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Nasce nel 427 a. C.

da una famiglia prestigiosa, risalente a Crodo e a Solone

Fu discepolo di Socrate, ma anche di Cratilo, seguace di Eraclito Nutre da giovane lambizione di entrare nella vita politica. Occasione: colpo di stato dei Trenta Tiranni. Restaurazione democratica. La morte di Socrate gli appare una ingiustizia imperdonabile Tema dominante nel suo pensiero: quale rapporto fra filosofia e politica? A un certo punto mi feci lidea che tutte le citt soggiacevano ad un cattivo governo () I mali dunque non avrebbero mai lasciato lumanit finch una generazione di filosofi vera e propria non fosse assunta alle somme cariche dello stato (Lettera VII) 387-88: primo viaggio a Siracusa: cerca di coinvolgere nel suo progetto politico il tiranno Dionigi. Delusione Tornato ad Atene fonda lACCADEMIA 366-65: alla morte di Dionigi il Vecchio, Platone si lascia convincere a partire nuovamente pr Siracusa dove il nuovo tiranno Dionigi il giovane Platone pu tornare ad Atene grazie allintervento del tiranno di Taranto, il pitagorico Archita 361: nuovo viaggio a Siracusa: esito peggiore dei precedenti. Salvato di nuovo da Archita

Trascorre gli ultimi anni ad Atene dove nuore nel 347 a. C.

Opere: Apologia, 34 Dialoghi, 13 lettere: raggruppamento in 9 tetralogie Difficolt nello stabilire lesatta cronologia delle opere SCRITTI GIOVANILI dopo il primo viaggio a Siracusa, socratici (sembra non aver maturato idee originali: Apologia, Critone, Gorgia, Protagora DELLA MATURIT posteriori alla fondazione dellAccademia; dottrina delle idee: Fedone, Simposio, Simposio, Repubblica, Fedro SCRITTI DELLA VECCHIAIA dopo il definitivo ad Atene; ripensamento di alcuni aspetti del suo stesso pensiero; contengono le tarde dottrine di P. sulla dialettica: Parmenide, Teeteto, Sofista, Timeo, Leggi. In questi dialoghi la figura di Socrate perde progressivamente di importanza e tende a scomparire. Dottrine non scritte

Platone non compare mai direttamente nei dialoghi Si nasconde dietro i suoi personaggi I dialoghi non hanno una forma di trattato, ma forma aperta e problematica, mai definitivamente conclusi Il punto di vista di Platone non sempre coincide con quello di Socrate (protagonista di quasi tutti i dialoghi), che non ha in tutte le opere le stesse caratteristiche. Tutti i personaggi parlano per Platone, o comunque sono al suo servizio

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Un testo scritto non sa come difendersi 2) Si rivolge indifferentemente a chiunque e pu avere effetti nocivi PERCHE SCRIVE ALLORA? Il discorso scritto ha un valore rammemorativo: non si sostituisce al dialogo orale, ma lo richiama alla mente e ne permette la sopravvivenza
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Mito di Theuth (Fedro) Tutti coloro che presumono di sapere sono in realt degli ignoranti La scrittura solo un mezzo per acquisire conoscenze dallesterno RISERVE

COME MAI LA FILOSOFIA FA RICORSO AL MITO DAL QUALE AVEVA TENTATO DI AFFRANCARSI? Il mito ha una duplice funzione: Didattico espositiva Allegorica: serve a sostituire i discorso razionale quando questo va al di l dei limiti della ragione Il "mito" suggerisce la verit, piuttosto che spiegarla razionalmente. Perci forse Platone vuol farci capire che alcune verit non possono semplicemente essere trasmesse dal filosofo all'allievo, ma richiedono, da parte di quest'ultimo, uno sforzo di rielaborazione personale, un impegno a "ricercare" la verit

La dottrina delle idee non si trova esposta in modo organico in nessuno dei dialoghi Nel Fedone ne sono contenute alcune determinazioni fondamentale. Fedone: metafora della seconda navigazione. La " prima navigazione " fatta con le vele al vento corrisponde al tragitto compiuto da Platone sulla scia dei naturalisti.
La " seconda navigazione " , assai pi faticosa ed impegnativa , quella condotta da Platone che portano al trascendimento della sfera del sensibile e alla conquista del soprasensibile . Prima dimostrazione razionale dell'esistenza di un essere oltre quello sensibile , ossia di una realt soprasensibile e trascendente

, EIDOS , IDEA NON SONO PER PLATONE CONTENUTI MENTALI MA CI A CUI SI RIVOLGE IL PENSIERO QUANDO PENSA Dal verbo idein che significa vedere Sarebbe pi opportuno utilizzare il termine FORMA

