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Le Baseball au États-Unis commença de façon modeste comme une variation

de plusieurs jeux qui utilisaient une balle et une sorte de baton. Le baseball su
rapidement plaire au américains et connu une croissance phénoménale. Cette
popularité mena à la création du premier club de baseball professionnel, les
Reds de Cincinnati (qui existe encore de nos jours). Ceci eu lieu lors de la
seconde moitié du dix-neuvième siècle.

Le succès des Reds contre les clubs amateurs incita en 1871 la création de la
première ligue de baseball professionnel, l'association nationale. Les
cofondateurs de cette ligue sont Wiliam Hubert (le président des Cubs de
Chicago) et Al Spalding (un lanceur), Ces derniers furent motivés à créer cette
ligue afin de préserver le baseball de la corruption. Le club de Baseball de
Louiseville détermina les règles de base de la nouvelle ligue. À ces premier
début, la ligue nationale comptait huit clubs. Cependant, la plupart d'entre eux
ne présentèrent pas une formation à chaque année. À partir de 1875, la ligue
nationale (telle que nous la connaissons aujourd'hui) remplaça l'association
nationale.En 1882, l'association américaine vint faire concurrence à la ligue
nationale. L'association américaine offrait ainsi des prix de billets plus
abordables, et une meilleure qualité de jeu. Cependant, le bonheur ne reignait
pas partout dans l'univers, les joueurs insastisfaits de leur conditions de travail
fondèrent l'association de l'Union (Union Association). Celle-ci n'eut qu'une
courte durée de vie; seulement deux années. Le nombre de clubs passa à
douze à partir de 1890, ce qui contribua à augmenter la popularité du baseball
majeur.

Malgré le fait que le baseball était à cette époque


le sport le plus populaire aux États-Unis, la ligue
national était tristement réputée pour un jeu rude
et de mauvaise qualité. C'est pourquoi, on décida
de fonder en 1890 la ligue américaine. Cette
dernière avait pour but de maintenir un jeu digne
et respectueux de l'adversaire. Pour prouver leur bonne volonté, l'association
américaine ne présentait pas de matchs le dimanche, et les femmes étaient
encouragées à assister aux parties de cette ligue.

Le tournant du siècle fut marqué par l'avénement de la ligue Américaine (on la


retrouve encore aujourd'hui), celle-ci vint remplacé l'association américaine.
Les deux ligues se livraient une chaude concurrence. Afin d'y mettre fin, les
deux adversaires signèrent une accord juridique qui leur garantissèrent une co-
existence harmonieuse.
Suite
À partir de 1911, l'arrivée de balles avec un centre en liège a permis
de battre tous les de coup de circuit.

Les années 20 furent une grande période de prospérité pour les


américains. Le baseball n'y faisant pas exception, cette période fut
une des plus mémorable de ce sport. Entre autres, le spectaculaire
frappeur Babe Ruth fut l'une des figures prédominante de cet
décennie. Celui-ci devint une des plus grande légende du baseball.

Le 10 avril 1947 marqua un des moments parmis les plus


mémorables dans l'histoire du baseball et probablement dans
celle du baseball en général. Le premier joueur noir, en la
personne de Jackie Robinson, joua dans les ligues majeures du
baseball. Ce dernier avait été acquis des Royaux de Montréal, qui
était alors le club-école des Dodgers de Los Angeles. Cette même
saison, Ronbinson fut nommé recrue de l'année. Jackie Robinson
est un pilié dans l'histoire du Baseball majeur, il occupe une place
prédominante au Temple de la Renommée du Baseball à Cooperstown.
Cependant, ce n'est qu'au début des années 60 que les joueurs de couleur
furent pleinement intégrés au sport.

Au cours des années 60, les deux ligues (américaine et nationale) acceptèrent
de faire passer leur nombre d'équipes respectives de 16 à 24 afin d'éviter
l'apparition d'une nouvelle ligue (la ligue Continentale). C'est aucour de cet
expension que les Expos de Montréal naquirent.

