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Les Moulins À Eau en Europe Occidentale (IX - Xii Siècle) - Aux Origines D'Une Économie Institutionnelle de L'Énergie Hydraulique
Les Moulins À Eau en Europe Occidentale (IX - Xii Siècle) - Aux Origines D'Une Économie Institutionnelle de L'Énergie Hydraulique
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CONCLUSION
Le parcours accompli dans les pages qui prcdent
soulve plus de problmes quil nen rsout. Le premier est de
chronologie. La seconde moiti du XIIe sicle, choisie comme
terme de lenqute, est un bon observatoire si lon cherche
saisir les dynamiques luvre dans la construction et
lexploitation des moulins. Elle nouvre pourtant, ni ne clt
une priode spcifique. Si lon veut observer le dveloppement
de la meunerie urbaine, il faut attendre le milieu du sicle
suivant pour voir les villes, italiennes en particulier, se doter
de biefs et de roues qui font delles de vritables usines
moudre ou tourner 114. De la mme manire, cest tard dans
le XIIIe sicle que les moulins foulons anglais deviennent,
selon Eleonora Carus-Wilson, les outils dune premire
rvolution industrielle 115. Cest seulement partir des annes
1250, et particulirement aux XIVe et XVe sicles que
lamnagement des forges hydrauliques engendrera les formes
durables de la production sidrurgique europenne, la forge
catalane au Sud, le haut-fourneau wallon au Nord 116. Il en va
de mme pour le rle social des moulins comme instruments
chrtiennes, 458), 2001, pp. 400-404, n. 79, ( labb Luc de Cuissy, 1124-1132): Est
aliud apud vos de quo ea praesumptione, qua soleo, non cunctabor dicere quod sentio.
De molendino illo dico, quod conversi custodientes feminarum pati coguntur
frequentiam. Si mihi creditur, unum e tribus fiet: aut videlicet feminarum accessus
omnimodis a molendino prohibetur; aut molendinum cuicumque extraneo, en non
conversis, custodiendum comittetur; aut idem omnino molendinum relinquetur .
(114) CHIAPPA MAURI, I Mulini ad acqua nel Milanese cit., pp. 32-83; A. LANCONELLI, R.
L. DE PALMA, Terra, acque e lavoro nella Viterbo medievale, Rome, 1992, pp. 3-37; M.
ZACCHIGNA, Sistemi dacqua e mulini in Friuli fra i secoli XIV et XV, Venise, 1996.
(115) E. CARUS-WILSON, An industrial revolution of the thirteenth century, Economic
History Review, 11 (1941), pp. 39-60; repris dans Essays in Economic History, Londres,
1954, t. 1, pp. 41-60 et dans Medieval Merchants Venturers, Londres, 1954, pp. 183-210.
(116) M. ARNOUX, Moulins fer et procd indirect. Innovation technique et conditions
gographiques dans la sidrurgie europenne (XIIIe-XVIe sicles), GALETTI et RACINE (d.),
I mulini nellEuropa medievale cit., pp. 317-328; Matires premires, innovation
technique, march du fer: les logiques de la carte sidrurgique de lEurope (XIIIe-XVIe
sicles), V. GIURA d. Gli insediamenti economici e le loro logiche, Naples, 1998, pp. 1-14.
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GALETTI: ringraziando Mathieu Arnoux per lampia sintesi sul problema dei mulini ad acqua tra IX e XII secolo e
per lutile aggiornamento bibliografico, vorrei segnalare che
ho apprezzato particolarmente le sue osservazioni sulla funzione del mulino nella genesi dei poteri signorili. Ci ha proposto una nuova interpretazione, anche se, soprattutto, relativa alla situazione delle regioni occidentali della Francia e
dei secoli XI-XII. Quello che ci ha indicato la notevole articolazione delle forze sociali attive nello sviluppo di un
mercato della macinazione, a partire soprattutto dalla met
del secolo XI. Si tratta di una interpretazione che ha il pregio di spingere ad una rilettura delle fonti anche per il territorio italiano.
