Vous êtes sur la page 1sur 33

3

Maria Paola Castiglioni


L e volume réunit les actes du colloque international «Héros

M.P. Castiglioni, R. Carboni, M. Giuman, H. Bernier-Farella | Héros fondateurs et identités communautaires dans l’Antiquité
Université Grenoble Alpes fondateurs et identités communautaires dans l’Antiquité, entre
maître de conférences en Histoire mythe, rite et politique» qui s’est tenu à Grenoble du 3 au 5 mai
et civilisation des mondes anciens 2017. La question des origines et du sentiment d’appartenance des
communautés anciennes, des mythes et des cultes consacrés aux ancêtres
Romina Carboni légendaires dont elles revendiquaient la descendance a été abordée en
Università degli Studi di Cagliari privilégiant, à travers la variété géographique et chronologique des
ricercatore in Archeologia classica exemples étudiés, une approche pluridisciplinaire finalisée à enrichir la
réflexion historiographique.
Marco Giuman
Università degli Studi di Cagliari
professore associato di Archeologia classica

Hélène Bernier-Farella
Université de Cergy Pontoise
maître de conférences en Histoire grecque

Héros fondateurs
et identités communautaires
dans l’Antiquité entre mythe, rite et politique


a cura di Maria Paola Castiglioni, Romina Carboni
Marco Giuman, Hélène Bernier-Farella

Morlacchi Editore U.P.


isbn/ean

3 | Quaderni di Otium
www.morlacchilibri.com | euro ,00 Morlacchi Editore U.P. In copertina foto di © Marco Giuman.
3 | Quaderni di Otium

Collana diretta da Gian Luca Grassigli


Quaderni di Otium
collana di studi di archeologia e antichità classiche

diretta da
Gian Luca Grassigli
(Università degli Studi di Perugia)

Comitato Scientifico Internazionale

Elena Calandra (MiBACT)


Michel E. Fuchs (Université de Lausanne)
Marco Giuman (Università degli Studi di Cagliari)
Mauro Menichetti (Università degli Studi di Salerno)
Richard Neudecker (Deutsches Archäologisches Institut – Rom)
Alain Schnapp (Université Paris 1 – Panthéon Sorbonne)
Benedetta Sciaramenti (Università degli Studi di Perugia)
Fabrizio Slavazzi (Università degli Studi di Milano)

***

Questo volume è peer-reviewed.


Ulteriori informazioni su www.morlacchilibri.com
Héros fondateurs et identités communautaires
dans l’Antiquité entre mythe, rite et politique

a cura di
Maria Paola Castiglioni, Romina Carboni
Marco Giuman, Hélène Bernier-Farella

Morlacchi Editore U.P.


a Ezio Pellizer
Volume realizzato con il contributo e la collaborazione di

Impaginazione, redazione e copertina: Jessica Cardaioli

Isbn/Ean: 978-88-9392-053-7

Copyright © Morlacchi Editore, 2018. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzi-


one, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la copia fotostatica, non
autorizzata. Finito di stampare nel mese di dicembre 2018, per conto di Morlacchi
Editore (Perugia), dalla tipografia “Digital print-service”, Segrate (MI).
www.morlacchilibri.com/universitypress | mail to: redazione@morlacchilibri.com
Sommaire

Introduction 11

Monde grec

Ezio Pellizer
Le col de Myrina. Traces d’éponymies et fondations féminines 19

Giuseppina Paola Viscardi


Modellare identità, tramandare memoria, riformare la polis.
A proposito di Munico: un eroe eponimo tra mito e storia 37

Karin Mackowiak
Cadmos, les Antiopides et Thèbes: entre mythes
et identités politiques 59

Francesca Giovagnorio
Il culto eroico di Ptoo ad Acrefia:
riti e materiali dal santuario 73

Stefano Acerbo
Il culto eroico e la saga troiana: le ossa di Pelope 95
Anna Bertelli
Analisi di un luogo di culto eroico:
il caso dell’Heroon del Pythion di Gortyna 111

Federica Cordano
Heràkleia nome di colonia 137

Marina Polito
Nélée héros fondateur et l’identité communautaire:
Milet et les Ioniens 153

Simonetta Angiolillo
Iasos ktistes e il potere politico 169

Alfredo Novello
Asterio nelle tradizioni milesie 187

Maria Elena Gorrini, Cesare Zizza


Pyrrhus: hero founder and healer in Dodona? 201

Alessandro Cocorullo
Palinuro tra mare e terra.
Documentazione mitica ed evidenze archeologiche 233

Raffaella Bonaudo
Il regno di Oebalus. Racconti mitici dal territorio campano 251

Eliana Mugione
Giasone e gli Argonauti alla foce del Sele:
il santuario, la città e l’eroe fondatore 267
Victor Sánchez Domínguez
La instrumentalización de la figura del oikistes
en la Sicilia clásica 291

Paolo Daniele Scirpo


Quelques considérations sur le culte héroïque à Akrai (Sicile) 307

Marco Giuman, Ciro Parodo


«Agreo e Nomio avrà nome e per altri Aristeo».
Storie di api, oracoli e fondazioni 327

Hélène Bernier-Farella
Les héros inventeurs érigés en fondateurs.
Le cas d’Athènes au Ve s. 349

Marek Titien Olszewski, Houmam Saad


Pella-Apamée sur l’Oronte et ses héros fondateurs à la lumière
d’une source historique inconnue: une mosaïque d’Apamée 365

Romina Carboni, Emiliano Cruccas


Gli eroi, il sangue e la terra. Sacrifici e omicidi rituali
in difesa della comunità in Grecia e a Roma 417