Retour à la première partie


La Storia del Mondiale di Baseball
La I.B.A. nella storia : I 60 anni della Federazione Internazionale

Le prime esperienze del Baseball internazionale risalgono alle


parteci-

pazioni dimostrative alle Olimpiadi. Il debutto, infatti, si


registrò nei

Giochi del 1904 a St. Louis (USA), l'esperienza ebbe successo e venne
ripe-

tuta anche nel 1912, a Stoccolma (SWE).

Il problema maggiore, per favorire lo sviluppo del gioco, era


che non

esisteva nessuna organizzazione internazionale.

In quel periodo, del resto, erano ai primi passi anche le


strutture na-

zionali. Leslie Mann, un ex giocatore professionista statunitense, fu


il più

importante promotore nel suo paese dove,nel 1931, fondò il National


Baseball

Congress (N.B.C.) al quale partecipò un grande dirigente sportivo


interna-

zionale come Avery Brundage. Proprio l’N.B.C. iniziò a lavorare per


far ri-

conoscere il Baseball come sport Olimpico.

Nel 1935 il Giappone, grazie all'interessamento di Takiso


Matsumoto,

professore all'Università di Meiji, invitò una squadra americana, che


fu se-

lezionata da un'apposita commissione formata da Leslie Mann, Avery


Brundage,

Lyman Bingham e dal giudice Mederick Horfman.

Si trattò di un avvenimento storico e, per la prima volta in


assoluto
una partita fu trasmessa in diretta per radio da un continente
all'altro.

La serie fu vinta dagli Stati Uniti ed i giapponesi proposero


di di-

chiarare gli americani "Campioni del mondo", ma questi rifiutarono. Il


fatto

più importante fu che si iniziò a parlare seriamente di costituire un


orga-

nismo internazionale che avesse come obiettivo l'ammissione


ufficiale del

Baseball alle Olimpiadi.

In preparazione ai Giochi del 1936 a Berlino furono contattati


tutti i

paesi dove il Gioco era praticato: risposero in 35.

Il grande successo del Baseball dimostrativo alle Olimpiadi di


Berlino,

intanto, dove 125.000 spettatori (record assoluto di ogni tempo per


una par-

tita di Baseball) accorsero per vedere il confronto tra due squadre


america-

ne, convinse ancor di più i dirigenti dell'epoca che il futuro di


questo

sport dipendeva dalla risonanza conquistata a livello internazionale.

Proprio in quell'occasione si riunirono a Berlino i delegati di 21


Paesi

che diedero vita alla prima Federazione Internazionale. Soprattutto


Leslie

Mann e John Moores, presidente e fondatore della Federazione


Britannica,

compresero che la miglior formula per lo sviluppo e la diffusione,


anche a

livello nazionale, era l'interesse che poteva destare una grande


competizio-

ne internazionale.
Così, nell'agosto del 1938, si organizzò a Londra il primo
"Mondiale"

cui parteciparono solo due squadre: Stati Uniti e Gran Bretagna. Si


giocò a

Liverpool una serie di cinque partite (la gara inaugurale fu disputata


il 13

agosto). Gli inglesi che schierarono una formazione formata in gran


parte da

professionisti canadesi che avevano fatto, parte della Lega


Professionale

Inglese, ne vinsero quattro. Questo torneo nella definizione degli


organi-

zzatori doveva rappresentare il simbolo dei più alti ideali di


amicizia, ca-

meratismo, buona volontà, educazione, salute, sportività e successi


del Ba-

seball internazionale.

Proprio per consolidare e promuovere l'iniziativa delle


competizioni in-

ternazionali questo torneo fu riconosciuto come il primo campionato


Mondiale

di Baseball e venne fondata la I.B.F. (International Federation de


Baseball

Amateur) con Leslie Mann come Segretario Generale-Tesoriere.

