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OLTiMA LEtioAUE

20/11/20
SAKUEL BELLETT

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1953- EN alterdant Godot 359
--Vrv/n.wel

de pi do i e
Ma-efo
dsposi-oloja
wdl
nello stesso luogo, ad aspetare Godot.

ACTE II (Vladimir, Estragon)


E. Je suis fatigué. (Un temps). Allons-nous en. Cahtotio
V. On ne peut pas.
baldule soo do
E. Pourquoi?
V. On attend Godot . colamk el
E. C'est vrai. (Un temps). Alors comment faire? feslo
V.: n'y a rien à faire.
E.: Mais moi je n'en peux plus
V.: Veux-tu un radis ? Antologic
E. C'est tout ce-qu'il y a? Lronologica

V. Il ya des(adiset desavels
E.: ll n'y a plus de carottes
V. Non. D'ailleurs tu exageres avec les carottes.
E.: Alors donne-moi un radis. (Vladimir fouille dans ses poches, ne trouve que
des un radis
navets, sort finalemenl donne å Estragon qui l'examine, le
qu'il
renifte). Il est noir!
C'est un radis
E. Je n'aime quelex rose u le sais bien!
V. Alors tu n'en veux pas?
E.: Je n'aime que les roses!
V. Alors rends-le moi. (Estragon le hui rend).
pinliodue ineolive, un gwedddo
E. Je vais chercher une carotte. (l ne houge pas ).
V. Ceci devient vraiment insignifiant DouesMONAGI
E.: Pas encore assez. (Silence). R posdoiove
V.: Si tuessayais
Sces Antologin
On attend Godot. Ques1a frase torna non é per nulla legato alla kame: mira soltanto /onogiga
Come un "ieitmotiv". La tendenza all'oblio dei a parlarc di vegetali, per rifigiarsi nella con-
personagg! proviene dal latto che nessun ctetezza degli oggetti. Nel momenio in cui i Cer daussres.
evento essenziale determina una rottura nello personaggi dovrebbero ribellarsi o disperarsi
scorrere del temp. Beckett scompone siste per la loro situazione, inventarno un gioco,
maucamente il motivo S11 quattro
battute:
Estragon vuole andarsene e Viadimir gli ricor-
n e bouge pas. Nel testo le didascalie
sono numerose. Spessissimo sottolineano un - o i ouuedi
forte divario tra |l linguaggio e il comporta
da Godot. In questO inodo nella ripeti71one ap-
la ditferenza tra i personaggi: Vladimir è mento fisico del personaggio. Nell'estetica di in SCev
pare
più pensOS0 e Estragon pin isico e affettivo. Beckert ogni dimensione del linguaggio teatra-
si completano come due funzioni diverse le è autonoma. II cerpo c le parole sono due
Essi copioni diversi che il personaggio non è in
dell'essere umano.
2 Veux-tu un radis? Rispetto al primo atto, grado di unire; il personaggio non rappresenta
Beckeu iscrive ncl seconda delle modifiche l'unita di un soggetto padrone cli se stesso. I
evidenti per lo spetatore, ma strane e inspie- gesti che egli comple e le paróle che pronun
gabili per i personaggi. La domanda di Vladi- cia non gli appartengono. Questa costruzione
mir era gid presente nel prinmW alto ma non si dà una strulrura tragica all'cSsere umano, ma
riferiva all'alresnativa radis*naveís bensi alla un tono comico alla rappresentanzione.
scelta carottesnavets, Notiamo che lo scambio
*"