Monde étrusque, italique et romain

Maria Cristina Biella, Laura Maria Michetti


Fondatori di città, antenati eroici, fondatori di culti.
Tracce di figure eminenti in ambito urbano, funerario e sacro
in Etruria meridionale tra l’età del Ferro e il V sec. a.C. 439
Enrico Giovanelli
Eroi greci in Etruria: aporie e anomalie? 467

Massimiliano Di Fazio
“Quella boria di vantar’origini romorose straniere”.
Antenati ed eroi fondatori nell’Italia centrale antica 487

Marco Edoardo Minoja


Capys eroe politico di una comunità etrusco-italica 509

Luisa Ferrero, Stefania Padovan, Francesca Restano


Susa prima di Segusio: i nuovi dati sulla Seconda Età
del Ferro a Susa e l’heroon di Cozio 521

Serena Mola
Cordelo e il Guerriero Celtico. Figure eroiche tra mito e realtà
nella storia antica della conca di Aosta 537

Domenico Palombi
Eroi greci fondatori di città latine 555

Eva Hagen
Latino sul Palatino: discorsi alternativi sulle origini di Roma
e la ‘Palatinizzazione’ 591

Nicola Luciani
Silvestro ad Infernum. Memoria degli spelaea mitraici
sul Campidoglio in un mito di fondazione cristiano 607

Jean-Luc Lamboley, Conclusions 627


Abstract
This article deals with a prelimi-
nary examination of the cult of the
hero Ptoios in Akraiphia, through
the analysis of the materials, but
even more, of the inscriptions
found in the site of Kastraki, where
a sacred area for the hero was locat-
ed. This area was organized in two
terraces; in the lower one, rituals
and dedication of votive materials
were performed for the hero. The
epigraphic analysis, which is the
foundation of this research, is im-
portant to demonstrate the mean-
ing of this worship in receiving the
city’s community spirit in a very
delicate historical phase, which
saw the affirmation of Theban he-
gemony in the regional context of
Boeotia.

Francesca Giovagnorio

Alma Mater Studiorum


Bologna, Dipartimento
di Storia, Culture e Civiltà

francesc.giovagnori2@unibo.it
Francesca Giovagnorio

Il culto eroico di Ptoo ad Acrefia: riti


e materiali dal santuario

L’
eroe Ptoo è una figura dai contorni piuttosto evanescenti;
non abbiamo molte informazioni circa la sua natura né la
sua funzione.
Il suo culto si installa a NE di una collina denominata Kastraki ed a
W del santuario principale di Apollo Ptoo, nel territorio dell’antica
città di Akraiphia, che si collocava nelle vicinanze del Lago Copais.
Il Lago Copais fu prosciugato a partire dall’epoca di Alessandro Ma-
gno, procedura completatasi nel XIX secolo d.C.1; attualmente è
presente una pianura che ha ereditato il nome di Copaide. Il libro
IX di Pausania risulta un importante punto di partenza per chiun-
que voglia affrontare uno studio sulla Beozia antica, in particolare
sul sostrato cultuale della regione, sul quale egli fornisce molte e
dettagliate notizie.
In IX 23, 5-6 il Periegeta introduce una serie di dettagli circa il
territorio di Acrefia ed i culti principali praticati:
[5] ἐντεῦθεν ἐς Ἀκραίφνιόν ἐστιν ὁδὸς τὰ πλείω πεδιάς. εἶναι δὲ ἐξ ἀρχῆς τε
μοῖραν τῆς Θηβαΐδος τὴν πόλιν φασὶ καὶ ὕστερον διαπεσόντας Θηβαίων ἐς
αὐτὴν ἄνδρας εὕρισκον, ἡνίκα Ἀλέξανδρος ἐποίει τὰς Θήβας ἀναστάτους:
ὑπὸ δὲ ἀσθενείας καὶ γήρως οὐδὲ ἐς τὴν Ἀττικὴν ἀποσωθῆναι δυνηθέντες
1.  Kenny 1935, p. 190.

73
Héros fondateurs

ἐνταῦθα ᾤκησαν. κεῖται μὲν τὸ πόλισμα ἐν ὄρει τῷ Πτώῳ, θέας δὲ ἄξια ἐνταῦθα
Διονύσου ναός ἐστι καὶ ἄγαλμα. [6] προελθόντι δὲ ἀπὸ τῆς πόλεως ἐν δεξιᾷ
πέντε που καὶ δέκα σταδίους τοῦ Ἀπόλλωνός ἐστι τοῦ Πτώου τὸ ἱερόν[…]

[5] Da qui una strada per lo più pianeggiante porta ad Acrefnio. La città,
come dicono, era in origine parte della Tebaide; in seguito, come ho appre-
so, della gente di Tebe venne a rifugiarsi qui nel tempo in cui Alessandro
distrusse Tebe: allora, non avendo nemmeno la possibilità di mettersi al ri-
paro in Attica, deboli e vecchi com’erano, essi posero in questa città le loro
dimore. La cittadina giace sul monte Ptoo e di notevole presenta un tem-
pio di Dioniso e la statua del dio. [6] Procedendo dalla città, a circa quin-
dici stadi sulla destra troviamo il santuario di Apollo Ptoo. (Trad. S. Rizzo)

La città era un punto di riferimento di cruciale importanza a li-


vello regionale, poiché era sede di un santuario di rilevanza panelle-
nica, il Santuario di Apollo Ptoios; quest’ultimo si trovava in stretta
connessione con la struttura sacra di cui ci occuperemo in questa
sede, ossia il vicino tempio dell’Eroe Ptoo, presso Kastraki.
Il complesso santuariale di Kastraki si sviluppa in due terrazze
principali2; nella terrazza superiore sono state individuate delle
tracce di fondazioni pertinenti ad una struttura in pietra locale, cer-
tamente un’area sacra, scavata da Chr. Linas3 nel 1964-65, che non
sembra essere posteriore al IV secolo a.C.4
Da questo livello superiore, più precisamente dal deposito
dell’altare principale, proviene una serie molto numerosa di figuri-
ne fittili, tutte femminili5.
L’area più interessante da analizzare, tuttavia, è quella dell’hero-
on e dell’altare circolare, collocati nella terrazza inferiore (Fig.1), da
cui provengono i materiali più particolari che presenterò di seguito6.

