Incentivi e agevolazioni statali

 Vicinanza geografica con l’Italia

 Diffusione della lingua italiana

 Mancanza di tutela sindacale per i lavoratori


 Riduzione Del Livello Occupazionale Paese D’origine
 Rischio Paese (Rischio Naturale -Geografico - Socio-
politico - Rischio Economico)
 Aumento Dei Costi Logistici
 Perdita Di Controllo Della Qualità del Prodotto
 Rischi Di Trasferimento Del Know-how
 Perdita D’immagine
 Perdita Di Produzione Interna
 Perdita Di Servizio
 Perdita Di Produzione Durante Il Trasferimento
 Aumento Del Divario Salariale Tra Lavoratori Qualificati
E Lavoratori Non Qualificati
 Alcune delle maggiori imprese italiane che da anni hanno trasferito
all’estero le loro attività. Tra le altre ricordiamo:

 FIAT : stabilimenti aperti in Polonia, Serbia, Russia, Brasile,


Argentina. Persi in Italia 20.000 posti di lavoro .
 DAINESE: due stabilimenti in Tunisia, circa 500 addetti;
 GEOX: stabilimenti in Brasile, Cina e Vietnam; su circa 30.000
lavoratori solo 2000 sono Italiani.
 BIALETTI: fabbrica in Cina, ed i lavoratori di Omegna licenziati.
 OMSA: stabilimento in Serbia,cassa integrazione per 320 lavoratori
 ROSSIGNOL: stabilimento in Romania, 108 esuberi a Montebelluna.
 DUCATI ENERGIA: stabilimenti in India e Croazia, chiuse le
fabbriche Italia.
 BENETTON: stabilimenti in Croazia.
 CALZEDONIA: stabilimenti in Bulgaria.
 STEFANEL: stabilimenti in Croazia
 “Un caso di importanza particolare e che sta avvenendo proprio in
questo periodo e quello della delocalizzazione delle varie aziende di
call- center dal Italia verso l’Albania un fatto che sta rendendo
allarmanti i dati occupazionali in Italia con la perdita di molti posti
di lavoro e molte proteste effettuate questi giorni dai operatori
delle varie compagnie ”

In particolare i lavoratori e sindacati denunciano: Una strategia che


rischia di:
 a- “ridurre” le attività lavorate internamente dalle grandi aziende,
riducendo i livelli occupazionali interni ed impedendo possibili
riconversioni degli attuali occupati;
 b- “stressare” con gare al massimo ribasso anche la parte finale
della filiera, con outsourcing sempre più ridotti a divenire stazioni
appaltanti di altre aziende (con fenomeni di sub appalto, che fanno
perdere poi “le tracce” delle stesse attività di customer);
 c- incentivare la delocalizzazione di attività a forte valore aggiunto,
verso paesi dove le condizioni dei lavoratori sono drammatiche e i
dati sensibili sono a rischio.
 TELECOM ITALIA: TIM call center in Albania, Tunisia, Romania,
Turchia per un totale di circa 600 lavoratori.
 WIND : call center in Romania ed Albania per un totale di circa
300 lavoratori impiegati.
 H3G: call center in Albania, Romania e Tunisia per circa 400
lavoratori impiegati.
 VODAFONE/TELE 2: tramite i suoi principali fornitori (Comdata,
Comdata Care, E-Care,Transcom, ecc.) sono già operanti sub
appalti in Romania per circa 300 lavoratori. In corso di
definizione sono inoltre operazioni di sub appalto in Albania.
 FASTWEB: diverse attività in sub appalto sono attualmente
lavorate in Albania e Romania, anche se per soli picchi produttivi
da parte di fornitori.
 SKY ITALIA: call center in Albania per un totale di circa 250
lavoratori impiegati.

 D'altronde tra l'Italia e l’Albania c'è un divario enorme sotto il


profilo salariale. Un lavoratore di call center qui costa alle
aziende circa 15 euro lordi, in Albania solo 5 euro. Una bella
differenza che spiega il motivo principale di questo
trasferimento.
Vorrei riportare qui per intera una affermazione significativa di
pochi giorni fa, come a me inoltrata da un operatore, che per
l’ironia della sorte e anche mio amico che lavora preso “Albacall
Albania” uno dei tanti call - center a Tirana.
“Alla fine siamo noi i migliori , in un anno abbiamo
avuto risultati sorprendenti a Tirana come performance
e soddisfazione del cliente in qualità di operatore, i call
center italiani hanno raggiunto questo livello per 9
anni! per me la vera torre di Babel sta in Italia e le
proteste contro la delocalizzazione in Albania dove si
inventa di tutto ,dati sensibili , incapacità , paura, e
quant'altro purché offendere l'Albania, stanno portando
l'Italia a isolarsi dal mondo e impreparata di fronte alla
globalizzazione“
Artion Mita - Operatore, Tim Albacall sh.p.k–Tirana
 I risultati di uno studio1 su Stati Uniti e Gran Bretagna
mostrano che la delocalizzazione non comporta una caduta
nell’occupazione aggregata,perché rende aziende e settori
più efficienti e dunque contribuisce alla creazione di nuovi
posti di lavoro con una maggiore produttività del lavoro e
una espansione delle attività in altre linee di produzione che
controbilanciano le eventuali perdite occupazionali dovute
all'esternalizzazione di alcune fasi della produzione.

 Esempio:”un'azienda potrebbe licenziare alcuni


dipendenti perché importa servizi di tecnologia
dell'informazione, ma dal momento che diviene così
più efficiente, potrebbe decidere di espandere il suo
dipartimento di ricerca & sviluppo, creando così nuovi
posti di lavoro”
1Amiti,
Mary e Shang-Jin Wei, "Fear of Ousourcing: Is it Justified?"
Working Paper 04/186, e Nber Working Paper 10808. http://www.nber.org/papers/w10808
 L’obiettivo del mio lavoro era di rappresentare un quadro
complessivo degli investimenti esteri in Albania, le dinamiche
di questi investimenti e i progressi effettuati, questo riferito
in particolare al ruolo chiave che l’Italia ha avuto in Albania
fino dai primi anni ’90 ,avendo giustamente e a pieni voti
acquisito il posto del principale partner economico del
Albania.

 “L'odierno impegno della cooperazione italiana in Albania


riflette il consolidato legame tra i due Paesi che si articola
su varie aree di intervento,e in particolare dagli investimenti
e dalla delocalizzazione delle imprese italiane in Albania,
ma anche tramite piccoli contributi come questo lavoro, e
quello di tanti studenti Albanesi in Italia “
 “Per il futuro si respira aria di ottimismo tra Italia e
Albania, con la speranza che la collaborazione tra i due paesi
continua a restare fattiva e vitale portando le due nazioni a
una interazione sempre più stretta “
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE

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