Entit reali: hanno una realt ontologica Trascendenti Immateriali: non hanno un carattere materiale, ma soprasensibile (metafisico) Sono modelli delle cose sensibili (copie o imitazioni imperfette delle idee) Sussistenti per s Intellegibili

Idee valori: il bello, il buono, il giusto (o, se si preferisce, la bellezza, la bont, la giustizia); Enti matematici (aritmetica e geometria) Idee delle cose naturali e artificiali. Esse per non si trovano alla rinfusa, ma sono ordinate secondo una scala gerarchica, che va dalla Idee meno universali (in basso) a quella pi universale (in alto), che, secondo Platone, l'Idea del Bene. Tale Idea come un sole, che, illuminando tutte le altre, ce le fa intendere.
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Platone non ha scritto nulla su questa Idea, dalla quale derivano tutte le altre, ma ne parlava ai suoi discepoli nelle sue lezioni "Intorno al Bene", perch - come scrive nella Lettera VII - "La conoscenza di queste cose non affatto comunicabile come le altre conoscenze, ma dopo molte discussioni fatte su queste cose, e dopo una comunanza di vita, improvvisamente, come luce che si accende da una scintilla che si sprigiona, cos nasce nell'anima, e da se stessa si alimenta". Il Bene non si identifica con Dio che crea le altre Idee; ma ci che comunica loro la perfezione, rimanendo comunque superiore ad esse

Il principio supremo, come abbiamo visto, l'Idea del Bene, che detta anche "Uno", perch tutto deriva da lei. All'Uno era contrapposto un secondo principio, generalissimo, ma meno universale: la Diade, o principio della molteplicit. Dalla cooperazione di questi due principi - il primo (Uno) "determinante", il secondo (Diade) "indeterminato" - nasce la totalit delle Idee "determinate", ovvero le singole Idee, ciascuna con le determinazioni (caratteristiche) proprie, che la fanno diversa dalle altre.

Al livello pi basso della gerarchia del mondo intellegibile, si trovano gli "enti matematici" (numeri e figure geometriche). Si trovano pi in basso delle altre Idee, perch sono molteplici (molti uno, molti due, molte linee,...), ma si trovano pi in alto delle cose sensibili, perch sono enti intellegibili e non fisici: perci Platone li chiama enti "intermedi" tra le Idee e le cose sensibili.

Platone colloca le Idee (entit incorporee) in un luogo separato dal mondo, del tutto trascendente, che egli chiama (hyper ournos). L'Iperuranio non per un luogo "fisico", visto che abitato da "essenze non fisiche"; dobbiamo immaginarlo come luogo "metafisico", come una specie di altra dimensione, fatta di realt puramente "razionali" ed "intellegibili": le Idee.

Dislivello ontologico fra Idee e mondo sensibile. Questo, per, non nulla. Relazione fra i due poli, espressa da Platone con una serie di nozioni fondamentali: Imitazione (mimesis) Partecipazione (mthexis) Presenza (parousa, o comunanza, koinona) Causa (aita)

L'uomo vive nel mondo sensibile, a contatto con gli oggetti. Come pu dunque "conoscere le Idee? La risposta di Platone la seguente: conoscere significa "ricordare". La conoscenza "anamnesi" (ricordo; cfr. Menone, Fedone, Fedro) Platone spiega questa concezione del conoscere ricorrendo al mito.

Secondo il mito orfico, l'anima umana, immortale, si incarna pi volte (in corpi diversi), ma, fra un'incarnazione e l'altra, dimora presso le Idee e le conosce. Quando si unisce al corpo (che una sorta di prigione), l'anima dimentica ci che conosce (le Idee). Poi, a contatto col mondo, viene stimolata a ricordare ci che gi sa.

una forma di innatismo gnoseologica Si ricollega alla maieutica socratica . Rappresenta una risposta al principio eristico per cui non si pu indagare n su ci che si sa n su ci che non si sa.

Argomento dei contrari (II parte, argomento dellanamnesi, dottrina dell associazione fra idee) Argomento della somiglianza Argomento della partecipazione

Il destino dellanima dopo la morte nel Fedone Mito di Er (Repubblica X) SIGNIFICATI DEL MITO La responsabilit della scelta do chi sceglie, non del dio Come possibile che le anime, pur potendo scegliere, fanno proprio un modello di vita oscuro e malvagio? Intellettualismo socratico: chi sbaglia, sbagli per non aver saputo riconoscere il bene. La vera colpa sta sempre in una forma di ignoranza.