2.  Schachter 1994, p. 12.


3.  Daux 1964, pp. 851 ss.
4.  Ibid.
5.  Guillon 1936b, pp. 416-427.
6.  Schachter 1994, p. 13.

74
F. Giovagnorio | Il culto eroico di Ptoo ad Acrefia: riti e materiali del santuario

1. I materiali votivi dal Santuario

Sono stati selezionati i reperti più peculiari per caratteristiche


decorative o funzionali, che verranno presentati in ordine diacro-
nico.
Il primo è il più antico reperto vascolare rinvenuto nell’area
sacra, una kotyle miniaturistica7 (Fig.2) in due frammenti, datata
all’ultimo quarto del VII secolo a.C., in stile tardo-protocorinzio e
caratterizzata da una decorazione di cani in corsa nella parte alta del
vaso, in prossimità dell’orlo.
Appartenenti alla metà-terzo quarto del VI secolo a.C. sono an-
che delle figurine maschili di terracotta, la cui cronologia scende
fino alla fine del V-inizi del IV a.C.
La tipologia di materiali su cui, però, mi soffermerò più detta-
gliatamente sono le colonne e le basi dei tripodi votivi, molto inte-
ressanti per le iscrizioni dedicatorie che li caratterizzano.
Verranno presentati i materiali meglio conservati, sia nei suppor-
ti che nei testi delle dediche. Gli esemplari più antichi si datano al
525-500 a.C.8, alcuni dei quali sono stati riutilizzati nella ricostru-
zione dell’heroon9.
Il primo gruppo di reperti afferisce, appunto, alla categoria del-
le colonne di tripode. Verrà presentato esclusivamente l’esemplare
(Fig.3) meglio conservato, anche da un punto di vista epigrafico,
considerando che le altre attestazioni10 condividono, seppur in ma-
niera più frammentaria, la stessa formularità.
L’iscrizione si colloca nello spessore di una delle scanalature, or-
ganizzata in una sola linea. Databile tra la metà del VI secolo a.C. e
la metà del V a.C., nel testo si può leggere11:

7.  Guillon 1943, p. 70 nota 3.


8.  Jeffery 1963, p. 95.13.
9.  Ibid.
10.  IG VII 2734; SEG 22.430; Guillon 1943, p. 47 n. 2; p. 48 n. 5; p. 50 n. 10;
p. 50 n. 11; p. 51 nn. 15-17.
11.  Guillon 1943, pl. XV.1.

75
Héros fondateurs

Σιμονίδα ἄρχοντος το͂ι ℎέροι το͂ι Πτοίοι Ἀκριφιε͂ς ἀνέθεαν

Essendo arconte Simonidas, gli abitanti di Akraiphia dedicarono all’Eroe


Ptoo.

Il testo possiede un’architettura assolutamente tradizionale e


conforme alle epigrafi collocate su colonne di tripodi votivi. La da-
tazione si definisce sulla base delle particolarità grafiche delle lette-
re: il sigma a tre tratti (in questo caso retroverso) comincia ad essere
comune nell’alfabeto beotico a partire dalla seconda metà del VI
secolo a.C. così come il rho, che permette di precisare ancora meglio
la datazione a partire dal 525 a.C. 12
Da questa epigrafe si evincono due informazioni, che verranno
più avanti discusse: gli abitanti della città come mittenti della dedi-
ca e la menzione dell’arconte.
Tra i materiali degni di nota vi sono poi una base circolare
(Fig.4), con iscrizione degli abitanti di Acrefia13 (fine VI inizi V
a.C.), e un frammento di lama di spada bronzea (Fig.5) con iscrizio-
ne mutila14 –enies che è stata ricostruita come [Ἐρχομ]ενίες, che sta
per Ἐρχομένιοι, quindi vede gli abitanti di Orcomeno come mitten-
ti della dedica (seconda metà del VI a.C.).
L’iscrizione, posta sulla base circolare, recita invece:
[το͂ι ℎέροι το͂ι Πτ]οίοι
[Ἀκραιφι]έες ἀνέθεαν
[— (nomen) —] ἄρχοντος

All’eroe Ptoo
gli abitanti di Acrefia dedicarono
essendo arconte [--nomen--]

Certamente degni di nota sono i vasi potori, rinvenuti in nume-


ro considerevole proprio nella terrazza inferiore. Si tratta di circa
30 esemplari15 datati dalla metà del VI a.C. fino alla metà del V a.C.
12.  Jeffery 1963, p. 95 n. 13 tav. 8.
13.  Guillon 1943, p. 57 b1.
14.  Ducat 1971, n. 278.
15.  Schachter 1994, p. 14 nota 1.

76
F. Giovagnorio | Il culto eroico di Ptoo ad Acrefia: riti e materiali del santuario

(uno del IV a.C. proveniente dalle strutture occidentali); alcuni di


questi riportano anche delle iscrizioni16.
In questo caso sono state selezionate tre tipologie diverse di kan-
tharoi, datati tra la seconda metà del VI a.C. e il secondo quarto del
V secolo a.C. (fig.6). Il kantharos è un tipo di vaso la cui esistenza
in contesto archeologico fa pensare alla presenza di rituali legati alle
libagioni e al bere (sul tema delle attività rituali potorie si parlerà
nel paragrafo successivo). Infine altri tre vasi, interessanti per le ti-
pologie ceramiche e decorative: una coppa triansata e il fondo di
una coppa apoda con immagini di pantere a figure nere (fig.7), un
frammento di kantharos a vernice nera con disegno graffito di leone
(fig. 8) e, infine, un karchesion datato tra la seconda metà del V se-
colo a.C. e gli inizi del IV a.C. (fig. 9).