L'anno successivo il Mondiale si spostò a Cuba. Sempre in agosto


si gio-

cò a L'Avana con una grandissima partecipazione di pubblico: oltre


cinquanta

mila spettatori festeggiarono la prima di una lunga serie di vittorie


della

squadra cubana che si impose su Nicaragua e Stati Uniti.

Nel 1940, nonostante la Seconda Guerra Mondiale, furono sette le


squadre

che parteciparono alla terza edizione, sempre a L'Avana che ospiterà


anche
le due edizioni successive. Erano presenti pure i giocatori delle
Hawaii,per

l'occasione espressamente esentati dagli impegni bellici. Vinse ancora


Cuba,

davanti a Nicaragua e Stati Uniti.

In occasione del Mondiale si riunirono anche i delegati dei paesi


affi-

liati che nominarono il colonnello cubano Jaime Marine primo


Presidente del-

la I.B.F. In quell'occasione i votanti nominarono Laureando Prado


Clark, an-

che lui cubano, Segretario-Tesoriere al posto di Leslie Mann.

Nella quarta serie, nel 1941, il Venezuela riuscì a sovvertire


tutti i

pronostici costringendo Cuba allo spareggio per decidere il titolo,


dopo a-

ver terminato in parità il torneo. Con tre punti alla prima ripresa il
Vene-

zuela conquistò il successo (3-1) battendo la squadra condotta da


Joaquin

Viego, ritenuto uno dei più prestigiosi manager cubani di tutti i


tempi. In

quell'occasione il cubano Prieto vinse il titolo di miglior battitore


con la

media di .545 (12 su 22) la più alta ottenuta in questi primi anni
della

competizione.

La quinta edizione del Mondiale registrò il primo problema


politico. Du-

rante una partita tra gli Stati Uniti e la Repubblica Dominicana, una
palla

fu tirata intenzionalmente nel dugout statunitense. La stessa fu


immediata-

mente rilanciata contro un giocatore dominicano, colpendolo alla


spalla. Po-
lizia e marines dovettero intervenire per calmare la folla che aveva
inizia-

to un nutrito lancio di oggetti in campo. Il Presidente Dominicano


Rafael

Trujillo ordinò immediatamente il ritiro della sua squadra, ma il


comitato

organizzatore riuscì a far modificare questa decisione. Chi non cambiò


pare-

re furono gli Stati Uniti che tornarono a casa perdendo per forfait
quattro

partite.

Ma la faccenda non finì lì, Stati Uniti e Dominicana ruppero le


relazio-

ni diplomatiche. Gli americani, sempre per questo motivo, non


parteciparono

alla sesta edizione, coinvolgendo in questa loro scelta anche il


Venezuela.

Cuba vinse così per la quarta volta. Da quel momento dovettero


passare ben

26 anni per rivedere gli Stati Uniti protagonisti di un Mondiale.

Nella settima edizione (nel 1944) si giocò a Caracas, in


Venezuela. Per

a prima volta furono organizzate due fasi: alle finali si


qualificarono Mes-

sico, Panama, Venezuela e Cuba che batté (3-2) la Rep. Dominicana


nella bel-

la per il quarto posto. Nella seconda fase il Venezuela ebbe la


meglio sul

Messico in una finale ricca, ancora una volta, di contestazioni.

Durante il Congresso i delegati della Federazione che assunse la


denomi-

nazione di F.I.B.A., riuniti a Caracas, nominarono Presidente il


generale

messicano Jorge Reyes Idunatez, coadiuvato dal connazionale Don


Gustavo de

la Torre come Segretario-Tesoriere.


Nel 1945 si disputò l'ottava edizione, ancora a Caracas, ed i
padroni di

casa si imposero con dieci vittorie, senza subire alcuna sconfitta.


La pre-

sidenza della F.I.B.A che, per regolamento, spettava ad un dirigente


del pae

se che ospitava il mondiale, passò così al venezuelano Pablo Morales.

