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Materni, Marta - Attività Scientifiche Di Gerberto D'aurillac
Materni, Marta - Attività Scientifiche Di Gerberto D'aurillac
ATTIVITÀ SCIENTIFICHE
DI GERBERTO D’AURILLAC
Résumé
La figure de Gerbert d’Aurillac — le pape Sylvestre II s’est toujours distinguée,
dans l’imaginaire historique, par sa particulière inclination pour les disciplines
du quadrivium. En même temps que le contact avec des éléments d’origine arabe,
cette activité “scientifique” a donné lieu dans les siècles, autour du scolastique
de Reims, aussi bien à une légende noire que à des enthousiastes attributions
scientifiques tout à fait anachroniques. Pendant les derniers vingt ans, en
particulier à commencer par les congrès de Bobbio, on a constaté un renouveau
d’intérêt pour ce personnage, et une reconsidération de son oeuvre “scientifique”
qui a permis, en même temps, aussi bien de reconduire à de plus justes propor-
tions ses connaissances que d’avancer des nouvelles attributions, en particulier,
en ce qui concerne les éléments orientaux. Cette revue bibliographique veut
présenter un panorama d’ensemble sur la figure de Gerbert en tant qu’expert du
quadrivium, à commencer par l’époque de son séjour en Catalogne, qui se
configurera dans l’imaginaire comme un moment déterminant pour sa forma-
tion, en cherchant surtout de reconstituer le réseau de ses probables relations.
On continue puis en analysant ses compétences dans chaque discipline du
quadrivium, en suivant son enseignement près de l’école de la cathédrale de Reims.
Il en résulte une figure située plus correctement dans son contexte historique,
mais qui n’en est pas moins surprenante: l’intérêt pour Gerbert se déplace d’une
question de contenus à une question de méthode et d’esprit.
Abstract
In the common historical view the personality of Gerbert of Aurillac — pope
Silvestre II has been always characterized by his peculiar bent for the quadrivium’s
arts. This “scientific” activity, at the same time as the contact with some data
from the Arabic world, generated in the course of centuries, about the Reims’
school-master, both a dark legend and some enthusiastic scientific attributions
that were decidedly anachronistic. As from the latest twenty years, particularly
thanks to the Bobbio’s conferences, there has been an interest’s return in this
personage and a revaluation of his scientific work. This fact permitted some ex-
acter reappraisals and yet some new attributions, especially about the eastern
components of his knowledge. This bibliographic review wants to present a glo-
bal outline of Gerbert’s figure as quadrivium’s student as from the time of his
stay in Catalogne, that will seem as a crucial moment for his cultural education
in the mind of the contemporaries and of the posterity; it tried especially to re-
construct his probably acquaintances’ network. Then it analysed his competences
in the single disciplines in accordance with his teaching at the Reims’ cathedral’s
school. Consequently this figure is situated more correctly in her historical con-
text, but in spite of all this she isn’t less remarkable: the interest for Gerbert moves
from question of contents to a question of method and spirit.
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1 Per una panoramica generale sulla situazione politica, sociale e culturale del decimo
secolo si vedano RICHÉ 1999 e HOMMES 2004, in particolare per gli aspetti culturali
OLDONI 2004 e ZIMMERMANN 2004.
2 GERBERT, Correspondance, Ep. 28, anno 984: «Ex persona Iherusalem devastatae, uni-
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turo remunerat, per me benedicit tibi, ut largiendo crescas, et peccata relaxat, ut secum
regnando vivas». Si veda al proposito MOR 1952 e LIGATO 2001.
3 Cf. MONTECCHIO 2000.
4 GERBERT, Correspondance, Ep. 44, a Evrardo abate di Tours, inizio del 985.
5 GERBERTUS, De rationale.
6 Si veda al proposito, sul valore dell’insegnamento del quadrivium, LEVET 1990 e 1997c.
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7 Nella lotta fra Enrico IV e Gregorio VII, il cardinale Bennone di Osnabrück si schierò
dalla parte dell’antipapa nominato dall’imperatore. Si impegnò allora in un violento
attacco contro il papa, teso a dimostrare non solo l’eterodossia di Gregorio ma la
profonda corruzione della sede pontificia, da tempo covo di eretici e negromanti;
Bennone (BENNONE, Gesta Romanae) ricostruisce quindi una storia intellettuale della
Chiesa romana che vede avvicendarsi una serie di papi maghi, serie che, data la sua
biografia intellettuale, trovava il capostipite naturale in Gerberto d’Aurillac. La
singolare esperienza del viaggio in Catalogna, l’allusione, peraltro senza esplicito scopo
diffamatorio, di Ademaro di Chabannes a un soggiorno a Cordova (si veda NUVOLONE
2001b), lo spettro quindi del contatto diretto con questo sapere arabo ancora avvolto
dal sospetto, le oscure origini e la straordinaria carriera politica ed ecclesiastica, lo
studio delle scienze e in particolar modo dell’astronomia: la vita di Silvestro II
conteneva realmente tutti gli elementi per creare una leggenda. Per la biografia del
cardinale si veda ZAFARANA 1966.