S0oslo a eleno ono


sd, on dxt at wado la r
360 Samuel Beckett balula e

E. J'ai tout essayé 1


V. Je veux dire, les chaussures Pere Dio na
E. Tu crois? coel otiove Koss pastot it lepo
V. Ca fera passer le temps. (Estragon hésite). Je t'assure, ce sera une diversion.
E. Uo délassement.
V. Une distraction. olue poli
E.: Un délassement.
V. Essaie.
E.: Tu m'aideras?
V.: Bien sûr.
E.: On ne se débrouille pas trop mal, hein, Didi, tous les deux ensemble? gde
Anioloyia
V. Mais oui, mais oui. Allez on va essayer la gauche d'abord. crnolagic:
E. On trouve toujours quelque chose 5, hein, Didi pour nous donner l'impres- as oafione
sion d'exister?
(Impaticmmen). Mais oui, mais oui, on est des magiciens. Mais ne nous lais
allre
V. o 0iol e
sons pas détourner de ce que nous avons résolu. (ll rumasse une chaussure)
Viens, donne ton pied. (Estragon s'approche de ui leve Je pigd. L'autre, ato
porc! (Estragon leve l'autre pied). Plus haut! (Les.cond erami,1ktituher2
a Iravers la scêne. Vladimir réussit fArnalement à lui mettre la chaussure).
Essaie de marcher. (Estragon marche). Alors?
E.
V.
Elle ine va.
(Prenant de la ficelle dans sa poche). On va la lacer.
loio de
E.: (Véhémeniemen). Non, non, pas de lacet, pas de lacet! Soslengoro

"J'ai tout essay . Estragon dà una dimen- questo non consente loro nessunu trasforma- OeAysibto
2ione. L'aspetto irrisorio è rilevato ironica-
sioneastratta tragica alla sua frase; egli lascia
e
intendere un'inmensa noia esisenziale, come mente da Vlacdimir che usa poco dop0 cone
il prcudio a una rinuncia definitiva, Questa antifrasi il sostantiv0 magicies. Tuta l'inutili-
le tà della agione viene sottolineata rinforzando
segna la fine del primo gioco con
battuts la cudeltà dei dramma. Tuttavia questa co intoisgia
verdure e il passaggio a un secondo gioco pro
posto da Vladimir. La fine di ogni gioco risuo-
scienza fa si che V}adlimir e Estragon diventino renoicgic
na come uno smacco, ma risolleva l'energia
dei personaggi per quello sUCcessivo.
gli attori di loro slessi, gli interpreti delie loro
sofferenze. Si rallegrano delle loro trovate per
Javo ind
Je veux dire, ies chaussures.L'aspeuo riconquistace la nobild esistenziale dell'essere M mie-e
Conico si sposta al gioco di parole. Vladimir fa umano
7
passare il verbo dal significato astratto
al scn. Les corps emmêlés, ils titubent. Que- bascotono
sO concreto: "essayer des chaussures". Le sca sta didascalia riassumc tutta la problematica
ma erano dell'esistenza comune dei due protagonisti.
pe érano gii presenti nel priino atlo,
secondo atlo le stesse Hanno dei framimenti di passato identlco; de-
roppo piccole. Nel
Scarpe non lo sono più: i piedi di Estragon vono aspettare Goclut insieme senza che nes-
Sono diininuiti. Alla perclita dcl linguaggio $uno sappia il perché; hanno appena clogiato
Beckett 2ggiunge il degrado e la progressiva la loro solicdarictà nell'invenzione degli indi-
5parizione del corpo. L'oggeto scelto contra spensabili giochi che fanno passare il tempo;
sta in modo comico con la situazione: dato che hanno bisogno l'uno dell'altro per potere an-
le sçarpe servono per camminare, sono del cora scambiare residui di parole., Becket sim
boleggia questa csistenza condivisa con m
tuto inutili per aspettare Godot.
On trouve toujovrs quclque chose. magine di un corpo unicoclhe si muove, ma e
Malgradu la loro decomposizione, i personag- n corpo barcöllante.
gi hanno coscienza della loro situa zione; ma
toiogia cronoingia Je letterstura franE2s8, dire:la 42 RiigSerd .anmagnoi, val. 5: Ottoeanto; voi. :
Novacento, a cura i Liana Nisirn, Milano, LED, Edizioni Universitarie di ieitere Economia Di:ito, 1998 139

Antslogns
cronlogita

www.ea DALmaMedom wwwwwrmm***

1953- En attendant Godot 361

V Tu as tort. Essayons !'autre. (Même jer). Alors?


