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Ra
zz
Ital. 355€ کےi
BIBLIOTECA
TERZI
Fila N. 30
LA
STORIA
DI RAVGIA .
LI
BE
RT
A
IN LVCCA,
Per Vincentio Bufdraghi .
7
Bayerische
Staatsbibliothek
München
5
A GL'ILLVSRISSIMI
SIGNORI , IL RETTORE ,
E GENTIL' HVO MINI
RAVCEI ,
io dimorai , Illuftrißimi
Di V.S. Illuftrifs .
F. Serafino Razzi.
DI
DI CENTOTRENTADVE
FAMIGLIE DI NOBILI,
A. 21 Di
1
pofte,
fecondo l'ordine dell' Alfabetto,e nonfecondo l'an
tichita, o maggioranza . Onde reftifaluo à ciafcheduna
di unafioritagioventù .
Trefa
-3
PREFAZIONE DI FRA
SERAFINO RAZZI ,
re maiuſcole .
DEL
7
DELL'ISTORIA
DI RAVGIA ,
LIBRO PRIMO .
1
AIO LIBRO PRIMOG 21
tarfogliono
nó pena . por piazza di S. Marco,prefentatifi detti Ambaſciadori nel mezzo
della moltitudine , gridarono ad alta voce in queſta maniera .
Noi fiamo venuti Ambafciadori di Raugia à queſta voftra Cla
rifsima Città , e non habbiamo potuto hauere vdienza . Hora
fiaci in tellimonio tutto il popolo, che ne hanno tolto il noſtro
à torto:e ne fcacciano à forza , che no pofsiamo venire à qſta vo
ftra Città con oro , e con argento , nè con altre mercanzie di va
Legatus non ce luta . Onde faremo forzati di voltare i noftri traffichi altroue,
ditur , neq; vio-
2017. e di far bene ad altri paefi, doue fiamo ben veduti, & accarezza-
ti . Fù fufcitato nel popolo , a queste parole , gran bisbiglio, e
mormorio. Ma gl'Ambafciadori fopra del legno loro, che
era apparecchiato , fenza cercare più audienza , fe ne ritornaro-
no à Raugia . E fù dal Senato lodato quanto da efsi era iſtato:
fatto. E furono i prefati due Ambafciadori , il Signore lachef-
fe de Luccari : & il Signore Dobre di Ribiza . Mapoco dopo ,
rauuedutifi i Viniziani dell'errore loro , fecero , come di fo
pra s'è narrato , pace co'i Raugei , e gli diedono ampia facoltà
di trafficare per tutto il dominio loro . Dell'anno fteffo 999.
hauendo i Raugei accommodate le cofe loro co'i Viniziani , về
nero
LIBRO PRIMO . 25
i quali vno , ò due qui ne narrerò . Erano già in Ciuità di Pen Miracoli di San
Biagio Veleouo,
na in gran nimicizia due cafate principali , cioè Scorpioni , e martire .
Caftiglioni, le quali amendue tengono titoli di Signorie. Ho-
ra auuenne , che vn'anno per la fefta di S. Biagio, folenne à tut-
ta la Città la famiglia de i Caftiglioni , offefa , e defideroſa di vé
dicarfi , fatta vna congiura di forfe quaranta huomini , di cui
era capo vn Signore Orazio Caftiglioni , ftaua afpettando che
fi faceffe la folita procefsione , per vfcire d'improuifo fopra gli
inimici loro, & vcciderne quanti n'haueffero trouati . Celebra
ti per tanto la mattina i facri vfficij , e volendofi procedere alla
folenne procefsione ,in cui fi porta detta facra teſta , non fù mai“
pofsibile che fi poteffe aprire il luogo , doue fotto l'altare , ella
ftaua con più chiaui ferrata . E facendo inftanza il Vefcouo , er fanti aiutano
Magiftrato, peroche paffaua l'hora della facra meffa , la quale coloro , che gli
dopò la procefsione cantare fidouea , non però mai per molto honorano
che vi fi affaticaffero , fi puotè detto luogo aprire . Spartali fra
tanto la fama di quefto accidente per la Città , vno de i fopra
detticongiurati compunto vfcì di cafa , eriuelo al Rettore del
la Città il trattato iniquo di volete vccidere i Signori Scorpio.
ni , padroni della Cappella , in cui detta facra teſta iftà rinchiu
fa . Onde mandato il Bargello per prendergli , e poltigli infu
ga , fubito, quafi miracolofamente, il prefato luogo fi G aperfe
ne fù cauata la facra reliquia, fi fece la folenne procefsione :e fù
da tutti attribuito il caſo auuenuto à miracolo, e bontà di Dio,
e del fuo fanto martire . Vn'altro miracolo di queſta ſacra reli- secondo miraco
quia , narratorni da perfone che fi trouarono in quel tempo nel lo di San Biagio
la Città , fù quefto , che ritornando da Pefcara , fortezza alla Vefcouo, e mart.
marina, lontana da Penna circa 15. miglia, alcuni huomini có
le loro beftie cariche di fale , dato loro dal Rè in quella terra, e
porto di mare : & hauendo in loro compagnia vn padre conue
tuale , il cui ordine fi tace per riuerenza de gl'altri , & incomin
ciando a piouigginare , che era il primo giorno di Febbraro ,
hebbe à dire quel padre ,poco diuoto , che non ſi ſarebbe cu-
rato d'affogare in certo fiume che poco appreffo doueano paffa
re :purche fuffe piouuto , & haueſſe guaſta la feſta di ſan Bia-
gio à i padri di San Domenico , effendo che quando pioue ci
concorra poca gente . Fù detto padre da alcuni di quei laici ri
prefo di hauere così parlato , Ma egli niente curando della cor
D 2 rez-
28 DELL'ISTORIA DI RAVGIA
miei Raugei , che per quello che quefto prefente anno 1588.
hò offeruato nella folenne fefta del voltro San Biagio , ageuole
farebbe il rubare, ò fcambiare alcuna delle voftre tante facre re-
liquie . Imperoche quando fi riportano à vna à vna , da tanti Auuertimento &
miniftri , e religiofi di diuerfe regole , fu per quelle fcale ,fo- i sig. kaugei,
pra le volte della Chieſa , ſenza fatica veruna , potrebbe chi che
fia , iniquamente però , trarfi di petto qualchedun'altra teftasò
bracciofatto fare à pofta : e quello prefentare à chi la sù riceue
dette reliquie: e via feco riportarne la vera tefta , ò braccio .
Ma come il fatto della tefta del gloriofo Veſcouo , e martire
San Biagio s'andaffe : certa cofa è , e l'affermano , oltre all'Arci
uefcouo voftro nominato, i Sacerdoti della voftra Catthedrale,
che al prefente viuono , e che più anni hanno tenuto à cuftodia,
etengono ancora dette facre reliquie : come nella tefta d'argen
to, che fi dice di San Biagio , non è altramente la tefta di
detto fanto, ma folamente vn'ofsicello di quella , di grandezza
(dicono ) d'una piaftra d'argento moneta così detta . E così in
molte braccia , o gambe d'argento , non fono le braccia, ò gam
be intere de i detti fanti , ma alcuna parte di quelle . E quefto
fia detto per la verità del fatto , e della cofa ifteffa . Imperoche
Signori miei Illuftrifsimi di Raugia , fe in tutte le cofe , & affa-
ri dobbiamo fempre cercare , & amare la verità , maſsimamente
in queſte coſe fpirituali , & appartenenti alla religione noſtra
chriſtiana . Diremo per tanto , che noltro Signor'Iddio , veg- Conclufione del
gendo che il gloriofo martire San Biagio era fenz'altra occaſio diſcorſo fatto.
ne di reliquie fue , molto honorato in quefta voftra Città , per
la fingolare protezzione che egli ne tiene : hà voluto à maggior
gloria di lui , che per cagione di detta tefta , egli venga altreli
ad effere grandemente honorato , e riuerito nella Città di Pen-
na , in Abruzzi . Come anche per cagione d'vn facro braccio
di lui viene molto glorificato in Marfilia, nobilifsima Città di
Prouenza , in Francia: e per conto della fua mafcella inferiore
(comedicono ) in Napoli : E per cagione d'vna parte della fua
facra gola, grandemente è riuerito à Canetra, Villaggio fu la
riua del fiume Auellino , tra Rieti , el'Aquila . Doue fi vede
vna Chieſa , intitolata in San Biagio, e collegiata di dieci Ca-
nonici . A cui nella fefta di detto fanto fi fa gran concorfo di
popoli da tutti i più vicini luoghi . Prieghi egli hora per noi,
che
DELL'ISTORIA DI RAVGIA
30
che con la fant'anima fua fi troua in Cielo: e feguiti di tenere
in protezzione queſt'alma Città . Ma torniamo all'iftoria .