Nel 1946 la F.I.B.A contava dodici paesi affiliati, tutti


dell'area del

Caribe più Colombia, Venezuela e Panama. Proprio in quell'anno si


disputaro-

no a Barranquilla, in Colombia, i V Giochi Centroamericani e del


Caribe e in

questa occasione, poiché non era previsto nessun Congresso si originò


un mo-

vimento capeggiato dal responsabile della delegazione cubana, Rafael


de Je-

sus Iglesias, che chiese un'elezione per nominare il nuovo esecutivo


della

Federazione. Iniziò così una frattura che, nel corso degli anni,
avrebbe as-

sunto dimensioni maggiori.

Nel 1947 il Mondiale si trasferì in Colombia,a Cartagena, dove per


l'oc-

casione venne inaugurato lo stadio "11 de Novembre" dove si imposero


i pa-

droni di casa, magistralmente condotti da Pelayo Chacón. In questa


occasio-

ne il Congresso deliberò di affidare l'organizzazione della


successiva edi-

zione del torneo al Nicaragua e, secondo regolamento, la presidenza


venne

affidata al nicaraguese Don Chale Pereira Ocampo, assistito dal


Segretario-

Tesoriere Ernesto Ruiz Morales.


Così nel 1948 é la capitale del Nicaragua, Managua, ad ospitare la
deci-

ma edizione in cui Portorico e Dominicana chiusero alla pari con sei


vitto-

rie a testa. Si giocarono così altre due partite nelle quali


prevalsero i

dominicani.

Per l'occasione venne inaugurato il monumentale stadio di


Managua. Nel

corso del Congresso si parlò dello sviluppo del Baseball che stava
crescen-

do in Europa soprattutto in Belgio, Olanda, Spagna e Svezia.

Nel 1949 non si poté organizzare il Mondiale, così l'Esecutivo


della Fe-

derazione si riunì a Ciudad Trujillo (Repubblica Dominicana)


decidendo di

assegnare il Torneo ancora al Nicaragua. Chale Pereira, così, fu


confermato

alla Presidenza, eleggendo però come Segretario-Tesoriere il messicano


Euge-

nio Ramirez Osantes.

L'undicesima edizione, nel 1950, ha sede ancora a Managua con la


parte-

cipazione record di 12 nazionali. La squadra campione, Cuba, verrà


proclama-

ta solo l'anno successivo al congresso straordinario della Federazione


Inter

nazionale in Messico. Portorico, che aveva battuto i cubani, venne


squalifi-

cata per aver utilizzato giocatori professionisti. In questa


occasione la

Presidenza passò al venezuelano Pablo Morales.


Oltre al Congresso il Messico ospitò, nel 1952, anche la
dodicesima edi-

zione del Mondiale che verrà ricordata come una delle peggio
organizzate. La

F.I.B.A. dichiarò inagibile lo stadio "Venustiano Carranza" che non


offriva

garanzie di sicurezza né per il pubblico né per i giocatori. Una


partita,

poi, precisamente quella tra Cuba e Portorico iniziò con ben 5 ore di
ritar-

do per la mancanza delle palline. In ogni caso Portorico vinse il


titolo do-

minando, imbattuto, la fase finale.

Nel '52 il XIII Mondiale torna a Cuba con un nuovo record di


partecipa-

zioni: 13. La squadra di casa domina, grazie anche all'impiego di


alcuni gio

vani lanciatori di grande avvenire. Nel corso delle nuove elezioni


viene no-

minato Presidente il costaricano Carlos M. Zecca, col salvadoregno


Victor

Hugo Lucha come Segretario-Tesoriere. L'anno successivo, a Caracas,


Cuba e

Venezuela terminano ancora una volta alla pari, ma i cubani vincono


le due

partite di spareggio (4-2 e 4-0) vendicando la sconfitta della IV


edizione.