E.: Elle me va aussi.
V.: Elles ne te font pas mal?
E. (Faisant quelques pas appuyés). Pas encore.
V. Alors tu peux les garder
E. Elles sont trop grandes.
V. Tu auras peut-être cles chaussettes un jour.
E.: C'est vrai.
V. Alors tu les gardes?
E.: Assez parlé de ces chaussusess
V. Oui, mais.. Antoicgia
E. Assez.((Silence)| Je vais quancd (il cherche des yeux où s'as-
même m'asseoir. Crerologic
seoir, puis va s'asseotr là ou il était assis au début du premier acte).
V. C'est là où tu étais assis hier soir. (Silence).
E.: Si je pouvais dormi.
Hier soir tu as dormi. (onealo
V. Je vais essayer. (7 prend une fposition ulérine 9, a tête entre les jambes).
E. Attends. (ls'approche d'Estragon et se met à chanter d'une voir forte). Do do
V.
do do
E. (Levant la tête). Pas si fort.
V. (Moins fort). Do do do do
Do do do do
Do do do do
Dodo
((Estragon s'endort. Vladimir enlève son veston
se mel a marcher de long en large en battant
hui couvre les épaules, puis
et
des bras pour se réchauffer.
C)
Estragon se révetle en sursaut, se lêve, Jail quelques pas affolés. Vladimir apasde
Court vers lut, l'entoure de son bras))
Ámvlogr#
V. Là... la je suis là . . .
n'aie pas peur 0. o g u
afurt
pauda
Cronelogic

Beckett esplora il corpo umano tramite il rap-


Poton
Assez parié de ces chaussures. Con
questa frase si chiude il secondo gioco.
La porto fisicO fra i due personaggi. Toccherå a
Vladimir fare da balia a Estragon, la cui posi-
5crittura drammatica non stabilisce passaggi ii desiderio di ritrovare
progressivi në lunghé dinaniche che potreb- zione uerina indica
bero tisolvere la situazione nella comicità l'esistenza prenatale. Questa posizione espri
invenla rotture bru
ne la nostalgia delf'origine perduta e la Felicità
pura; al contrario Beckett
tali, quasi conflittuali tra i personaggi, C Soto di vivere in un altró corpo unano, fu0ri dalla
realti, sempre misesevole, della vita.
linea aticolazioni del testo per impedbe ramno
che i giochi diventino degli autentici "diver
1a
je suis là ...
n'aie pas peur. in questa
fase in cui i personaggi non giocano, il testo e
tissements, cie farcbbero dimenticare la si- le didascalie e le batute sono tra
tuazione allo spettatore. oNNOgento:
loro coerenti. Il rapporto tra Vladimir e Estra-
p r e n d une positlon utérine. Questa
fase del testo indica meno un gioco che una gon mette in evidenza un autentico affetto re-

volontà di ritiro dai giochi. Con la prcccclente Ciproco. Tutiavia noliamo il titiuto della psic0
ogia e de}l'espressione dei sentimenti. Il com
didascalia abbiamo glà visto un corpo doppio,
non si iraduce nel
mostruoso e fuori dall'umano. L'estetica di portamento dei personaggi
Antologia cronoiogica dela ietteratura francese, diretta da Rugger Canmpagnoti, voi. 5: Ottocent0: vol. 6:
Navecento, a cura di Liana Nissin, Aitano, LED, Edizioni Universitarie di Lettere Economia Dirito, i998, 1999

Artologicr
Cronologico

**

362 Samuel Beckett


wwai www-- wra.

E.: Ah! Là..La... c'ast R«ni.


*********"*"

V. Je tombais
(S. BECKETt, Fn attendun1 Godos, Paris, Les Editions de Minuit, 1973, pp. 95-99, reim-
paginato).

E n earo d asudol
Se actolpessoag i nel bro codort, con iome,

oporlo de Cepo, d Sokonia,'akilo, Antologia


cronolagica

ohludne , nelbGe Jmo, nda 6ro_alleso inuh


albro due ho saro darb
Poa

Antoiogl
crongiogic

esto con lo sviluppo di un linguaggio emoti do ben noo alla psicanallsi, che si esprimne in
Vo, La dimensióne interiore é ovvia ma lingul- una caduR. Non é allro che unu imetafO1a della
sticamente mura: si manifesta in gesti C grlda, noscita che a sua volta significa la norte atiril-
J e tombais. E Jla sola battuta che esprima
diretiamente l'interiorita del personaggio; ma
Verso significante contenuto nella paola
slessa: "toInber" . "la tombe". Nascere non è
lofa metaforicamente. ll sonnoe la posizlone altro che morirc.
uterina di Estragon hanno provocata un incu U.-P.DI

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