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Le scoperte geografiche

1) Introduzione : Fine dell’Impero bizantino e formazione


dell’Impero Ottomano :

1. Nel corso del VII secolo l’Impero Bizantino, nonostante la perdita di alcune province
orientali, era riuscito a resistere alle scorrerie ed agli assalti degli Arabi. Tuttavia, nel corso
dell’XI secolo, l’Impero Bizantino entrò in una fase di lento ma inarrestabile declino che lo
condusse, più volte, sull’orlo della sparizione totale. La crisi nasceva da parecchi motivi. Tra
questi : la ripresa degli attacchi esterni provenienti dalle popolazioni balcaniche del Nord
(Slavi e Bulgari) e soprattutto dai Turchi, provenienti dall’Asia centrale, che da tempo
avevano occupato gran parte del territorio bizantino dell’Asia minore. Sotto l’incalzare,
graduale ma inarrestabile soprattutto dei Turchi Ottomani (chiamati così da Othman, il
loro condottiero di un tempo) Bisanzio si avviava ad una lenta agonia ed al crollo
definitivo.

2. Nella prima metà del Trecento (XIV secolo) i Turchi Ottomani si erano lanciati
all’assalto di ciò che rimaneva del declinante Impero d’Oriente o Bizantino. Questo
riuscì a resistere ancora un secolo, ma era veramente solo questione di tempo. Nel
1453 il sultano turco Maometto II dopo aver praticamente conquistato
quasi tutto ciò che rimaneva dell’Impero Bizantino, assediò la capitale,
Costantinopoli (o Bisanzio) ai primi di aprile. Circa 100.000 turchi
attaccarono la città difesa da non più di 5-6000 soldati. Dopo quasi due
mesi di assedio e di difesa disperata quanto inutile, la città cadde il 29
maggio 1453. Il nome di Costantinopoli sparì e la città prese il nome turco di
Istanbul, capitale dell’attuale Turchia. Il millenario Impero Bizantino era finito.

3. Negli anni seguenti, gli Ottomani proseguirono la loro espansione conquistando la maggior
parte della penisola balcanica, l’Asia minore, la Siria, la Mesopotamia e l’Egitto (che
precedentemente era in mani arabe). I Turchi erano, come gli arabi, di religione
musulmana e formarono così un vasto Impero Ottomano di religione islamica.
Insomma : l’Impero Ottomano aveva sostituito quello Bizantino.
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4. Questi avvenimenti ebbero enormi ripercussioni ed importantissime


conseguenze, specie dal punto di vista economico : essi ebbero, infatti,
un’influenza negativa nel commercio (da sempre esistito) tra l’Europa e
l’Estremo Oriente e ridussero l’importanza del Mediterraneo (specie la
parte orientale) come centro degli scambi commerciali. Ovvero, mentre da
secoli si svolgevano regolari traffici commerciali tra l’Europa e l’Asia proprio
attraverso l’Impero Bizantino (Costantinopoli era infatti il fondamentale centro di
traffici e commerci tra l’Oriente e l’Occidente) ora che l’Impero Bizantino non
esisteva più, vennero a chiudersi o a farsi decisamente più complicate e difficoltose)
le tradizionali vie di commercio del Mediterraneo orientale. D’altra parte il
commercio tra Occidente ed Oriente (le cosiddette Indie) doveva
continuare. Ma in che modo ? Si trovò la soluzione : passare “sotto”
l’Africa o addirittura viaggiare sempre ad ovest (come avrebbe fatto
Cristoforo Colombo).