Con la nuova dirigenza la F.I.B.A. iniziò a lavorare per cercare


di ot-

tenere il riconoscimento olimpico. Si stabilì che ogni Federazione


nazionale

affiliata doveva anche far parte del Comitato Olimpico del proprio
paese e

che si dovevano seguire tutti i regolamenti olimpici. Questo creò


delle dif-

ficoltà, soprattutto per quanto riguarda l'impiego dei giocatori


professio-
nisti. Così fino al 1961 non si poté organizzare la successiva
edizione del

Mondiale. L'avventura del mondiale così si interrompe per ben sette


anni

per poi riprendere a San José di Costarica. In questo periodo,


comunque,l'at

tività internazionale trova un nuovo impulso e la pratica del


Baseball si

diffonde soprattutto in Asia e in Europa.

Nel 1953, dal 27 al 29 aprile, si riuniscono a Parigi i


responsabili del

Baseball Europeo che fondano la F.E.B. (Federación Europea de


Béisbol) alla

cui presidenza fu eletto il principe italiano Steno Borghese. L'anno


succes-

sivo l'Europa disputò il suo primo torneo continentale, in Belgio, nel


quale

si impose l'Italia.

Anche l'Asia si struttura in una organizzazione continentale che,


nelle

Filippine, nel 1953, prende il nome di B.F.A. (Baseball Federation of


Asia),

formata da Giappone, Filippine, Cina di Taipei e Corea del Sud. Il


primo

Presidente fu il filippino Charles Chick Parsons. Sempre in


quell'occasione,

a Managua, si disputò il primo torneo continentale nel quale


prevalsero pro-

prio i padroni di casa.

Nel corso di questo periodo la F.I.B.A. inizia ad organizzare i


Campio-

nati Mondiali Giovanili al limite dei 18 anni di età.

A partire dal 1955, il National Baseball Congress statunitense


organizza
una "Global World Series" cui partecipano squadre del Giappone,
Colombia,

Venezuela e Spagna. Vincono gli americani. L'iniziativa viene ripetuta


anche

nell'anno seguente con la vittoria del Giappone.

Nel 1956, intanto, si disputano le Olimpiadi di Melbourne dove


viene

giocata una partita dimostrativa tra una formazione locale ed una


squadra

statunitense. Si gioca davanti a centomila spettatori e vincono i


padroni di

casa per 11-5.

Grande attenzione suscitò, nel 1957, l'organizzazione di una


Serie Mon-

diale giovanile (da 11 a 12 anni) a Williamsport negli U.S.A. In


rappresen-

tanza dell'America Latina vinsero i ragazzi provenienti da Monterey


che fu-

rono poi ricevuti alla Casa Bianca dal Presidente Dwight Eisenhower.

Nel 1958 il Mondiale giovanile giunge alla III edizione che vede
in cam-

po 6 paesi nella Repubblica Dominicana.

Nel 1959, in occasione dei Giochi Panamericani a Chicago (U.S.A),


viene

rieletto alla Presidenza della F.I.B.A il costaricano Carlos M. Zecca,


Vice-

presidente è il messicano Filemon Manrique, mentre compare sulla


scena un

giovane dirigente che sarà determinante per gli sviluppi futuri: il


cubano

Manolo Gonzalez Guerra, eletto in qualità di Segretario-Tesoriere.


Insieme a

lui viene nominato un altro esponente importante con il nicaraguese


Carlos
J. Garcia Solorzano.

Nel 1961, in Costarica, torna di scena il Campionato Mondiale con


la XV

edizione. Cuba ribadisce la sua superiorità con nove vittorie e


nessuna scon

fitta.

Si incrementano intanto i contatti della F.I.B.A., che contava una


quin-

dicina di paesi affiliati, con l'Europa e l'Asia. Nel 1963 la


Federazione

Europea rielegge alla presidenza Steno Borghese e decide di


organizzare un

torneo continentale denominato "Coppa Europa" al quale saranno


ammesse le

squadre di club campioni nazionali.

