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Perché un cristallo?
Una singola molecola diffrange un numero troppo basso di raggi X per potere essere rivelati oltre il livello di rumore, che include
diffrazione da acqua e aria. Un cristallo invece comprende un enorme numero di molecole con la stessa orientazione, così che le
onde diffratte si sommano in fase e danno luogo a un segnale che emerge dal rumore. Il cristallo agisce quindi come un
amplificatore.
Le onde diffratte si sommano in fase in alcune direzioni e fuori fase, cancellandosi, in altre direzioni. Questa è la ragione perché un
diagramma di diffrazione è composto da piccole zone luminose isolate.
Il cristallo produce un diagramma di diffrazione che porta l’informazione
su come è fatto il cristallo (la posizione delle riflessioni) e sulla struttura
della proteina (l’intensità delle riflessioni)
Fascio diffratto
Fascio incidente
d
Cristallo
Fascio trasmesso
La trasformata di Fourier di due punti produce una griglia.
Otto punti in schiera rappresentano un cristallo microscopico. Poiché il cristallo è piccolo, le riflessioni sono estese.
Quindici punti in schiera rappresentano un cristallo di dimensioni maggiori. Il reticolo nello spazio reciproco è adesso più definito
Teoria di Fourier
Il diagramma di diffrazione è correlato all’oggetto che diffrange la radiazione attraverso una operazione matematica detta
Trasformata di Fourier (T.F.). Se si pensa a una funzione matematica che descrive la densità elettronica allora il campo elettrico
diffratto è descritto dalla T.F. di quella funzione.
La T.F. può essere invertita e dare come risultato la funzione originale, cioè la descrizione dell’oggetto, la sua densità elettronica.
C’è però il problema che ciò che il rivelatore può osservare non è il campo elettrico, cioè la T.F. dell’oggetto, ma la sua intensità,
cioè l’ampiezza al quadrato della T.F. Questo è detto il “problema della fase”
Infatti per calcolare l’inverso della T.F. dobbiamo conoscere sia l’ampiezza che la fase della T.F., ma il rivelatore può solo contare il
numero di fotoni diffratti. Non abbiamo modo di conoscere le fasi relative dei vari picchi di intensità diffratta.