Cap.13. ELIberando i Raugei di leuarfi dauanti à gl'occhi il Ca-
DE
ftello di San Nicolo , fatto dal Rè di Boſsina quafi fu le
mura della Città : prefero familiarità col Caftellano , Vgo
Gradienfe : e frequentemente lo prefentauano,e fpeffo feco ban
chettauano . Dopò certo tempo adunque alcuni gentil'huomi
ni , più fuoi intrinfechi , feppero fecretamente così bene per-
fuadergli , che lasciando la feruitù del Rè di Boſsina , fi acco-
ftaffe à loro, con promefsione d'ammetterlo fra i nobili : che
egli s'inchinò à fare quanto efsi voleuano : purche fi faluaffe
l'honor fuo, di cui , effendo nobile Caualliere , molto conto
moſtraua di tenere . Conuennero per tanto, che nel giorno di
Molte cofe fi ho
neftano appreffo Pasqua egli faceffe folenne conuito à tutti i fuoi foldati , e per
del mondo , ma ciò gli mandarono preciofi vini , e copia di vitande . Pofcia.
non appreffo del ful mezzo giorno , effendofi addormentati , entrando i Raugei
la verità .
à vo fegno dato, fecondo le conuenzioni , nel Caſtello , ſenza
ftrepito, e fenza fangue fe ne inpatronirono , e lo disfecero da
i fondamenti : gittando la materia di quello nel mare: accioche
di effa non fipoteffe giammai per alcun tempo riedificare . Et
in detto luogo fù poi edificata vna Chiefa à fan Niccolo : la qua
le, ciafcun'anno fino al dì d'oggi, è vifitata il giorno di Pasqua,
dall'Illuftrifsimo Rettore , e Configlio . Furono nella prefa
del Caftello fatti prigioni tutti i foldati , con l'ifteffo Caftella-
Cafata de gradi, no, che fra efsi dormienti s'era pofto . E rifcattandofi tutti gli
onde difcefa .
altri se ritornando alle patrie loro , il Caftellano folo Vgo Gra
dienſe ſi rimafe à Raugia , e fù anouerato tra i nobili : e da lui
fono difcefi quei nobili , che oggi fi chiamano di Gradi . Ela
predetta prefa,e rouina del Caftello di S. Niccolo, auuene il do
dicefimo anno , dalla fua edificazione . Tirarono poi i Raugei
vna fortifsima muraglia, dal lito del mare, ou'era il predetto Ca
ftello fino all'altra riua del mare verfo Ponente:ma chiudedoui
buono fpazio della colta del monte Vergato ze queſto per più
aggrandire la Città, & anche renderla più forte . E quel terre-
no così racchiufo dentro alla nuoua muraglia , diedono à chiú
que ne volle per fabricarci : con patto però , che pagaffero per
ogni braccio quadro, vn groffo, e mezzo , per ciafcun'ano , in
perpetuo, al commune . E queſti ſono gli affitti , i quali fi pa-
gano
LIBRO PRIMO . 31 .
titàdi danari : acciò fi deffe principio alla nuoua Chiefa . La Duomo di Rad
quale fu incominciata dell'anno 1116. e fùfinita dell'anno gia quado. fatto,
e çó quáta ſpeſa.
1160. con ifpefa di 80. mila ducati . Et il rimanente fino à
centomila , furono confignati à i Signori per fornirla d'altre
cofe appartenenti al culto diuino : e fu prefa per Cattedrale , e
duomo della Città . Fecero dappoii Raugci fabricare ſopra Monaftero della
lo fcoglio della Croma , fecondo la intenzione del prefato Rè, Croma fatto dai
vna Chiefa con vn Monafteroidi Monaci di San Benedetto ne Raugei .
gro . E vollono che detti padri fuffero obligati ciaſchedun'an
noin perpetuo , nella fefta di Santa Maria Candelara , ò vero
della Purificazione, di venire à cantare la meffa nel prefato duo
mo della Città : E quefto per memoria di detta fabrica . La
qual cofa fi offerua fino al dì d'oggi . Se bene ciè nata tal'ho-
- ra qualche difficultà , effendo che alcuni Arciuefcoui non han
no voluto permettere che l'Abbate di detti Reuerendi celebri
all'Altare maggiore della ſua Chiefa con Mitra , e Paſtorale .
Onde quefto prefente anno 1588. l'Abbate, per non derogare
alle ragioni fue non volle cantare egli la ineffa, ma la fece can-
tare à vi'altropadre loro , che non era Abbate di Mitra .
DELL'Anno 1122. Hauendo i Raugei ornata la loro Città Cap. 16.
di molte belle fabriche , & effendo crefciuti in facoltà , e
ricchezze: incominciarono i nobili à fofpettare l'vno dell'altro,
e temendo che qualcheduno di loro non fi faceffe tiranno : di
commune confenfo , e parere , per obuiare à ciò, mandarono
Ambafciadori à Vinezia , quello Illuftrifsimo Senato pregan- Rettore Vinizia
do , che voleffe compiacergli di mandar loro ogni tre anni 'vn no à Raugia.
fuo gentil'huomo per Rettore : con patto però, che nulla di-
fporre poteffe intorno alla loro Republica fenza il confenfoo
della maggior parte del Configlio . Hebbero i Viniziani mol-
to grata cotale dimanda , così mandaro il chieſto Rettore . Al
quale fu da i Raugei ordinata vna affai honefta prouifione . E
così per ifpazio di trent'anni ſi gouernarono , effendo loro mã
dato, ogni tre anni , nuouo Rettore da Vinezia . Da i quali
ageuolmente puotero apprendere la maniera del loro ottimo
gouerno . In quelto tempo furono edificate nella firada princi❤
pale molte habitazioni , e cafe , allivanza Viniziana , come fit of
no al dì d'oggi perfeuerano. •
Intornoall'anno 1150. effendo i Raygei venuti in difcor
& dia
34 DELL'ISTORIA DI RAVGIA
diacol Rè di Bofsina , mandaro à chiedere aiuto à Viniziani , e
Soldati licéziofi. gli furono mandati 500. huomini . I quali arriuati nella Città,
incominciarono , come fouente fogliono i foldati , à fare di
molte infolenzie , come di sforzare donne , & altre fomiglianti
cofe. Efipareua che il Rettore diſsimulaſſe : anzi deffe loro
ardimento , e fauore . Perloche ftauano i Signori Raugei di
mala voglia ; e fi doleuano d'hauere ( come fi dice ) compro il
mal loro ,à danari contanti . E mentre che ftauano penfando,
in qual maniera fi poteffero cotal morbo leuar dattorno : ec-
co che nella Città vennero auuifi , come il Rè di Bofsina, folle-
cito nell'azzioni di guerra, era comparfo armato à i liti del ma-
re di Narenta , luogo lontano da Raugia , due giornate in cir-
Sono tagliati ca. Ondefatti armare i cinquecento prouifionati Viniziani ,
pezzi da i Bofsi-
acfi . con alcuni pochi de loro , gli mandarono à certi pafsi ad op-
porfial prefato Rè . Col quale venuti à battaglia furono rotti,
e tagliati à pezzi , e così pagarono la pena delle loro infolenze,
e ribalderie . Dopò effendofi pacificati col detto Rè , e fatto
mettere à ordine vn nauilio , rimandarono à Vinezia il Signor
Rettore , con tutta la fua famiglia . Hauendogli prima fatti
molti prefenti , eringraziando quel clarifsimo Senato della cor
tefia, & amoreuolezza vfata cotanti anni alla loro Città in man
darle il Rettore . Significando appreffo , come non ne teneua-
nopiù bifogno , hauendo affai bene appreſo il modo del loro
gouerno . Rimandatone per tanto il Rettore Viniziano circa
l'anno di noftro Signore 1152.eleffero tre gétil'huomini cioè
il Signor Piero di Ragnina : Il Signor Marino di Bona : & il
Signor Paolo Gondola: con ordine , che ſei meſi per vno fuc-
Triumuirato in celsiuamente gouernaffero la Città . E fotto tal gouerno, do-
Raugia
Aani. per 40. pò la pace fatta col Rè di Bofsina , viffono in ogni tranquillità ,
intorno à 40. anni . L'anno 1161. nella Chiefa di Santa Ma-
ria , ò vero Duomo di Raugia , già finito , fù fatto vn Crocifif-
fogrande d'argento, con la madonna , e San Giouanni Vange-
lifta , da i lati , medefimamente d'argento, con ifpefa di fei mi
la ducati . E perfeuerano fino al dì d'oggi pofti sù ad alto, e fo
pra l'entrata del choro, con perpetue lampane ardenti dauanti.
Crocififfo d'ar Doppò il reggimento del Triumuirato , il quale durò , come
géto nel duomo. s'è detto, quarant'anni : i Signori Raugei , che bene haueano
appreſo il modo di gouernare la loro Republica da i Vinizia-
nij
LIBRO PRIMO .