Sempre nel 1963 si riunisce il Congresso della F.I.B.A. a Città


del Mes-

sico dove, dopo un violento dibattito, viene rieletto Carlos M. Zecca


con la

vicepresidenza di Carlos Garcia .

I cubani, campioni mondiali in carica, non ottennero il visto dal


gover-

no colombiano, così non parteciparono all'edizione successiva, la XVI,


gio-

cata nel febbraio del 1965 a Barranquilla e Cartagena, appunto in


Colombia.

Assente anche il Venezuela la serie fu dominata dai padroni di casa


e dal

Messico che chiusero alla pari. Nelle tre partite di spareggio, i


messicani

riuscirono a aggiudicarsi la prima (4-2) grazie alla loro "stella",


il lan-

ciatore José Garcia, rilevato dal fratello Luis. Ma nel secondo


incontro, i
colombiani pareggiano nuovamente la situazione, così si arriva alla
terza e

decisiva partita, giocata davanti ad un pubblico strabocchevole che


fa un

tifo d'inferno per i beniamini di casa, condotti dal manager cubano


Antonio

Pacheco, che dà fiducia al lanciatore Rafael Castro il quale


risponde la-

sciando a zero (4-0) gli avversari.

Si arriva al 1969, a San Domingo si gioca la XVII edizione che


vede il

grande ritorno di Cuba e, soprattutto, degli Stati Uniti. Era da ben


27 anni

che i giocatori a stelle e strisce mancavano dalla competizione. La


loro vit

toria ai Giochi Panamericani di Winnipeg, in Canada, nel 1967, aveva


final-

mente risvegliato il loro interesse per le manifestazioni


internazionali, co

sì il presidente della rinnovata Federazione (U.S.B.F.), William P.


”Dutch"

Fehring, decise di partecipare attivamente all'attività agonistica


della Fe-

derazione Internazionale (F.I.B.A.). Il Mondiale si risolse proprio


con la

grande sfida tra Cuba e USA. Vinsero (2-1) i Caraibici condotti dal
lancia-

tore Gaspar Pérez che ebbe la meglio su Larry Osborne. Al Congresso


della

F.I.B.A. viene eletto il nuovo Presidente: Juan Isa delle Antille


Olandesi.

Il 1970 vede il Mondiale (XVIII) tornare in Colombia, a Cartagena


e Bar-

ranquilla, con l'esordio assoluto delle prime due squadre europee:


Italia ed

Olanda. Partecipano 12 formazioni ed al termine delle partite Cuba e


USA so-
no in parità. Il play off (al meglio di 3) vede prevalere ancora i
cubani.

A fine novembre del '71 il Mondiale torna a Cuba, a L'Avana, per


una del

le edizioni meglio organizzate di quel periodo. Cuba rimane imbattuta


e con-

quista il suo undicesimo titolo. Al Congresso della F.I.B.A. sono


presenti

delegati di 18 paesi: un giovane dirigente italiano, Aldo Notari,


presenta

il progetto di una nuova competizione la "Coppa Intercontinentale" da


cele-

brarsi ad anni alterni con il Mondiale, per incrementare


ulteriormente lo

sviluppo del Baseball internazionale.

Nel 1972, il XX Mondiale in Nicaragua vede finalmente in campo


anche le

squadre asiatiche: debuttano il Giappone (che finirà al quarto


posto) e la

Cina di Taipei (6'). Partecipano ben 16 paesi (per un totale di 12O


partite)

e vince Cuba con una sola sconfitta (2-O) rimediata contro i padroni
di casa

sospinti dal tifo indiavolato del loro pubblico. Per la prima volta
parteci-

pa ufficialmente all'evento un osservatore del Comitato Olimpico


Internazio-

nale, mentre al Congresso i delegati sono 45.