8 Si segnala, come curiosità, che la figura di Gerberto, con la sua leggenda nera, non
ha ancora cessato di suscitare fantasie letterarie. È del 1996 la pièce teatrale La Cabeza
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momenti, nel 995-996 e nel 997-998, coprono un arco cronologico che va dalla morte
di Eudes (888) alla morte di Ugo Capeto (996) e sono geograficamente concentrate
nell’area della Francia dell’Ovest e della Lotaringia. Fondamentale per ricostruire la
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biografia intellettuale di Gerberto è il libro III, dove l’autore dà notizia del viaggio
dell’aquitano nella Marca Hispanica e descrive l’insegnamento dello scolastico alla
scuola di Reims. Vedere al riguardo PALADINO 2007.
10 Nel presente lavoro le citazioni sono tratte da: l’edizione di Migne per la Geometria
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Cap. 1
L’educazione di Gerberto d’Aurillac
de Saint-Céré, che prega il conte barcellonese Borrel di portare con sé il giovane perché
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possa istruirsi, e anche dei confratelli di Gerberto dal momento che essi non esitano a
offrire il loro consenso, è testimonianza del rinnovato fervore intellettuale degli
ambienti monastici ed episcopali del X secolo, spesso in corrispondenza con
l’affermarsi delle riforme monastiche; al proposito si veda quanto ricordato dallo stesso
Richero riguardo all’attività di Adalberone, appena eletto vescovo di Reims: «... Quo
tempore, monachorum religio admodum floruit, cum eorum religionis peritissimus
metropolitanus huius rei hortatur esset et suasor. Et ut nobilitati suae in omnibus
responderet, aecclesiae suae filios studiis liberalibus instruere utiliter querebat…»
(RICHERUS, Historiarum, III, 42), o si consideri lo zelo di Arnulfo nell’arricchire la
biblioteca di S. Maria di Ripoll e nell’incentivare l’attività dello scriptorium all’indomani
della sua elezione ad abate (su Arnulfo e il monastero di Ripoll vedi oltre). Sugli
effetti culturali delle riforme monastiche del X secolo si veda RICHÉ 1984, p. 127-128;
CONSTABLE 1990.
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12 Con il califfato di Abd-ar-Rahman III (922-961 d.C.) e del suo successore, il figlio al-
Hakam II (961-979 d.C.), il regno indipendente di Cordova raggiunge la massima
espansione territoriale, riuscendo anche a ottenere il riconoscimento ufficiale degli
stati cristiani; ma soprattutto i due califfi proseguono attivamente in quell’opera di
mecenatismo che nel secolo precedente, con Abd-ar-Rahman II (822-853 d.C.), aveva
dato avvio all’ascesa culturale di al-Andalus, attirando alla corte cordovese intellettuali
e artisti provenienti da Oriente e segnando così l’inizio della massiccia influenza della
tradizione araba orientale, sentita come espressione di nobiltà culturale, sull’arabismo
occidentale. Sui rapporti culturali fra il califfato ommayade e la parte orientale
dell’impero, e più in generale per una prima introduzione al mondo islamico iberico,
si veda ALBORNOZ 1965, GABRIELI 1974, WATT 1991, e per l’aspetto scientifico VERNET
1965.
13 Cf. RICHÉ 1984, p. 137; RICHÉ 1991, p. 375; ZIMMERMANN 1996, p. 91; PUIGVERT 2000b, p.
32.
14 Cf. ZIMMERMANN 1996, p. 92.
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15 Si ricordano, precedenti a quello di Attone e Borrell, i viaggi nel 951 del conte
Sunifredo di Cerdona accompagnato da Arnulfo di Ripoll, e nel 968 del conte Oliba
accompagnato dall’abate Garín di Cuxá, entrambi personaggi con il quale Gerberto
entrerà in contatto. Cf. D’ABADAL 1961, p. 8-9; LACARRA 1963, p. 268-269; DIAZ Y DIAZ
1969, p. 239.
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16 Tale area culturale si caratterizzava per essere molto ricettiva nei confronti delle
nuove correnti culturali franco-italiane, senza rinunciare comunque alla tradizione
visigota. Altri centri culturali di rilievo della Catalogna del X secolo, caratterizzati da
un maggiore conservatorismo, erano quello ruotante intorno alla cattedrale di Urgell
e quello legato ai monasteri di Elna e Cuixà.
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17 Cf. SALRACH I MARES 1984a. Bonfill risulta legato anche a Cuixá (SALRACH I MARES
1984b).
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19 Cf. RICHÉ 1984, p. 165-166; PUIGVERT 2000a, p. 173; PUIGVERT 2000b, p. 27.
20 Cf. RICHÉ 1984, p. 164; UDINA 1985, p. 40-42; PUIGVERT 2000b, p. 29.
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21 Cf. DIAZ Y DIAZ 1969, p. 235; UDINA 1985, p. 40-42, 47-48; PUIGVERT 2000b, p. 39-41.