2) Le scoperte geografiche :

1. Le scoperte geografiche, attuate nel corso del XV ed inizi del XVI secolo,
nacquero dall’esigenza di stabilire un contatto diretto con l’Oriente visto che le
tradizionali vie di traffico, che passavano per l’Impero Bizantino, erano state
interrotte dai Turchi Ottomani, che appunto avevano conquistato
Costantinopoli il 29 maggio 1453. Da sempre, infatti, le ricchezze dell’Oriente (spezie,
oro, seta) giungevano in Europa attraverso le città dell’Impero Bizantino (Alessandria,
Antiochia e soprattutto Costantinopoli). Ora, la travolgente avanzata dei Turchi Ottomani,
che avevano distrutto non solo l’Impero Bizantino ma anche quello arabo, minacciava di
interrompere i rapporti con il Mediterraneo orientale e quindi con l’Europa. Da qui
l’esigenza, da parte dei paesi europei, di cercare di riprendere i contatti con l’Oriente, ed i
conseguenti commerci, attraverso altre vie.

2. Le scoperte geografiche sono quindi la conseguenza di questa ricerca di


vie alternative per raggiungere, in qualche modo, le Indie (per Indie gli
europei intendevano tutto l’Oriente conosciuto : l’India stessa, la Cina, il
Giappone e l’Asia sud-orientale).

3. Per esempio, l’obiettivo di trovare la via delle Indie circumnavigando l’Africa


(attuata dai Portoghesi) e cioè di costeggiare le coste dell’Africa occidentale per
trovare una via per raggiungere le Indie (ovvero l’Asia), portò alla scoperta del fatto
che l’Africa è molto più grande di quanto, nel Medioevo, si pensasse. Altro esempio :
sempre il tentativo, da parte questa volta di Colombo, di cercare una via alternativa
alle Indie, lo portò a scoprire il continente americano. Era chiaro, comunque,
che tolta la possibilità di continuare il commercio con le Indie
attraverso il Mediterraneo orientale e le terre dell’ex Impero Bizantino
(ora Impero Ottomano), non rimaneva che un’unica alternativa : la via
dell’Atlantico (in una prima fase verso sud, per trovare un passaggio
“sotto” l’Africa ed in una seconda fase, verso ovest per raggiungere le
Indie attraverso l’Atlantico, senza sapere che vi era, in mezzo, il
continente americano.
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4. Ora, i due paesi affacciati all’Atlantico, con sufficiente attrezzatura tecnologica


e con sufficiente preparazione nautica, erano appunto il Portogallo e la
Spagna. I primi furono i Portoghesi che intrapresero, sotto la spinta della politica
marinara del loro sovrano Enrico il Navigatore, nella prima metà del XV secolo, la
sistematica esplorazione delle coste occidentali dell’Africa con l’obiettivo, appunto, di
trovare la via delle Indie tramite la circumnavigazione del continente africano,
immaginato però molto meno esteso e meno grande di quanto, in realtà, non fosse. Dopo
circa vent’anni di inutili tentativi, finalmente una spedizione guidata dal
portoghese Bartolomeo Diaz aveva finalmente raggiunto il Capo d’Africa (il
Capo di Buona Speranza), ovvero la punta meridionale del continente
africano, nel 1487. Durante una tempesta, infatti, Diaz doppiò il Capo d’Africa senza
accorgersene e solo qualche settimana più tardi si persuase che la costa africana piegava
verso nord-est : aveva finalmente doppiato quello che lui stesso poi chiamo Capo di Buona
Speranza e che era, appunto, l’estremo punto meridionale del continente africano. Diaz
aveva finalmente scoperto il tanto cercato passaggio per le Indie. La strada era aperta e,
dopo di lui, nel 1498, un altro grande navigatore portoghese, Vasco de Gama,
seguendo la strada intrapresa da Diaz, passò oltre e raggiunse effettivamente
le Indie (in particolare, proprio l’India).