Per quel che mi dato conoscere, infatti, per ora, della
documentazione dei secoli VIII-XI relativa allItalia centrosettentrionale, la presenza di mulini segnalata su terre signorili, legata al possesso di diritti pubblicistici sulle acque,
ottenuti tramite autorizzazione regia. Gli inventari registrano in certi casi la presenza di mulini sulla pars dominica,
oltre che i redditi, generalmente in natura (moggi di grano),
che derivavano al signore dal controllo del mulino dominico, al quale i coloni del massaricio dovevano portare il proprio grano a macinare. Troviamo anche riferimenti a mulini communi su centri domocoltili, che dovevano fare riferi-
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dterminisme gographique, qui interdit dans les rgions mditerranennes, soumises une trs forte discontinuit des prcipitations, des installations hydrauliques comparables aux
moulins avec biefs de lEurope du Nord-Ouest. Cest dans
dautres formes de construction du paysage, bonification des
sites marcageux ou restructuration des terroirs castraux quil
faut alors chercher les consquence dun mme dynamisme,
dont les effets sont constatables dans toute lEurope.
ARSLAN: la lezione del Collega Arnoux stata particolarmente stimolante per quanti hanno direttamente vissuto,
nel loro territorio e nella solo societ, la fase finale della
cultura del molino, che meglio definirei cultura degli impianti ad acqua. Essa da intendere quindi in unaccezione pi ampia, comprendente anche i magli, gli impianti per
la follatura, gli interventi per la manutenzione degli argini e per la regolamentazione delle acque a queste attivit
collegati, vitali in molti casi per la gestione del territorio,
delle vie dacqua, dellirrigazione. Negli anni 60, la quasi
totalit degli impianti stata prima disattivata, sulla base
di cavilli giuridici, e poi distrutta, ad opera del Genio Civile, in Italia, come conseguenza della nazionalizzazione della produzione dellenergia elettrica, per rendere obbligatorio
lallacciamento alla rete elettrica statalizzata degli impianti
prima attivi utilizzando lacqua come forza motrice. La disattivazione degli impianti, con la successiva mancata manutenzione di prese dacqua, canalizzazioni, chiuse ecc.,
spesso in stretto rapporto con i sistemi dirrigazione, ha portato oggi a forme, anche gravi, di dissesto idrogeologico. Mi
chiedo quindi: nellaltomedioevo come veniva gestito, anche
giuridicamente, questo particolare aspetto del rapporto con
il territorio, cio la captazione e la gestione dellacqua per i
mulini, la manutenzione delle strutture, il rapporto con
lirrigazione?
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Ma la cancellazione della rete degli impianti port anche alla scomparsa in tempi molto brevi di una societ
particolare, di norma residente appartata, negli impianti
stessi, accanto ai corsi dacqua, spesso con funzioni multiple (tradizionale era il collegamento alla follatura della
canapa, affidata alle donne), senza radici reali nel territorio (erano frequenti i trasferimenti ed esistevano mulini
galleggianti fluviali), con rapporti spesso non facili con le
comunit che usufruivano del servizio.
La mia seconda domanda quindi si precisa in questi
termini: se, quando e come, questa societ con specificit
proprie si defin nellEuropa altomedievale? Quali erano i
rapporti con le comunit? Prendevano forma attriti e sospetti, come per tutti coloro che erano collocati ai margini
o esternamente al contesto territoriale (come quanti esercitavano mestieri itineranti)? Ma altri quesiti si affollano.
Se e quando si crearono i collegamenti con la diversa attivit della follatura, che richiedeva la captazione di acqua abbondante? Quali erano i rapporti che ne derivavano con la produzione, con il mercato al consumo del tessile, con il consumatore?
Vi erano poi rapporti (abbastanza rari in et moderna) tra gli impianti di molitura e i magli? I due tipi di
impianto esprimevano due gruppi umani professionalmente distinti o coincidevano? E quali erano i rapporti
con il fabbro, o il maniscalco, in et moderna invece integrati nella societ? Nellattivit di impianti con magli
quale conseguenza per i rapporti con la societ aveva la
fabbricazione di oggetti metallici per la vita quotidiana e
per lagricoltura? Lattivit si estendeva anche alla produzione di armi? Con quali limitazioni?
ARNOUX: je remercie Ermanno Arslan de ses remarques, qui
soulignent combien le problme que jai essay daborder dans
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