35
ni, crearono vn folo Rettore per voti fecreti nel configlio grá-*
de . Il quale volfono che gouernaffe vn'anno folo . Egli afsi-
gnarono per fua prouifione in detto anno , perperi 300. E co
sì gouernandofi , viueano in pace , vbbidienti fempre alla fan-
ta fedia Apoftolica Romana : nè da quella declinando in parte
alcuna : quello che fi faceffero le vicine loro prouincie . Alcu
ne delle quali paffarono al rito Greco, & altre al Rafciano , &
in molte fuperftizioni , & errori . Ma fingolarmente furono Raugei cattolici,
fempre diuoti i Raugei delle facre reliquie . Eda paefi lonta, edauoti .
ni ,nei quali già era la fede noftra , non perdonando à ſpeſa ,
molte ne adduffero alla Città loro. Di maniera che ella oggi
ricca fitroua, come più lungamente in quefto ifteffo libro di-
remo , di fomiglianti facre reliquie .
LIBRO PRIMO . 41
di tanto amico, e come padre: molto dolfe à i Signori Raugei. Onde difcefi fia.
Et il Bucchia fuo fegretario primo , fi ridduffe ad habitare in no quei di Buch.
Raugia, e fù fatto gentil'huomo : e da lui fono difceli quelli di
cafa Bucchia ..
Dell'anno circa 1368. hauendo i Viniziani vſurpatefi mol
te terre marittimne in Dalmazia,rifentitoli di ciò Ladislauo Rè
d'Vngheria , ne venne à danni loro con vn'effercito grande fi
no à Meftri , faccheggiando ogni cofa. I Viniziani veggendofi
in tanto pericolo.fi humiliarono se rendendo al prefato Rè tut
to quello, che in Dalmazia tolto gl'haueano : fi pacificarono fe
co . E tra le condizioni, e patti fatti tra loro , ci fù che lcuan-
do di Raugia il Rettore , che ci teneuano , lafciaffero gl'amici
fuoi Raugei nella propria libertà . E così fù fatto , & clelcro i liberata Raugia
da i Rettori Vind
Raugei vn'altro Rettore loro gentil'huomo da mutarſi di ſei
meli in fei mefi . E co'i Viniziani fecero pace, con patti di po-
tere pratticare , e negociare per tutto lo ftato loro , come iloro
proprij Cittadini . E fi fecero altrefi volontariamente tributa→
rijal Red'Vngheria,di 500. ducati l'anno. Et egli fe loro habi
lità di potere ficuramente , e con ampli priuilegi trafficare per
tutto il regno fuo, e gli prefe in protezzione ppetua. Mandado Rettore di Rau
oltre acciò al Rettore vna fpada , e fproni d'oro, lo fe Cauallie. gia Caualliere
re della fua corte . E da queltempo in poi i Raugei hanno fem perond'oro .
pre portata per loro principale infegna quella d'Vngheria . E
i fono fempre feruiti fino al dì d'oggi di foldati Vngari per
guardia della piazza , e delle porte della loro Città di Raugia :
E fomigliantemente di quella di Stagno . Morto poſcia il Rè
di Bofsina Stefano , fenza figliuoli : gli fù furrogato in Rè va
fuo barone , chiamato Niccolo Giuppana , vno di quelli , che
perfuadeuano al Rè la reuocazione del dono fatto à i Raugei
del territorio di Stagno , e di Ponta . Onde fatto Rè incomin-
ciò à richiedere i predetti luoghi. Ma hauendogli i Ravgei tan
to beneficati , non gli vollono altramente rendere . Per lo che
detto Rè gli moffe guerra , e tanto gli trauaglio , che effendo lo
ro mancata la pecunia , e i danari per guereggiare , furono for-
zati ad impegnare ai Signori Viniziani , vna loro Croce d'oro, Croce d'oro ima
in cui erano rinchiufi dui pezzi del facratifsimo legno della zia
Pegnata
ni ... di Vinis
Croce di noftro Signore Gesù Chrifto , per tre mila cinquecen
to ducati : con patto di reftituirgli loro fra termine d'vi'anno .
F. 2 Onde.
DELL'ISTORIA DI RAVGIA
44
Onde per non perdere vn tanto teforo , in capo à pochi mesi, ri-
mandarono i predetti danari à Vinezia . E fe bene l'aportato-
re per cagione de i tempi cattiui fopraftette affa i pel camino , ba
uendo venti contrarij alla fua nauigazione : arriuò nondimeno
auanti che fuffe fcorfo l'anno . Ma i Signori Viniziani , fecon-
do che fcriuono gl'annali di Raugia , procaftinando il dargli
audienzia, lafciarono fcorrere il termine dell'anno . Onde fen
za la Croce prefata , co'i foli danari , fene ritornò detto Amba-
fciadore fconfolato à Raugia: & i Viniziani fi rattenero la Cro
Incendio accadu ce d'oro , con le facre reliquie . Mentrefiguereggiaua col, Rè
to in Raugia . di Bofsina occorfe in Raugia vno incendio grande , per cui ar-
fe tutta quella parte della Città, che è nel piano, verfo ponente:
E la quale fù poi chiamata Gariſte . E diede tanto fturbose dif
gufto al popolo, oppreffo altrefi dalla guerra: che incomincia-
rono molti à penfare d'abbandonare la Città , e nauigare in Pu-
glia . Doue dal Rè di Napoli era loro offerto vn Sito per fabri
re vna nuoua Città . E forfe che fi farebbono rifoluti gran par
te di loro à partire , ſe non fuffe iftata la bontà d'vn gentil'huo-
mo chiamato Lorenzo di cafa di Volcaffo , oggi eftinta . Il qua
Signor Lorenzo
Vilcaffopuò dir le fentendo la mormorazione , efolleuamento del popolo , po-
f. Riparator di fta'mano alla caffa del fuo teforo ( effendo huomo ricchissimo)
Kaugiafua patria incominciò à diftribuire , & impreftare à chi cinquanta à chi
cento , & alcuni più , ò meno ducati , fecondo il bifogno loro,
perrifare , ò riaccommodare le cafe dall'incendio guafte , e per
tal modo acqueto la mormorazione , e fermò il popolo , che
non abbandonaffe la patria . Onde gran laude s'acquiftò per
tal fatto, e perpetua memoria nella fua Città : e meritò altreli
appreffo alla diuina Maeſtà per hauere così amoreuolmente
foccorfo al profsimo, e fatta cotal charità .
Cap.ar. DELL'Anno 1379. effendo venuti in difcordia i Viniziani
co's Genouefi , alli 17. di Maggio fù apertamente grida
ta la guerra infra di loro . E peroche douea effere guerra naua
le , e nel Golfo Adriatico , furono conftretti i Raugei à fauori-
Guerra tra Vini- re , & ad accoſtarſi à vna delle due parti . Onde eglino, paren-
Miami, eGenouchi dogli che la ragione , e la giuſtizia della guera fuffe dalla banda
dei Genouefi , con effo loro fi vnirono . Comparendo per tan
to nel Golfo l'armata Genoueſe , la quale era di quatanta naui
groffe, di 25. Galere , e di 12. fufte , che faceuano la fomma di
77.
A LIBRO PRIMO . 45
77. legni: i Raugei con due loro Galere , di cui erano Ca-
pitani il Signor Matteo di Giorgi , & il Signor Marino di Bo-
dacia ,s'vnirono con lei : e la feguntarono nauigando verfo Vi-
nézia per la banda di Dalmazia . Et ecco che arriuati vicini à
porto Cicala fcoperfero l'armata Viniziana di 40. Galere , e
di 12. naui groffe , fotto il Signor Vittorio Souranzo, Capita-
no generale . Eprouocandogli i Genouefi alla battaglia , furo
no forzati contra la loro volonta i clarifsimi à combattere . Ve Vittoriofi hor fo
1
nutofi per tanto alle mani , inuerfo la fera furono m. ffeà fondo no Genouefi .
tre Galere Viniziane , e due naui , e ci morirono da 3500 huo-
mini : riceuendo¡ Genouefi poco danno . Efe il mare non ha
ueffe incominciato à ingroffare , e trauagliare , per cagione di
vento Sciroccho : hauerebbono ( come fi giudicò per molți ) i
Genouefi fracaffata , erotta tutta l'armata Viniziana . La qua-
le hauendo riceuuto il prefato danno , col beneficio del vento
fene ritorno à Vinezia . Ela Genouefe feguitandola , nè poten
dola arriuare , fi ritirò nel porto di Chioggia 25.miglia da Và
nezia diftante . I Viniziani veduta la fuga della loro armata , e
fentendo che i nimici fi ritrouauano così vicini , fubito penfa-
rono di opprimergli con qualche aftuzia, pofcia che con valo-
re non battaua loro l'animo , hauendo minore armata . Fatte
per tanto venire due barche groffe le caricarono fecretamente
di fafsi, e cercauano di mandarle alla bocca del porto di Chiog
gia, e quiui affondandole ferrare detto porto à i Genouefi . Ve
nuta quefta machinazione de i Viniziani , all'orecchie del Si-
gnor Matteo Giorgi Raugeo, per mezzo di certe fpic, che egli Signor Matteo
teneua :fubito n'andò dal Capitano generale de Genouefi ,e gli Giorgi , auuerti
to Capitano .