5. Tuttavia rimaneva il fatto che la strada attraverso la circumnavigazione


dell’Africa, era effettivamente troppo lunga. I viaggi potevano durare molti
mesi o addirittura anni. Si stava facendo strada l’ipotesi alternativa a quella
portoghese. Ovvero l’idea che, essendo la terra rotonda fosse possibile
raggiungere, in tempi brevi, le Indie procedendo in linea retta verso
occidente attraverso l’Atlantico. Si trattava, tuttavia, di affrontare l’Atlantico,
ovvero il mare aperto (a differenza dei navigatori portoghesi che, circumnavigando
l’Africa, costeggiavano tranquillamente le coste) con tutti i rischi, pericoli e paure
che esso comportava. La tesi trovò un fervido sostenitore nel genovese
Cristoforo Colombo il quale riuscì infine, dopo molte controversie e traversie, a
trovare credito presso i sovrani spagnoli Ferdinando d’Aragona e Isabella di
Castiglia. Il 12 ottobre 1492, dopo due mesi di navigazione in mare aperto (che in
quei tempi significava sfidare l’ignoto) Colombo toccò terra, convinto di aver
raggiunto le Indie. Le successive spedizioni di Colombo (in tutto quattro viaggi, in
cui mai si rese conto di aver scoperto un nuovo continente) si conclusero però
con ben scarsi risultati : le terre scoperte si rivelarono non solo povere di oro ma
anche e soprattutto prive di spezie.

6. L’impresa di raggiungere le Indie era infatti fallita : Colombo aveva “scoperto” un


nuovo continente,l’America (anche se in realtà l’America era stata “scoperta”
precedentemente dagli indigeni che, provenienti dall’Asia attraverso lo stretto di
Bering, abitavano nel continente americano da 30.000 anni). Colombo non
saprà mai di aver scoperto un nuovo continente, nonostante altri tre
viaggi da lui compiuti in queste nuove terre. Ma già nel 1502 il
fiorentino Amerigo Vespucci, esplorando, per conto della Spagna, le
coste del Venezuela e del Brasile, comincia a sospettare che tali terre
facciano parte di un nuovo continente. Sarà solo nel 1507 (un anno dopo la
morte di Cristoforo Colombo) che il geografo tedesco Waldseemuller chiamerà
America il nuovo continente in onore di Amerigo Vespucci. A quell’epoca era ormai
fondata l’opinione che le nuove terre non facevano parte delle Indie, ma facevano
parte di un nuovo mondo. Tuttavia, forse per abitudine, gli Europei, per lungo
tempo chiameranno queste nuove terre Indie Occidentali, per distinguerle dalle
Indie Orientali, ovvero le Indie vere e proprie.
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7. Intanto il viaggio di Colombo aveva acceso in Europa l’entusiasmo e la febbre


dell’esplorazione. Così le spedizioni per raggiungere le cosiddette Indie Occidentali
si susseguirono a ritmo incalzante. La Spagna infatti continuò a percorrere
la via della traversata dell’Atlantico, sia per cercare ancora una volta la
via delle Indie Orientali, sia per scoprire più a fondo le nuove terre,
fondando l’Impero coloniale spagnolo nelle terre del continente
americano, in particolare in America centrale e meridionale. Il
Portogallo, intanto, continuava a circumnavigare l’Africa, giungendo
così alle sospirate Indie Orientali e stabilendo l’Impero coloniale
portoghese tra le coste dell’Africa e le Molucche (isole dell’Asia
sudorientale). La differenza fra i due Imperi consisterà nel fatto che
quello spagnolo è fondato sullo sfruttamento e controllo diretto di
immensi territori, mentre quello portoghese si limita a fondare solo
basi commerciali in Africa ed Asia. Comunque, viste le enormi conseguenze
determinate dalla scoperta dell’America era più che naturale fare del 1492 la data
simbolica dell’apertura di una nuova epoca nella storia d’Europa : l’età moderna.

3) Conseguenze delle scoperte geografiche :

1. Con le scoperte geografiche, portoghesi e spagnoli mossero all’occupazione dei nuovi


territori (i portoghesi, come abbiamo visto, in Asia sud-orientale, nelle cosiddette Indie
Orientali ; e gli spagnoli nel continente americano, le cosiddette Indie Occidentali, in
particolare nelle Antille e nel Messico e poi nel Perù). Si crearono così i primi
Imperi coloniali.

2. A questa conseguenza ne è collegata un’altra : le civiltà cosiddette precolombiane


degli Aztechi e degli Incas verranno distrutte dal contatto con la civiltà
europea. Un’altra conseguenza, sempre legata alla formazione degli Imperi coloniali :
cominciò lo sfruttamento del nuovo continente.