Nella Repubblica lanima non ha pi una natura semplice, dualisticamente contrapposta al corpo, ma composta o tripartita. Nel Fedone lunica funzione dellanima quella conoscitiva Nella Rep., lanima non si limita solo a conoscere; accanto allattivit di pensiero vi anche unattivit pratica o volitiva e una sentimentale o emotiva

Funzione conoscitiva

Anina razionale

Le funzioni

Funzione volitiva

Anina irascibile

Lanima

Funzione sentimentale

Anina concupiscibile

MITO
AURIGA

PSICOLOGIA
RAZIONALE

SIGNIFICATO
Sottomette passioni, impulsi Impulsiva, quasi una volont Ama le cose terrene e si lega ad esse

CAVALLO BIANCO CAVALLO NERO

ANIMA IRASCIBILE ANIMA


CONCUPISCIBILE

Fedro Pausania Eurissimaco Aristofane Agatone Socrate Diotima

Amore il pi antico tra gli Dei Vergogna per le cose spregevoli e desiderio di quelle nobili Colui che ama pieno del Dio e dunque divino pi dellamato

Amore un Dio duplice: celeste e volgare Amore volgare ama i corpi pi che le anime (uomini e donne) Amore celeste ama le anime (solo gli uomini) Differenza con lomosessualit Lamore buono solo se rivolto al bene Necessit di far coincidere lamore per i fanciulli con lamore per la sapienza

In natura originariamente i sessi erano tre: maschile, femminile e androgino (partecipe del maschio e della femmina) Invidia di Zeus per la tracotanza degli uomini Decisione di Zeus di tagliare in due gli esseri umani Incarico ad Apollo di adattare le due met separate riplasmandole Adattamento delle due met per la procreazione

Ognuno di noi dunque la met di un umano tagliato in due e perci sempre in cerca della propria met La variet degli amori tra i sessi (omo ed eterosessualit) deriva dalla natura primitiva degli umani

Amore il Dio pi giovane, bello e buono Non fa n riceve ingiustizia, temperante, valoroso e sapiente Amore ispira i poeti e tutti gli artisti Amore presiede alla generazione Amore genera tutte le virt dellanima Amore genera anche negli altri le sue virt

Amore sempre Amore di qualcosa e, amandola, la desidera Se Amore desidera qualcosa significa che non la possiede (desiderio=mancanza) Amore desiderio di bellezza e bont

Amore non partecipa di bellezza n di bont (in quanto le desidera = manca di esse) dunque non un dio Amore non nemmeno un mortale, ma un dmone, un intermediario tra uomini e di Amore figlio di Espediente (Poros) e di Povert (Penia) e partecipa della natura e delle doti di entrambi Amore come il filosofo (che non sapiente n ignorante)

Diviene metafora del filosofo: eros cerca loggetto del proprio desiderio (la bellezza); il filosofo la sapienza

Infatti la "filo-sofia" "desiderio di sapienza", non possesso pieno di essa. Sta in mezzo in modo attivo, perch conduce gli uomini verso ci che li trascende (funzione intermediatrice fra la realt sensibile e quella assoluta delle idee)

Eros perci il vero desiderio della Bellezza, che a sua volta coincide con il Bene, e perci l'amore platonico una via che porta all'assoluto. Due vie per quel cammino di ascesi verso il Bene: La sapienza La Bellezza (dottrina dellEros esprime la convinzione che ala ricerca della verit ha una componente erotica, emozionale, unenergia emotiva, che si affianca alla componente razionale)

Esistono vari livelli di amore che corrispondono ai diversi livelli di bellezza


Bellezza dei corpi Bellezza delle anime Bellezza delle leggi

Bellezza delle scienze


Bellezza in s
Lamore , risvegliato dalla bellezza nel mondo sensibile, una via per purificare luomo e spronarlo a intraprendere lascesa verso la realt

Giunto che sia ormai al grado supremo

delliniziazione amorosa, allimprovviso gli si riveler una bellezza meravigliosa per sua natura []: bellezza eterna, che non nasce e non muore, non saccresce n diminuisce ().

Questa bellezza non gli si riveler n con un volto n con mani, n con altro che appartenga al corpo, e neppure come concetto o scienza, n come residente in cosa diversa da lei, [] ma come essa per s e con s

Nella "Repubblica", Platone traccia le linee di uno Stato ideale, modellandolo sulle caratteristiche (anime) dell'essere umano. Alle tre "anime (concupiscibile, irascibile, razionale) presenti nell'uomo corrispondono altrettanti funzioni sociali, svolte da "gruppi" (classi) di individui, per il mantenimento di quel grande "corpo sociale", che appunto lo Stato:

i lavoratori / mercanti (produttori) i guerrieri I filosofi

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