Purtroppo solo diciannove giorni dopo la fine del Mondiale un


funesto

terremoto distrusse la città di Managua. Tutto il mondo sportivo


dimostrò la

sua solidarietà al Nicaragua. Soprattutto il campione delle Major


Leagues,

Roberto Clemente, che perse la vita in un incidente aereo, proprio


mentre si
recava a Managua per consegnare degli aiuti.

Proprio quando si era arrivati ad unire le forze, le differenti


opinioni

e le forti influenze politiche, generarono una scissione nella


federazione

internazionale che portò alla creazione della F.E.M.B.A. al Congresso


di Bo-

logna, in Italia, in occasione della disputa della I Coppa


Intercontinenta-

le. In quell'occasione questo organismo decise di disputare il suo


Mondiale

in Nicaragua.

La F.I.B.A nel 73 organizzò la XXI edizione a L'Avana dove Cuba


ribadì

il suo primato senza sconfitte. In quell'anno ci furono quindi due


edizioni

separate che assegnarono due titoli.

La F.E.M.B.A., invece, a fine novembre del '73, organizzò la sua


edizio-

ne (che verrà ricordato come la XXII) a Managua, in Nicaragua.


Vinsero gli

Stati Uniti, imbattuti.

Nel '74 la F.E.M.B.A. organizzò il Mondiale (il XXIII) a St.


Petersburg,

il primo disputato negli Stati Uniti. Parteciparono 9 paesi: Nicaragua


e USA

chiusero alla pari, con una sola sconfitta, e nella serie al meglio
di tre

si imposero gli statunitensi, pur perdendo la prima partita.

Nel 1975 viene organizzata anche la II edizione della Coppa


Interconti-

nentale a Montreal, al "Jerry Park" lo stadio dei Montreal Expos. Al


Congres
so F.E.M.B.A. viene chiamato alla Presidenza Carlos Garcia.

Nel 1976, i dirigenti delle due Federazioni, grazie anche


all'interessa-

mento del presidente del Comitato Olimpico Messicano, Mario Vasquez


Raña, fi

nalmente si accordarono per trovarsi in Messico allo scopo di tentare


di ap-

pianare le loro divergenze. Il meeting ebbe successo e si ristrutturò


un'uni

ca organizzazione che prese il nome di A.I.N.B.A. Il cubano Manolo


Gonzalez

Guerra fu eletto Presidente, mentre alla Vicepresidenza fu chiamato


Carlos

Garcia. La storica riconciliazione avvenne il 4 gennaio del 1976.

Nello stesso anno si festeggiò la ritrovata unità col XXIV


Mondiale, or-

ganizzato dalla Colombia a Cartagena. Cuba e Portorico chiudono alla


pari (8

vittorie e 2 sconfitte) e si deve ricorrere al solito play off al


meglio di

tre partite, ma la squadra portoricana deve dare forfait lasciando il


titolo

ai cubani.

Nel 1978 al Congresso di Tunisi fu ufficialmente riconosciuta dal


Comi-

tato Olimpico Internazionale grazie anche alla collaborazione del


Presidente

Lord Killanin, di Madame Monique Berlioux (direttrice esecutiva del


C.I.O.)

e di Juan Antonio Samaranch capo del Protocollo del C.I.O.

Nei primi giorni del 1978 arrivò la notizia che Los Angeles aveva
otte-

nuto i Giochi Olimpici del 1984. Si organizzò così una riunione della
Federa
zione a Los Angeles dove convennero praticamente tutte le 37 nazioni
allora

aderenti alla Federazione Internazionale. L'idea e le potenzialità del


Base-

ball olimpico cementarono l'unità d'intenti e, nello stesso anno, il


C.I.O.

riconobbe l’A.I.N.B.A. come unico organismo internazionale del


Baseball.

Novità anche per il Mondiale che, per la prima volta, varca


l'oceano per

approdare in Europa. La XXV edizione si gioca infatti in Italia con un


altro

debutto importante, quello dell'Australia. Prevale Cuba, imbattuta, di


fron-

te agli Stati Uniti.