3. Con la scoperta dell’America i traffici si spostarono dal Mediterraneo


all’Atlantico da una parte e dal Mediterraneo all’Oceano Indiano e Pacifico
dall’altra. Quindi le città affacciate nel Mediterraneo cominciarono,
soprattutto nel secolo successivo, il XVII, a decadere (caso tipico la città di
Venezia, anche se il declino fu lento e graduale. Quindi si andranno ad affermare i porti
e le città affacciate all’Atlantico : prima Lisbona e Siviglia (quest’ultima, pur non
essendo affacciata direttamente sul mare, era ad esso collegato via fiume), poi Anversa,
Amsterdam (in Olanda), Bordeaux (in Francia) ed infine Londra. Insomma : il
Mediterraneo, come centro di traffici e commerci, andrà (anche se
gradualmente e non completamente) perdendo la sua importanza a scapito di
altri mari come l’Atlantico, il Pacifico e l’Oceano Indiano.

4. Quando il tanto desiderato oro fu infine trovato (insieme alle spezie era l’altro materiale
prezioso che si cercava nelle Indie) tale fu la quantità di oro che fu riversata in
Europa, dalle Indie Occidentali (dalle “Americhe”, che provocò in Europa
una inflazione di enorme portata e, di conseguenza, un notevole aumento
dei prezzi. Fu la cosiddetta rivoluzione dei prezzi che caratterizzò l’economia europea
nella metà del ‘500.
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5. Non bisogna neppure dimenticare l’aspetto psicologico ovvero le conseguenze di natura spirituale. La
scoperta dell’America, insieme alle conquiste degli Oceani, la circumnavigazione della terra
con Ferdinando Magellano, aprirono nuovi orizzonti culturali e mentali all’uomo europeo.
Orizzonti che, nel Medioevo, per la verità, erano stati piuttosto ristretti e limitati. E’ per questo
che si può dire che le scoperte geografiche, in un certo senso, fanno anche loro parte del Rinascimento,
perché hanno contribuito ad allargare la mente dell’uomo europeo facendogli conoscere : terre, popoli,
tradizioni, usi, costumi e mentalità completamente diverse dalla sua e prima del tutto sconosciute. Nel
Medioevo, invece, le conoscenze e quindi la visuale dell’uomo erano piuttosto limitate, convinto com’era
che la Terra fosse limitata, praticamente, alla sola Europa, Asia ed Africa (queste ultime due, tra l’altro,
considerate molto più piccole di ciò che effettivamente sono).

6. L’alimentazione delle popolazioni europee cambiò radicalmente.


Dall’America, infatti, giunsero molte piante commestibili : il mais (ovvero il
granoturco con cui si fa la polenta, prima del tutto sconosciuta in Europa),
le patate, i pomodori, i peperoni, il cacao (e quindi la cioccolata). Come
animali : il tacchino. Da considerare anche il tabacco.

4. la formazione degli Imperi coloniali :

I primi insediamenti :

1. L’insediamento dei primi coloni ebbe inizio con il secondo viaggio di


Colombo nel 1493. Circa 1200 uomini costruirono allora fattorie agricole,
iniziarono ricerche minerarie per il ritrovamento dell’oro ed avviarono la
costruzione della prima città del continente americano costruita dagli europei :
Santo Domingo. Nel 1502 fu istituita una vera e propria rappresentanza del governo
spagnolo. Al seguito di Colombo, nel suo secondo viaggio (ne fece in tutto
quattro) si mosse una schiera di agricoltori, artigiani ed appartenenti
alla piccola nobiltà spagnola (i cosiddetti hidalgos).