2. Le attività rituali nel santuario

L’abbondante presenza di materiali nel santuario (in particolare


quelli provenienti dai depositi degli altari) permette di ricostruire
le numerose attività rituali che si svolgevano nell’area sacra. Le fi-
gurine fittili, soprattutto maschili nella terrazza inferiore ed esclusi-
vamente femminili in quella superiore, consentono di ricondurre le
pratiche rituali a due personalità distinte.
P. Guillon sostiene che la divinità destinataria del culto della
terrazza superiore fosse una kourotrophos dell’eroe17 (egli propone
una Gaia-Demeter o una Gaia-Europa). Si fa quindi riferimento ad
una dea-madre (sebbene non siano state individuate, tra i materiali
rinvenuti, raffigurazioni di madri e figli). Certamente le due divini-
tà dovevano essere in stretta connessione, considerando la analoga
cronologia delle terrazze e dei votivi, ma soprattutto il percorso pro-
cessionale organizzato per la dedica dei tripodi (una tripodephoria

16.  Dei tre kantharoi nella fig. 6, quello centrale riporta un’iscrizione graffita:
Δαχσονδας τοε hεροε Πτοιοε.
17.  Guillon 1936b, p. 424.

77
Héros fondateurs

locale18) che, dopo aver raggiunto l’angolo sud-ovest della terrazza


inferiore, si dirigeva verso quella superiore e, successivamente, verso
il santuario principale a Perikovrysi19.
Le figurine fittili della terrazza superiore mostrano tracce di
combustione che, assieme al luogo di rinvenimento (nei pressi
dell’altare), fanno supporre la presenza di attività sacrificali in cui
era coinvolto il fuoco ed indicano l’utilizzo di tali reperti come og-
getti votivi20. L’attività rituale risulta organizzata, quindi, secondo
un processo scandito in due tempi: inizialmente avveniva la dedica
di tali figurine votive ad opera, molto probabilmente, di donne e
fanciulle; successivamente si svolgeva il tradizionale sacrificio ani-
male.
Per quanto riguarda la dedica dei tripodi monumentali, sono
state rinvenute testimonianze per oltre 30 basi in situ, più quelle
reimpiegate nella costruzione dei nuovi tripodi21 e delle successive
strutture architettoniche. Le epigrafi collocate su molte di queste
basi e colonne ci forniscono una serie di informazioni interessanti:
il fatto che le dediche siano sempre effettuate a nome della «polis di
Akraiphia» e che in esse si manifesti sempre il nome dell’arconte,
chiarisce che il santuario e l’attività rituale in esso esplicata, fossero
completamente gestiti dall’autorità cittadina22.
La presenza rilevante di vasi potori nella terrazza inferiore sug-
gerisce, inoltre, che la pratica comune e principale all’interno di
questo ‘cortile’ sacro, fosse proprio quella del bere e, molto proba-
bilmente, del condividere pasti. Queste attività sembrano perdurare
fino al tardo V secolo a. C.-inizi del IV a.C.; successivamente, infat-
ti, si assiste ad una fase di stallo che terminerà alla fine del IV secolo
a.C., quando l’intero complesso vivrà una fase di intensa rinascita
con la ricostruzione del tempio nella terrazza superiore, la dedica di

18.  Per ulteriori informazioni circa la probabile presenza di una tripodephoria ad


Acrefia si veda: Papalexandrou 2008, pp. 269 ss.
19.  Papalexandrou 2008, p. 275.
20.  Guillon 1936b, p. 417.
21.  Schachter 1994, p. 17.
22.  Ibid.

78
F. Giovagnorio | Il culto eroico di Ptoo ad Acrefia: riti e materiali del santuario

una statua dell’eroe, l’erezione di una struttura nel lato ovest (una
sorta di propileo) e, molto probabilmente, la risistemazione anche
della terrazza inferiore23.
Ad Acrefia assistiamo ad una duplice modalità di dedica dei tri-
podi, una individuale ed una collettiva. Gli esemplari provenienti
dall’area santuariale dell’eroe mostrano tutte dediche collettive da
parte degli abitanti di Acrefia24, mentre nel santuario apollineo gli
esemplari più antichi mostrano anche dediche individuali25.
L’offerta privata di tripodi risponde certamente all’intento, da
parte del dedicante, di affermare il proprio prestigio e status sociale;
si tratta di una pratica aristocratica che si afferma nei grandi santuari
panellenici, con l’intento di significare l’autorità ed il potere politi-
co dell’offerente in questione.
Per dare un’idea di dedica privata di un tripode, riporto un esem-
pio proveniente dal santuario apollineo di Perdikovrysi (fig.10).
Si tratta di un frammento di colonna26, a sezione ottagonale, che
contiene una dedica ad Apollo, datata agli inizi del VI a.C. Nel testo
si può leggere:
Εὐϝάγον ἀνέθεκε τὀπ [όλονι τοῖ Πτοιεῖ]
Euagon dedicò ad Apollo Ptoios.