narro la ſoſpizione che hauea , e gli perfuafe , che vfciffero di
quel porto con ogni preftezza : peroche altramente farebbono
ftati quiui affediati . Al cui fano configlio non volle il Genera
le acconſentire : anzi fofpettò , che il Giorgi non diceffe ciò per
timore di nuoua battaglia . Veggendo per tanto il Signor Mat
teo Giorgi l'oftinazione del prefato Generale , trouando fcufa,
che te fue galere faceuano acqua , ottenne di partire , e di naui-
gore a Rauenna per acconciarle . Et ecco che la notte feguen Genouefi affedia
te alla fua partenza , fù da i Viniziani nel modo fopradetto , di ti nel porto di
maniera chiufo , e ferrato quel porto di Chioggia , per ſe ſteſſo Chioggia .
piccolo , e baffo, che nè anco à gli flefsi minori, e difarmati le-
gni
DELL'ISTORIA DI RAVGIA
46
1C
NOMI
DELL'ISTORIA DI RAVGIA
"
NOMI DE IRETTORI
VINTZ TANI
NIS
PREFAZIONE DI
DEL-
33
DELL'ISTORIA 53456
DI RAVGIA ,
LIBRO SECONDO .
fo quella parte , vide vna galea , la quale s'era appreffata allo ſco ftello in gran pe
glio del Caftello : & hauea già eſpolli in terra alquanti ſoldati , ricolo .
I quali rampicandoli sù per quelle ripe cercauano d'impatronir
fi del luogo . Ma gridando egli all'armi, fubito i foldati furo-
no in piedi , e con ſaſsi , & altr’armi ributtarono gl'inimici .
Alcuni de i quali finirono la vita loro , fotto detto ſcoglio : &
alcuni faltando con prellezza ſopra della loro galera › fi faluaro
no per l'ampio mare . Eti Raugei fi eccitarono à effere più di
ligenti , e più fuegliati in guardarli , & in difenderli da gl'ini-
mici loro .
Dell'anno 1494. furono mandati Ambafciadori alla coro- Coronazione di
nazione del Rè Alfonfo , in Napoli , M. Franceſcodi Giorgi : Alfonfo rè di Ne
poli .
e M. Stefano Giugno di Gradi, con prefenti d'argenterie hono
rati . E furono veduti volontieri, e graziati ritornarono alla lo-
ro
68 DELL'ISTORIA DI RAVGIA
Donan del pro cattarono detto nauilio per dugeto fcudi, e diedono altrefi ficu
prio per hauer la
pace . ro ricetto nel porto loro à detta fuſta . Maeffendo poi compar
fe due fufte Cattarine con vn brigantino per prenderla , come
vfciua del porto; hauendo ella aflai danneggiato la loro riuiera :
fi rifolfero detti turchi à non ire più per mare . Onde tirata la
lorofufta in terra, e ripoſtala nell'Arfenale,fe n'andarono egli
no per terreftre camino à Caftel nuouo : e quindi alle cafe loro,
alla Vallona . Dell'ifteffo anno alli 15. di Nouembre furono
creati molti Ambafciadori , cioè M. Pietrogiouanni di Men-
za : e M. Dannielo Niccolo di Refti , Vinezia , per cauſa d'vna
Naue carica di lane Spagnuole , preſa dalle loro galee . M. Ste
fano Marino di Volzo, al Sangiacco della Vallona , per cagio-
ne della fufta predetta : la quale con gran difficulta s'ottenne ,
che per 500. ducati , ella reſtaſſe loro . M. Simonpiero di Bo-
na :e M. Natale Saracha , al gran Turco in Conftantinopoli ,
Deh quanti Am. coltributo . M. Piero Iacomo di Luccari , al Vicere di Fran-
bafciadori mada cia , in Napoli . M. Vito Clemente di Gozze , al gran Capica-
Raugia . no del Rè di Spagna , Confaluo . E M. Marino Niccolo di Ra
gnina con vn compagno , alle nozze di Viadislauo Rè d'Vnga-
ria col tributo per nqu'anni futuri : e con prefenti d'argenterie,
al valore di mille ducati . E furono tutti i prefati Ambafciado
ri graziosamente vditi , e veduti .
Dell'anno 1502. Fù appiccato vn certo Simone di Rado-
gna barbiero , il quale hauea venduti tre pugliesi à i turchi .
Dell'ifteffo anno , effendo venute 4. fufte Viniziane da Corfù ,
ne i porti , e feni di Raugia , ſpogliarono tanti nauilij, che il dã
no fatto , aſceſe al valore di circa quattro mila ducati , eſſendo
Rettore M. Lorenzo Biagio di Sorgo . E fopportò la Città
cotanto danno con pazienzia , per effere impotente à refiftere, e
per manco male. Dell'ittefs'anno 1502. effendo Rettore il Sig.
Alcuni empi giu-
dei fon'abrufati. Franceſco Bobali , furono alli dieci d'Agofto prefi alcuni giu-
dei : i quali haueuano amazzata vna donna in certa cauerna fo-
pra le vigne delle plocci, verfo il monte Vergato . Onde poſti
ài tormenti confeffarono il Delitto loro : e come certo eccel-
lente medico loro Mosè addimandato , era ftato anch'egli à co
tal morte confenziente . Per lo che fù egli in carcere decapita-
to, acciò non fuffe in grazia chiefto da i turchi : e gl'altri furo-
nofuori della porta , alle plocci , e fotto la Chiefa di Sant'An-
mio,
LIBRO SECOND V .: 71
nio , legati ad alcuni pali , & abrufciati : e le ceneri loro furono
buttate nel mare . L'ifteflo anno del meſe d'Agoſtó fù da Papa
Aleffandro fefto conceduto il giubileo à Raugia : e coſtò alla
Republica per eleemofinas & altre fpefe, intorno à 500. ducati,
Dell'anno 1503. Fù portata la pelte di Barletta nell'Iſola di Pefte con tefres
Calamota . E d'Aleſſandria fù recata nell'Ifola di Giuppana . moti,vēti validi
E da Chioggia fù portata in Canale . Ma per la Dio grazia , e
per le buone guardie ella non penetrò nella Città . Ci furono
nondimeno febri , e fluſsi : a i quali fi rimediata con vin roffo,
pane arrollito , e col lat'agro .
Del 1504.alli 7. di Dicembre, in Martedi, venne vn gran-
difsimo terremuoto , il quale guaftò molti edificij .
Del 1505. venne vna borra terribiliſsima, la quale gittò per
terra molti edificijalla riua del mare : e rouinò gran parte deile
mura vecchiedel riuellino , alle plocci .
Dell'anno 1506. Nel principio di Gennaro incominciaro-
nofebri con male di punti : e durarono tanto, che ci morirono
45.gentil'huomini : e 29. gentildōne: e circa mille, e 500. per
fone dell'altro popalo . Dell'ifteffo anno furono mandati Am Imbafciadoriat
bafciado rial Rè Alfonfo di Napoli M. Marino Niccolo di Rae Alfonfo di Na
gnina: e M. Daniello Reſti con prefenti regij : Furono benigna poli .
inente veduti , & ottennero molti priuilegi, per la nauigazione.
Del 1510. Due Naui Raugee cariche di mercanzic, furono
fenza combattere , prefe da fette galere di Candia . Et il dan-
no dei Raugei , fùltimato intorno à trenta mila ducati : & al- Sette galee di Că
tro tanto quello de i Fiorentini mercanti . Venuta la fama di dia naui due, pré
quefta raprefaglia à Raugia , farono fubito fpediti Ambafcia- don feaza batta
glia Raugée .
dorià Vinezia M. Lorenzo Niccolo di Ragnina : e M.Drago-
iè Simone di Gozze . I quali feppero tanto bene esporre la cau-
fa loro , che fubito fù ordinatonel configlio de i Pregai , che fi
mandaffe vn loro ſecretario per tutti i luoghi loro di leuante ,
ne i quali s'erano fpartite dette robe , acciò fi ricuperaffero , e fi
rendeflero à i proprij padroni , ſotto certe graui pene . E tale
Secretario fù M. Niccolo Stella . L'ifteffo anno furono ratte-
nute in Aleffandria cinqu'altre Naui Raugee , cariche di robe,
e di fpezierie : e tutti i Mercanti , e padroni delle Naui furono
incarcerati. E quefto per caufa , che le galere di Rodi haucano
prefe tre Naui cariche di Mori, e di Malgarbini , fudditi al Sol
K 2 dano,
DELL'ISTORIA DI RAVGIA
72
tre 25. naui à dar foccorfo alla Città di Corona , nella Morea .