2. Il primo pensiero dei coloni fu però la ricerca dell’oro. Nel primo


ventennio del XVI secolo (dal 1493 al 1519) la ricerca dell’oro si estese a tutte le
maggiori isole delle Antille, i cui indigeni (gli abitanti del luogo) vennero
brutalmente sottomessi, sfruttati e costretti al lavoro coatto per lavorare la terra o
per cercare l’oro nelle miniere. Ben presto, tuttavia, mentre lo sfruttamento e le
malattie portate dagli Spagnoli (contro le quali gli indigeni erano assolutamente
privi di difese immunitarie) producevano una vera e propria ecatombe demografica
(la popolazione dell’attuale isola di Haiti, che nel 1492 era stimata a 600.000
abitanti, nel 1514, in poco più di vent’anni, si ridusse a 27.000 abitanti e nel 1560 si
estinse del tutto) tra gli indigeni il poco oro delle Antille si esaurì. Di
conseguenza, esauritosi l’oro di queste isole, una nuova ondata di
conquistadores (così venivano chiamati i soldati e gli hidalgos, esponenti della
piccola nobiltà spagnola, mossi dalla brama dell’oro e dal desiderio di conquiste) si
risolse allora verso gli Imperi del continente, di cui si conosceva pochissimo
salvo il fatto che erano ricchissimi di oro ed argento.
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Gli Imperi precolombiani :

1. Al momento dell’arrivo degli Spagnoli esistevano, nell’America


precolombiana, tre grandi Imperi : il millenario impero dei Maya,
ormai in fase di decadenza, ed i nuovi imperi degli Aztechi (o Mexica) e
degli Incas. I primi due situati dove ora via è l’America centrale o
latina ed il terzo situato dove ora vie è il Cile ed il Perù. Soprattutto i due
nuovi Imperi degli Aztechi e degli Incas avevano saputo ereditare l’eredità
culturale di diverse civiltà preesistenti. Sia l’impero azteco che l’impero incas si
fondavano su società divise in caste, a capo delle quali vi era una monarchia ed
un’aristocrazia di guerrieri e sacerdoti in gradi di coordinare la vita economica e
sociale del popolo e di intraprendere lavori pubblici (canali, strade, templi e città).

2. I popoli precolombiani dei Maya, Aztechi ed Incas avevano saputo


sviluppare un’avanzata civiltà urbana testimoniata dalla fioritura di
un’imponente architettura monumentale e di città che superavano le dimensioni
europee, con un elevato patrimonio di conoscenze astronomiche. Tuttavia
fortissimi limiti tecnologici caratterizzavano le pur evolute civiltà
precolombiane. Infatti non conoscevano l’aratro, la ruota, la
lavorazione del ferro e l’uso della moneta ed inoltre erano privi di flotte
marittime e di efficienti mezzi di trasporto terrestri (il che era evidente, vista la
totale assenza della ruota).

3. All’inizio del XVI secolo i due imperi (Aztechi e Incas), perché i Maya erano già
praticamente spariti) potevano contare su di una popolazione di circa 30 milioni di
abitanti ciascuno, con un alto sviluppo culturale, un limitato sviluppo tecnologico ed una
società dominata da terrori religiosi (basti pensare agli Aztechi ed ai loro sacrifici umani).
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Distruzione degli Imperi Aztechi ed Incas :

1. Fu per primo lo spagnolo Hernan Cortès che riuscì con poco più di 500
uomini, pochi cannoni e pochi cavalli, a conquistare l’Impero azteco, popolato
da milioni di abitanti e sorretto da un esercito (100.00 soldati) che costituiva il
terrore per le altre popolazioni minori dell’America centrale. Il successo
dell’incredibile impresa fu dovuto a molti fattori :

