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guardare il cielo abituando i vostri occhi alla debole luce delle stelle. Dopo un po’ vedrete
questo, una strana nuvola che attraversa metà del cielo in direzione sud ovest.
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Gli antichi la chiamarono strada del latte, la Via Lattea. Nella mitologia classica la Via Lattea nacque da una
goccia di latte sprizzato dal seno della dea Giunone, mentre allattava Ercole. Giove, approfittando del sonno
della dea, attaccò al seno suo figlio Ercole, avuto con la mortale Alcmena, perché solo succhiando dal petto
della madre degli dei, il semidio avrebbe potuto ottenere l’immortalità. Nel momento in cui Giove avvicinò il
figlio al petto di Giunone, Ercole vi si attaccò con tale veemenza che la dea, svegliatasi, lo allontanò subito
da sé, lasciando schizzare verso il cielo un getto di latte che si trasformò nella Via Lattea.
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Fu solo con telescopi più moderni che si riuscì a vedere come quella nuvola fosse in realtà un immenso
agglomerato di stelle, troppe e troppo lontane per poter essere distinte una per una dal nostro occhio. Oggi
sappiamo che sono oltre duecento miliardi. La Via Lattea è la nostra galassia, quella a cui apparteniamo, è
la nostra casa. La vediamo così perché siamo molto distanti dal suo centro. Il sole infatti è posto all’interno
di uno dei bracci a spirale più esterni della via lattea, a 25,000 anni luce di distanza dal centro. Nella
prossima pagina ci facciamo un giro nella Via Lattea.
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Anche dopo avere capito che la Via Lattea è un enorme agglomerato di stelle,
gas e polveri tenuto insieme dalla forza di gravità, eravamo fermamente
convinti che la Galassia, così come la chiamavamo in quanto unica,
rappresentasse l’intero universo.
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Le stelle non si formano da sole. Le nubi di gas e
polveri da cui nascono non sono isolate e
formano degli immensi ammassi di nubi che si
condensano in più regioni, ognuna delle quali
addensandosi sotto la forza di gravità che la
attira genera una stella.
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Credevamo che l’Europa fosse il centro
del mondo, poi che lo fosse la Terra, poi
che lo fosse il sole, poi che lo fosse la
• nostra galassia. Oggi sappiamo che le
abbandonati
in una
spaventosa
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Quando gli astronomi puntarono i primi strumenti verso il cielo
si accorsero che oltre a pianeti e stelle si potevano osservare altri oggetti
celesti, meno luminosi e molto più sfocati. Non erano stelle e nemmeno
pianeti.
Ipotizzarono quindi che fossero
• delle nubi di materia
in cui si dovevano formare le stelle, una sorta di nursery stellari.
E le chiamarono nebulose.
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Fu solo con gli strumenti molto più avanzati, più di
cento anni dopo Messier, che gli astronomi scoprirono
che queste nebulose erano in realtà degli immensi
agglomerati di stelle, troppo lontane per poter essere
viste distintamente ma unicamente come un debole
chiarore
• diffuso.
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Nel 2012 venne realizzato un esperimento che ha lasciato
gli astrofisici a bocca aperta. Fu identificato un piccolo
settore del cielo apparentemente vuoto, delle dimensioni
apparenti di circa un centesimo della luna piena.
Lo potete vedete in quel rombo al centro
dell’immagine
• denominato XDF (Extreme deep field).
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L’immagine che vedrete è una delle più emozionanti
della storia dell’astrofisica.
•
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• Questo cambiava
completamente tutta la
concezione del cosmo.
• L’universo non era
fermo come tutti
credevano ma
si espande
progressivamente
sempre di più e con una
velocità crescente ! !
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Einstein stesso disse che questa ipotesi era pura follia.
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Ci accorgiamo sempre di più che l’universo è infinitamente
più grande di quanto potevamo immaginare……