Le dediche private di tripodi, presenti esclusivamente nel San-


tuario di Apollo Ptoios e in fasi arcaiche, sono caratterizzate da un
testo molto semplice, che contiene solo le informazioni principali
(il nome del dedicante, il verbo di dedica e la divinità destinataria).
Le dediche pubbliche di tripodi compaiono, invece, in entrambe
le aree sacre, sebbene nel santuario apollineo siano più complesse

23.  Schachter 1994, p. 19.


24.  Guillon 1943, nn. 50.10, 50.11, 51.17, 54.2, 55 a7, 57 b1, 58 b2.
25.  Ducat 1971, n. 240. Le dediche collettive nel santuario apollineo sono,
invece, più tarde, e si collocano tra il III-II a.C. (ad es. IG VII 2724, 2724a, 2724b,
2724d, 2724e)
26.  Bibliografia di riferimento: Ducat 1964, pp. 598-9, fig.17; Ducat 1971, n.
240; SEG 22.428.

79
Héros fondateurs

nella costruzione del testo27. Per quanto riguarda le dediche pubbli-


che dal santuario dell’eroe, oltre all’esempio presentato preceden-
temente (fig.4), si veda l’iscrizione collocata su una grande base in
calcare senza modanature, reimpiegata in età imperiale28:
Ἀκρηφιεῖε[ς Εἴ]ρωι Πτωίοι. Ἀρξάντων Εὐμάριος
Καφισοδωρίω, Ὀλυμπίωνος Λυσ[ι]νίω, Μελίτωνος
Ὁμολωιχίω, Καφισοδώρω Πτωιοδωρίω,
Ἀθανοδώρω Δαμαγαθίω.
Μενέστατος Άθηναῖος ἐπόησε.

Gli abitanti di Akraiphia all’eroe Ptoo. Essendo arconti Eumarios


Figlio di Kaphisodorios, Olympion figlio di Lysinos, Meliton
Figlio di Omoloichios, Kaphisodoros figlio di Ptoiodorios,
Athanodoros figlio di Damagathios.
Menestratos ateniese fece.

Sulla faccia superiore della base si distinguono chiaramente le


tracce dei piedi della prima e della seconda statua che ha sostenuto.
Quelli della statua recente sono più grandi, mentre quelli della sta-
tua antica risultano di dimensioni inferiori. La statua più antica do-
veva essere di bronzo mentre quella di età imperiale era in marmo.
Le iscrizioni sono dunque due. Quella su riportata si può datare al
IV secolo a.C. e mostra un’architettura certamente più complessa
rispetto agli esemplari più antichi. La particolarità della dedica ri-
siede nella menzione di cinque ἄρξαντες. L’uso del verbo ἄρχω, nelle
iscrizioni della Beozia, può significare:
ǷǷ l’arconte eponimo menzionato ad esempio nei decreti, nei
cataloghi ecc. (in questo caso avremmo tuttavia riscontrato
la formula ἄρχοντος τοῦ δεῖνος);
ǷǷ l’espressione οἱ ἄρχοντες si può usare per indicare una serie
di magistrature differenti (l’arconte eponimo, i polemarchi
ecc.);
27.  Si veda, a titolo esemplificativo: IG VII 2724; SEG 31.389(1); Koepfler
1981, p. 317, n. 116.
28.  Bibliografia di riferimento: Perdrizet 1898, pp. 241-260; Vottero 1987,
p. 216; Knoeplfer 1992, p. 480, n. 133.

80
F. Giovagnorio | Il culto eroico di Ptoo ad Acrefia: riti e materiali del santuario

ǷǷ infine οἱ ἄρχοντες ἐπὶ τὸ ἄγαλμα, ossia i ‘commissari’ scelti per


sovrintendere alla realizzazione di una nuova statua nel tem-
pio, o al restauro di una più antica.
Quest’ultima sembra essere la spiegazione più idonea in relazio-
ne all’iscrizione appena menzionata. Il testo riporta, in ultima sede,
anche il nome dello scultore che ha realizzato l’opera, l’ateniese Me-
nestratos29.
La dedica risulta di fondamentale importanza storica, in quanto
innanzitutto attesta la ‘resistenza’ del culto dell’eroe fino almeno al
pieno IV secolo a.C.; in secondo luogo la menzione degli ἄρξαντες
certamente conferma l’importanza che tale culto doveva avere nel
contesto religioso poleico, tanto da istituire un’apposita commis-
sione che sovrintendesse alle attività di realizzazione o di restauro
della statua dell’eroe.

3. La relazione tra Apollo e l’eroe Ptoo e il collegamento con la


situazione socio-politica della regione

La natura del rapporto tra il dio e l’eroe è stata a lungo dibat-


tuta alla luce della situazione socio-politica della Beozia nella fase
tardo-arcaica30. Un’attenta analisi dei documenti archeologici ed
epigrafici provenienti dai due poli santuariali conduce ad alcune ri-
flessioni. La presenza di dediche collettive su tripodi votivi (alcuni
di dimensioni monumentali) con la città di Acrefia come mittente
dell’offerta è indizio chiaro di un tentativo di affermazione di pro-
sperità della città e, parallelamente, di una volontà di evidenziare
la centralità del culto di un eroe locale, Ptoo, e del suo santuario
all’interno dell’identità collettiva cittadina. Per queste ragioni P.
Guillon interpreta la presenza dell’area santuariale di Kastraki, e la
sua fortuna, come una prova chiara del particolarismo di Acrefia,
29.  Altrimenti noto per la realizzazione del gruppo statuario di Eracle ed Ecate
dell’Artemision di Efeso (ricordato in Plin. Nat. XXXVI, 32).
30.  Per altri dettagli si veda: Ducat 1964, pp. 283-294.