a. la superiorità tecnologica degli Spagnoli data dalle armi da fuoco


(cannoni ed archibugi)
b. gli spagnoli seppero sfruttare il malcontento dei popoli
assoggettati dagli Aztechi facendosi alleati (o quantomeno neutrali) di
tali popoli.
c. gli spagnoli avevano inoltre i cavalli che gli Aztechi (che non avevano mai
visto tali animali) ritenevano facessero tutt’uno con i cavalieri,
scambiandoli quindi per dei mostri.
d. tuttavia il crollo dell’Impero azteco fu soprattutto dovuto all’incapacità
culturale e psicologica da parte azteca di affrontare il nemico. Tra l’altro gli
Aztechi credettero di riconoscere negli Spagnoli delle divinità
giunte dal mare a decretare la fine della loro civiltà. Vi era infatti
una leggenda azteca che raccontava di un dio bianco con la barba che aveva
insegnato loro la civiltà e che un giorno era salito su una zattera ed era
partito verso est, nel mar Atlantico. Un giorno però, dice sempre la leggenda,
tale dio sarebbe tornato da quello stesso mare per porre fine alla civiltà che
lui stesso aveva creato. Era ovvio che gli Aztechi vedendo quegli uomini
bianchi barbuti vedessero in loro i diretti discendenti di quello stesso dio,
tornato per distruggerli. Da qui la loro soggezione nei loro confronti che
contribuì non poco a condurli alla sconfitta definitiva.

2. Un decennio più tardi, nel 1534, un altro avventuriero spagnolo,


Francisco Pizarro, in condizioni favorevoli analoghe a quelle di Cortès,
mosse con successo alla conquista delle terre degli Incas, in America
meridionale. Anche in questo caso la superiorità tecnologica degli Spagnoli poté
anche valersi della debolezza politica dell’Impero dilaniato da rivalità interne.

Il dominio spagnolo :

1. Gli Spagnoli (circa 150.000) si installarono da padroni sui territori


conquistati, mentre la stessa monarchia, dalla madrepatria, dovette faticare più di
mezzo secolo per imporre le leggi dello stato sulle colonie americane ed il proprio
controllo sull’anarchia dei conquistadores. Comunque, la terra fu ripartita tra i
conquistadores dando origine ad immense proprietà latifondiste
(proprietà terriere immense, veri e propri feudi) chiamate encomienda,
che di fatto ridussero gli Indios (i superstiti degli ormai ex Imperi coloniali) in
una condizione servile : vennero cioè ridotti a schiavi per lo sfruttamento delle
miniere o della terra.
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2. Il dominio spagnolo si caratterizzò per lo sfruttamento selvaggio del


territorio e della popolazione indigena. Tale sfruttamento si può dividere
cronologicamente in diverse fasi : all’inizio vi fu il semplice e brutale saccheggio dei
metalli preziosi in possesso degli indigeni ;poi vi fu lo sfruttamento delle miniere
d’oro e d’argento (che però si esaurirono nel 1650) infine lo sfruttamento agricolo
del territorio (coltivazione di canna da zucchero, caffè, cotone, grano con l’aggiunta
dell’allevamento del bestiame)

3. Lo sfruttamento degli indigeni fu tale che, nel volgere di un secolo, si


verificò una spaventosa catastrofe demografica tra la popolazione (che
da 60 milioni complessivi si ridusse a 4 milioni), decimata dal lavoro forzato (lo
schiavismo), le malattie ed i maltrattamenti. In poco tempo venne quindi a mancare
la manodopera, per cui si pensò di prelevare i negri dall’Africa per
utilizzarli come schiavi nelle Indie Occidentali. Per la verità, l’uso degli
schiavi negri era conosciuto in Spagna da alcuni decenni, ma era un fenomeno
abbastanza limitato. Ora, poteva essere diffuso in un paese ormai privo di materia
umana da utilizzare nei lavori più pesanti.

Conclusioni :

1. La formazione degli Imperi coloniali portoghese e spagnolo ebbe


un’importanza fondamentale per l’Europa ed il mondo intero : per la
prima volta nella storia si creò uno spazio economico di dimensioni
mondiali, nel quale l’Europa aveva un ruolo dominante.
2. L’Europa poté infatti iniziare ad operare un massiccio prelievo di ricchezze sulle
società extraeuropee ad essa soggette ed aprirsi su nuovi mercati prima esclusi o
ignoti. Il Portogallo si arricchì con il traffico delle spezie nelle Indie
Orientali e la Spagna trasse dalle colonie americane nelle Indie
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Occidentali, un flusso di metalli preziosi che sorresse la sua politica di


potenza per almeno un secolo e mezzo.

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