Diqueft'anno parimente del mefe di Settembre , fù prefa nel L'inclito Doria
porio di Scio , per ordine di Solimano vna naue di mille, e du- foccore Coronas
gento botti : la quale era di Marino di Stefano da Giuppana : e
fù condotta con tutto il carico , che era di diuerfi mercanti ,e
di varie robe , alla valuta di fettanta mila ducati . E poi che fe
ne furono feruiti in portare vettouaglie alla Città di Modone,
fofpettando che non c'andaffe l'armata Chriftiana : la lafciaro-
no andare libera al fuo viaggio. Di quell'anno finalméte 1533 Imbafciadori
alli 6. di Dicembre furono andati Ambaſciadori à Carlo V. Carlo Y. inuisso,
M. Niccolo Thoma di Sorgo: e M. Marino Stefano di Giama
gna con prefenti , e doni per due mila ducati : affine d'ottenere,
chei Mercanti Raugei poteffero nelle terre dell'imperio fuo li
beramente trafficare . Et à detti Ambafciadori per loro ſpeſe
furono deputati fei ducati il giorno . Onde tra dette spele , e
doni , l'erario publico ci impiegò fei mila , e dugento ducati .
DELL'Anno M. D.XXXIill . alli tre di Febraio , feſta di Cap.12
San Biagio , protettore di Raugia , circa le tre hore di not
te venne vn gran terremuoto in detta Città . Ma per la Dio
grazia non fe danno alcuno . Et in quella propria hora se fella ilfamofo
Arde in Vinezia
Arícn.
di San Biagio abrufció l'arfenale grande in Vinezia, e durò l'in
cendio due notti , & vn giorno, che mai per alcun modo non ſi
pote spegnere . Onde fù tutto cófumato : nè mai fi feppe donde
tal fuoco origine hauuto haueffe . Et il danno ( come fi diffe )
fù di circa cento cinquanta inila ducati . L'ifteflo anno allı 16.
d'Aprile vennero à Raugia 17. galere Viniziane , con nome di
paffare in leuante . E fermandofi due giorni auanti al porto die
dono che fofpettare alla Città . Onde s'attefe à fare diligentifsi
me guardie . Nè per ciò il Senato mancò della folita cortefia
di prefentarle . Partendo pofcia da Raugia nuoua , ſe n'andaro Chi ama teme, e
no nel porto di Raugia vecchia , ò vero dell'antico Epidauro, fempre fta info
fpetto, che il be◄
lantino da fei miglia in circa , verſo leuante . Et effendo quivi ne amato non gli
dimorate cinque giorni, finalmente partirono verfo Corfù, nô fta rapito ,
fenza lafciare grand'occafione di fofpettare à i nobili Raugei.
Dell'itteffo anno alli 12. di Luglio, due hore auanti giorno , fi
appicò fuoco nella cafa d'un plebeo in Raugia , ma non abru
iciò fe non quella . E nell'ifteffo giorno s'appicò fuoco in tre
altri luoghi , ma presto , per grazia di Dio,furono le voraci
flamme
82 DELL'ISTORIA DI RAVGIA
gate ragioni , e dopo che hebbe buona pezza ragionato col pá-
dre ambafciadore di altre più cofe , ne lo rimandò confolato ,
con dire che referiffe alla fua Città , che ella feguitaffe d'effere
diuota , & vbidiente à Santa Chiefa , e che egli non hauerebbe
mancato d'hauerla fempre nella fua protezzione . E così alli
16. di Maggio ritornando il Padre Ragnina à Raugia il tutto
al Senato fuo riferì : aggiugnendo che con diligenzia attendel-
fero à guardare la loro Citta: imperoche tutto il mare appariua ,
pieno di legni . Dell'ifteffo anno , venne à Raugia l'Imbafcia-
dore del Rè di Francia , e ci dimorò dodici giorni . Eteffen-
do ftato molto accarezzato dalla Republica Raugea , ſe ne par
ti verfo Coltantinopoli à fermare la lega per lo fuo Rè col Tur-
co, à danni di Cefare , e de i feco confederati .
Cap. 145
DELL'Anno fteffo 1538. Sedici galere di Papa Paolo terzo
arriuarono à Ifola di mezzo, il primo di Luglio: e parten
dofi la mattina feguente , il Patriarca di Vinezia , gentil'huo-
mo di cafa Grimana ,che n'era generale , verfo leuante , fù in-
contrato da tre nobili Raugei à nome del Senato , con doni al
valore di cento ducati : e lo trattennero à Raugia vecchia due
giorni . Ma le dodici galere , rimaſe à Iſola di mezzo , con in-
ganno, hauendo prima assicurati gl'Iſolani , e ſpiegata la ban- Le galere d'vn
diera della fede , mifero à facco quella delitiofa contrada. Et mettono
Papa cofià pio .
faces
oltre alla roba , che tolfero per le cafe , e danno che fecero il vn'tfola Chrikia
qualefù ftimato afcendere al valore di fei mila fcudi : durando na ,Colpa de i rei
il facco dalle 16. hore della fella della vifitazione , fino alle due miniftri nõ di lui
hore di notte :menarono via prigioni 14. padroni vecchi di
naui : quattro nobili Raugei , col Conte loro , efino al numero
di circacento cinquanta altre perfone . E fatta la mattina , alli
tre di Luglio,la dett'arinata fi partiverfo leuante : lafciando pe
rò libero il Conte dell'ifola , prima fatto da loro prigione ··
Venuta la nuoua di quefto facco à Raugia, mandò fubito il Se.
to due altri nobili al Patriarca , dolendofi dell'infulto , e dan-
no fatto alla prefata Ifola loro . Onde il religiofo Generale fe Ee fofpefo va che
mandare vn bando fotto pesa della forca , che fi prefentaffero tolfe alla Madon
tutte le cofe tolte in detto facco . E ritrouando , che vno ha na , la corona di
uea tolta vna corona d'argento alla Madonna del Bifcione, capo, empio che:
ei fù .
Chieſa di nominanza in quell'Iſola , e contorno , lo fece appic-
care... E fatto dapoi caricare vn-naulio di tutte quelle cofe ru
AL 2 bate,
88: DELL'ISTORIA DI RAVGIA
Luca di Sorgo, con molti prefenti , e trecento ftara di bifcotto Prefenta i vinci
tori l'aima Raug,
perfouenzione dell'armata , raccommandandoi confini loro ,
acciò non fuffero da i foldati moleftati . Furono detti Amba-
fciadori benignamente veduti dal Doria , promiſe loro ogni fa
uore , e gli riuelo molti fecreti da riferirſi al Senato , e glauner
tì , che li guardaffero da i loro vicini : peroche erano ml volu-
ti da loro . Tornati gl'Ambaſciadori alli 6. di Nouen bre in
Raugia , fu vinto nel general configlio , che i borghi fuoridel. Guaftano i bor.
la Città , e le cafe dei giardini , da lan Iacopo di Visgniza alla ghi lafecōda vol
th.
porta di leuante : e dalle tre Chiefe , alla porta di ponente , co-
me vn'altra volta , dopò la prefa di Conſtantinopoli , circa 80.
anni prima, erano ftati rouinati, così di nuouo, quanti ne erano
Ktati rifatti,ſi buttaffero à terra, per meglio aſsicurare la Città in
ogni euento di guerra , che le fuffe venuta fopra , in tanta.com
mozione di genti , e d'armi : che all'hora per tutta Europa , e
1
parte dell'Alia fi vedeua . E fù ftimato il danno al valore di du
gento mila fcudi . In tanto l'effercito Chriftiano , vittoriofo à
Caftel nuouo, poi che hebbe faccheggiato tutto quel contorno,
fe ne venne licenziofamente nella vicina contrada di Canale à
danno dei Raugei : e fuggendofi il Conte , ò vero Gouernato-
re di quel luogo , con forle cinquecento perfone alle montagne,
gli Spaguuoli (corfero tutto quel paeſe di circa trenta miglia di
longhezza , predando , e menando via da quattordici mila capi
di beftiame minuto : & ottocento capi di beftie groffe , con due
mila porci . Parte della qual preda pofero in Caſtel nuouo per Peggio tal'hor
monizione . Menarono altrefi via captiue , e prigione molte fanno i Chriftia
donzelle, fuergognarono le più antiche : & in fomma fecero tal ni che i turchi.
danno , che non fi ricorda mai efferui ftato fatto maggiore dai
turchi . Ariadeno Barbaroffa intendendo come l'armata Chri
ftiana era ritornata nel golfo Adriaticose che affediaua Caftel
nuouo , ſcorſe colla fua armata fino alla Vallona , doue affalito
da vn terribil garbino agl'vndici di Nouembre, vrto contren Garbino à Barba
ta galere in terra preffo à Safino e furono tutte rouinate , e fi roffa be due vol
perfe quafi tutta la gente . Ondefù forzato à tornare in dietro, ta : s'oppon nel
mare , e guafta i
per riftaurare l'armata di legni , e di genti : peroche ſe bene al fuoi difegni .