81
Héros fondateurs

proponendo l’ipotesi secondo la quale il culto di Kastraki sarebbe


nato in risposta alla presunta evizione dell’eroe dal complesso san-
tuariale di Perdikovrysi che, dunque, sarebbe stato luogo di culto in
origine legato a Ptoo31. L’area sacra principale sarebbe, quindi, stata
rifunzionalizzata tra la fine del VII-inizi del VI secolo a.C. per acco-
gliere i due nuovi culti di Apollo Ptoios ed Atena Pronaia, simboli,
invece, del predominio tebano sulla regione.
Egli ‘elegge’, dunque, il tripode come elemento simbolico del cul-
to dell’eroe Ptoo il quale, a sua volta, rivendicherebbe l’autorità e
l’indipendenza della città di Akraiphia, mentre il kouros, oggetto
votivo esemplificativo del santuario di Apollo Ptoios, affermerebbe
al contrario l’egemonia di Tebe.
J. Ducat rigetta invece tale teoria, ritenendola irragionevole per
una serie di motivi32:
ǷǷ l’affermazione del culto di Apollo, a livello cronologico, non
coincide con la fondazione del santuario di Kastraki;
ǷǷ le fonti storiografiche non parlano di una presenza di Tebe
nello Ptoion prima del 480 a.C. (periodo della consultazione
dell’oracolo da parte di Mys, inviato da Mardonio33);
ǷǷ il valore simbolico del tripode e del kouros, attribuito da
Guillon, viene subito smentito dalla presenza di tripodi voti-
vi anche nel santuario di Apollo. Tale assunto di certo prove-
niva da una limitatezza di testimonianze materiali all’epoca
degli scavi e degli studi del Guillon.
La presunta evizione del culto dell’eroe verrebbe dunque smen-
tita, a favore della teoria secondo la quale il Santuario di Perikovrysi
nasce ab origine come santuario del dio Apollo.

31.  Guillon 1943, pp. 103 ss.


32.  Ducat 1964, p. 287.
33. Hdt. VIII 135: τοῦτο δὲ τὸ ἱρὸν καλέεται μὲν Πτῳον, ἕστι δὲ Θηβαίων (il tempio
si chiama Ptoon, appartiene ai Tebani).

82
F. Giovagnorio | Il culto eroico di Ptoo ad Acrefia: riti e materiali del santuario

4. Conclusioni

La scelta di un argomento come quello che ho giustappunto pre-


sentato deriva dall’estremo interesse che un contesto, come quello
di Acrefia, suscita in un qualsiasi studioso del mondo greco antico.
Mi riferisco alla compresenza di due santuari, uno intitolato ad un
dio panbeotico, l’altro ad un eroe locale, aventi il medesimo epiteto
ma che mantengono, allo stesso tempo, un’autonomia ed un’indi-
pendenza reciproca. La coesistenza di questi due luoghi di culto,
posti a così stretta distanza, rappresenta un fatto abbastanza inu-
suale; forse si tratta dell’unico esempio in età arcaica. Ad Acrefia si
rintraccia, dunque, una fitta trama di azioni collettive che si palesa-
no sia a livello poleico che a livello panbeotico. La dedica di tripodi
votivi, effettuata dagli abitanti della città all’eroe locale, contribuiva
a consolidare l’identità della polis almeno fino agli inizi del V secolo
a.C. quando, con l’affermarsi del predominio tebano a livello regio-
nale, comincia a manifestarsi un inquadramento propagandistico
che ha come effetto principale il rafforzamento della leadership te-
bana nel contesto mitico-cultuale dell’intero bacino della Copaide
(Atena Itonia a Coronea, Posidone ad Onchesto e Apollo Ptoios ad
Akraiphia)34.
Conseguente a tale progetto propagandistico tebano è proprio
la rivisitazione delle origini genealogiche dell’area copaide in fun-
zione di quella tebana. Nel caso di nostro interesse, ossia la genea-
logia dell’eroe Ptoo, le fonti riportano una duplice versione circa la
sua nascita: la prima35, narrata da Asio di Samo, vuole che egli sia
figlio di Athamas e Themisto, ricollegando la sua stirpe al territorio
di Orcomeno. La seconda, narrata da Pindaro36, lo vuole figlio di
Apollo e di una delle figlie di Athamas, Zeuxippe.
Delle due varianti si è propensi a considerare più verosimile la
prima, per una ragione in particolare: Asio di Samo vive nella pri-

34.  Bestonso 2010, p. 213.


35.  Paus. IX 23, 6 (cita Asio di Samo fr.3 Bern.).
36.  Pi. fr. 51c.

83
Héros fondateurs

ma metà del VI a.C. e la sua conoscenza così dettagliata di un cul-


to periferico, come quello dell’eroe Ptoo, induce a pensare che egli
avesse concretamente visitato la Beozia37, rapportandosi in prima
persona con le tradizioni mitico-genealogiche locali. Questa ‘dop-
pia versione’ rispecchia una visione dicotomica che ripropone la
diatriba socio-politica inerente l’egemonia tebana sul territorio, di
cui prima si è detto. La versione pindarica, rinviando i natali dell’e-
roe proprio all’Apollo Ptoios, tenderebbe a suffragare, attraverso il
mito, il ruolo egemone di Tebe sulla regione, di cui il santuario di
Apollo ad Acrefia è testimonianza diretta38. Al contrario, la versione
di Asio di Samo, escludendo la paternità di Apollo e dando dunque
credito alla tradizione locale orcomenia, sancirebbe la ‘vittoria’ di
quest’ultima a scapito del tentativo di manipolazione propagandi-
stica tebana. Ciò che risulta evidente da questa analisi è il potenziale
di uno studio incentrato sui culti eroici; questi, infatti, rispondono
chiaramente oltre che ai bisogni religiosi della comunità cittadina,
anche a nuove esigenze sociali che nascono con l’evoluzione della
città stessa. La venerazione dell’eroe Ptoo manifesta esplicitamente
questi ‘bisogni sociali’, primo fra tutti quello di mantenere vivido
il legame della comunità con le proprie tradizioni e con il proprio
territorio, lottando affinché il senso di identità comunitaria non pe-
risse in un momento in cui il progetto di ‘globalizzazione’ tebana
era diventato sempre più incisivo.