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Cap. 2
L’insegnamento scientifico di Gerberto d’Aurillac
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2.1
La Matematica
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26 Bernelino è autore di un Liber abaci scritto fra il 999 e il 1003, il più antico trattato
sull’abaco che contenga una descrizione della tavola calcolatoria. Erigero, scolastico e
abate di Lobbes dal 970 al 1007, istruito a Liegi da Notkero, fu corrispondente di
Gerberto; è autore di due trattati sull’abaco: Regulae numerorum super abacum Gerberti
(perduto) e Regulae de numerorum abaci rationibus (a lungo attribuito a Gerberto e
pubblicato ancora come tale da Olleris, in OLLERIS 1867, con il titolo di Regula de abaci
computo). In riferimento a questi successivi trattati sull’abaco si veda FROVA 1974a e
FOLKERTS 2001.
27 La Seconda Geometria apocrifa di Boezio è un falso dell’XI secolo composto in
Lotaringia e strettamente legato alla figura di Gerberto: non solo infatti l’autore utilizza
le regole di calcolo con l’abaco esposte nel Libellus, ma la parte propriamente geometrica
attinge molto probabilmente a quel manoscritto, oggi Napoli V.A.13, contenente
numerosi estratti di gromatici e testi geometrici sotto il nome di Boezio, che Gerberto
scoprì a Bobbio e del quale fece dono al suo corrispondente Adelboldo di Liegi. Lo
stesso Gerberto è citato dall’autore ma, coerentemente con la falsificazione, sotto il
nome di Archytas di Taranto, matematico greco pitagorico del IV secolo a.C., e l’abaco
è detto tabula Pythagorae (sul manoscritto Napoli V.A.13 si veda cap. 2.4, La Geometria).
Sulla sua storia e sui suoi legami con Gerberto si veda FOLKERTS 1970, 2003a, 2003c.
Sulla problematica della tradizione degli scritti geometrici in epoca medievale si veda
il lavoro di TONEATTO 1994.
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designato con il nome greco sipos (gettone). L’attuale nome di zero deriva appunto
dalla convergenza fra questo termine e quello arabo imparentato di al-sifr (cifra). Cf.
BEAUJOUAN 1965, p. 588-589; FOLKERTS 2001, p. 256-262.
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2.2
La Musica
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2.2.a. Il monocordo
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33 Cf. FARMER 1970, p.181-182; SACHS 1972, p. 259-260; MEYER 1997, p. 185, 191; SANTI
2003, p. 84.
34 Come abate di Bobbio Gerberto aveva cercato, inutilmente, di contrastare l’ingerenza
delle grandi famiglie aristocratiche della regione nelle questioni riguardanti l’abbazia.
La morte improvvisa del suo protettore Ottone II il 7 dicembre 983, e il conseguente
rafforzarsi del partito di corte a lui avverso, lo spinsero ad abbandonare Bobbio e,
dopo alcune soste in città italiane, a ritornare a Reims.
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35 Il fatto che a Bobbio Gerberto avesse organizzato una scuola, a prescindere dalle
materie insegnate, è confermato dall’epistola 13 (GERBERT, Correspondance) (Bobbio o
Pavia, prima del 7 dicembre 983) a Egberto, arcivescovo di Trevi, nella quale l’abate
promette al suo corrispondente di accogliere studenti in Italia. Inoltre proprio all’epoca
dell’abbaziato bobiense, giugno del 983, è datato il carmen figurato secondo Nuvolone.
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2.3
L’Astronomia
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40 Cf. BEAUJOUAN 1985, p. 646, 651; BEAUJOUAN 1991, p. 309; MCCLUSKEY 1998, p. 171.
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2.4
La Geometria
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44 Apollonio di Pergamo (262 ca.-190 ca. a.C.). Matematico dedito soprattutto agli
studi di geometria e alla matematica astronomica. Si formò ad Alessandria sotto la
guida dei discepoli di Euclide. La sua opera principale sono i Conici. Cf. BOYER 1976,
p. 166-184.
45 Proclo (411-485 d.C.) Filosofo e matematico formatosi alla scuola di Alessandria;
Boezio lo riporta in Institutio arithmetica II,6,2: «…duae enim lineae rectae spatium
non continent...». Cf. GUILLAUMIN 1995, p. XLII.
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Un “intellettuale”?
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48 Fra gli allievi di Gerberto si ricordano Remi, monaco di Mettlach presso Treviri,
autore di un trattato sull’abaco così come Erigero di Lobbes; l’abate Sigefroid I, zio di
Adalberone di Reims, che per riformare la scuola di Echternach fa adottare un pro-
gramma di studi analogo a quello di Reims; Herbert, futuro abate di Chagny, che
prosegue i suoi studi a Chartres; infine Costantino di Fleury (sugli allievi di Gerberto
si veda RICHÉ 1984, p. 65-66). Si ricorda infine che è nelle scuole di Lotaringia che
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viene prodotta la Seconda Geometria apocrifa di Boezio e parte della Geometria incerti
auctoris. Per i manoscritti delle opere di Gerberto provenienti dalla Germania e
dall’Inghilterra si veda MOSTERT 1997, p. 312-318.
49 La conoscenza di Gerberto a Chartres è confermata, oltre che dalla provenienza
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