cuni fcamparonodalla fortuna in terra, furono nondimeno tut
ti , ò'amazzati , ò fatti prigioni da gl'Albanefi . Riffatta per tan
to con preftezza l'armata e volendo ritornare per foccorrere
Ca-
92 DELL'ISTORIA 2D RAVGIA
Cap.st. MA
A che diremo poi dell'animo inuitto , e della pieta Chri-
ftiana , dimoftra da gli ſteſsi Illuftrifsimi fignori Raugei,
quando quafi ne i medefimi giorni, il magnifico Franceſco Tro
Francefco Trono no , con la fua galea , feguitato con molta faria da vn Capita
falua in Raugia nodi Corfali se da molti vafelli di Barberia : non vedendo altra
via di fcampare , s'indirizzò con tal'empito nel porto di Rau-
gia , che rotte con la tefta , e prua della galea , la catena di ferro,
che ferr no il porto , dentro di quello fi faluò . Nè volle il pre
fato Senato giammai concederla à i fopranominati Corfalische
per ragione di leggi loro , la richiedeuano . Ma hora acquie
tandogli con buone parole : hora placandogli con humili pre
ghiere : & hora fpauentandogli con moderate minaccie : & al-
la fine faziandogli co'i propri) danari , per ragione di pietà Chri
ftiana , la faluaronose fouuennero benignamente altresì di qua
to à lei faceua dibifogno . E fe bene dappoi ne patirono alcuni
trauagli , per le moleſtie poi date da quei barbari allo ftato , &
Saccheggiano
zerfali vna badiai Ifole loro , e fpecialmente alla Radia , e Monaftero dei Mona-
ci negri di San Benedetto , nell'ifoletta della Croma , effendo
che i perfidi , e maluagi la faccheggiaffero , & in buona parte la
rouinaffero : non dimeno fentirono fempre maggiore piacere
di quella buon'opera fatta , nella faluazione dell'anime di detta
galera del Trono , che di quale fi voleffe danno temporale, con-
tra la volontà loro , feguito in detta Ifola , e foglio della Cro
ma. Narromi , non ha molto , in quefto propofito vn'amico,
qualmente il Senato Raugeo , per mezzo de gl'Ambafciadori
fuoi , fi rifenti in Conftantinopoli appreffo al gran Turco , del-
l'infolenzia vfata al detto Monaftero loro della Croma da quel
Capitano de Corfali , Caracoſcia , come vogliono alcuni , no.
minato : contra ogni douere . Conciofia cofa , che nel porto
loro fi dia ficuro ricetto , e faluamento à chiunque ( cosìturco,
come Chriftiano ) cheamicheuolmente ci viene . E mi riferi-
ua l'amico Raugec , come il gran Turço , ne preſe tanto difgu-
fto , che volle , in pena del delitto , & ingiuria fatta a coloro,
Caracofcia in po che tributarij gli fono, e fedeli amici , che cotale capitano fuffe
tere de i Raugei. dato in potere de gli ſteſsi Oratorij Raugei : acciò ne faceffero
quanto à loro fuffe piacciuto . E quì anche li palesò , e conob-
be meglio la magnanimità dei Raugei : e la deftrezza infieme
de gl'ingegni loro : pofcia che hauendo hauuto nell'arbitrio
loro
LIBRO SECOND.Q . 117
loro detto offenfore della propria loro libertà, fattagli vn'amo
reuole auuifo di non più offendere gl'amici del fuo gran figno,
re, gli donarono la vita , e libero in pace ne lo mandarono .
Nel qual fatto fi conciliarono maggiormente la grazia del Tur
co , e prouiddero infieme nell'auuenire à i cafi loro. Peroche
detto Capitano fù poi fempre parziale difenditore dei Raugeir
nè diede mai più molettia alt'lfole , eterritorij dello stato loro .
Ma come potremo noi paffare con filenzio l'atto angolare di Singolare piesă
dei Raugei .
pietà Chriftiana , vfato dalla Republica Raugea : quando viti,
mamente l'armata turcheſca s'accoftò alla loro Citta? limpero.
che intendendo come le galere di quella erano piene di fchiapi
Chriſtiani di diuerfe età , così donne , come huomini , preſi per
l'iſole, e terre maritime, fuggette à i clarifsiniſignori Vinizia.
ni: e confiderando quanto danno poteffe rifultare à quell'ani
me ,quando fuffero iftate menate in cattività : pedirono, alcu-
ni gentil'huomini , e gli mandarono fopra dett'arinata . Doue-
fatta vna ſceltà di fanciulli , e di fanciulle , dell'erario proprio
gli rifcattarono . E condotti nella Città , e diftribuitigli per le
più honorate cafe : à poco a pocopoi gli vennero rimandando
alle patrieloro. E molti ancora ne reftarono in Raugia , per
non fi trouare che haueffero padri , ò parenti e furono e for
no nella vera noſtra religione , e timor diuino , quafi proprij fi¿
gliuolis, beneinftrutti , & alleuati ...
N fomina nelle paffate guerre tra gl'infedeli , e Chriſtiani : e Cap.22.
fingolarimente in quefta vitima tanto fegnalata , la quale
poi fi finì il giorno di ſanta Iuſtina , tra Lepanto , e la Zaffalo-
nia, l'anno 1571. alli fette d'Ottobre : quando ritrouandofi il
mondo quaſi in due parti diuifo : e che itaua ogn'vno fofpefo
aſpettando chi doueffe il dominio se monarchia di lui confe-
guire : Raugia folafe ne viuea di mezzo, fpettatrice, & amore-
uole de gl'vni , e de gl'altri . Di maniera che in detta Città (co
Piazza commune
me in piazza commune e come in ficuro rifugio di tutti .) sef- Raugia ad ogni
fercitauano l'vfate mercanzie, anzi maggiori , che ne gl'altri gente .
tempi . Etalei con fomma concordia , e pace, veniuano di tut
te le nazioni mercanti : equiui infieme conuerfauano attenden
do ciaſcuno ài proprij fuoi negocij . Onde, in guifa d'vna nuo
ua Arca di Noè , Raugia all'hora fi ritrouaua in porto dificu
rezza , ripiena di ſi variate genti, & * altramente tra loro nimis
che ,
Q
IA
118 DELL'ISTOR DI RAVĠIA
fa, che da vino in poi non produca roba per vn mefe dell'anno, Sterile & il terri
torio di Raugia.
fempre nondimeno vi è copia d'ogni cofa neceffaria . Condu-
cendo eglino condamari dell'erario publico , fopra le proprie
naui , d'Albania , di Sicilia , di Puglia , e d'altronde , fromento
in abondanza e difpenfandolo poi mefe per mefe , con grand'e
quità , à chiunqué n'ha dibifogno . E così dell'olione traict-
tano in tanta copia , che continoamente per tutto l'anno , fe ne
veggono falpublico mercato le botti à minuto vendibili . Di
modo chefe bene non hanno i nobili Raugei ampie campagne,
che loro diano il grano : nè ameni colli , e fpiagge veftiti d'oli-
ui in abondanza tale ,che fominiftrino loro l'olio neceffario :
hanno nondimeno in vete di quefte.cofe , nell'ampiezza del ma. Le naui,e il mar,
re tante loro naui . L'yna delle quali tal'hora , ſenza eſporfi al fon'in vece à Rau
gia, Di campi , e
pericolo de i fouerchi afciutti , o pioggie , à venti , o animali, d'oliueti, pio let
ò grandini , & altre cofe le quali fouente ne tolgonole riccol- tore .
te della terra , porterà alta fua nobilifsima , e per ciò richifsima
Città , dugento, trecento , e mille carra digrano , ò vero botti
d'olio, fecondo che farà loro dibifogno . Della copia delle car
ni d'ogni forta , non accade parlare à lungo : ma bafta di dire ,
che ellaè tanta , fominiftrata da i propinqui Morlacchi , & da
altri vicini popoli , che tal'hora ( fi come riferiſcono ) la pelle
dell'animale fteffo venduta , hà rinfrancato il prezzo di tutto l'a La pelle paga tut
nimale. Dell'abondanza de i pefci ottimi, niuno farà che fofpet to l'animale
tis fapendo Raugia effereper più della metà bagnata dal mare,
che gran copia,e d'ogni forta ne genera. I pomi d'ogni maniera
fono dalle circoftanti ville, e giardinijeglino ancora in tanta co
pia prodotti,prugne, fichi,poponi, mele, pere, & altri, che ſem
prela piazza , fecondo le ftagioni, di ciaſcheduna forta n'è pie-
na. Malafciando da banda quefte cofe minime, diciamo che
non fi troua forfe oggi dominio , ò Republica , in cui i vafalli
maggior manfuetudine retti , e gouerñati ; & in cui i
fiano con
Principi , e Rettori ſoſtenghino , per beneficio dei fudditi lo-
ro, maggiori fatiche, e pericoli quanto nel dominio , e nella Re Sono paftori i
publica de gl'Illuftrifsimi nobili Raugei . O felice , e bene au vfficio , chefa-è
principid'affai
uenturata Città , che fempre , dalla prima origine , e fondazio- tica,incommodi,
circa mill'anni fono , è perfeuerata cattolica , e diuota alla o difagi .