L'edizione successiva, la XXVI, si disputa nell'80 in per la prima


volta

in Asia, in Giappone, ma le squadre asiatiche (Corea 2' e Giappone


3') non

riescono ad abbattere il colosso cubano che chiude ancora una volta


imbattu-

to. In quell'occasione il Congresso dovette nominare come Presidente


l'ameri

cano Robert Smith, in sostituzione di Carlos Garcia (che aveva


sostituito Ma

nolo Gonzalez Guerra) imprigionato per motivi politici nel suo paese.

Nel 1982 il Mondiale non cambia continente e si ferma in Corea.


Cuba non

partecipa ed i padroni di casa vincono davanti al Giappone. Per la


prima vol

ta nella storia del mondiale, il miglior battitore è un europeo,


Charlie Ur-

banus che con 14 valide su 21 turni (667 di media) ottiene la miglior


presta

zione in assoluto nella storia del mondiale. Sarà eguagliato solo


nel 1994
in Nicaragua, dal cubano Ermidelio Urrutia.

Nell'84 si torna in America, a Cuba, dove la compagine caraibica


torna

in possesso del titolo imponendosi con due sole sconfitte in un gruppo


di 14

partecipanti.

Sempre nell'84 a Los Angeles, allo stadio dei Dodgers, si disputa


il tor

neo dimostrativo in occasione dei Giochi Olimpici, organizzato grazie


alla

collaborazione di Peter O'Malley. Le partite registrano una media di


48.000

spettatori risultando terzo sport in assoluto, come affluenza.

L'Europa torna ad ospitare il Mondiale (il XXIX) nel 1986. Si


gioca in

Olanda e Cuba, pur perdendo l'ultima partita contro la Cina di Taipei,


vince

il titolo. Per la seconda volta un giocatore europeo, l'italiano


Giuseppe Ca

relli, vince il premio di miglior battitore. Per la squadra caraibica


é la

ultima sconfitta.

Nelle tre edizioni successive Cuba ha inanellato una striscia


consecuti-

va di 31 partite vinte che continua fino ad oggi.

Nell'88 si gioca di nuovo in Italia ed il titolo si decide nella


finalis

sima tra Cuba e Stati Uniti. Gli americani schierano il giovane


lanciatore

Abbott, che pur essendo privo di una mano, più tardi approderà nelle
Major
League. La sofferta gara di finale si risolve nel finale (4-3) a
favore dei

cubani.

Meno contrastati i successi caraibici delle due edizioni


successive (nel

'9O) ad Edmonton in Canada e nel '94 in Nicaragua in finale contro la


Corea.

Intanto il Congresso, tenuto a Roma nel '93, elegge per


acclamazione al

la Presidenza, l'italiano Aldo Notari che imprime subito una svolta


decisa

trasferendo la sede della Federazione Internazionale da Indianapolis,


negli

Stati Uniti, a Losanna, la capitale Olimpica. Si tratta di una scelta


signi-

ficativa in quanto privilegia la strada del Baseball Olimpico che ha


la sua

consacrazione nei Giochi di Barcellona, nel 1992, ed un grande


successo ai

Giochi di Atlanta, nel 1996, con 1.134.2O3 biglietti venduti.

Il 21 settembre 1996 il Congresso della I.B.A. riunito a Losanna,


con 56

voti a favore, 7 contrari e 2 astensioni procede alla storica apertura


delle

competizioni internazionali ai professionisti.

E' la svolta che proietta il Baseball nel futuro.

Il Baseball ora gioca, in Italia, il suo XXXIII Mondiale, che ha


assun-

to la denominazione di Coppa del Mondo ed è pronto ad entrare nel


terzo mil-

lennio con il piglio di grande sport. L'apertura ai professionisti,


infatti,
dopo i colloqui già felicemente avviati con le Major Leagues sia
statuniten-

si che giapponesi e con l'Associazione Giocatori Professionisti, ha


già di-

segnato il futuro.

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