37.  Olivieri 2004, p. 66.


38.  A suffragare ulteriormente tale posizione vi è anche la decisione, da parte di
Plutarco, di eleggere come profeta non l’eroe locale Ptoo, ma Teneros, eroe della leggenda
tebana (Pi. fr. 51d).

84
F. Giovagnorio | Il culto eroico di Ptoo ad Acrefia: riti e materiali del santuario

Bibliografia

Antonaccio 1994: C. Antonaccio, Contesting the Past: Hero Cult, Tomb


Cult, and Epic in Early Greece, «AJA» 98, 1994, pp. 389-410.
Antonaccio 1995: C. Antonaccio, An Archaeology of Ancestors. Tomb Cult
and Hero Cult in Early Greece, Rowman & Littlefield, London 1995.
Bell 1992: C. Bell, Ritual theory. Ritual Practice, Oxford University Press,
Oxford 1992.
Bestonso 2010: C. Bestonso, Acrefia. I santuari di Apollo Ptoo e dell’eroe
Ptoo, in M. G. Angeli Bertinelli, A. Donati (edd.), Città e territorio. La
Liguria e il mondo antico, Atti del IV incontro internazionale di storia
antica (Genova, 19-20 febbraio 2009), Giorgio Betshneider, Roma 2010,
pp. 211-215.
Brelich 1958: A. Brelich, Gli eroi greci. Un problema storico-religioso,
Edizioni dell’Ateneo, Roma 1958.
Buck 1955: C. D. Buck, The Greek Dialects, Chicago University Press,
Chicago 1955.
Buck 1979: R. J. Buck, A History of Boeotia, University of Alberta,
Edmonton 1979.
Daux 1964: G. Daux, Chronique des fouilles et découvertes archéologiques en
Grèce en 1963, «BCH» 88.2, 1964, pp. 681-915.
Ducat 1964: J. Ducat, Le Ptoion et l’histoire de la Béotie à l’époque archaïque,
«REG» 77, 1964, pp. 283-294.
Ducat 1971: J. Ducat, Les kouroi du Ptoion. Le sanctuaire d’Apollon Ptoieus
à l’époque archaïque, E. de Boccard, Paris 1971.
Eidinow-Kindt 2015: E. Eidinow, J. Kindt, The Oxford Handbook of
Ancient Greek Religion, Oxford University Press, Oxford 2015.
Ekroth 2002: G. Ekroth, The Sacrificial Rituals of Greek Hero-cults in the
Archaic to the Early Hellenistic Periods («Kernos suppl.» 12), Centre
International d’Étude de la Religion Grecque Antique, Liège 2012.
Ekroth 2007: G. Ekroth, Heroes and Hero-Cults, in D. Odgen (ed.), A
Companion to Greek Religion, Wiley-Blackwell, Oxford 2007, pp. 100-
114.

85
Héros fondateurs

Farnell 1921: L.R. Farnell, Greek hero cult and ideas of immortality, The
Clarendon Press, Oxford 1921.
Gartland 2016: S.D. Gartland, Boiotia in the Fourth Century B.C.,
University of Pennsylvania Press, Philadelphia 2016.
Guillon 1936a: P. Guillon, Mesures de longueur à Akraiphia d’après le plan
du temple supérieur de Castraki (Ptoion), «BCH» 60, 1936, pp. 3-10.
Guillon 1936b: Les offrandes en terre cuite et le culte de la terrasse supérieure
de Castraki, «BCH» 60, 1936, pp. 416-427.
Guillon 1943: Les Trépieds du Ptoion, de Boccard, Paris 1943.
Guillon 1962: Offrandes et dédicaces du Ptoion I, «BCH» 86.2, 1962, pp.
569-577.
Hägg 1987: R. Hägg, Gifts to the heroes in Geometric and Archaic Greece,
in T. Linders, G.Nordquist (edd.), Gifts to the Gods. Proceedings of the
Uppsala Symposium 1985, Uppsala 1987, pp. 93-99.
Hägg 1994: R. Hägg, Ancient Greek Cult Practice from the Epigraphical
Evidence: Proceedings of the Second International Seminar on Ancient
Greek Cult, organized by the Swedish Institute at Athens, 22-24 November
1991, P. Åström, Stockholm 1994.
Hägg 1999: R. Hägg, Ancient Greek Hero Cult. Proceedings of the Fifth
International Seminar on Ancient Greek Cult, organized by the Department
of Classical Archaeology and Ancient History, Göteborg University, 21-23
April 1995, P. Åström, Stockholm, 1999.
Iandiorio 2014: C. Iandiorio, Il federalismo nell’antica Grecia. La
confederazione beotica tra il 479 e il 386 a.C. alla luce dei più recenti studi,
Mephite, Avellino 2014.
IG VII: W. Dittenberger ed., Inscriptiones Graecae. Vol. VII. Inscriptiones
Megaridis et Boeotia, W. Dittemberger, Berlin 1892.
Jacquemin 1988: A. Jacquemin, Antiquités du Ptoïon, «BCH» 104, 1988,
pp. 73-81.
Jeffery 1963: L. H. Jeffery, The Local Scripts of Archaic Greece, Oxford
University Press, Oxford 1963.
Kearns 1992: E. Kearns, Between God and Man: Status and Function
of Heroes and their Sanctuaries, in A. Schachter, J. Bingen (edd.), Le
sanctuaire grec (Entretiens sur l’Antiquité classique de la Fondation
Hardt, vol. 37), Fondation Hardt, Genève 1992, pp. 64-99.