fanta Chiefa Romana . Efe bene ella è pofta fui confini dei
Maumettani infedeli : e de i fcifmatici Greci , non però mai
ella
120 DELL'ISTORIA DI RAVGIA
Propinqua gli ella d'alcuna macchia d'herefia , è ſtata ( Dio grazia ) infetta d
infedeli, & à i fci-
fmatici , perfeue notata . Anzi fe ne ftà nell'antica fua fincera religione , e fede,
ra Raugia pia , & che da Tito difcepolo di San Paolo , prima le fùpredicata . Ti
cattolica .
benedica , e ti profperi ſempre più la diuina Macftà , Raugia
mia, e ti conceda quanto brami , e defideri , nella fua accetteuo
le grazia, & amore . E fino à quà , benigno lettore , habbiamo
in quefto fecondo libro dell'Iftoria di Raugiai, narrato con bre
uità, quanto progreffo ella habbia fatto dall'anno 1400. fino a
i prefenti tempi e quanto varie cofe le fiano auuenute : e come
noftro fignore per grazia fua, e per intercefsione dei Santi di lei
protettori , l'habbia da ogni male guardata , e conferuata fino
al prefente giorno, libera , cattholica, ricca , & amata , e riue-
rita da tutti i buoni : e da tutti Principi , riſpettata , e fa-
uorita . Refta che hora , nel terzo libro , diciamo
del fuo fito , delle fue lodeuoli creanze : del fuo
territorio , delle fue Ifole , e dell'altre fue
grandezze, & commodità. E fia
benedetto il Signor❜Iddio ,
ne i doni fuoi . 1
Amen .
F. SERAFINO RAZZI ,
OTREBBONO ,
ò almeno marauigliar-
babbiamo . Direbbe
fi dapoi , che effendo le
23 rità,
DELL'ISTORIA DI RAVGIA
fcriuere .
Direbbe
finel terzo luogo , che lo fcriuere
ટે tanto proprio dei Sacerdoti , che
Iftorie è
leuo altrefi
fauellare in questo ifieffo libro de
DEL
3
121
MA
CITTA ILLVSTRISS
DI RAVGIA,
LIBRO TERZO .
tana da queſto palazzo , ſu l'iſteſſa piazza vna chiariſsima , & Fonta d'acq
ne ua
abondantifsima fontana d'acqua dolce, condotta ( come altro. delce,tien Raug.
ue s'è detto ) dall'aména valle di giuncheto . Et vn'altra fomi-
gliante , anzi maggiore , e più commoda per lauare, fe ne vede
alla porta di ponente : tutte due di molto ornamento , e di gran-
d'vtilità alla Città , & al popolo . Tiene Raugia quarantafette Quarantafette
Chiefe :benche da quattro , òfei in poi , l'altre fi poffono più Chiefe tie Raug.
tofto dire Cappelle, o vero Oratorij , che Chiefe : effendo elle-
no picciole : ma imperò ben fatte , e ben adorne . Sono in Rau 5 due conuenti , e
gia due foli Conuenti di religiofi , vno di San Franceſco , alla otto Monafteri.
porta di ponente , in cui ftanno padri offeruanti zoccolanti : e
l'altro di San Domenico , alla porta di leuante , in cui ſtanzano:
da venticinque in trenta padri , purʼofferuanti . Amendue (co 1217
me forſe altroue diremo , più ininutamente )fono belli , e com
modi , con fontane , con giardini , ò vero clauſtri d'aranci :com
belle Chiefe , e con ricchi altari . I Monafteri delle Monache
in Raugia fonootto ; cinque dell'ordine di San Benedetto, alla Due Badie fuori,
cura dell'Arciuefcouo : duedi San Franceſco , alla cura dei paeuenti.
due altri con
dri loro : & vno di San Domenico , gouernato parimente da i
padri di dett'ordine . Fuori poi della Città , e vicine, fono due
Badie di San Benedetto negro, l'una nell'Ifolétta della Croma,
in cui ftanzano padri Italiani : e l'altra in terra ferma , e fu la ri-
ua del mare , detta San Iacopo, habitata da padri Schiauoni. Et
alquanto più lontano , fuori della Città , verfo ponente , fono
due altri conuenti religiofi , vno nell'Ifoletta di Daxa de padri
zoccolanti : e l'altro à Grauofa de i padri di San Domenico .
Non tiene Raugia hofterie : Nè meno coſtumnano i Raugei di Hofterie in Rau-
alloggiare alcun foreſtiero nelle cafe loro, ancora che amico gli gia non fitengo
fra . Ma piùtofto gli procacciano in cafa appartata quanto gli no .
bifogna . Ipaffaggieri , che fono per lo più barcaruoli, dormo
no nelle loro naui . I religiofi vanno à i due conuenti. I turchi
di balla mano, dormono fuori della porta all'aria nudas quan- Notabil cotefia
de i Raugei .
do i tempi lo permettono : o vero in certe humili cafe , fatte per
ciò fare dal Senato , quando fiano i tempi contrarij . Maitur
chi di conto hanno dentro alla Città preffo al palazzo dell'illu
ftrifsimo Rettore Vn'honoreuole cafainento ; dentro di cui for
no dal publico pafciuti . Come anche quando ci viene alcuno
Ambafciadore di Principi Chriſtiani , per Conftantinopoli , à
R 2 altri:
DELL'ISTORIA DI RAVGIA
124
altri luoghi , è proueduto dal Senato di vitto ; e d'alloggiamen
to nel conuento di San Domenico , in certe camere da baffo , e..
ſeparate dall'habitazione de i frati . Douei padri di San Fran-
cefco Reuerendi tengono , in quello fcambio, per tutto l'anno,
in certi loro magazini , i migli , & altri fromenti del Commu-
ne. Ma febene ( come s'è detto ) non fono in Raugia hofterie
d'alloggiamento , fi troua però da comperare alla piazza, e mer
cato , quanto fa dibifogno : di pane , e di vino, d'olio, di carne,
t e d'altre cofe neceffarie . L'Acre in quefta Città è perfettifsimo:
3445 peroche il mare à Raugia è altifsimo , e ſenza pantani , o palu-
di , che fogliono cagionare cattiuo aere . Ele stagioni ci ſono
temperate , non ci effendo fouerchi freddi ; nè anche diftempe
Gl'huomini tema rati calori . Onde ci fi veggono afli vecchi di fettanta, d'ottan
po affai , in Rau- ta > & anco di cento anni . E nel tempo che fono io dimorato
gia viuono . in queſta Città , fiè feppellita vna Veneranda Badeffa , di cen-
to feianni : e mi è accaduto di fauellare , à vn fabro ferraro, che
fe bene paffa cent'anni, ad ogni modo fi trattiene nella bottega,
,, & effercizio fuo . Sono gli Schiauoni di robufte , e di gagliar-
Ottime maluagie de complefsioni Produce il paefe vino affai, e buono : elingo.
dona Raugia . larmente le maluagie di Raugia fono eccellentifsime , e fe man-
dano in Italia, & à Roma per nobili prefenti . D'ogni forta di
frutti parimente fono à Raugia , come pere, mele , fufine, fichi,
poponi, & altri fomiglianti . Mel'arancie , altrefi limoni , ce-
dri, & in fomma d'ogn'altra maniera, che fi troui in questo cli-
Rende poco gra- ma noftro d'italia ,1 Rari nondimeno ci fono gl'vliui , per ca-
no e alai men'o- gione del poco territorio alla marina ; e così poca è la riccolta
lio .
delgrano , pergl'afpri , & incolti monti se per la moltitudine
delle pietre, & ifcogli che le fanno d'ogni intorno corona . Ma
à quefta penuria di grano , e d'olio , fupplifce la gran commo-l
dità del mare . Imperoche con le loro molte naui tengono i
Raugei la Città abondante d'ogni bene. Della copia de i pe-.
fci ,non accade parlare : peroche effendo Raugia fu la marina,,
ne tiene douizia . E non fi vendono à pefo , come nei più luo-,
ghi : ma à villa d'occhio : come fifuole in Vinezia , & altroue,
Tengon graffa nelle Città di mare . Le carni , & i formaggi ci fono condotti
Raugiai viei luo e portati di Morlachia , & altre vicine Prouincie , ottimi , & in
ghi . abondanza . Efin qui fia detto del fito di quefta Città : della
grandezza , e fortezza fua : della qualità delle muraglie, e de gli
edi.
ADDY LIBRO TERZO 17 125
La
134 DELL'ISTORIA DI RAVGIA
LLI 'due di Febrɔro , feſta della Purificazione , e Vigilia Qui fipotea can
A
del gloriofo Veſcouo, e martire San Biagio , auuocato par tar col's . Dauide
ticolare della Città di Raugia , conuenendo alla Catthedrale i Ecco quanto egli
è ben , quanto è
padri di San Domenico , e quelli di San Francesco : e quelli giocondo , habi
tando nel Choro finiftro , e quelti nel deftro : è l'Arciuefcouo, tare i fratelli in
co'i Vefcoui fuffraganei , e quattro , ò vero cinque Abbati di fiePf mealvai ti26.
. 13
mitra ful presbiterio , fi canta folennifsimame il Vefpro di
nte
detto Santo . La caufa perche i frati di San Domenico iftanno
nel Choro finiftro , fiè peroche molt'anni addietro iftauano nel
deftro i Monaci negri di San Benedetto . Ma hora non ci ve-
Bendo , fe non gl'Abbati con certi miniftri , in habito pontifi-
cale , òper la paucita loro , ò per quale fi fia altra cagione, fono
fucceduti i padri zoccolanti in luogo loro . Nè fi fono curati i
frati di San Domenico di cangiare choro , & ire al deftro , co-
me maggiori dei minori : peroche oggi , ò dimane , che i Mo-
naci voleffero tornare , bifognerebbe rendere alle loro Reue-
renzieil luogo . E perche l'anno 1588. quando vi fi trouò la
prima volta lofcrittore di quefte memorie prefente, l'eddoma-
da era dal Choro finiftro : per cio à i frati di San Domenico toc
co il primo verfo : e nell'vno , e nell'altro Choro , fopra l'hinno
proprio del Santo fù fatta mulica : cantandofi il rimanente del
Vefpro , à voci piane , & in canto fermo , con organo , e con la
mufica del Senato , à vicenda , di trombe , di flauti , e di cornet
Confraternite, &
te. E mentre che fi cantò in cotal maniera , e con folenne poin arsi di Raugia .
pa il Vefpro : vennero intorno à venticinque Compagnie di fra-
ter-
136 DELL'ISTORIA DI RAVGIA
DI BONA.
F. Marco F. Gabriello
F. Arcangelo F. Innocenzio
F. Agolling F. Marino
F. Mac.
LIBRO TERZO .
145
F. Maeftro Matteo De Martini .
F. Michele
F. Maettro Serafino F. Angelo
F. Serafino F. Antonio , e
F. Vincenzio Maeftro Lúca .
M.Tommaſo di Bafegli F. Arcangelo di Palmota.
F. Marino di Bónda .
F. Bernardo di Caboga . DiPo༢༢༦..
{
Di Croce t F. Antonio
F. Michele F. Benedetto
F. Salueftro t F. Cherubino
F. Vincenzio Maestro Franceſco , che poi fù
F. Valeriano Velcouo di Mercana , e
F. Tommafo di Ceruia,che fù F. Clemente .
Vefcouo di Mercana .
F. Bernardo Getaldi Di Ragnina .
F. Domenico Getaldi
F. leronimo Giorgi F. Ambrofio
F. Saluatore Giorgi F. Clemente , ei
F. Simone .
Di Gazza.
Di Resti.
F. Biagio primo
F. Biagio fecondo F. Antonio
F. Bafilio F. Domenico primo
F Clemente F. Domenico fecondo , e.
F. Iacopo F. Gabriello.
F. Marino
F. Timoteo primo Di Sorgo.
F. Timoteo fecondo
F. Vincenzio F. Cherubino , e
F. Piero, che poifù Vefcouo F. Salueftro .
di Stagno .
Di Zamagna.
Et oggi 1594. Viuonom
F. Angelo, e F. Michele ,e
Gozzi
F. Ambrogio, lettore F. Salueftro
15 Del-
146 DELL'ISTORIA DI RAVGIA
Dell'Ifola di Mellida .
Predetto Caffo , l'entrata della bocca del lago , e per ciò furono
Così d'improuifotrovati Ma da quel tempo in quà tì fanno
perpetue guardie fopra di quelle torrs . E detto lago abondan-
te d'ogni forta di peſci mariņi . Et in particolare vi fì vedevna
pefchiera di granchi marini, grotsi ,chè reca, oltre all'vtile,inol
topiacerealla vitta. Eticalali di queftifola tengono certi obli
ghi co'i predetti padri : e gli feruono tanto nella cultura dei
campi e delle vigne loro , quanto nella cura , e cuſtodia de gli
armenti , e greggiaffai , e mafsimamente di capre , che pafcola-
no enutrifcono in dett'ffola . In cui altrefi i vede verfo tra
montana ,va féno, ò vero porto di mare lungo per di dentro
all'Ifola circa tre miglia e fargo intorno a vn miglio , & in al-
cuniduoghi meno : capacifsimo d'ogni grola , e numeroſa ar-
inataeficuro da ogni fortuna . Dicefi chi Oppiano di Agge
filao Romano figliuolo, habitando certo tempo alla riua di que
ftoporto , vi fabricò vn palazzo magnifico , e conueneuole alla
grandezza Roinana . Di cuifino al dì d'oggi perfeuerano mol
te reliquie Anzi fuori del tetto quafi tutte l'altre parti princi
pali . Et è machina tale , che da lei it prenominato feno viene
chiamatoporto palazzo . Dicono queſto Oppiano effer quello
fcriffe dei pesci marini . Diròvltimamente in queſta narrazio
ne ,come alcuni graui Autori , tengono che quelta Melida Ifo
la fia quella, in cui San Paolo Apoitolo fù dalla fortuna del ma
retraportato , e dalla vipera morfo , fi come fi legge ne gl'Atti
Apoftolicial ventefimo ottauo capitolo . Tra i quali Autori
vno è il Cardinal Gaetano , dicendo cotal'Ifola effer poſta tra
l'epiro, prouincia della Grecia , la quale confina con la Macedo
nia , nel principio di cui vogliono alcuni che fia Raugia , e l'f-
talia : echiaracofa è , che Malta oggi de gl'Illuftrifsimi -Caual
lieri di Rodi , non è tra la Grecia, e l'Italia : matra la Barberia,
prouincia dell'Affrica , e la Sicilia . Et vn'argomento affai pro
babile per quefta oppinione fi trae dal ventefimofettimo capito
lo de gl'Acti prenominati, doue San Luca fauellando, e defcri-
uendo detto naufragio così dice , nauiganti noi in Adria circa
la mezza notte , e quello che fegue . Hora notifsina coſa è che
Malta de gl'illuftrifsimi Cauallieri, non è nel mare Adriatico,
ma.nelmare Africano , ò di Barberia . Aggiungono ancora ,
che fino al di d'oggi in Melida fi trouanoallai vipere ,e ferpi,e
Y copia
162 DELL'ISTORIA DI RAVGIA
Dell'ifoletta di Daxa .
Z Dell'I-
1
DELL'ISTORIA DI RAVGIA
170
Dell'ifola della Croma .
Il Conuento di Stagno :
Il Conuento di Raugia vecchia :
Il Conuento di Daxa :
Il Conuento d'Ombla : 36
Il Conuento di Canale : 5
Il Conuento d'ifola di Mezzo :
Il Conuento di Sabioncello , &
Madonna col figlio in braccio , & alla deftra dilei fono que
fti fanti cioè ,
S. Luca , S. Gregorio, S. Domenico , e S. Caterina martire. }
Et alla finiftra fono quefti altri , cioè ,
San Biagio : San leronimo : San Francesco : & Santa Maria
Maddalena .
Nell'ordine poi fuperiore , nel mezzoè vn Chrifto rifufcitato.
Alla deftra San Giouanni Batifta : San Jacopo Apoſtolo : Sam
Michele Archangelo : e Santo Stefano ..
Alla finiftra poi fono, i glorioſi Apoſtoli San Pietro , e San Pao
lo : San Giorgio : e San Lorenzo : figure tutte d'argento, di
mezzo rilievo , e fatte alla moderna, e molto belle , e diuote.
Et vn'altro , dietro alla refidenzia dello Illuftrifsimo Rettore,
à cui fua Signoria Illuftrifsima infieme col connfiglio mino-
re , afcoltare la facra meſſa .
In San Domenico , è vn'altare folo d'argento : cioè il maggio
re di cui fi è detto a baſtanza di fopra .
In San Franceſco ne fono tre , cioè il maggiore , e due altri .
Antiphona .
Ciuitatem iftam protege domine , & Angeli tui cuftodiant mu-
ros eius .
Verf. Efto ei domine turrisfortitudinis .
Refp. A facie inimici .
verf. Domine exaudi orationem meam
Refp. Et clamor meus ad te veniat .
Oremus .
REGISTRO
ABCDEFGHIKLMNOPQRSTV
XYZ , Aa Bb .
IN LVC CA;
E R. SIG. ARCHIDIACONO
RAVGIA
DI RAV GIA ,
Sig.miofempre offeruandißimo .
Di V. S. molto Reuerenda
Aff.per feruirla
F. Serafino Razzi .
DE
DESCRIPTIO
ASCRIVIENSIS VRBIS,