86
F. Giovagnorio | Il culto eroico di Ptoo ad Acrefia: riti e materiali del santuario

Kenny 1935: E. J. A. Kenny, The Ancient Drainage of the Copais, «Liverpool


Annals of Archaeology and Anthropology» 22, 1935, pp.189-206.
Kowalzig 2007: B. Kowalzig, Singing for the Gods, Oxford University
Press, Oxford 2007.
Lauffer 1959: S. Lauffer, s.v. «Ptoion», RE XXIII 2, pp. 1564-1567.
Lazzarini 1976: M. L. Lazzarini, Le formule delle dediche votive nella
Grecia arcaica, «RAL»19 fasc. 2, Roma 1976.
Lazzarini 1989-90: M. L. Lazzarini, Iscrizioni votive greche in G. Bartoloni,
G. Colonna, G. Grottanelli (edd.), Anathema. Regime delle offerte e vita
dei santuari nel Mediterraneo antico (Atti del Convegno Internazionale
Roma, 15-18 giugno 1989), «Scienze dell’Antichità» 3-4, 1989-90, pp.
845-859.
Livieratou 2011: A. Livieratou, Sanctuaries of Apollo and Hero Ptoios, in
Encyclopedia of the Hellenic World, Boeotia (URL: http://www.ehw.gr/l.
aspx?id=13064).
Mikalson 2010: J.D. Mikalson, Ancient Greek Religion, Wiley-Blackwell,
Chichester 2009.
Müller 1996: C. Müller, Le Ptoion et Akraiphia, «BCH» 120, 1996, pp.
853-864.
Nock 1944: A. D. Nock, The Cult of Heroes, «HthR» 37, 1944, pp. 141-
174.
Olivieri 2004: O. Olivieri, L’inno ad Apollo Ptoios di Pindaro (‘Hymn.’ Frr.
51A-D Maehl),«QUCC» 76 n. 1, 2004, pp. 55-69.
Papalexandrou 2005: N. Papalexandrou, The Visual Politics of Power.
Warriors, Youths and Tripods in Early Greece, Lexington Books, Lanham
2005.
Papalexandrou 2008: N. Papalexandrou, Boiotian Tripods, the Tenacity
of a Panhellenic Symbol in a Regional Context, «Hesperia» 77, 2008, pp.
251-382. . 
Papazarkadas 2014: N. Papazarkadas (ed.), The Epigraphy and History of
Boeotia, Brill, Leiden 2014.
Papazarkadas 2016: N. Papazarkadas, The Epigraphic Habit(s) in Fourth
Century Boiotia, in D. Gartland (ed.), Boiotia in the Fourth Century B.C.,
University of Pennsylvania Press, Philadelphia 2016, pp.121-146.
Perdrizet 1900: P. Perdrizet, Inscriptions d’Acraephiae, «BCH» 24, 1900,
pp. 70-81.

87
Héros fondateurs

Rizzo 2011: S. Rizzo, Pausania. Viaggio in Grecia. Beozia (Libro IX), Bur
Rizzoli, Milano 2011.
Robert 1950: L. Robert, Le Carien Mys et l’oracle du Ptoon, «Hellenica»
8, 1950, pp. 23-38.
Roesch 1979: P. Roesch, s.v. «Ptoion», The Princeton Encyclopedia of
Classical sites, 1970, p.741.
Sacconi 2009: A. Sacconi, Les Cultes du Ptoion dans les tablettes en linéaire
B de Thèbes, «ASAA» 87.1, 2009, pp. 209-214.
Schachter 1967: A. Schachter, A Boiotian Cult Type, «BICS» 14 1967,
pp.1-16.
Schachter 1981: A. Schachter, Cults of Boiotia, I, University of London
Institute of Classical Studies, London 1981.
Schachter 1992: A. Schachter, Policy, Cult, and the Placing of Greek
Sanctuaries, in A. Schachter, J. Bingen (edd.), Le sanctuaire grec
(Entretiens sur l’antiquité classique, 37), Fondation Hardt, Genève 1992,
pp. 1-58.
Schachter 1994: A. Schachter, Cults of Boiotia, III, University of London
Institute of Classical Studies, London 1994.
Van Straten 1992: F. T. Van Straten, Votives and Votaries in Greek
Sanctuaries, in A. Schachter, J. Bingen (edd.), Le sanctuaire grec
(Entretiens sur l’antiquité classique, 37), Fondation Hardt, Genève 1992,
pp. 247-284.
Whitley 1988: J. Whitley, Early States and Hero Cults: a Reappraisal,
«JHS» 108, 1988, pp. 173-182.

88
Fig. 1. Planimetria della
terrazza inferiore del com-
plesso di Kastraki (Papa-
lexandrou 2008).

Fig. 2. Kotyle miniaturisti-


ca con decorazione di cani
in corsa (Ducat 1964).
Fig. 4. Base circolare
iscritta (Guillon 1943).

Fig. 3. Iscrizione su
colonna di tripode
(Guillon 1943).
Fig. 5. Lama di spada
bronzea con iscrizione
(Ducat 1971).

Fig. 6. Kantharoi dalla


terrazza inferiore (Daux
1963).
Fig. 7. Coppa triansata e
frammento di coppa apoda
con pantere (Daux 1964).

Fig. 8. Frammento di kan-


tharos a vernice nera con
graffito di leone (Daux
1964).
Fig. 9. Karchesion
(Daux 1965).

Fig. 10. Colonna di tripo-


de iscritta dal santuario di
Apollo Ptoios (Ducat
1971).

Vous aimerez peut-être aussi